Critica Sociale - XXXV - n. 4-5 - 16 feb.-15 mar. 1925

che il fascismo stesso la riconosce e ne sente la grayità, tanto è .verò che si affretta a dichiarar– sene lietissimo. Il fascismo è solo: « finalmente solo », com'esso esclama con una gioia troppo ostentata per essere sincera. Nel tempo stesso però rac-· coglie e mette accuràtamente in .vetrina ogni super– stite adesione, di « liberali >> o di cattolici, nazi0- nale od estera, che gli rimanga o che gli arrivi. Come è destino di tutte le intransigenze, anche l'in- " transigenza fascista si proclama fier,issima della sua splendi~a solitudine, quando gli altr~ diventano in– transigenti con lei. Questo isolamento è un fatto, e tanto più signifi– cativo, 'perchè è· il prodotto di una sempre più as– soluta e irredudbile divergenza sopra ressenzà in– tima, politica e filosofica, del fascismo. Qu,nd-0 (com'è la· parola d'ordine di questi giorni) la stam– pa ufficiosa del regime, e la fiancheggiatrice, in– sistono sul punto dell'inevitabile fallimento dell'A– ventino · sulla cosidettà « questione morale))' è . evi– dente che si vuol scordare o ignorare che il dissen-. so non è intorno ad un fatto tragico e a un episo– dio giudiziario, ma intorno . a una concezione uni-· v~rsale,. filosofica e pratica, della vita politica. 'Si. è distinta particolarmente, in questa campagna di previsioni sull'esito di l:ln processo, e in qut;:sta dichiarazione di fallimento dell'Aventino, inevita– bilmente connessa' all'esito del processo medesimo, la Tribµna . . Essa, con uno zelo malamente rimeri– tato dai giornali fascisti più accentuati - cioè più . nudamente e rudemente « fascisti >>- ha eletto ripe; tu tam ente. che l'Aventino si è appartato clalla Ca– mera per boicottare il Governo additandolo coinvolto ìn un determinato fatto o misfatto, onde esso -Aven– tìno ·avrà torto e sarà condannato· qu~ndo dal• pro-. cessq Matteotti risulterà immune da colpa il Go– verno. Essa ha scritto addirittura che « se l'on .. Mus– solipi volesse pr~ccuparsi soltanto. dell'interesse del partito, potrebbe affrettare le el~zioni per sfruttare il 'momento di -reazione ehe si avrà probabilmente nel paese allorchè, terminato il processo Matteotti, si vedrà cadere l'arma maggiore còn cui l'Opposi– zione aventinista ha t~ntato di vincere la sua gnerra contro il Governo)), Ma chi ha .s_eguìto fin dai suol inizì la campagna delle Opposiz.ioni, e specialmente di. quella parte di esse che, pei;- ab-Ho e per costume,· mentale e nole– mico, più rifugge dal!'« individualizzare)). i fenomeni e·. dal fare, -dei grandi eventi storici, una specie di fatto personale, può attestare che qu~sta tesi della stampa tipo Tribuna p0ggia su una premessa errata. Non è affatto sussistente che le Opposizioni abbiano fatta la « questione Matteotti», isolandola da 1.ma realtà cominciata nell'autunno del 1920. · , Il fatto Matteotti (ed è davvero superfluo esporne le molteplici ragioni) èbbe caratteri e risonanze tali da scuotere l'opinione pubblica in largo cerchio e in molta profondità, in ·Italia e fuori d'Italia. Esso dèterminò emozioni e ripercussioni vive e gravi, non solo nel eampo di coloro che già erano alla opposi– zione (e _che, lC>gicamente, ne furono i meno stupiti e i meno emozionati) ma in campi diversi; emozi,qni e ripercussioni non pur sentimentali e morali,' ma politiche, tra i filofascisti, tra i fascisti stessi. Nes– suno può obbiettivamente negarlo. Nè occorre il– lustrare il perchè le peculiari qualità personali e po– litiche, l'ufficio parlamentare di cui era investito Gia– como Matteotti, abbiano avuto particolari effetti mo– rali, politici, e parlamentari il giorno in cui Egli fu UC'ciso; e la sua fine tragica abbia determinato la secessione dell'Aventino. ·Ma,chi voglia esserci te– stimone obiettivo può far fede che, --come è lontano da tutta la· concezione e dal costume veramente « so– cial(sta » personaliz~are- i fenomeni e le situazioni, cosi niuno di noi volle concentrare una campagna e imperniare un atteggiamento politico intorno a quel dramma, ,p solo a quel dramma. I Biblioteca Gino Bianco 55 Quel fatto, per quanto atroce e doloroso, fu - al disopra della emozione nostra e :di ,queHa del pub– blico che si ripercoteva in noi -· vi;;to ~ prospettato in un quadro più vasto. Rioonosèemmo sempre, an– zichè isolarlo ed esaltarlo per sè, che quel fatto - ·come dissero e -tuttora ripetono giustamente i più, autorevoli fascisti - fu un· episodio: gravissimo e clamoroso, per cento elementi e circostante evidenti, ma episodio. Il problema non è .nel caso Matteotti, nè la solu– zione del problema può dipendere dalla soluzione di un caso ·giudiziario che ne deriva. È tutta una situazione politica, e (sopra· di essa) è tutto un in– dirizzo, una dottrina, filosofica e pratica, un sistem·a e una concezione della. vita · pubblica; che è sul tappeto della disputa. È il principio della «forza», e del·« diritto della forza))' eh.e è in discussione. Intorno ad esso, in ItaHa (e non 1n Italia soltanto, da quando 'si va cercando di sperimentare quel principio anche altrove) è il dibattito e la lotta, as– sai più che intorno ·a un fatto particolare e a un processo che lo riguarda. 1 In, Ita-lia, da quanto appare, quel princ~pio della .«forza>> - che in un tempo non lontano· fu accetta- .to o plaudito o subìto da molti che lo ritepevano necessario ed efficace per superare determinale situa,– zioni eccezionali e per rintuzzare altre forze - va perdendo· progressivamente terreno. Il partito .che lo proclama e lo rivendica per suo, è rimasto in un isolament-0 del quale si compiace e di c_ui vanta lo splendore. '.Perciò il dissidio, che altri vorrebbe deli– mitare e quasi materializzare intorno a un episodio giudiziario, si va allargando ed innalzando in . una sfera spirituale ed etica; è tra quel partito, o scuola, o filosofia, e tutti coloro che non consentono con ' lui, o che hanno fatto via via divorzio da lui,, ri– tenendo che quel principio della forza sia incom– patibile colle ragioni del viver moderno, mentre da · parte sua il fascismo ripele che quel principio è una legge universale della lotta per l'esistenza, all'infuo– ri dèlle utopie pacifiste, ed è necessario per lui al suo vivere e al· sqo dominare. E' di qualche settimana fa Qno scritto di umo dei più reputati teorizzatori del fascismo, il Sukert, che reclamava_, come niai:iteni– mento di uµa promessa implicita (a suo dire) nel discorso del Presidente del Consiglio pronunciato alla Camera il 3 gennaio, una nuova arnnistia limi- - tata ai fascisti, per le azioni commesse e per quelle che necessariamente dovranno oommettere, e che il Codice attuale non consente. E f'òn. Farinacci, ap– pena elevato all'ufficio di dirigente _d-el Partito, -di– chiarava in una intervista che' egli non crede evita– bile, per risolvere la questione tra fascismo e oppo– sitori, il « colpo di forza». E più di recente, plau_, dendo alla assoluzioIJe del Regazzi di Molinella, pre– vedeva altrettanto nel processo Matteotti, e non perchè gli imputati siano innocenti, ma perchè il loro atto non c_ostituisce reato, essendo « episodio cli una rivoluzione>>. Sarebbe da stolti tacere che quel. dibattito -giudi– ziario, il cui esito dovrebbe segnare. (seoondo i giornali citati di sopra) il fallimento dell'Aventino e la sconfitta delle Opposizioni, sarà inevitabilmente occasione a discutere anche di quella concezione del principio e del diritto della «forza». I più com– petenti e autorevoli fascisti, quando parlarono dei - diritti della rivoluzione e accennarono, in genere, alla ragion di Stato, . implicitamente segnarono la portata naturale di quel processo, i logici sviluppi filosofici ed etici, assai più qhe politici in senso stretto, ch'esso sarà per avere .. Ma sarebbe altrettanto da stqlti il pensare che, appunto per q'uesto·, l'esito di quel caso giudiziario possa esaurire un dibattito così alto e profondo, e il dissidio insanabile tra due princip-ì e due me– todi-, tra due vere e proprie concezioni o filosofie della politica. Gl.OVANNI ZIBO.RDI.

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