Critica Sociale - XXXV - n. 4-5 - 16 feb.-15 mar. 1925
r CRITICA SOÒIAL:E 59 qualcuno che risponda e qualche cosa che in– dennizzi. Intendiamoci bene: noi non arriviamo a so– stenere che, ·in un'impresa ·sostenuta da povéri operai, tutto il salario sia sottoposto alle vicende del rischio. Nelle imprese private l'impren– ditore assume - almeno formalmente - tutto il rischio: accetta che la ,sua partecipazione alla vita dell'imprèsa sia compensata ,in' bas~ al reddiilo. Se il reddito sar~ zero, la sua par- , teci pazione non verrà p~gata. Ma 'egli può fare cosi perchè di solito arrischia un capitale che è al di' fuori di quanto gli occorre per I bi– sogni della sua esistenza. L'operaio no: egli non può mettere . nel giu0co della imptesa il pane ,di cui -~gli e la sua famiglia hanno bi– sogno. Egli è un imprenditore, sì; ma è un im– plìenditore sui generis, per il quale bisogna tro– vare una forma di assicurazione dei rischi che non gli tocchi il minimo necessario per gli elementari bisogni della vita. Perciò, nqn si, pretenda la paga fis·sa ordinaria, incompatibile con la funzione di imprenditore che il socio– o·pe:r:lJ.io. ha assunto nella Cooperativa; ma non s1 vogli13-n~anche applicare la regola assoluta che la •p;iga debba essere proporzionata al red– dito ·della impresa, per cui sarebbe zero se il· reddito risultasse :::,ero. C'è la via di mezzo della tratt~nuta, · per cui si dà all'operaio una quota fissa del salario ordinario (nelle Coo– perative agricole avevamo applicato la misura empirica dell' 80 per cento) e gli si fa correre il rischi<J per. la qu0ta trattenuta, che gli sarà dat_a alla iine dell'eserci'zio, se e. in quanto il reddito lo consenti'rà. Capitale azionario rispetlabile e fratlenula fili[ salano sono le due condizioni indispensabili per far sorgere delle buone Cooperative· d1 produ– zione. H resto - se la buona volontà e fa ca-· pacità dei lavoratori non mancheranno, e se la tortuna assisterà ,_ verrà da .sè. 7. - Verrà anche il credito. da parte dei soci ~ degli ~miei . della cooperazione. Abbiamo visto,· ùegli · annt passati, che le . Cooperative le quali si erano dimostrate forti ·~er la pr.o– porzione dei loro affari e per la capacità dei dirigenti, riuscivano non solo a trovare credito presso gli istituti locali, ma anche ad aprire con successo · il servizio di depositi a mite in– teresse. L'operaio cooperatore, se sente d~re che. la Co9perativa è una cuccagna la q~al~ d1spens~ i benetici con miracolosa larghezza, s1 fa avanti. a cogliere la sua parte; ma, in fondo, non ha mica fiducia che duri, e - dando il meno pos– sibile - s'affretta appunto a cogliere i frutti p.er paura che· 1a. pianta muoia troppo presto. Anima complessa, egli è pedestremente pralico nel piccolo cerchio della sua vita vissuta, ecl è - al di là di quel cerchio - sognatore e miracolista. Quando chiedete a lui . il deposito dei suoi risparmi, bisogna fare appello al pra– ,tico; non al sognatore - e il pratico .esige, con giusto rigore; che i suoi depositi siano ben _ga– rantiti. Offritegli una impresa seriamente -1m-. piantata e seriamente condotta; presentategli dei bilanci che. documentino utili. reali e solide ri– serYe, e i depositi verranno, e il· socio diven– terà ·guardi.ano vigile perchè qualche ~oeta, o. qualche incapace - o anche qualche disonesto - non· faccia commettere ·errori rovinosi. Occorre ·anzi preoccuparsi degli effetti di questa sua vigilanza; perchè egli è assai pauroso e sospettoso, in ragione del rischio a cui è espo– sto: il. depositante ricco, se perde un suo de- ' posito, trova ancora de.Il'altro per i . suoi bi– ·sogni; ma l'operaio, se perde quel poco che ha depositato; perde tutto .. Ba~ta quindi una. vo~e Biblioteca Gino Bianco abilmente diffusa su qualche affare andato. a male, qualche dubbio ,sulla correttezza .dei diri– genti, perchè iJ ·panico invada l'animo dei de– positanti, Cominciano allora i primi a presen- . tarsi allo sportello per ritirare i depositi, poi - a mano a mano - gli isolati diventano _gruppo: dal eh~ - . se non si è provvisto in lcmpo - può essere d~lerminata la rovina anche di una istituzione bene- a,,viata. Bisogna guardarsi le spalle contro questo pericolo, ga– rantendosi in tempo il concorso di un Istituto· di credito: i depositi-- così affluiscono meglio in quanto si sa che sono garantiti; i depositanti sono tranquilli; l'andamento del-la Cooperativa . è megl_io assicurato, in quanto ai controlli vo– luti dalla legge ,si aggiunge il controllo oculato di una.banca e cli una massa di depositanti. 8. -~ Se i cooperatori adotteranno, rigoro– samenlc; questi criterì che· - dopo la dolorosa esperienza degli anni passati -- dovrebbero es– sere di dominio comune, noi siamo sicuri che, alla ripresa del moyirnento coop-erativo, si darà vita ad istituzioni forti, .veramente utili ai lavo– ratori e ai consnmatod, per i· loro bisogni p.re– senli e per la -realizzazione di un p·iù umap.o avvenire. .. DofT. OLINDO (rORNI. ·. Gli intellettu:ali- Non_ sarebl.H:· facile dare una definizione d~ll'iri– lellettuale, e sarebbe d 1 àltra parte inutile, perchè tutti sappiamo quel che intendiamo esprimere con questa· parola. Per· l'intellettuale l'abitudine_ del_!~ ri'flessiooé, u possesso a.i' unà certa coltura non sono soltanto un bisogno e .u'iia soddisfazione dello spiTito, ma un'esi– igenza e un prodotto della sua attività professionale. La sua mente ha per compito cti esaminare e valu'.arc i dati dell'esperienza (esperienza di vario ordine, da quella dei fatti meccanici a quella delle espressioni più elevate d'ella vita spirituale) per trarne oggetti di conoscenza, elementi di sintesi; categorìe di pensiero. Eo·Ji ha quindi un abito mentale che parrebbe dover o . ' renderlo cauto nella valutaziorie dei singoli fatti. e sopratutto atto a distinguere cii> che nel fatto .parti– 'colare è proprio esclusivamente di esso, e. ciò che è espressione di uno schema o tipo generale in crii it fatto particolare rientra. Nolil dovrebbe quindi capitare a lui di giungere ad affrettate generaliz– z~zioni (come si dice), peì· l'illusione. che un fallo sia l'espressione di una legge o basti da solo a dar l'imagine della legge; .che il concreto, .cioè il c:.rn~ sale coin'éidere di infiniti particolari, possa_ anche essere l'astratto, cioè la forza operanle fuori dal– l'influsso delle circostanze in cui il suo effetto si determina. E appunto perchè. il suo abitÒ mentale suggerisce all'intellettuale quella cautela e Jo porta ad accostare fra loro i dati dell'esperienza che han– no reciproca analogia, in modo da sc-e\'erare in essi ciò che v'è di uniforme e ciù . che cl'i. difforme, e trarne così gli elementi prr la sinles;i, cioè per .la formazioi1e delle "idee 1,, parrebbe che rinlellett11ale · doves·se essere ben clifes::i contro il pericolo cli quei rapidi· mutamenti di p~nsiero ·che nascono, nellè menti meno armale, dalla stiggestione di fatti parti– colari. È la mente della persona incolta, la quàh•· mànca di cognizioni o non è- capace di coordinarle, ·che cede a questa suggestione. appunto perchè non. 'sa contrapporre ad essa il risultato di esperienze anteriori. È precisamente questa . possibilità o im– possibilità· di reazione dell'idea contro_ il fatto sin- .,.
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