Critica Sociale - anno XXXV - n.3 - 1-15 febbraio 1925
44 ÒRÌTÌCA s,ocìAtE renza, che sono come i due cardini del siistema capi– talistico, portano questo automaticamente ad incru– delire nel modo più orribile ed indegno contro la di– gnitù umana, il benessere, la stessa integrità fisica della classe lavoratrice. Tutto ciò senza la grandio– sità da tragedia di un Nerone o di un Gengiskan, ma in modo tranquillo e pacato - sine ira et studio - ma non perciò meno obbrobrioso, siistematico ed implacabile. Dinanzi allo spettacolo miserando della tenera in– fanzia straziata nel duro lavoro di certe filande in– glesi fra il 1830 e il 1840, forse Dionigi o altro antico famoso tiranno e barbaro si sarebbe c0mmosso, ma il cuore di _quei capitalisti rimaneva insensibtle. Tanto può sulla. natura umana Ja ·am·i saci'a /ames. Il'volto di Medusa agghiacciante gli animi, .che, co– rne dice Marx, ci scoprono le grandi inchieste parla– mentari in:glesi sulle ,, condizioni del Lavoro », tor– nerebbe d'àltronde a riprodursi a,nche oggi con rapi– dità, non appena 'fossero caduti gli argini, che at– tualmente frenano lo straripare dell'ingordigia e della pressione capitalistica, cioè la legislaziv.ne di fabbrica e l'organizzazione sindacale, Je. que formi– dabili mordacchie messe alle fauci della· belva. Il) La orgogliosa pretesa del Capitalismo di essere J'a (( vera religione)) economiCil, dell'urna)Yità; alla quale questa sarebbe pervenuta alla steBSa guisa in • cui una nave g·iunge nel porto dopo un lungo trava- glioso' viaggio compiuto fra molte tempeste e peri– pèzie, è, secondo Marx, insostenibile. Il Capitalismo non è affatto la forma più. perfetta in cui l'urnanit:i1 llossa e debba adagiarsi una voUa per sempre. Esso è invece, al pari degli ordinamen'ti sociali che l'han– no pr,eceduto, una forma storica transeunte ed rn1- perfetta dell'e·conomia aissoluta, intendendo per tale In,soddisfazione in genere - mercè il .lavoro, i'indu– striosità e l'ausilio di mezzi materiali e tecnici - dei bisogni uinani, individualì e colÌetlivi. Perciò, allorquando i portavoce e caudatarì del Ca– pitale prendono arie piene di suffisance di fronte a tutti coloro· che, per questa o quella ragione, non vo. gliono riconoscere ta " perfez'ione ·assoluta » del re– gime c~pitalistico, e li trattano come un cattoliqo di altri tempi avrebbe trattato un seguace di Maometto· o di altri " dei falsi e bugiardi», ognuno sappia, in che conio tenerli. · III) Il Capitalismo rappresenta, nel campo della vita economica, il medesimo fenomèno di « trasce.n- - denza n, ovverosia di asservimento dell'uomo a po– tenze da esso stessp create e mantenute in vita, che la « Religione >i rappr,esenta nel· campo del .sapere e del sentimento, la <\·Monarchia assoluta» neLcam- .po della vita politica e civile, il " Sacro» nel campo della vita giuridica e morale. Con altre parole, irt regime capitalistico l'agente economico (e non il solo proletario, ma chiunque, povero o ricco che ,sja) è il trastullo di forze econo– miche, il fusceqo in balia delle onde. Le forze eco– nomiche agiscono; in !SUO confronto, come se fossero, non già ciò che in realtà sono, cioè azioni e cose innane, ma come se fossero forze naturali ed -elemen° tari, quali un terremoto, un ci.clone, il caldo estivo e il gelo invernale. Di fronte ad un rialzo o un i·ibàsso di prezzi il singolo agente- economico può oppone la stessa resi~ stenza che un sasso oppone alla mano che l'afferra per scagliarlo lontano. -E il regno della piena « ne– cessità», dice Marx, hegeleggiando. Il processo eco– nomico signoreggia l'uomo, mentre, evidentemente, dovrebbe essere tutt'al contr.ario. BibliotecaGino Bianco IV.) Il sistema capitalistico non ha dei dìfetti che s<tiano accanto ai pregi, -ma ha i difetti dei suod pr,eg,i ed i pregi dei suoi difetti; il che equivale, a dire che gli uni e gli altri sono indissolubilmente uni:ti. Ciò è cosa grave,, perchè s1gnifica che è vano sperare di potere elimir1are i dif,etti del sistema, con– servandone 1micamente i pregi. P,er esempio. L'anar– chia economica, la libertà per ciascuno di fare· i pro– pri' comodi senza chieder.e il permesso a nessuno, ossi.a la caratteristica che è vanto e· gloria de,} vi– gente sistema economico, non manca di qualche lato seducente. Ma è ridicolo pretendere, come voleva fare il Prondhon, aspramente per questo osteggiato e dileggiato da Marx, di conservare questa dorata . 1 << Libertà», rifiutandosi poi di subirne le ineluttabili logiche conseguenze. Così re,centemente, in tempi asso.i posteriori a Marx, fu ·certamente ing_elrna. la· spetT'anza degli ope– rai, .che a,cca.nto ai crescenti salarì pern1anesse quel buon mercato delle cose che, caratterizzò la ,prima fa.se del capitalismo, ancora seivaggiamente ed in– disturbatamente sfruttatore e tagl~e,ggi.l:).tore della mano d 'ope.ra . V.) Il Capitalismo tende l;!dassegnare al Lavoro, nel pf'oce,ss:0produttivo, una parte sempre più insignifi– cante ed umiJ.e, snaturandone in tal modo la ver.a reialtà umana ed esage,rando fraudolentemente, ai proprl fini· di cla,sse, qu,e~ tanto di vero' che c'è nel fatto della maggiore importanza, cbe è andata ma~ mano assumendo nel processo produttivo, col pro– gredire delle industrie, il mezzo materiale, lo stru- .merìto tecnico di produzione. ' ' La (< teoria del valore » di Marx, così variamt'nte, e spesso ingiustamente e anche. spropositatamente, giudicata, non è, in fondo, che una violenta. « tirata di orecchi» ai ca.pitalisti ed ai loro scribi, pe~: riwr– d~r,e loru che il processo produttivo sempre fu, è, e sarà null'altro che l'uomo, il quale lavorando pro– duce; rfulla importando il fatto che esso si serva di un modesto mar-te.Ilo d,i pietra cdme l'abitatore prei– storico de.Be caverne. o si serva inv,ece di un ciclopico e·, nel tempo stesso, mjrabilmente congegnato <( ma– gli.o», come uno dei diecimila forgiatori dell'ameri– cano trust dell'acciaio. VI.) Il Capitalismo è radicalmente e foudamental– mente liberlicida, assai più che ogni alfra foflina di dispotiisrno politico e religioso. Separare il produt– tor,e - cioè l'indiyiduo che non può. viver.e altri- . menti che lavorando e producendo - dai mezzi ma– . teriali e tecnici di ptodui'.:ione, stgnifica infatti con.– .se,gnarlò mani e piecl-i le,gati a chi questi mezzi ma- teriali e tecnici 1po.ssi 1 e.d-e-.Dove_non c'è proprietà 110111 c'è ·neppure libertà. Nol1 per nulla Slirner, il mas– simo profeta e. vate deHa Libertà umana, intitolò la sua grande opera: « L'Unico e il suo possesso n. VII.) Il ·capitalismo, e. questo è il suo grand'e jrn. menso merito .storico, ha saputo s4-scitare colossali for:te produttive, poctando la oapacità di ~rodnrre del m.anclo ad altezze non mai sognate. Se non che, in regime capitalistico, la produzione è subordinata ed aisservita a condizio-nj inderogabili, quali il pro– fitto industriale, l'interesse del denaro a prestito, il credito commerciale e bancario, il fitto o jl riscatto del suolo. Queste sono le forche caudine sotto le quali bisogna che passi il' processo produttivo. Se manca il tornaconto dell'imprenditore, se la rata dell'inter-esse non soddisfa, se le Banche chiudono paurose gli sportelli, se 1 il fitto qegli immobili resta . in mora, la produzione_ si interrompe ·per incanto, i • j /
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