Critica Sociale - XXXV - n. 4-5 - 16 feb.-15 mar. 1925

56 CRITICA SOC1ALE Per un movimento cooperativo serio e indipendente. Nel numero scorso) che ci è sfato sequestralo/ riferiva mo un capitolo del libro, di prossima pubblicazione) dei nostro amico dottor Dario Guzzini ( 1) - cui auguriamo numerosi lettori - sui risultati economici sociali delle Coopera– tive agricole ravennati. Quel capitolo attesta con ci/re i risultati ottenuti dalle Cooperative, sia per diminuire la disoccupazione dei braccianti? sia per accrescere la produzione agricola) quin– dl il valore della ferra, quindi la ricchezza. della Nazione. Esso è perctò) r.1.ellasua pacata sere– nità e obiettività, la migliore attestazione della nobiltà di fini (fini nazionali, naturalmente) cui s'inspirarong i ricostruttori nella distruzione dello storico palazzo ravennate donde si di– rigeva un'opern così utile e benemerita, guidata con tanta saggezza e disinteresse da Nullo Bal– dini; da Dano Guzzini e dai loro collabom– tori. . . Lo scrilto dell'umico Gorni, che qui pubbli– chiamo) sembra indicare appunto iri che' cosa consistette la saggezza che fece prosperare le Cooperative come quelle del Ravennàte; e ad– dita a tutti i cooperatori gli stessi metodi di prudenza, di coscienza, di spiiito cli sacrificio. LA CRITICA SocTALE. Una dis~ussione interessante si sta svolgendo sulle colonne di 1:Jattaglie Sindacali a propo~i,o dell'indirizzo che i smdacati devono adottare in materia di cooperazione. Sfrondando la di– scussione dalle questioni accessorie, noi ne e– sporremo qui i termini fondamentali. · La doppia funzione del Sindacato: resistenza e cooperazione. • Rapporti fra ie due funzioni . .. La preparaziove morale dei lavoratori, come condizione pregiudiziale per la· costituzione di çooperative. 1. - Il sindacato deve occuparsi: e preoc– cuparsi del movimrnto. cooperativo? Senza alcun dubbio. Esso non può e non d~ve limitarsi ad essere un organo di resistenza, diretto a ottenere e a conservare - nell'interes– se degli associati - le migliori possibili condi– zioni di lavoro. Ognuno deve sapere che la' conquista di migUoramenti trova, ·nel campo della resistenza, un limite nella capacità mectia produttiva delle imprese. Oltrepassato quel li– mite si ha o una contrazione. della produzione o, un aumento dei costi. Nell'un caso e lilell'altro ne deriva mi aumento nei prezzi dei generi di consumo e, quindi, un annu1lamento automatico del conseguito miglioramento del salario. L'operaio v~ene così a restituire con la si– nistra quello che è riuscito a conquistare con la destra. E ciò - intendiamoci - se tutto va in modo abbastanza propizio: se, cioè, il mer– cato dei generi di consumo applica un aumento proporzionato all'aumento dei costi. Chè se. ç.ome avviene in simili casi, c'è l'intermediario che approfitta del tumultuoso momento del rial– zo per applicare. aumenti sproporzionati, l'o– peraio si trova a dover accrescere la propria spesa in misura superiore aH'aumento delle proprie entrate. · ' .È difficile stabilire questo limite medio di capacità delle imprese a sopportare successivi miglioramenti di condizioni di lavoro; ma il (1) Le imprese agricole cooperative nel/ economia rauen– nale. - ,Milano, Cooperativa Editrice Lombarda, Via Santa Radegonda, 11. BibliotecaGino Bianco limite, non pe1·tanto, esiste e sì rivela automa~ ticamente nelle conseguenze di un'azione che l'abbia oltrepassato. · . Quando il sindacato si trova ad aver rag– gm~to questo limite, deve esso restringere il proprio ufficio a .quello di ·difensore e guar– diano dei miglioramenti ottenuti, contro pos– sibili attacchi degli imprenditori? È anche que– sta una funzione necessaria; rµa è troppo ri ~ stretta: non rispondente in tutto ai còmpiti del sindacato. Occorre che Ja classe lavoratrice proceda nelle sue conquiste: essa deve assumere ia gestione delle imprese produttive. Ed ·ecco l'az10:µe cooperativa che si innesta 1 necessaria- mente, sull'azione di resistenza. . , La Confederazione Generale del Lavoro,. per- · tanto, compie semplicemente il suo doverequan- 1 do - almeno nel campo della produzione •-~ si interessa dei problemi derivanli dalla . inc:– Yilabile ripresa del movimento cooperativo. 2. - E stato .osservato a questo proposito: ' « Sì, ma bisognerà riparlare - e seriamente :- dei rapporti fra resistenza e cooperazione 1;. Perchè - si aggiunge - non deve più te1rifil carsi l'inconveniente di organizzazioni e di or– ganizzatori che pretendevano di subordinare la, attività delle Cooperative ai fini esclusivi ·e im– mediati della resistenza, anche se ciò portava a crisi ed a insuccessi dannosi e dolorosi. Organizzatori non certamente all'altezza della loro delicata funzione consideravano la Coo– perativa come un organismo · piuttosto infetto .di lue borghese, tollerabile solo in quanto po– tesse fornire vantaggi immediati alle organiz– zioni di resistenza: largo impiego di mano d'o– pera - e non della migliore -- anche se il . carico sproporzionato portava l'azienda alla ro– vina; pretesa di contributi che qualche volta rappresentavano sacrifid intollerabil'i; sciope– ri che in una Cooperativa operaia sono in– sulti al ,più elementare buon senso, ecc. Si sa: gli operai, che non parteciptinO in alcun modo alla direzione delle imprese - ignorando perciò la complessità del meccanismo della pro– duzione, e le difficoltà ed i rischi del suo fun– zionamentQ - 8ono Lratti a pensare all'impresa . come ad una cuccagna che frutti vantaggi im– mediati e illimitati a chi la possiede. Basta possedèrla per godere. Una volta arrivati, .in Cooperativa, a questo possesso, ossi sì illudono di poter trarre .subito i più larghi vantaggi: safari più elevati, magari senza la pena di un lavoro troppo intenso e disciplinato; con– tributi, ecc. ecc.. Se gli organizzatori li asse– condano in questa loro tendenza, non c'è Coo– perativa che riesca a ·salvarsi. Il principio, da noi qui affermato, che la cooperazione è, come la resisténza, una funzione necessaria del sindacato, ci offre modo di ri– solvere chiaramente la questione - tanto bi– strattata - dei rapporti fra le due funzioni. Nessuna subordinazione dell'una all'altra. ·e 1J . ·(1). -- Nostro inlell'to è di stabilire dei principl generali, non di risolv~re i problemi in tutti i loro parlicola'ri: La Critica Sociale non è un tratlato di pratica cooperativa,' l\on possiamo quindi dilungarci troppo nel trattare la què– stione dei rapporti fr::i organizzaziol'\i di resistenza e or– ganizzazioni cooperàtive. S'intende, in linea di massima, che - trattandosi di organizzazioni interessanti ugualmente la classe operaia - e3se devorio aiutarsi a Yicenda ed es– sere ugualmente sorrette dai hvoratori. Si è detto molte volte, a questo proposito: tutti i soci della organizzazione di resistenza devono. essere soci della corrispondente orga– nizzazione cooperativa. Adelante cum juiciol Come tendenza, nessuno può trovare da ridirci su. Come norma assoluta è opportuno osservare ·che l'essere soci di una Lega ri·: · chiede un grado di . coscienza meno elevato. · di ·qùello ri-

RkJQdWJsaXNoZXIy