Critica Sociale - XXXV - n. 4-5 - 16 feb.-15 mar. 1925
54 CR1T1CA soot~t:m La storia ci offre ·il rioordo di un'altra assem– blea che prese, per lo stesso fine, analoghe misure. Quando in Francia, nel 1795, il Governo di Termi– doro ebbe fatto votare la nuova Costituzione che a~– fidava il potere legislativo a un Consiglio degli An– ziani e a un Consiglio dei Cinquecento, si ebbe il timore che il partito realista, le cui mene conti– nuavano, alidaci e insistenti in tulla la Francia, po– lesse profittare della nuova legge, per cercar di riafferrare il potere e ristabilire l'antico regime. Perciò il 5 fruttidoro fu votata una legge sup– plementare la quale disponeva: « Tutti i membri della Convenzione attualmente in funzione sono rie- ' leggibili. Le assemblee elettorali dovranno ·scegliere fra essi almeno i due terzi dei membri che dovranno formare la nuoua Assemblea. legislativa ». Ma allora c'era da difendere, contro il ritorno offensivo dell'ancien régime. una rivoluzione che non aveva solo sostituito uno ad allro celo di uomini politici, ma creato un assetto nuovo della società, abolito privilegi, sanzionato per ·tutti i cit– tadini nuovi diritti e riuove libertà. E per questo gli uomini di quella rivoluzione, anche quando s'apprestavano a limitare temporaneamente la libera sèelta del corpo elettorale,, pot'e".ano -non avere nes– sun ritegno a dich_iarare apertamente la Balura e lo scopo del loro provvedimento. , Oggi chi oserebbe affermare o far credere che si tratti di garantire, per un interesse pubblico, la. continui-là del regime? Per la salvezza di quale idea, di quali conquiste, di: quali diritti,? . _Perciò la legge del febbraio 1925 non può avere la stessa chiarezza e sincerità che qu.ella del 5 frut- tidoro dell'anno III. GIANO lVIARCHI. Dell'Aventinoe di altre·cose La stampa fascista ha continuato, in questo tempo , di stasi e di attesa, a decretare il fallimento dell'A– ventino. Lo ripete troppo perchè sia vero; ne parla, troppo perchè sia fallito. L'Aventino (chiamiamo col nome di questo storiGO colle quel complesso di elementi e di forze che va sotto il termine di « opposizioni ») non ha fatto bancarotta perchè non' ha mai tratto cambiali a scadenza fissa, nè alcun suo effetto (il vocabolo vale sì nel senso bancario che in quello comune) può andare in protesto per– chè l'Aventino non ne ha: mai _lanciato sulla piazza. Sarebbe difficile negare che al coro di svaluta– zioni ammaestrate della stampa fascista, e anche al cotlcerto di ammonimenti e di buoni consigli che suonano altri giornali, non corrisponda un vago senso di scoramento o di malcontento sull'Aventino stesso, e nel pubblico di coloro che guardano a quel che fa l'Aventino. Certi ottimismi e certe aspet– tazioni ~ono sempre destinati a mutarsi in pessi- ' mismi e in delusioni. Ora, la parte dell'ottimista e del Pangloss · che si contenta di quel che- la vita offre, pensando che potrebbe andar peggio, non sorride a nessuno, sia perchè avrebbe, in certe situazioni, un'aria cli ar– tificio, di menzogna, o di insensibilità, sia . percl].è è sem'pre antiestetica, mentre l'insoddisfatto, il mai contento,, l'excubitor dormiiantium è un ruolo in– t'ir1itamente più· bello ed eroico· ma osservare sem- ' ' plicemen te, che certi ottimismi frettolosi erano, per l'appunto, inspirati a una valutazione .piuttosto co– mica che ~ragica della realtà, per dedurne un con– trovapore ai susseguenti e correlativi ed. eccessivi pessimismi, .mi pare lecito e salutare. _\nche perchè è istruttivo notare quello che il Segretario .del Partito Massimalista contestava nel recente Conv·egno Nazionale di Milano all'al~ si- ,_ . Biblioteca .GinoBianco nistra del suo partito: i più impazienti, i più scal– pitanti, i più esti;emi, essere quelli che, dicendosi e credendosi più rivoluzionari, lo sono meno, perchè ave-vano nutrito più facili illusioni, più contingenti speranze. Constatazione buona per tutti i partiti, e perfettamente corrispondente a}rantica critica che dC'l rivoluzionarismo-, in gene~·e, ha sempre fatta la parte nostra. Dire, per esempio, che certr speranze. e certe previsioni derivavano dal oonsiderare il fenomeno italiano e il fatto fascista con la tradizionale men– talità politica e parlamentare, anzichè · vederlo e comprenderlo nella sua eccezionale e nuova com– plessità; dire che guardar troppo a soluzioni mon– tecitoriali significava dimenticare che il Governo fascista non è un. sempl~ce «governo», o ministero, come tutti gli altri, ma è l'espressione e il ver~ict? di un « movimento » che ha messo radici e si è forte– mente abbarbicato nel paese; che al <( Governo » di Roma corrispondono tanti piccoli « governi » nelle .provincie, piantati tenacemente con le barbatelle di mo}leplici elementi materiali e psicologici, è: una verità che può _insegnare un ottimismo pessimista o uri pessimismo ottimista,, a scelta, vale a di'1'e ùna ·valutazione meno impaziente, ma più serena'mente positiva- e fiduciosa della i·ealtà, a ooloro che p_as– sano troppo facilmente dal riso al pianto, dalle lti- singhe agli abbattimenti. _ Del resto, questa mobilità di impressioni, dì sen– sazioni, di giudizi, questi salti dalla gioia alla qi– sperazione, sono una malattia ben nota e ereditaria nelle file dei partiti di sinistra. Questa volubilità ir– requieta, morbosa, mai contenuta - cioè mai ve– ramente convinta -- della via intrapresa;-. sempre pronta, se l'evento non risponde alle concepite at– tese, . a dichiararr ~bagliata la via, anzicqè a rico– noscere, freddamente, che gli' ostacoli al cammino sono aooora troppo gravi perché la mèta sìa vicina, indipenden.temen_te dalla strada che si è scelta, . è urta caraneristica incorreggibile della nostra ·psico– logia e del nostro oostume. E non parlo degli inevitabili risorgenti dissensi· interiori fra gruppi ài diversa origine e progr,amma: fra il blocco « legalitario », da una parte, · e coloro che sono oggi legailitari... negli utHi, riservandosi di ridiventare antilegalitarì per conto proprio appena · si conquista la legalità. Parlo delle alterne vicende •e delle periodiche recriminazioni che ,sono nello stesso blocoo omogeneo, nello stesso campo .del nostro partito . . E recriminazioni e sconforti tota~i, assoluti, irrepa– rabili! Si è sbagliato tutto, da cima a fondo. Tutta la campagna delle Opposizioni fu, « pessimamente condotta». Un e1-rore solo, un solo disastro! Chi è anziano. si con~ola di questi soonsolati pes 0 simismi, ricordando che essi fanno parté indispen– sabile del rQovimento di sinistra, da vari decenni,· e in_ ogni materia, lieve o grave, uno sciopero o una lotta elettorale, una polemica giornalistica o una guerra a fondo per. obiettivi supremi. E la ma– lattia si ripete in contingenze e in tempi oosì gravi, che a loro oonfronto quelle vecchie. dispute e lotte ci appaiono giochi di bimbi. Questi abbattimenti, questi nervosismi, questi at– tacchi di isterismo autocritico, sono frutto, in fondo, di una immaturità a valutare e ddminare grosse e dure situazioni, propria di un paese che ebbe una vita politica relativamente facilé ,e liscia; e sono effetto di una impressionabilità di temperamenti _tutta nostrana. *** Frattanto, per chi voglia constatare lo svolgersi dei fatti, non con l'orologio alla mano, ma con la completa visione del-la profondità del fenomeno è possibilé_ registrare un evento di innegabile imp~r~ tanza, d'un~ importan~a e di un.?.: portata sì_grande,
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