Critica Sociale - anno XXXV - n. 9 - 1-15 maggio 1925
124 . CRITICA ·SOCIALE spirazion( o tendenze dei vari ceti e le esigenze economiche delle forze prod\lttive. Se e dove quel– le tendenze siano conformi a tali esigenze, esse sono incoercibili; ed è vano contrastar le con un' a– zione politica: il partito, che tentasse di tratte– nere _con la fragile diga della sua azione !'.impeto irresistibile della fiumana in corso, resterebbe tra– il;ollo. Se invece quelle aspirazioni siano in con– trasto con le esigenze della economia, sono desti-· nate ad elidersi da sè. Del primo tipo è l'attaccamento alla piccola proprietà nei coltivatori di regioni ove la piccola proprietà rappresenta l'unica conduzione econo– mica possibile dei terreni: o perchè si tratti di regioni collinose o montagnose magre e di diffi- . cile lavorazione, o di campagne anche ricche, ma a culture speciali che richiedono una intensità e continuità di lavoro su piccoli appezzamenti. ,, Se non ci sia l'interesse personal,e e familiare, e il tenace senso di amore alla terra propri-a 1 che fan prodigare la fatica senza misurarla, senza riguardo a orari di lavoro nè a proporzione fra .il dispendio di attività e il frutto che se ne ricava, quei terreni 0 quelle culture sarebbero condanna– te o al deperimento o all'abbandono, perchè il costo delle coltivazioni riuscirebbe superiore al ricavalo dei prodotti. . Nelle regioni, in vece, adatte alle colli vazioni in– dns triali, che meglio si compiono su vaste esten– sioni, e richiedono forti anticipi di capitali e in– tenso, per quanto redditizio, impiego cli mano dTopera, la -piccola proprietà non può allignare. E l'azione del partito socialista e delle organizza– zioni proletarie basterà .che si rivolga ad illumi– nare, invece che a contrastare col proprio peso, le aspirazioni cli celi, che altrimenti attribuireb~ bero poi alle compressioni politiche la delusione cui sono condannali dalle ineluttabili necessità economiche. Piuttosto hisogna cercar di valoriz– zare e soddisfare quel che c'è cli utilizzabile e fe– condo· in rruelle aspirazioni degli agricoltori, in– dirizzandole e incanalandole verso una afferma– zione cli ·indiprnclenza e_di anlonomia per via del– le affi I tanze colletlive. 1 braccianti di Molinella aYevan dato un esemi:>io,che potrà esser ripreso, prima o poi, nell'avvenire, e dare frutti fecondi, alimentando ed educanclo_(come a Molinena·.è av– venuto) lo spirilo cli devozione all'idea della soli– darietà e della umanità libera per via anche del– .la stessa azione economica. Ma là dove la piccola proprietà è un'esigénza e necessità naturale, bisogna rassegnarsi, ora ed . in avvenire, a trovare una mentalità conservatri– ce. La quale potrà essere solo lentamente e in– direllamenle resa meno retriva e più larga, dar– l'esperienza dei vantaggi del cooperativismo nel– l'organizzazione degli acquisti di attrezzi, di con– cimi, ecc, e dello smercio dei prodotti; e potrà rsscrc illuminata sul contrasto' dei suoi interessi e delle sue necessarie direttive con quelli della plutocrazia protezionistica ed inflazionista. La co– scienza liberista, che tratto tratto tende a sve– gliarsi negli agricoltòri, dev'essere destata con ·un'azione continua e intelligente di propaganda, che mostri loro tutto il danno del protezionismo, che ostacola di contracèolpo l'esportazione e la valorizzazione dei prodotti agricoli (minacciati spesso dalla loro· stes~a deperibilità), e rincara tn~li i prodolli industriali cli cui l'agricoltura ab– ·bisogna, e cosliluisce un continuo pericolo di con– Jlitli guerreschi. Risvegliare la coscienza della so– J iclarielà di-interessi che lega i lavoratori agricoli al proletariato cittadino nella esigenza di una cli– -slribuzione delle imposte proporzionale alla ric– chezza, di una ì)olitica liberistica e pacifista e per ciò di un regime di democrazia, significa, smussare il tradizionale e_sempre vivo antago_- BibliotecaGino Bianco nismo fra campagna e!iCittà, ed avviare lo spirito conservatore degli agricoltori a trasformarsi in più aperta mentalità democratica. ( 1). Più di così non bisogna illudersi di ottenere. In conclusione in qu~sti ceti medì agrarì il socia– lismo e il proletariato non posson cercare alleati e cooperatorì della loro azione; ma possono e deb– bono cercare di non aver nemici_: possono e deb~ bono farlo senza deflettere dal loro programma, anzi per cagion di esso guardando a non aggiun– ·gere difficoltà e complicazioni in.utili e deviatri– ci a quelle che necessariamente ed utilmente debbono essere affrontate o incontrate nel corso del proprio cammino. ( Continua). · RODOLFO MoNDOLFO. ( 1) Scriveva, nel 1911 Giov. ,l/011/emartini, nella pref11- zione al libro di B. Scarselli già citato su Il problema del(f. classi medie: « i piccoli proprietari di alcune regioni piemon– tesi sono socialisti ». Non so se oggi s-i potrebbe ancora scri– vere la stessa cosa; ma pur nella convinzione che il dichiarato socialismo fosse pinllosto democraticismo e cooperativismo, credo che quella esperienza valga a confermare il mio giu– _ctiziosull'esistenza di pos.sibilità future, per quanto più limi– tate cl i quanto allora taluno avesse potulo crer\ere. la terra nella e[onomia romana. Le scoperte archeologiche che si sono venute facendo da un ventennio, e specialmente i l'invenimenti di pa– piri in Egitto, hanno fornito materiali nuovi preziosis– simi per lo studio della Roma antica, speGiabnente, ':\Oliol'aspetto economico, aspetto ch,e dagli storici ro– mani fu in gran parte neglett-0, per l'esclusiva attenzio- ·ne data allo studio della attività politica e diplomatica. Di questi materiali si è valso un Americano, Tenney F1,ank, per rifare la storia cli Roma nei primi secoli, clalle origini alla fine della Repubblica (Storia econo– mica di Roma; Vallecéhi, Editore, Firenze, 1924). Riappaiono çosì stadi cli sviluppo, p_r~blemi di popo– lazione, fasi del progresso tecnico, con evidenti analo– gie con il periodo nostro, in cui, di fronte al probl~m3: della crescente pqpolazione e pnr oon le trasformazioni - raratteristiche dovute allo sviluppo del processo tee- - nico inclustria'le, la questione agraria, sotto. l'aspetto tecnico, sociale e giuridico, ha, nelle odierne rivolu– zioni, una parte eminente. « Fu già llll Lempo, nel VI secolo avanti Cristo, in cui nella pianura latina - scrive il Frank (pag. 13) - la· pr0Cil.4zione di un suolo ricco e coltiv_ato con insolita intensità manteneva una densa popolazione, tale da somigliare probabilmente alla brulicante popolazione - di coltivatori della odierna valle del Po,>. Le reliquie di . quel notevole periodo, l'intricato sistema di prosciuga– mento, il terreno scavato ad alveare con un sistema complicato di condotti che corrono lungo i declivii dei colli verso le paludi Pontine, stanno a provare che quelle opere furono oompiule «in un momento di tale sovrapopolazione, che ogni piede di terreno arabile do– veYa essere risparmiato per la coltivazione. ColLosviare le acque piovane dagli erosivi ingorghi montani in ca– nali sotterranei, non solo si evitava larga parte della or– dinaria erosione dei terreni posti nel fianco del coJle, ma si risparmiava lo spazio usualmente sacrificat-o al letto <lel torrente,, (pag. 14). Bas_tiricordare la notevole trineea lunga 60 metri a Ponte Lodo, vicino alla rupe della cittadella di Veio; l'emissario del lago d'Albano, lungo 1300 metri e alto da due a tre metri, tagliato a~– traverso la roccia viva per risparmiare poche centi– naia di acri di terreno arabile nel margine del pendio dentro il cratere· e le accurate :dighe di fine costruzione poligonale, fatte' in gran parte di enormi. blocchi pe– santi mezza tonnellata ciascuno, lungo 11 cprso del burrone di Scarpellata, tuttora esistenti, allo scopo -tli conservare piccole zone· di terreno alluvio!iale, per concludere che il Lazio dovette essere coltivato nel VI secolo con una intensità raggiunta raram~nte altro– ve e che esso dava alimento a una popolazione motto ) densa. . Tanto densa che non tardò a manifestarsi quel fe– .nomeno sociale della e fame di terra » che trova, per una parte dei suoi effetti, analogia con la recente- fa– se degli avvenimenti in Russia. Fu la fame di terra
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