Critica Sociale - anno XXXV - n.2 - 16-31 gennaio 1925
28 CRITICA SOClALE legge razionale, l'universale), dall'àltra il c~ntenuto empirico; da una parte il fatto, dall'altra l'idea; ~a una parte il reale, dall'altra H razionale; e l'umile vita quotidiana è in realtà sempre soltanto un com– promesso fra un ideale mai ra,ggiungibile, un eterno. SoÙen e le nostre meschine, deboli forze. È il dram– ma deÌ Brand di Ibsen, di una fede inumana, scon– solata e senza speranze» (5). Valore morale del socialismo, secondo il marxismo po\frei ~~·a, a legittima conclusione del lavoro ~in qu\ svolto, tracciare una teoria morale dal punto di vi,sta marxistico, ma lo farò solo per sommi capi. -Per il marxismo non vi sono dati, ma solamente prodotti. Non v'è fuori di noi nesswi. Assoluto da realizzare; l'Assoluto, che siamo noi stessi, si rea– lizza nel flusso eterno deJla vita. Non vi sono prin– ci,pi morali già bell'~ forn1ati, che possano scuotere le coscienze de.gli uomini,' ma vi è la morale che si fa di continuo con indefinito processo. In ogni momento la mO'I'ale non è che il divenuto d'un divenire che si perpetua nel futuro, e questo divenire è connesiSo a tutto il processo del_la società. Anche la morale è un prodotto della prassi, un prodotto, cioè, dell'uomo-. Un prodotto· che nel 'cir-colo e-terno del rove$Ciamento della pràssi può anche, in èerti momenti, dominarB il produttore, ma contro cui l'uomo insorge e si ri– bella necessariamente per aprire la vja al cammino futuro. La rnoral_e non domina· gli individui stan– done fuori, e nnn li guida ne-I Joro cammino,, ma è continuamente e faticosamente conquistata, e poi supe,rata in uno sforzo ulteri-ore. Bandire quindi la crociatfl, rl~J Socialismo in nome d'un principio morale, porre •questo come il p1·ius, è assurdo dal punto di vista ·marxistico. -Lo sforzo proletario di superare le attuali condizioni di vita per afferma.re la propria persona,le dignità non può discendere, per noi, da una concezione morale, ma è esso stesso la morale (6). Fuori dàll'azionè degli uomini, -che è tutta quanta la storia, non v'è nes– sun.a regola di morale superiore,· ooosuna -supermo– rale, nessuna· superstoria possibile. · Non si dica che questa concezione è negatrice dei valori morali:· tutt'altro. Spr~zzando gli irraggiun– .gibili ideali etici, e le debolezze sentimentali, tra– sportando la morale dalla regione eterea a quella .dell'attività umana, essa le dà ·finalmente un conte.- ,,,, nuto ~oncreto. Solo ,s:e .s.ia considerata sotto il. nostro angolo visuale, la morale può conceiJrirsi come un fatto reale della vita dell'uomo, ..-che di continuo la invera e la supera nel flusso perenne della storia. Essa si .invera e si supera proprio .nella ribellione dell'uomo, cioè nello sforzo- di affermare la propria personalità soffocata, cioè nell'ab~to dell'intransi– genza, nel culto della lotta, nell'e.ducazione del ca– rattere,. nella rivendicazione della dignità. E tqtto ciò è ben più morale che tutta la vacua precettistica (5) Il /011tla111e11to cle/la Ji/010/ill gi111·i<Ucc1 di G. G. F. ·Hegel, .pa• gine 39-40. , • (6) Della, ~teua. opinione era. Antonio Lnbriola, ed ~ ora ·u Dia.mbrini Palazzi, ohe (!_iohiara il suo consentimento col Labriola stesso,« il quale ,time.va col materialismo storico essersi sostituita a l'etica imperativa di Kant e di Herbart una. mora,le storiòa la quale si forma e si svi– luppa in dipendenza delle condizioni sociali. Oioè la morale si pre– senta oome un fatto, osservabile a posteriori e non dete;rminabile a priori, appunto perchè non è imperativo della coscienzà. individuale ma un fenomeno di mMsa che o, pooo a poco addiviene ad una cert~ costa.nt ~ ?ondotta pratica effettiva, la quale può in seguito anche tradur_s1 lU ~eor111, > (DUMBlUNI PALAZZI · Jl pensi.e-ro /iloso/ico ài .l,1tonio Labr-1ola, pag. 8~-85). Veggas\ anche il Mate-rialism-0. 1t01"ico .di . ANTONlO LABRIOLA (Il ed1z., pp. 96 e segg .) , ov'è riaffermata contro • l'ipocrisia dei predicatori di morale •• la concezione marxistica ohe ris~lv_e la morale nella pedagogi?a, _ma non in quella soggettiva. e 1Dd1v1duale, s1bbene nella pedagogica intesa, come formazione a.utonoD1A · attraverao la pratica della lotta. di" olHse. BibliotecaGino Bianco fatta di sermoni moralistici. Percbè la n·ostra morale ha perduto, sì, la sua rigida assolutezza, ma è di– ventata umana. Ha cessato, sì, di -essere eterna e st1iperstorica, ma .si reàlizza perennemente nella storia. Fuor di questa concezione, si può essere umani– tari, si può essere filantropi e moralisti quanto si vuole ma non si è socialisti. Chi non aiccetta il con- • cetto 'della morale che si fa, come prodotto sponta– neo dell'insurrezione umana, ma la pone come prin– cipio imperativo cui questa insurrezione debba con– formarsi, non sarà mai socialista, s'anco -rego1ar- mente inscritto e te&S-erato. . Rinunziamo dunque all'assurda preitesa· cli aver conquistato noi socialisti l'eterno ,Assoluto, · rinun– ziamo a considerare. il -socialismo c,orne·l'aspirazione della vera morale contro l'immoralità borghes~, la società di domani come il trionfo deUa Giustizia 'con. tro l'iniquità oggi iIT1pecrante. Ricord•iamo che, quan– do si pone un Assolùto, allora 1~ scienzfJ, sii fa reli– gione, la cre<'lenza si fa dogma, il Partito si fa Chiesa, la_ fede si fa fanatismo (7). Dobbiamo •avere il coraggio di riconoscere eh.e la nostra morale è morale di classe, e- allora solo po– tremo, in faccia alla sfrontata ipocrisia della be– neficenza borghese, gridare alto e forte che la prima conquista morale è la conquista de,lla dignità umana (8). PROM-ETEO F1Lo_9EMO. (7) Non è inutile osservare ohe, uf/ioia-lmente, è proprio questa ·!ti posizione del l<'asoismo, che s'è attribuito: ool suggello della tilosofia genti-liana, il crisma dell'infaJlibilità. Partendo da queste premesse, esso. è logico quando .alut.a in .Mussolini il Duoe i11viato d.(1. Di(), quando pretende d'imporsi colln violenza agli nvv!)rsari, J>erohè esso reca lll mano la verit.à, quando arma la mano di Dumini contro i pastori ma,lvagi ohe tra-via no il popolo. Se il oonf-rpnto nòn fosse 1 ·epug:na.nte ! potrebbe essere suggestivo. Ma tanto basta ad aooennare qua.Il e quanti siano i periooli di una dottrina che si fa_ rivendibatrice della Mora-le e del Diritto oonculoati: essa giu~t.ifioa 11, ·priori il gesto folle d'un fanatico seguace. (8) l'er la chia.rezza della disowisione, è oppor·tuno avvertire ohe, se lo pr~messe da me svolte si p1·opongono di oonfuta,re le premesse di Bara.tono, le oonolusioni della mia polemioa. non sono però dirette contro di lui, ma oontro coloro ohe volessero trarre dalle sue premesse kantiane delle oonolu~ioni ohe eg,li, rivoluzionario, si guarda bene da-I trarre, ma che sono accennate, p. e., nell'artioolo del Poggi sopra. menzionato. Nuovi orizzQnti .socialisti Scrittori di mentalità e di tendenze diverse Nitti e Ferrero in Italia, in Germania l.o Spengter - annunziavano la decadenza della civiltà europea . Non c'è dubbio: ci troviamo · di fronte ad una crisi gravissima; •ma è proprio certo che si tratti d'un processo involutivo? La storia ama i paradossi: reazione .e regresso non sempre sono sinonimi. Così, a.i tempi della Ri~orma, era la Chiesa cattolica che proteggeva il Rinascimento, la Vita e il iP.eccato contro il rigorismo pessimista degl'innovatori tedeschi, contro quella tra– diziòne agostiniana che, ·piu tardi, doveva culmi– nare nel pensiero di Giuseppe de Maistre. Orbene, non potrebbe accadere che, sotto l'apparenza retro– grada di certi fenomeni contemporanei, si nasconda una realtà progressiva? Bolscevismo e fascismo nou si proclamano rivoluziooart? *** Il concetto di progresso 1;1on è un dato obbiet– tivo. Esso non è sinonimo di Evoluzione, in quanto implica anche l'idea di perfezionamento. Perciò, in pratica ciascuno se lo foggia secondo il proprio sistem~ d'abitudini mentali e morali. D'accordo con la tradizione socialista russa, noi accettiamo fa nota formula di Mikhailovsky, per cui il progresso consiste nell'attuazione graduale _dell'in– tegralità dei singoli. « E morale - scriveva 11 Mae– stro - è giusto, conforme a ragione, utile, tutto ciò che diminuisce l'etereogenità sociale, aumentando con ciò. stesso l'eterogeneità dei singoli».
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