Critica Sociale - XXIV - n. 20 - 16-31 ottobre 1924

• 310 òltITidA sòétAtln . « richiesta diretta municipale » soltanto 25 cam– pioni di pane e 182 campioni tra farine e pasta, e per eonto di privati 29 campioni di pane e 212 campioni di farine e pasta. Le analisi fatte per ri– chiesta municipale hanno constatato che, dei 207 campioni, 73 erano adulterati. Nel primo trime– stre 19~4 il servizio annonario ha compiuto 249 ~ ispezioni in spacci di pane- e farine, elevando 27 contravv:enzioni. E' ch~aro che, se il servizio fosse più accurato e attivo, si avrebbe un numern for– tissimo di contravvenzioni: il che è quanto dire che la difesa igienica ed economica del consuma– tore è deficentissima. Il calmiere e le spese di esercizio e di produzione. . - . . Sulla necessità o meno di imporre il calmiere sul prezzo del pane (come anche· del latte e della carne)-, si è scritto molto e molto si scriverà. Io stesso ebbi occasione più volte di ammettere la superfluità _e inopportunità dei calmieri quando i consumat0r1, o con qualche loro organizzazione cooperativa o con iniziative promosse .dal Corriu– ne, nossano opporre una efficace difesa contro le manovre dei Sindacati degli esercenti ed indu– striali. Ma quando -. come avviene attualmente _:. ,il consumatore è brutalmente· preso di mira cosi dal potere centrale, come dalla multiforme ·attività della speculaz.i.one industriale ed esercen– tesca e gli è contrastata, con ogni raffinato mezzo la libertà di una diretta difesa per mezzo dell~ cooperazione di consumo e di produzione il cal– miere sui generi di ._primanecessità quotidi~na può es~ere ancora considerato un freno parzialmente utile, per quanto non sempre funzioni in modo ef– ficace anche· per il malvolere di coloro che d6!- vrebbero metterlo in azione (5). · Qt~ando av_viene- come in questi ùltimi mesi - d1 dove~ riveder~-i c_almieridel pane, si riaccen– dono le chspute v1vac1 intorno all'accertamento delle spese di pro~uzione e di esercizio, ed ogni · • <e ".ooe » _dà oc_cas10nea contrasti. Allorquando poi le dispute lasciano irrigiditi nelle loro posi– zioni i contendenti, si ricorre frequentemente alle esp~rienze di produzione, che talvolta sono una fi!1z10_ne mol~e altre volte danno motivo ai più v1vac1 contrasti. · , . Son<?,note, ad es., le contese sul « dato di pa– n~ficaz1one ». La ~isputa ~ viziata dalla pretesa d1 ass_umere ~ma.01fr~ assai bassa per valutare la q~1ant~tàmedia 4~ farma lav~rata giornalmente nei snw;oh laboratorn. Ma, se quella media è veramen– te cosl bassa, segno è che perdura un sistema ar– retrato, di cui le amministrazioni comunali non debbo:no. favorire la ~onservazione, ma piuttosto la rapida sc<?mpar_s.ll, E ciò esse possono fare, anche· senza esercitare m_opportune ingerenze, coll'assu– mer.e, p~r fissare 11 prezzo del pane, un dato di pamficaz10ne, quale si avrebbe con un sistema ve– ramen~e _m~derno e razionale di panificazidne, quale e richiesto anche da esigenze igieniche ol- trechè da· motivi economici. . La lavorazio~e. media _giorn_al_iera di ogni forno .è ~alc_ola·ta ?gg_1,m_quasi tutti i C9muni capoluo– gp1 di prov~ncia, di due a due e mezzo quintali; s10~hè ~ -:ty.Iilano, ad es., per produrre circa 1300 qumtal~. di pane al giorno, occo-rrono circa 700 la– b?;at?rn ~on spaeci diretti, oltre altrettante e pm ~ivendi~e staccate. ,,.E' facile capire quale ag– gramo po~ti 001:1 sè - soltanto in spese di affitto e. altre. correlative '- un simile frazionamento di produzione e come sia accresciuta la difficoltà di (5) Non sfugge certo all'acume del nostro collaboratore :he qu-~ta sua osservazione ha valore pura.mente accademico. In tempi di reazione eco– nomica. e politica., non si Introducono gara.n.ziea difesa del conlluma.t I b 1 ore, ma e a o lacono le superstiti. (Nota della Critica). BibliotecaGino Bianco una doverosa e severamente costante vigilanza 1g10mca. Provvedimento da prendersi- al più presto pos– sibile sarebbe disporre la riduzione numerica dei \aboratorii riducendoli ad uno per ogni 2500-300()· abitanti, e rendendo obbligatoria l'adozione di mi· glioramenti nel sistema di lavorazione, specialmen– te di cautele igieniche, con quella stessà vigilanza che s'usa per gli spacci di carne, di latte e di vino. Un tale provvedimento determinerebbe l'automa– tica diminuzione dei coefficienti unitari .di spesa per combustibile, illuminazione, perdite di farina e deperimento del mobilio, e co.qtribuirebbe in mi– sura sensibile a diminuire il prezzo del pane. Delle altre spese di produzione; che hanno una caratte– r'Ì.stica fissa qualitativa e quantitativa (sale e lie– vito), è superfluo parlare, non influendo esse gran che .sul costo.· Restano invece da esaminare i com.– pensi ai proprietari di forno e ai lavoranti. Il « dato di panificazione », che l'amministra– zione comunale di Milano ha fissatoin L: 63 per quintale di farina, stabilisce in L. 14 per quin– tale il compenso al proprietario di forno per il suo « sacrificio » personale ed in L. 30, 74 quello spet– tante alla mano d'opera. Queste cifre, insieme a quella pel combustibile (L. 11)-, sono le pi'Ì!lele– vate del « dato». Pel combustibile ho già osserva– to che può ottenersi note-volissimo risparmio con una più razionale organizzazione <lei laboratorìi indispensabile per .elevare. il minimo attuale di produzione. Per la misura dei compensi ·a padroni e lavoranti, più volte si accese un vivace dibattito. Un pàdrone ·fornaio, che aobia una lavorazione giornaliera anche di soli 250 chilogrammi di fari– n_a,ha già assicurate L. 35 al giorno, senza 'parte– cipare alla produzione, oltre il profitto che ricava dalla minuta vendita, avendo a proprio carico le sole spese inerenti a tiale vendita, poichè quelle relative alla fabbricazione sono già calcolate, con equa larghezza, nel « dato di panificazione ». Resta da esan; iina.re il compenso agli opèrai (ta– sto assai delicato da toccare) ; ma l'indaaine sarà la più serenamente spassionata che si po;sa. I salarii. . Q,uand<? si è dovuto rivedere il « dato di pa~ifica– ZI<?ne »., 1 r~ppresentanti dell'organizzazione ope– raia hanno ripetutamente cercato di dimostrare che il compenso di L. 30.74 per quintale di farina la– vorata equivale in realtà ad effettive L. 23 61 giornaliere per l'infornatore, a L. 21. 60 per l'im– pastatore., a L. ,i9,15 per _l'aiutante, e qµindi a complessive L. 450 ,52 settimanali. Se un labora– ~orio tr~sform~ in pane 250 ~hilogrammi di farina i~ med~a al g~orno, la spesa effettiva settimanale di· salano per_ 1 tre_operai ohe vi sono obbligatoria– me!}te ad~etti è _di_L. 537 ,95, oltre l'assegnazione agli stessi operai di Kg. 10 e ½ di pane. La diffe– renza non ~ieve (L. 87 ,43)_ deriva dall'obbligo del t~r1_10~ett1~anale che__ gli operlti (chiamiamoli fissi)· ·di ogm laboratorio devono consentire ai di– soccupati. Quando it 'problema della disoccupazio~ ne per i lavoranti fornai venisse diversamente re– golato, i compensi giornalieri precisati come so– pra risulterebbéro rispettivamente elevati a Lire 28.20, 25,80 e 22,85. · I lavoranti fornai hanno più volte posta questa dom_anda: Potete ammettere che le paghe· at- tuali sieno passibili di riduzioni? · · J?er conto I!lio ritengo che, con gli attuali sa– l~ri, -. la cm el~va~ez~a è quasi sempre illuso– na -:- 1 lavor~t~n s1 trovano in condizioni eco– nom10he· pegg10ri che nel periodo 1910-14 e non c~edo che ne~pure ai lavoranti fornai sia equo ne opportuno imporre un.a qualsiasi riduzione di salan, anche se, mutato il modo di provvedere ai

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