Critica Sociale - XXIV - n. 17 - 1-15 settembre 1924
260 CRITICA .SOCIALE di dominio o vi si sono preparati con regolare e· I ordinata gradualità. Il rassismo è perciò, come abbiam detto, intransigente ed esclusivista; vuol tutto per sè e non accetta contratti di comparteci– pazione con altri, anche perchè, se questa com– partecipazione. fosse concessa, l'abitudine di os– seauio locale verso quelli che avevano lunga tra– dizione di dominio, spesso per diritto ereditario, farebbe facilmente restare in sottordine i « ras », i qual-i sono pertanto nell'alternativa, o di domi– nare da soli, o di passare in seconda linea. Ma al centro si, ha una sensazione pii.1comple– ta,. della realtà, : si sente -che non tutta l'Italia 0/fre, le condizioni per cui nei luog;hi citati-· (che so– no, sostanzialmente, le plaghe rurali) il rassiJsmo ha l 'ii:npressione di essere onniootente e domina– tore in sempiterno ; che il fascismo, per tenersi su al notere, ha bisogno di essere Rorretto dalle forze clrn dominano la vita .economica della na– '71_one, e ,li avere la simnatia (o la benevola neutra,– lità,) anche dei ceti medi da cui promana 1~eserci– t,o burocnt.ico, senza la cui collàborazione volon– terosa nesf'rnn Governo può tenersi su. Perciò il potere centrai A ,non è intransig-ente nè Psclirnivi– st,a. se non nei mome·nti in cui subiRCP, più diretti e immediati l'influsso e la volontà clella neriferin.; sottratto a nueste suggestioni e· 1asciato all'im- · pulf;o solo delle sue spontanee tendenze ed intrih– C\echP•esigenze. esso pronende, ner forza na'tura– le,,...alla tra,nsazione e all'accomodamento. Ora si tratta appunto di vedere : 1) se nel fa– scismp le eRigenze del centro possano liberarsi dal preponderare delle esigenze della periferia; 2) se, puT nel caso affermativo, il fascismo possa Rvofgere una, sua. qµalsiasi azione entro il pàra– digma liberale dell'o'rdinamento dello Stato e, del. la vita sociale. Al primo quesito io penso si debba dar rispo– sta neQ'ativa. La forza del fascismo non viene dall 'intririse– co valore di un programma d'azione, che gli man– ca. Le cita7,ioni fatte dal nostro Martire nella suggestiva e vittoriosa polemica che egli sosten-. TIP,col cc Ponolo d'Italia » nel .neriodo elettorale, rinnovate ora dalla nostra << Giustizia » 1 per di– mostrare quale stridente antitesi sia tra le enun– ciazioni nrogrammatiche del fascismo nel 1919 e le sue dichia,razioni e, sopratutto, la sua azione · di o~rni. non hanno il valore solo di un rimpro– vero di incoerenza, agli uomini che pretendono d.i aver rinnovato l'anima e restaurato la òignità della nazione; ma servono a palesare l'intima na– tura di questo movimento che prende il nome di ,, fai:;cismo ii : il auale è un semplice conglomera– to di forze che la' scossa sociale della _guerra e dell'immediato dopo guerra estrasse fuori dai ce– ti, generalmente umili, in cui esse erano state fino ad allora inquadrate, e spinse verso gradi più alti della gerarchia sociale. Costoro non ave– vano un principio da far valere, un programma· da a~tnari:, un nuovo regime da sostituire a quello f!là ~sIStente : erane solo sollecitati da ambizione di domi'nio e dal desiderio di tutti quegli altri be– nefizi che i 'Ji)ostidi comando offrono a coloro che li occupano. Avevano quindi solo il bisogno di <li– ~trugge~è i quadri d_ell~vecchie gerarchie, perchè 1 vecchi componenti d1 esse fossero messi in di– sparte A lasciassero liberi i posti al loro impazien .. te desiderio di salire. . Così, nel momento in cui la sovversione bolsce– vica pareva destinat_a a trionfare, costoro non op– posero ~l programma di rapida e tumultuosa' tra– sformaz10ne un programma• nè di conservazione nè ~i graduale E: lent? ri1?;1ovamento; ~a, gareggiando . ,· m de~a_gogia_coi prn accesi estremisti, cercaro- B1bhotecaGino Bianco no soltainto di screditare gli .uomini ché dirigeva~ no il mòvimento politico e sindacale del. proleti– rìato, sperando così di attrarre verso di. sè le for· ze del cui appoggio avevano bisogno per assume– re una funziÒne direttiva. Fu solo l'insuccesso di questo tentativo che in seguito li spinse verso de– stra e li indusse ad offrire l 'o_pera loro alla pa. vida borghesia agraria e industriale, per un' o· pera di restaurazione del ·suo dominio : ma que· sto atteggiamento - si noti bene - divenne e– splicito e ispirò un'opera di violenta ag,!tressione solo quando le nuove -condizioni dell'equilibrio e· conornico nazionale e mondiale avevano tolto al movimento proletario ogni speranza di immedia– to i-uccesso e già determinavano un principio di perdita delle posizioni che esso era riuscito an– t~:riormente a ra,wiungere. Quando fu, cioè, per– duta ogni possibilità di esser spinti a posti di · comando da un vero movimento rivoluzionario, essi RÌ sforza.rono di fo'sinuare le loro persone en– tro i èongegni del presente assetto sociale, per as· sumery in questo nosizioni di privilegio : alcuni in m1alità di veri di.rigenti, a.ltri in veste di clienti, a c111i-on concessi particolari vantaggi e favori in eambio deU'a-ppoggo che essi. offrono al regime. R per ouesta via essi riuscirono al loro intento, finora trovare un benevolo consenso di moltissL mi e là rassegnata tolleranza di tutti gli altri a nne]Ja violenta loro conquista del potere, che essi chiamano ancora rivoluzione. La ciuale - come ·ormai tutti riconoscono, fuorchè pochi esaltati e nochi ciechi ner deliberato proposito - e consi- stita. non nella RORtituzione, nè compiuta nè ten– tH.ta. di uno ad altro regime. ma solo nel tenfa– tiv'o, in nan PFi,rteriuscito, "di sollevare un nuovo ceto. nolitico alla direzione del yecchìo regime, che Psso si offerRe di conservare è, dov'era o pa· revH.inilebolito, di restaurare. Ciò che pertanto è essenziale nel movimento fa_ scista non è l'esistenza di un partito, di. cui non c'è che l'impalcatura esteriore, cioè !:inquadra· mento di fo:rze, ma manca il éontenuto intrinse– co, cioè un urogramma. Essenziale è, invece, ap– punto quell'inquadramento di forze, è le armi di cui esse son munite, e la violenza ,della quale esRe si servono Per·dominare la vita del Paese. Il gior– no che tut.t_oquesto sparisse o perdesse la sua ef– ficacia, il fascismo cesserebbe di esistere o per– derebbe O!!ni influsso sulla vita naziomale, perchè. non a,vrebbe la possibilità di dominarla còn l 'in– flusso di un nensiero. In un primo momento ci ·fu il mito della patria che servl al fascismo per attrarre a sÀ n:r6seliti e tenerli uniti col fascino di un ideale. Ma un mito può essere il faro verso cui un partito indirizz.a la sua rotta solo quando esso, sia ve.rarnente l' esnressione idealizzata del suo pensiero, non quandò sia una sovrapposizio– ne artificioi-a, -auale appunto si è palesata essere I 'idealità di patria nel movimento fascista. Tai.nto è vero che non solo il fascismo adopera autentici disertori per intimidire schiere di contadini che hanno comhattuto sul Granpa; e al Piave e hanno arrestata l'invasione nemica; non solo tollera e apnrova che eroici mutilati fregiati di medat;!lio e di altri segIJi di riconoscimento del loro valor,?– Riano minacciati, percossi, costretti a emigrarr~ dai loro nae&i; ma,. mentre in un primo momento incoraggiò ed esaltò il combattentismo e affermò che solo a coloro che avevano combattuto sp~'tta– va il diritto di governare il Paese, in temno re– cente cercò di screditare il movimento e le be– nemerenze dei combattenti, n~gando a costoro come tali. ogni titolo ad esercitare una fun"?:ion~ rrem.inente nellà vita ·nazionale. V notato anche _èliquesta ideologia, il fasl·i:>rno non è che squadrismo e la sua forza è costituita dalle compagini armate che i ras rieeconò a te-
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