Critica Sociale - anno XXXV - n. 8 - 16-30 aprile 1925

T . ---•----~- ---·-··- CRITICA SOCIALE 111 scono dissimili e formano la base del corno indi– viduale (crnesto 11ruono è dett-0 somovlasma). Un seco_ndo gruppo rli cellule avrà continuato intanto a riD,rodm-si" mediante scissione e ciascuna di esse continuerà a possedere i caratteri dell'uov.o oriaina·– rio. Questo arunoo non parteciaa alla formllzIOné del corpo individuale, ma si consena nell'individuo ~tesso Per formare una ·nuova generazione. Così viene soieg::.ta l'eredità. poichè le varie generazioni pro– vengono da particelle dello stesso vlasma germina– tivo . . ma rimangono da spiegare le vari~zioni. Il Weismann tl'ova l'origine di queste nella diversa mescolanza dei ·semi maschili e femminili. e ritiene che queste va.riazioni comzenite portino alla mut::i.r zìone della soecie, oer un nrocesso di selezione natu– rale, n.el anale l'azione dell'ambi~nte è necessaria, -ma non è sufficiente. Ciò significa che le varietà, na_te .casualmente dalla diversa combinazione dei séssi, in un ambiente. al quale la specie sia meglio adatta. s,ono desVnate a perdersi per la _lotta 'della vita; mentre in un ambieflte dove trovino favorevoli con- . dizioni. la soecie cambierà rapidamente, non" per il fatto che l'ambiente mutato crei nuove specie, ma perchè le mutate condizioni· dell'ambiente danno mavgi,ore probabilità di vita a auelle varietà, che· in condizioni di stabilità ~ran destinate a perire. Le conclusioni di questa teorica hànno una por– tata. che esce fuori dal campo nel quale esse furono primieramente enunciate, e perciò ritengo utile fis– sare preliminarmente, per quant,o riguarda l'evo– luzione della specie, le conseguenze cui conduce. Esse9do il plasma g.erminativo assolutamente _sta-– bile, l'influenza che l'ambiente esercita sull'individuo e le variazioni acquisite. che in questo si formano, -non si· trasmettono ai discendenti, poichè non in– fluiscono sul plasma germinativo, ovvero - secondo una più recente formulazione della teoria - •possono agi1·e_ sul plasma germinativ•o e produrre su di C':;so una perturbazione, che può indurre delle va– riazioni, fermo restando il princioio che il maggior numero di variazioni deriva dalla diversa mesco– lanza dei plasmi ·germinativi. Il plasma germinativo è TJ<'I'netuamenle continuo e il corno non ha la possi– bilità di to~liervi o aggiungervi niente. .L'azione ùell'ambiente. nel concetto weismaniano, è> condizionante. Secondo il grande se:ienziato il principio d_i. 11lilità predomina nella natura. e ogni organo corrisoonde ad una funzione. Se l'arram– picarsi era utile a certi esseri per fuggire i loro . nemici, le variazioni congenite nel senso di fornire ·organi atti a questo scopo aveva-no una prohabHità di vincere nella lotta per la vita soora le altre va– rietà. Il ·principio lamarckiano dell'uso viene ne– gato: l'uso non produce nè mutazioni, nè variazioni. L'azione d·elì'ambiente viene circoscritta· e si può definlre: la condizione per la conservazione delle variazioni congenite utili e per la distruzione delle variazioni congenite non utili. Ciò è illustrato ulte– riormente dalla spiegazione della scompar:;a di certi organi, come gli occhi degli animali caverniooli. Se l'occhio si è originato per selezione naturale; cioè per un processo che sopprimeva gli individui con deboli facoltà visive oer conservare s-olo le variazioni congenite di òcchi più potenti, e se questo processo avveniva i_n un ambiente necessariamente luminoso, col venir meno di questo ambiente lumii:ioso condi– zionante, gli occhi sono scomparsi, non per il prin– cipio del non-uso, ma perchè, venengo meno la loro utilità rispetto al nuovo ambiente, il processo di selezione si è arrestato e ciò ha condo.tto a far sopravvivere anche le variazioni congenite oon debole vista, portando alla conseguenza di un pro– cesso regressivo. Un carattere sviluppat.o per sele– zione naturale persiste col persistere delle condiziot1i che lo hanno condizionato, ma quando queste con– dizioni cainbiano, la selezione naturale non lo pro– tegge· più, ed esso tende a scomparire. . Cotesta teoria delimita con una precisione mirabile il confine fra il mondo naturale e il ·mondo umano. Se l'evoluzione è prodotta dalla selezione naturale delle variazioni congenite, se le variazioni acquisite dall'individuo nel corso della sua vita n-on si trasmet– tono ai discendenti, si deduce come conseguenza che le qualità e le tendenze, i vizi e le virtù degli indi– vidui umani, se sono puramente individuali, non si tràsmettono ai discèndenti per eredità. Le qualità Biblioteca Gino Bianco e le tendenze, le idee e i princioi. i vizi,- e 1e virtù deqli uominj non si suiegano con le leggi dèlla n::i.– tura. ma rientrano ìn un·· altro anadro che la scienza della natura non pretende di definire.· La formazione stoyico-sociale non è una pron::wgine della formazione n-atul'ale dell'uomo. Il problema della società non è un pr-oblema . di forze fisiche. Lo studio della civiltà non è. uno studio di evoluzione. Il Labriola, penetrato . profondamente· dal senso della critica, che è <t sentimento preciso della di– stinzione» (5), ·comprese benissimo, senza . essere natw·alista, oue11o che molti naturalisti non hanno· ·compreso; e intese, ~eoondo ia mia hterpre~azio11e, di fissare precisamente hl distinzione fra la dottrina nostra della in.terpretaz.iooé critica della storia· e la teoria dell'evoluzione dei viventi, quando, con un trattQ di- penna. incise sulla carta le brevi pal'0le: « la teoria di Weismann ». Cotesta teoria costituisce per sè stessa fa critica più efficace del mito . degli .evoluzionisti sociali; ed è critica .éhe ,è stata enunciata da un sommo naturalista. il qua– le ha, senza volerlo, contribuito a _fissare negati" vamenle i limiti clell~ scienza nostra. Ormlli è a('– ouisito alla scienza ·il fatto della s.pecializzazionc della ricerca, la quale ha_ tanto marYgiorr proba– bilità di riuscita, quanto ma.ggiòre è la adeguatez– za e la corrisoondenza dei mezzi e dei metodi• della :r:icerca alla materia e all'oggetto del ricer– care. Ormai non v'è alcuno, il CJJ..lalesia ammae– strato nella scienza del .procedimento, che non si::i. convinto di questa verità elementare, che non ,,i sono verità universali, èstensibili cioè ad ogni for– ma di conoscenza, e' che· principi e teoriche, va– lide in una cerchia di .conoscenze. non si pos– sono estendere analogicamente ad altre, senza tra– sformarle in mere fatuità. - Ma a · questo convinci– mento, che si fa in noi sempre più forte, si con– trappone la schiera dri pregiudizì e delle super– ficialità, e la metafisica non mai vinta, e sempre rinascente, sia che prenda la forma del mito, sia chr si vesta di un abbigliamento scientifico. L:-t teoria di Weismann ha 'chiuso in un modo - speriamo! - definitivo la bocca agli infatuati C' fatui evoluzionisti della sociologia. Messa fuori di discussione l'immaginaz;ione dell'uomo che si evol– ve e che crea in questa evoluzione dei prodotti sen1pre più . meravigliosi, della società che è un sempliçe portato dell'evoluzione degli organismi, noi veniamo inconrro alle oonclusi,oni della teoria del germiplasma, la quale,. riconoscendo la non ere– ditarietà- dei caratteri acquisiti, nega implicitamente che la storia della civiltà consista· in una.· conse– aùenza d1 un progressivo sviluppo naturale del– l'uomo, e afferma che consiste piuttosto in un ri– trovamento di mezzi esteriori. Quello· che direm– mo ambiente storico sociale ha una . decisiva in– fluenza. potendo l'individuo attivamente plasmarsi e modificarsi in esso. Così la teoria di Weismann è la necessaria integrazione dell'opera immortale di Dan-iin. III. La teoria dell'epigenesi da una .parte, la delimi– tazione rispetto al darwinismo dall'altra chiarisco– no abbastanza bene la posizione assunta dal La– briola nei 1887. li Labriola pensava fino da allora che· la :;toria umana non è un passaggio necessa– riamente dP-terminato da un punto all'altro di una stessa serie. e che la civiltà non è uri prodotto della C{1ntinua evoluzione naturale dell'uomo verso– il metantropo; ma che « da una formazione al– l'altra v1 è una certa maniera di tramutament~ · nell'azio;-ic propria dello spirito, una vera e propria epigenesi di naturn peculiare» (6). « Cotesta col:lsi– derazione epigenetica della civiltà. che è una ma– nièra di psioologia del genere, della· schiatta, del popolo e della storia secondo l'ovvia accettazio– ne. a mio avviso ha un perfett-o riscontro nel ine– todo genetico della psicologia individuale, nella qua– le tutto si è connesso pe.r condizioni e condizio– nato, per presupposti ed inferenze, ma non già per semplice causa meccanica; perchè non è chi possa immaginare che la _coerenza logi·ca del pen- (5) Il problema della filosofia della storia, pag. 207. (6) Scritti varf, pag. 207.

RkJQdWJsaXNoZXIy