Critica Sociale - XXIV - n. 17 - 1-15 settembre 1924
CRITLCA SOCIALE 259.· un pr.e!Sidtiod•èlle li:.bertà ~tatufarie, Ùna difesa cfei citt~dini. · _ _ E' essa ohe compr,ende quel che valga la li– bertà <<'boghese)),, un tempo deriS1acome irucom– pleta e. menda-e-e. Bi.sognava p,erdere tutte due [·e mani, per capillle q·ua.nto importi l'averne anche. 'Una solà-! E·' la ma~~sa, che ha travasato in sè la parte md.gliore (I.i tante « r-e,sta,urazi-oni di valori >> dn nome deUe qooli il fasc:iJSmoera oorto. L'.insegna;mento <li lui - ha fruttato, sebbene con un 1J)rocediimento tutto diviefflo da quelli· della didattfoa comune. Na,cq1ueurllando divo– ler instiJ.la!'le l'amo:r deJ1a patrii.a, il rispetto della legge, la di,soi!J)lina deJl lavo,r0, la gratitu– dine ai soldati, ,e,eic. A forza d 1 i v•iola,I"e, di mono-._ po.Jizza,re, di neg,are in fatto tutte questie co,se, insegnò ad appr,ezz.arl,e. Il sruo metodo peèLago– gfoo ,somiglia piuttost<.> a q,.uello degli Spartand che Uisia ,vai.no u!bbiriacar <giLi Iloti per inspira.re orrore del vrno a,i fanciull!i.; m.a quel cne fon.– porta, è che l'effetto ;sia buono. In '.realtà que– sto« :reagente >> violento che fu il fais,cmmo ha prodotto una rapjda restituzione dJ verità e di valori. L'Ùbbria.oatura fascista ha d1suhbr.ia – cato .d.aIJ)ar,ecc:hie ,sbornie 1e .ma 1 sse : daJlla sbo.r– nia herveista) dalla :S,bo;rniadi un ,a,ntimiHtarii- 1§:lnO 1 sciooco e malinteso, dalla sboirnrl.a di un ~ataLS-trofì,smo che non iintendeva il vailor gra– dualiJstko dieJle conquiis,te co.stitnziona-li demo– cratiche, e non c.aipiva tutta la, stoltezza del di– S.pr, e,g'ialI"le p nchè incom[Plete 1anzkhiè adoprarl,e e rpotenziairle ·per c,o,mpletarle. Le ba g·uarite -dailla sbornda della intoller,a-uza, portandole a una coruS'iid·erazione,più clvii.e, più e1evata, più rispettOlsa dre:lle1differenze di fed1e o di riti, e alla oomprernsione di quel dhe. è comune fonida– ID1ento di dignità e libertà morale. Gli IS'ciocchipossono vecfor,e·un sellll,pHceop– portùnisimo contingente ,in oerte nw,nife.stazioni e foir 1 me mrl:sti-co~reil.igiose di- q.ueisti u.ltiJTuitem– pi: in v,erità vi è di .sotto una signifìcamone m'om)le più iprotfonda. Vi è un va,go orientamen– to veriso i valori 1ijpiritualhlche sono a,l di là dei seg11 1 i di una conf,essione teologica, che sono al di là di una « ,ch,i.eisa >) ,e formano una « ;reli- gione >), un'etica umana dd 1airgo raggio e di Vl.ùSta ttr.azfon.,e. 18-e fa ill .suo bilrurncilo, il fascismo può e\ %1e.re soddisfatto, ;i1ncompl~so, -di •avere insegna,to molte ,cffie, molte .I'ivalutaiz'ioni, molte resiJpi~ se,enze ail •popolo italiia,no. 1Stra,na e pur reale gloria, ch'egli ri'Pudia, e che tutta'Via è l'unica cui ipoSiSa, as.pirare. · -GIOVANNI ZIBORDI. R·ipetia11ioche l'opuscolo contenente il discorso pronun– ziato il 20 gennaio scorso al teatro Scribe di Torino dal l'On. Turati va richiesto alla Sezione Milanese del Partito Socialista Unitario, Via della Signora, 6. Mi- lano, oppure alla Amministrazione della Giustizia. Il prezzo 6- di Cent. 50 per ogni copia; per almeno 1O copie sconto IO % . Biblioteca·Gino Bianco -Ungioco di pessimo gus-to < 1 > · Non crediamo certamente che il colloqhio V.et – tori-M ussolini e il telegramma dell'on. Musso– lini al sindaco di Firenze abbiano a segnare l'as- . setto definitivo, nè un assetto lungamente stabi– le nei rapporti fra liberali e fascisti. Riteniamo anzi che si tratti di una ,precarietà così breve; che la cosa non meriterel:)be certo, presa in i;è, l'o– nore di un commento, Quando domani l'on. ·Mus– solini si troverà di fro:µte, nel Gran Consiglio fa~ . scista, agli estr~misti del suo partito, i quali vo– gliono aver la garanzia che non dovranno resti. tuire neppure parzialmente agli uomini delle vec- . chie classi dirigenti i posti di dominio conquista– ti nelle provincie, e peroip non vogliono saperne di riaccostamenti e ai intese col partito- li]?erale, possiamo esser sicuri che l 'on. Mussolini troverà e pronunzierà contro il ·liberalismo e i suoi sa– cerdoti le stesse frasi di -dileggio e di disprezzo che infiorarono il suo famoso discorso ;pre-eletto– rale a ·Palazzo Venezia, che ricomparvero poi nei discorsi tenuti nello scorso luglio neH' AssiBe fa- scista. 1 ' ·• , · Quel che merita,· osservàzi.9ne e commento nel– la fase attuale dei rapporti libera,li-fascisti sorto gli stati d'animo che essa rivela e la luce che pro– ietta sulla consistenza così del programma fasci– sta come della compagine e della mentalità libera. le. Questa oscillazione continua de( fascis!'Ilo frd. la ostentazione della sua pbsizione antitetica in confronto del programma e del partito liberale. e gli allettamenti con cui cerca di mantenersi fedeli le forze di questo basta da solo a testimoniare che· il fascismo non ha utia direttiva sicura, non solo nella risoluzione di problemi particolari, ma nep. pure nella concezione dell'assetto e delle funzio– ni dello Stato, cioè in quello che dovrebbe essere il problema. fondamentale per ogni partito che vo– glia· dominare e disciplinare la vita di un Paese. Dire un giorno che tra fascismo·e liberalismo non c'è possibilità di accordo, perchè lo Stato fasci– sta non è lo Stato liberale ma ne è la negazione o, almeno, il superamento; affermare che la pienez– za della conquista fascista dello ·Stato implica u– na riformai profonda nell'ordinamento e nelle fun– zioni dello Stato medesimo e nei rapporti fra que– gto e gli i~dividui soggetti alla sua sovranità ; e venir poi fuori a ·diTe, pochi giorni dopo, che tra fascismo e liberalismo una intesa è possibile · e utile, perchè così si congiungono l'impeto della giovinezza e il senno ~ell 'età, matura nello sfor– zo di procura.re il maggior vantaggio della pa· tria, ihdica che manca un'ispirazione, non dico coerente, ma almeno tratta da un'.esi_genza inti– ma del movimento e del programma. C'è solo la imperiosa, ferma volontà, in coloro che· hanno conquistato i posti del comando, di tenerli ad o– gni costo e la preoccupazione costante (e questa è l'unica forma di continuità logica del regime) di trovare ed usare i mezzi più adatti a quel fine. * * * Qui si rivela anche il contrasto fra il centro e la periferia. Alla periferia ii rassisrno ha, in mol– ti luoghi, l'impressione di avere assoggettato o messo fuori corso per sempre i vecchi ceti diri– g·enti : perchè ha al suo servig'io forze armate, perchè si sente sorretto dalla protezione dello Sta· to e impone perciò ·il suo arbitrìo ai funzionari del Governo, perchè ha l'impeto tumultuòso e sfre– nato dei ceti nuovi, spinti da ingòrdigia frene– tica e non tmttenuti dal senso di moderazione proprio solo di coloro che hanno lunga abitudine (1) Quest'articolo fu se.ritto prima che uscisse.re> i ques:tri di V,e~i al Presidente ~el OonsigEo e ·1e r:sposte di oo– stui. Ma non c'è, -pua: dopo questo ,documento, :nu.l1a da mu111,r.e nel i' àrti~o.
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