Critica Sociale - anno XXXV - n. 9 - 1-15 maggio 1925
122 CRITICA SOCIALE e che il fiore dell'albero si fecondi in frutto che venga a maturazione. Ogni anno la fatica de,ll'oggi ,e <lell'ieri avrà il suo compenso soltanto a distan– za di mesi: la terra rotta ed arata in estate dovrà allendere l'autunno per la semina,,finverno per la tacila aspetlazione del germogliare primaverile, l' estale per la maturazione e la raccolta delle mes– si. Il vincolo di solidarietà con la terra è anche sentito, dai mezzadri e dagli affittuari, nello stes~ so rischio dell'impresa, che· essi hanno, a diffe– renza dei salariati: le vicende della stagione e dei mercati possono insidiare il risultato, rendendo– lo, a parità costante di fatica, variabile ed oscil– lante dalla prosperità di lauti guadagni fino a un çt.ef.icit quasi fallimentare. . Ora questo vincolo di solidarietà con la terra/ e la sua durata permanente hanno una efficacia singolare _su~la fo~mazione della mentalità degli agricoltori; 1 quali, dalla natura del rapporto tra la erogazione continua della loro fatica e il rac– pollo delle messi e dei frutti, che si c-ompie a di– stanza di tempo, ed è legato non solo al lavoro dell'anno in corso, ma anche a quello degli anni precedenti, in una concatenazione di vicende strettamente collegate, sono indotti ad un atteggia– 'mento di previdenza e ad un senso :di continuità, che è insieme ·sentimento della dipendenza ·del pr,esente e dell'avvenire dal. passalo e, quindi, spi– riti di conservazione. Ha scritto di recente il Scrpieri, nell'introdu– zione a un suo libro su La politica agraria in· llalia, che bisogna nell'agricoltura vedere non so– lo una attività economica ma anche un modo di vita, e negli agricoltori cercare, come impulsi e stimoli della loro azione -di classe non solo gli interessi, ma anche altri sentimenti,_ inclinazioni -e istinl'i: quelli, precisamente, che il Pareto chia– ma~·a tendenze alla persistenza degli aggregati, ossia l'attaccamento alla famiglia, alla proprietà all_a ~ropria terra, al luogo nativo, alla pro~ pri/;l tmgua, alla propria religione. Spirito di conservazione, insomma, che si contrappone nettamente agli istinti delle combinazioni (se– condo l'espressione del Pare lo) che caratte– rizzano gli uomini del capitalismo industria– le e del commercio. Misoneismo contro inno– vazione: ecco l'antitesi spirituale fra campagna e città, fra l'agricoltura e l'industria o il com– mercio. Di questo elemento di stabilità il Serpieri lu– meggia. l'importanza e ·il valore non inferiori a quelli dell'elemento di innouazio'ne· perchè ·ad es– so è dovu~a quella antiveggenza lo~tana, che ap– pare, a distanza, cli tempo, quasi disinteressata, vrepa~~!1do alle: c~mpagne,. con lavori pazienti ~1 ??ruhche e m1gl10~·a~enll, la maggior produt– L1v1taper le generaz10m future o per i secoli a venJro. lVIa questo elemento di stabilità non si dey~ co1:1,sidçrare,.com~. il Serpieri fa, un dato orrgmarrn al pan dell interesse, e disgiunto da esso ~ ad es.so anzi contrapposto_. E una forma meilits. che risulta dalla stessa natura e dalle stes– 'se _condiz~oni dell'attività economica, agricola. I celi rurali sentono veramente cori.1edicè il Ser– pieri, il culto delle tradizioni '1a forza della con– :meludine, il riconoscimento 'delle ger·archie l'a– ~10re ~c.l risparmio; hanno veramènte radicato 11sen~11;1cntodel!a proprietà, della famiglia, del– la relig~onc; _oss1_a. s_ono veramen_te, per dirla in una pa, o_la,d1 sp1nt1 c?nseruaton; ma questo lo– ro atteggiamento ed orientamento caratteristico è connesso con la loro stessa funzione ed attività economica i ~e è una. formazione, un prodotto. Il 1:1a~en:1_~1s~o. storico ha qui uno dei suoi e– . semp1 s1gmflcatlY1: dove appare la complessità . del ~rocesso .g~n~rat~vo ·delle ideologie. di classe, che 1 sernphc1sh defotmàtori del\a dottrina ili BibliotecaGino.Bianco Marx (siano sèguaci o avversari), non son capaci di vedere nè di intendere. Ogni forma di attività economica è legata a un complesso di condizioni e ingenera l'abito a maniere- di vita e di azione onde sorge e si costituisce una disposizione spi~ rituale, e si producono previsioni e aspettazioni e tendenze ed esigenze·, e avversioni e re-pulsioni' che vengono a segnare l'orientamento della co~ scienza di èlasse. Le ideologie sono poi come i cartelli indicatori di qùesti orientamenti, che se– gnano la via, raf fo:rzano con la consapevolezza le oscure tendenze istintive, traducono· in teoria la prassi che ha preparato la loro affermazione e scelta. b) Lo spirito conservatore dei med'ì ceti agrar'ì e la loro posizione rispetto ai partiti di masse. Così si spiega e s'intende perchè lo spirito <lei n~edì celi agrari sia conservatore, in quanlo p 1 rc– c1samente essi sono medì ceti agrarì: a differenza dei braccianti agricoli, i quali, hanno la menta- . lità proletaria, cli chi giornalniente dà Ja sua.fòr– za di lavoro per aver giornalmenle la sua mer– cede; e non è legato alla terra e al resultato fi– nale delle coltivazioni alle quali pure coopera· non si seni.e imprenditore, ma sente invece la co~ munanza· delle condizioni e la solidarietà dégli interessi con gli altri salariati, per la conquista di migliori patti di orario e di retribuzione. Ecco perchè, come· il Serpieri osserva, nei ceti rurali trova più. facilmente proseliti il.partito po– polare e .l'organizzatore cattolico, che non ·è il socialista; appunto perchè il partito popolare tende alla conservazione e alla diffusione della piccola proprietà, soddisfacendo e alLettando qùel– la fame di terra, eh~ è caratteristica dei mezzadri o affittuari, aspiranti a diventar proprietari; e lo fa perchè sia, in ricambio, rafforzala la tendenza religiosa conservatrice e tradizionalistic;:t. Osser– vavo cinque. anni or sono, a. proposito del pro– gramma agrario del partito po-polare e di certi atteggiamenti in apparenza rivoluzionarì (assunti qua e là da taluni organizz,atori cattolici), _che si trattava in realtà di un rivoluzionarismo conser- vatore. . La diffusione della piccola proprietà (scrivevo allora) è il programma di chi v.ede la connessione della .proprietà del suolo coltivato con tutta una psicologia conservatrice e tradizionalisla; che ne– gli uomini della terra va dissolvendosi, là dove il bracciantato e .i rapporti di salariato li spingono ad una coscienza collettiva comune e solidale con le altre. categorie di l ~vorato.ri proletarì · ma s,i viene i:n,,,ece rafforzando ed approfonde~do con più salde radici, là dove il mezzadro o l'affittuario si converta in piccolo proprieta•rio, chiuso nello spirito dai confini della siepe o del muro che ri– cinga il suo campo, attaccalo ai· suoi interessi, e per questi nemico di ogni novità che possa mi– nacciarli. ( 1). (1) Completo la citazione riferendo alcune delle. osservazioni che allora facevo e che credo non inutili conlro, illusioni tut– tora conservate e alimentate in terreni contigui a quello del noslro partito: • Il prog_ramma della terra in proprielà ai coltivatori è ben lontano dall'essere un programma· socialista; è anzi un programma nettamente conservatore. Conservatore nel campo .economico e, più ancora, nel campo spiri tu.aie. Non c'è spi– . rito più tenace nelle tradizioni e nella conservazione delle idee d.i gerarchia, nella famiglia e fuori di essa, e nell'at,' l'attaccamento alla Chiesa di quel che sia il piccolo proprieta– rio agricolo, nel quale le tendenze, carattelistiche della vecchia elasse campagnola, trovano le condfzioni del proprio man– tenimento. Ricordo un fatto tipico. • Io una lega agricola, che pur non era organizzata nè co– mttnqne inspirata dal partito popolare, messa una volta in– .nanzi la proposta che i capi famtglia fos~ero esonerati dal~. le quote; mantenendole obb!ig11torie solo per i giovani accad– . de che i capi famiglia per, l'appunto insorgessero ;iolente-
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