Critica Sociale - anno XXXV - n.2 - 16-31 gennaio 1925
t1hìTÌOA SOCÌAiJt venire de,ll'es,s,ere stesso, cioè del soggetto che viene, come s'è detto, modificato dall'oggetto· (eirGo.stanze, educazione). Skchè anche per questa via la c·orre– zione del materialismo consiste in un 'applicaz-io.ne alla materia di ciò che Hegel avieva astrattamente scoperto per rispetto allo spirito. Giç1,cchè ,il Marx non fa se non sostituire al pensiero la m_ateria (io direi piuttosto il sostrato sociale); ma quésta. con– cepisce come fornita d-ella medesima attività, onde innanzi si vo,leva fare un privilegio di quello; e que– stà attivit~ si studia di de.finire e-on gli stessi carat- · teri, poichè cotesti caratteri erano stati giU'stamente determinati dall'Hegel. Que 1 sto ritorno ad Hegel è un inveramento razionale del processo storico ... La ne– c-essità del ritmo in questo tutto org·anico che è la società, e .può· dirsi anche· i•_uomo soci.aie, importa che le condizioni fatte da una parte all'altra d,ella · società, quando nella società si deline-ino due pai:ti opposte, sien generate dal. seno st~sso dell?' società, che poi da se stessa le concilierà- per la raigione stessa- 11er cui le tia. generate, n (3). Le conseguènze dell'hegelismo dt Marx Ma il Baratono nega che il Marx sia hegeliano e che di c-onseg-1:1enza possa r.iconoscens.i in lui una vi– sione storicistica, chè anzi la sua filosofia pratica ri– sentirebbe più a.ssai dell'inspirazione kantiana. O, - per dir meglio, il Baratono. ammette che Marx fu hegeliano solò quanto dobbiamo esserlo tutti dopo J-Ie-gel,e quanto, lo era il Feuerbach ·s,tesso; ma qui,· a mio ·parere, è in errore, perchè il Marx; pur ac– è.ettàndÒ in parte il resultato della critica feuerba– chiana, ritorna però ancora ad Hegel, proprio per. riconquistare quella visione unitaria della storia che il FeÙerbach ave.va smarrito, .separanoo la Natur.a immobile dall'umanità s•empre progredi.ente (4). 1n Marx invece si ritrova l'unità della Ilatura e dell'u– manità;-- del soggetto· e dell'oggetto,. e questa: unità è opera della prassi. · · ' Della prassi che crea l'oggetto (gegenstéindliche Thatigheit, dice Marx nella I glossa), per cui solo nella prassi si può provare la verità del pensiero (II). Qu'indi, anche l'interpretazione del mondo non è pos– sibile senza cangiarlo·, onde il rifiuto· di ogni ideolo– gia che ·non .scaturisca dal :processo stesso della prassi e l'abbandono di o.gni questione scolastica sulla realtà d'un pensiero che si isoli dalla prassi. Una • morale im,p~ativa, come quella di Kant o di Herbart, è inconciliabile col marxismd, per il quale,. c9me già per Hegel, .l'ideale è nel reale stesso; immanente, non trascendente. La V-eirità e la Morale non possono essere, per Marx, che azione, forza, potenza. E poichè la pra$Si _è l'attività umana, e ·1a co– scienza dell'uomo, come a.bbiam visto, è l'insieme dei suoi rapporti sociali rrùranti al .processo di produ- ' zione, così, in ultima anali.si , è. in funziorte di que– sta produzione. che. le .ideologie possono l,},cqufatare valore .. Ecc9 perchè Marx, quantunque profonda– mente t.occato dalle sofferenze de-1 proletariato, ri– fiuta e si ride dell'umanitarismo democratico, p. e. ·di un Blanc, che vuole abolire le macchine per alle– viar:e queste sofferenze. Egli sent.e che solo armandosi di potenza economica ed organizzandosi per m,eglio organizzare Jl processo di produzione, il proletariato può redimersi. E solo in funzione di questa lotta economica si può concepire l'afferrnazi.one morale del (S) GENTIL& • La filosofia di Mars;, pp. 75-76. (4) (Jfr. :MONDOLFO • Feuerback e Ma,rx in S~lle orme• tJ.i Marx, II; ofr. a.uoho di. Gentile il passo oita.to , e. paswn, · Biblioteca Gino Bianco prole_tarfàto: que:sta è la,. granq·~ scoperta del !Dar" xismo, che super-a ogni distinzione tra l'et.ica e. l'e.– conomia. Una morale nuova non può sorgere se non da una lotta di ·classe rivoluzionaria. . Irreconciliabilità f-ra µiarxismo e kaotismo Con quesfo credo d'aver risposto anche an·oss-er– vazione di Baratono circa la lo-tta di classe che, egli di.ice, e> è un fatto osservabile: solo em.pir1camente, e allora dà luogo -ad un'azione ·puramente riformistica, e in certi mo;ment-i può diventare_ collaborazione, e è un~: questione ético-politica, e allora -ha valore· rivo– luzionario, a,ppunto in quanto a,ssume a su.o principio questo principio ..etico-politi-co. Io credo eh~. non si posisa acceittare. nè l'una. nè l'ti,ltrà soluzione. L'an- · titesi degl.i interes,si e-conomici, ·egli dice, non porta all'azione çli classe. Ma. egli din1entica che,per Marx, la ,coscienza de.Jl'uomo è dete:rlninata dai suoi :r..ap– po-rtt, dàJ .suo ess·ere sodale, orirle il fatto stesso del- 1'esistenza di questi rapporti, 1 dell:antagonisrno d_i que,sti inte,reisisi, ne determina la coscieinza.,,e. que:sta a siua volta de.termina l'azione e lotta di classe,; e . l'una e l'altra, azione e coscienza, in,sieme ·crescun/ et concrescunt e vannÒ diventando via:_ via·più rivolu– zio:narie a mano a mano che le necessità immanenti allo sviluppo della produzione esasperano gli anta- gonismi sino a provocare la cr\si. · .. La lott,a di_classe· assurge cos,i .a iprincipio generale . della storia, e .il materialismo storico divelllta vera– mente; checchè ne pensi il Croce, uua filosofia d'ella storia. E cadono cooì automaticamente le altre os– servazioni. del Baratono sul d\ritto e sullo.' Stato, sullo storicismo e. sul material1,s~o sitorico. E ,cade anche la sua osservazione pritjpipale; che è poi la conclusione del suo lavoro, cioè \çt riassunzio·ne della filosofia pratica cli Marx. nella .filosofia pratica cti Kant. Divenuta la lotta di cla.s'Seleglie della ·storia, non si ;può as,serire, come. fa ~l Bar~temo, éhe il M~rx faccia ·appello all'anttstona, d)~- ponga. un'aspna– ·zione etica rivoluzionaria eontrq la conoscenza de,l reale,; L'aspirazione :rivoluzionada è già essa stessa la conosçenza del reale, in quanto il mondo presente non.può essere interpretato ·se non da chi miri a can– giarlo. Il volontarismo di Marx resta;· è vero,· perché il marxi.smo è precis,arn-ente la filosofia. dell'azione rivoluzionaria, ma resta c'ame momento necessario dello sviluppo dialettiJCo del reale (a1tro che antis.to– ria l), allo ,stesso modo• che la c'Otioscenza_del pi:e– sente non è semplicemente in Marx una, direi' quasi, misura·di precauzione per dir1gere meglio gli sforzi riv-oluzionari, ma è ,proprio lo stesso sforzo rivolu- ' zionario, che prende c·onoscenza della realtà, trasfor– mandola. Siamo dunque assai lontani .dal Kant, -per il quale solo son vere le Òsservazioni del Baràtono su t< -1' an- - ti:qomia fra l'obbligazione-morale e la necessità· ma– teriale», che ((si supera mediando l'un:a con l'altra; faoendo ». Ma non dimentichi il Baratono che• que– sta· azipne, questa risoluzi~ne, colla ·quale_ )'uq~o es_cedall'indeterll}in.a.tezza _kantiana d,!l-J.. voJ~re, co-n– traddiice a se stess_a, come ha dim9strato Hegel nèlla Fil~sofia de{ Diritto, perchè il ,SUO 'contenuto .scino"1e necessità fenomeniche estranee di lbr natura allo Spirito, onde q·uesto precipita nel contingente. Per superare questa. contraddizione, bisogna -abbando– nare tutta la filosofia 'pratica di Kant, la quale, scri– veva di recente un giovane e promettente cultore di studi 'filosofici, 'Alessandro d'Entrèv!:}s, poggia su un · << dualismo_ insuper~bUe. Da un~ par~e la f01•ma (la
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