Critica Sociale - anno XXXV - n. 7 - 1-15 aprile 1925

CRITICA ',SOCIALE 91 Per i Paesj a cambii elevati, il ragionamento, n·a– tural~ente; si ;rovescia, confermando qQanto ho det– to. Dall'lrìehiesta rileviamo che il sig. M. ,M. Wal– lemberg, direttore della Stockolìns Enskilda Banka, dichiara·: « La povertà d1 certi popoli pe?a sugli altri.· La Russia, che .fu uno 'sbocco per i no'stri motori. t; pef le nostre .macchine., ·è fer:ma in se– guito alla rivoluzione. Gli altri- mercati non sono acoessibili a çaUsa della condizione dei · cambii ». E la Federazion~ olandese degli impiegati di com– merc:io rispondeva: « La crisi dei cambii è di· una importanza gr~ndissima dal pu_nto di vista. de:lla esportazione all'estero, che è diminuita per l'azio– ne di questo fa,ttore ». È perciò naturale che gli esportator_i . non veg– -gano di buon occhi9 fontativi di · rivalotizzazione della moneta, che· ferirebbe a morte i loro interessi. . ' Dopo l'aumento del dazio doganale sugli zuccheri in Italia, ho potuto dimostrare. che il provvedimento npn aveva dato nessun :uisultato, .perchè, con lo stato dei cambii, i n~stri.. èomniercianti .trovavano ancora più 001ivenienti _rivolgersi agli z~ccherieri czeoo-~l·o-' vacchi che ai nazionali. . · . r {( 1, '-' lJ ,,, , l · jJ. ' '·: -1~-, '·,i • . · ':. 1 _, . ' , · ai possesso di quelli ~he hanno tendenza a riva- 1orizzarsi, cioè tenderebbe a stabilizzare ed accre– scere il. quantitativ,o •di moneta depositata a rispar– mio, valorizzerebbe il titolo d[ rendita 'fissa, a tutto · · danno dei titoli -industria.li • a rendita variabile; con caduta - questa è la parte· vantaggiosa - del prezzo delle ,merci_. Ma questa caduta di prezzi non avverrebbe solo, . oome unilateratmente affer– mano i teorici della · rivalorizzazione monetaria - per effetto. del),a diminuzioò~ delia massa .circolante in oonfrònto delle· merci esistenti; i prezzi dimi– nuirebbero per la tendenza ~frenata a disfarsi delle merci, per convertirle in denaro che tende alla ri_val-orizzaiione o, almeno, fo titoli a reddito ·fisso, che della rivalorizzazione si gioverebbero. La diminuiiiòne di prezzi non ,rechert;bbe quindi alcun vantaggio alle classi la:voratrici: darebbe loro .merci· a più buon mercato, ma contemporaneamente diminuirebbero i guadagni, producendo disoccupa– ,zione. .Naturalmeqlè quesli fatti non sono· di carattere" permanente; qui è in discussione 11 procedere di :IUfl-i ,crisi e. le Cf\Si. -sopo. tutte · tempor~neei; ,1;1W, res.ta .stabilito che: 1°) in caso di in~laz1one mo– netaria - specie se delle pro.porzioni enormi di quella della guerra e del dopo guerra - i lavora– tori sentono· il danno delFaumento del prezzo., com– pensalo in un primo tempo dalla possibilità di. au_~ mentare la massa del salario con · la resistenza sinclacale, fi~10 a quando Ja corsa alJa produzio-nè , 'o la diminuzione di capacìtà di acquisto delle classi più colpite - in questo caso. le classi me_die - non det.erminino una crisi; 2o) in caso di deflazione « politiça », la diminuzione dei prezzi, invece .di portare un vantaggio ai lavoratori, ,porta ·1oro ·l'i:Jn– menso danno cli una crisi di lavoro con. relativa di~ - soccupazione. • Anche per queste • affermazioni l'lncbiesta sulb · · Di, fronte., 'a questi irnteressi, p(}rò, ve ne sono' ben ·altri formidabili. Il lettore è pregato di tener cont9 clie noi ·parliamo. di interessi e non _di per– sone,. La di.stinzione. ha la sua pr.ofonda :r:agione di essere. Infatti può darsi benissimo che lo stesso individuo sia contemporaneamente possessore di· ren– dita fissa (debito pubblico o depositi a risparmio) e, I}lagari, esportatore. In. questo caso· si capisce che la stessa persona rappresenta due interessi di- - versi e contrastanti fra lorq. Abbiamo già detto c<:>nqueste parole ~ qua.li ir.iteressi formidabpi ci rife:damo. · Se pre0diamo, ad ·esempio, Fltalia, ab– biamo che vi sono 100 mìliafdi (in cifra tonda) _dì creditori dello Stato,- i qua'li non s-ognàno altr0. che una rivalorizzazione della· ·moneta oon relativo aumento della sua capacità di acqui~o e, se vi aggiungiamo circa 12 miliardi di depositi a credito presso le €:asse di risparmio, i 570 milioni depositati presso i Monti di pietà, e i depositi alle Casse postali, faremo una mas~a cti interess.i - pur te-. nuto conto, della osservazione già fatta ~ che vo– gHono ottenere la riva'.lorizzazioQ.e della moneta. Non è ·n caso qui di teorizzare è decidere. se la l'livalorizzazione monetaria debba farsi suila base · ~ntica dell'oro, con ~ suoi inconvenienti e pesi, op- 1 pure., come vogliono il Cassel, il Keynes ed altri, ' tenendo conto .solo .della capacj,tà di acquisto della moneta in un dato momento ed in date situazioni d.( irrim~diabile svalutazfone. Preocèupiamoci delle conseguenze che l'uno e i'altro fenomeno hanno sulla mass~ delle ,popolazioni. Ab~iamo gi~ visto ~mi:ti!VA~nte ,le coni;~gµ~nze, o_ltrie 1 che.- le,,èause, del– la inflazione; vediamo. ora chi sconterebbe il Ho della ·deflazione 1 · qualora questa avvenisse per de– terminata volontà del Tesoro e della sua· p,olitica in un Paese, e non per tale, aumento, - cosa dif– ficile. ad avverarsi ~- di ric~hezza,. che ·valesse a coprire la massa monetaria in circolazione. .produzione ci è di valido aiuto. A pagine 81-87 d~l Tomo I, troviamo i ·grafici che riguarda~o i prezzi e, la disoccupazione. Orbene; per quattro, Paesi ·sot– toposti ~d indagine, i risultati sono tali da non lasciare alcun . dubbio. In Norvegia, 'Svezia, Gran Brettagna,. Canadà, il . decorso dei prezzi e, della disoccupazione ha segnato il medesimo andamento. f'.'ra· il Maggio e il Giugno' 1920 la disoccupazione segna. il suo punto minimo (zero o quasi) ed i prezzi il 19ro punto massimo (prezzi all'ingrosso) segnando il numero indice 332,6 per la Gran . Bre– tagna, 366. per la Svezi~, 4;25 per . la Norvegia, 263 per , il Canadà. · Appena scoppi~ta la. crisi, i prezzi decadono immediatamente e raggiungono, un limite bassissimo fra il Giugno e l'Agosto 192t. Il risultato è il rovesciamento della ·situazione. Con la stessa gradualità con cui i prezzi all'ingrosso de– cadono, la disoccupazione aumenta, ed ~hbiamo · i due termini ·minimi-massimi rovesciati, talchè, quan– d:o i prezzi cadono al numèro indice 200 .per la Gran Bretagna, la disoccupazione sale (j.a zero a 23,2 per 100;· quando -i prezzi sono a 220 per la Svezia, la disoccupazione ·è · salita al 28 per 100; in Norvegia, quando i prezzi sono· calati a _300, la disoccupazione ha· raggiunto ìI 20,6 per 100, ed al · Canadà la diminuizione dei prezzi- al numero indice 180 fa aumentare 1~ disoccupazione al lfì,3 per ì 00. La · crisi~ e le classi lavora-tdci. Per quanto riguarda gli intèressi in conflitto - oome sopra è detto - della classe capitalistica, è presto accer.tato che si trat!ereb'be di una redi– stribuz~one di ricchezza attraverso una nuova crisi. Il processo. inverso a ·quello .della inflazione ,po.r– terebbe ad una corsa alla v.endita di beni a red– dito fluttuante ed all'accaparrainento della moneta o della valuta a reddito fisso. $i verificherebbe, ci9è, · quello che· abbiamo notato avvenire ogni qual vol– ta si verffica una crfai di ·1avoro; l'arresto della vendita delle .merci. lnfaHi la speculazione sarebbe Ctmtraria alla circolazione delle merci e tenderebbf: alla immobilizzazione dei valori a reddito fisso ed Biblioteca Gino Bianco • Così, inflazione o deflazione - ragionando delle fasi monetarie - •O crisi di qualsiasi genere, il danrìo' ricade sulle spalle dei lavoratori. Mentl'e, ·per gli interessi capitalistici iri genere e plut-:::icr,l- tici in particolare, le cri$i e le conseguenze , delle, ii;iflazioni e deflazioni portano per risultato una redistribuzione ,di ricchezza in cui, accanto .a rovine pe'rsonali, ·si ricostruiscono person_ali ricchezze, la– sciando almeno la speranza di rivalersi nel giuoco: per le classi medie la inflazione ha voluto dire il loro immiserimento e la loro prolétarizzazione.; l ' \ .

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