Critica Sociale - anno XXXV - n.3 - 1-15 febbraio 1925
42 ùlUì'iCA ,SOUÌALE lente e turbolente, le quali allontanavano il ere~ dito; in questi mesi l'inasprirsi del cambio per la lira è stato addebitato alla campagna delle Op.– posizioni. Tutto ciò è dimostrato dai fatti essere un puerile espediente politico, approfittante di una coincidenza di fatti che hanno lievissima influenza, e sopratutto momentanea, l'uno sull'altro. I dati che l'Inchiesta fornisce, permei.tono ùi stabilire 'in maniera irrefutabile che il corso dei cambì segue il corso dei prezzi delle merci. Il ·Dottor Casse! già fino dalla Conferenza di , Bruxelles faceva notare che le differenze dei col"si monet~ri non potevano essere più valutat.e col si– stema · del gold point come _in tempi normali; il gold poinl, cioè la. differenza da pagarsi da Paese a Paese i.n sostituzione delle spese per il tràsporto dell'oro occorrente al saldo della bilancia commer- . ciale, portava spostamenti minimi che al massimo arrivavano al cinque per ctinto. Le enormi dif- . Jerenzazionj avvenute durante la guerra e nel dopo– guerra dovevano avere ben altri motivi. Gli studii in proposito, fatti sui fenomeni parti– colari bancari e Jinan~iari, conducevano ad adde– bitare la colpa del rialzo elci caml:ii ad elementi diversi, tutti concorrenti, invero, alla formazione ciel fenomeno d'insieme, ma ognuno per la propria parte e· non come elemento determinante e preva– lente. Si è parlato, ad esempio, dell'inflazione car-· tacea: fatto che indiscutibilmente ha deciso della svalutazione di certe monete (basterebbe . pensare alla Russia, alla Polonia, alla Germania, all'Austria) senza poi porsi alla ricerca <lei motivi che a loro volta· neterminavano la inflazione lamentata e rac– cordarli col fenomeno generale degli alti e bassi della produzione. · I dati dcll'fochiesla ci pèrmettono intanto cli sta– bilire che la crisi dei cambi, per lutti i Paesi, salvo fAmerica che è presa per Dase essendo il dollaro alla pari coll'oro, ha avuto il suo massimo sviluppo ' nc:gli ultimi mesi del 192Ò e nei primi del H:121; parliamo, s'intende, dei Paesi che non ebbero, poi, preripilazioni definitive come la Germania, la Po– lonia e l'Austria. Vediamo infatti che il Canadù raggiunge if massimo nel Dicembre 1H20 col dol– laro a · 1,17;. la corona svedese, i\ovembre 1920, con 5,27; il fiorino olandese, Novembre 1920, con 3,27; la Gran Brettagna, Novembre 1920, con 69.24; la Spagna, Giugno rn~r, con- la peseta a 7.76; '1a Danimarca in Settembre 1920 con 7.34; la Nor– vegia, Luglio 1921, corona a 7,83; il Cile, Agosto 1921, pesos a L. 10; la Francia, Dicembre 1920, col franco a 16.86; Italia, Dicembre 1920, con la lira a 28.57; ecc. ecc. Sono i massitni raggiunti. Il fenomeno è · dunque generale. Non l'occupa– zione delle fabbriche in Italia - fatto particolare " ui una Nazione - ha influito sul corso dei cambi;· non le agitazioni òperaie in genere, perchè in alcuni Paesi già erano' giunti al loro punto di diminuzione per la ·crisi incipiente. Si è eletto che la ragione sta\ra nell'abbondante circolazione. di carta moneta. Fatto verissimo. La Svizzera raggiunge il massimo della sua dr.colazione in .dicèm_bre 1920 con 1.036.123 di migliaia di franchi; il Giappone nel Dicembre ·1919 con 1.555.101 mi– gliaia cti yens; la Svezia nel Settembre 1920 con 779.767 ·migliaia cli corone; la Francia nel Settem, bre 1920 con 39.208 milioni di franchi; l'Italia nel Dicembre 1920 con 19.732 milioni di lire, eéc. Un fenomeno è dunque legato all'altro e non vi può ,essere dubbio in questo caso quale sia la causa e quale l'effetto. Non è il cambio alto che genera l'emissione cli carta moneta; è l'abbondanza di mo• nela cartacea· che, porta il rialzo dei cambi. In- . somma, per dirla col · dottor Cass,el, il prezzo della moneta non è più determinato dal motivo del tra– sporto dell'oro, bensì dalla quantità del potere di acquisto che una data moneta ha in · un altro BibliotecaGino Bianco Paese. Questa osservazione ne chiama un'altra. Se il valore della mopeta è dato dalla sua poten?.a di acquisto nel paese di trasmigrazione, l'andamento dei prezzi delle merci in un dato paese deve avere avuto una influenza decisiva sui cambi. E, · se l'andamento del corso dei cambi, cli un ca'– rattere così generale come abbiamo visto più sopra, è in corrispondenza diretta con l'andamento dei prezzi delle merci, la connessione dell'uno con l'al– tro fenomeno può esserè stabilita, non più come una induzione logica, ma come dato di fatto a~– quisito. *** Per stabilire la relazione fra prezzi delle merci, circolazione fiduciaria e corso dei cambi, non ci resta che ricorrere alla larga documentazione che il capitolo dei cambi ci fornisce, e precisamente a quella chiarissima dei grafici esposta a pag. 862 e seguenti del Tomo terzo. Cominciando dalle. ma– ~rie prime più importanti: il carbone, dal numero · indice 100 del 1913 aumenta, in misura diversa, a seconda dei Paesi, fino al 1917-18; ha poi una discesa minima, per riprendere subito e raggiun– gere la estrema punta del diagramma (840 · per la Francia) alla fine del · primo trimestre 1920. Per il petrolio si ha lo stesso fenomeno a metà del 1920. La ghisa segue. - ecl è intuitivo il perchè - le sorti del carbone. Il mercurio e l'argento cle-: scrivono le stesse cur·ve con le punte più elevate nel 1919 e 1920. I concimi chimici, nei loro prin– cipali ·elementi (cloruro, fosfati, sale d'ammonio, sol~. fato àmmoniaco) seguono lo stesso andamento, con la maggiore altezza nel 1919. La lana, dopo un ribasso alla metà del 1919, ha- un immediato rin– crudimento di prezzo, con H suo estremo nel Hl20; la seta greggia arriva· al massimo del suo costo alla fine del primo quadrimestre 1920; il lino di– mostra lo stesso andamento, come pure lo zucchero. Il orafico del grano, per· gli Stati Uniti, clà il mag– gio; co~to al principiare del 1920, come pure il riso. Fenomeno dunque altrettanto generale come paesi– e come qualità di merci, pari a quello della ìrt, flazionc monetaria e dell'altezza dei cambi. È il periodo in ~ui il costo della vita si fa più senti.re; è il momento in cui i diversi elementi, che pre– pareranno la successiva crisi (ìnflazione monetal'ia, altezza dei cambi e, quindi, minor capacità di acquisto), interferiscono l'uno sull'altro in maniera che solo più tardi apparirà in tutta la sua im, ponenza. (Il lrasc.urare, come facciamo, ele1uenti di gran– de importanza ma secondaria di fronte alla gran– dez'za del fenomeno di correlazione stabilito dall'I 11- chiesta, non vuol dire che non debba tenersi conto della influenza es,ercitata dalla differenza del saldo fra importazioni e e:sportazioni, d:é\lla speculazione che interviene a dati momenti a rafforzare uno squili– brio dalla possibilità di un intervento opportuno a difesa della valuta quando le riserve d'oro -lo permettano. Ma questi elementi non smentiscono ·quanto è detto più sopra). A conferma di quanto dicevamo, a proposito dei prezzi, .troviamo ,a pagina 738 del tomo 3° una tabella indicante i prezzi all'ingrosso per i diversi Paesi del mondo, e non è certo per una ·strana combinazi'One che, preso il numero indice 100 a base del 1913, abbiamo che il massimo rag– giunto è stato come segue: Francia, Marzo 192Q, numero indice 563; Italia, Settembre 1920, numeiro indice 720; Gran Brettagna, Marzo 1920, numero inidice 325,6; Norvegia, Settembre 1920, numero in– dice 425; Paesi Bassi, Settembre '1920, numero indice 398; Spagna, Giugno 1920, numero indice 339; Sta– ti Uniti, Giugno 1920, numero indice 246; Giappone, Giugno 1920, numero indice 298; ecc. · • Questi dati, di una chiarezza veramente suggestiva, permetteranno di stabilire la relazione esistente fr_;:t
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