Critica Sociale - XXIV - n. 17 - 1-15 settembre 1924

( 270 CRITICA ROCl A.LE la ·violenza il fattore decisivo della storia, e illuse perciò sulla potenza creatrice della forza, dovevano favorire il sopravvento delle idee premarxiste di un Blanqui, di. un Weitling, di un Bakunin e la rinascita di quella antitesi tra èc Realpolitik » e po– litica scientifica, tra Lassalle e Marx, superata an. teguerra col prevalere del metodo maixista. Ma ai « Realpolitiker » - soggiungeva Kautsky - quel che importa è di dominare anche momentaneamen– te, e a loro non garba d-i far la parte impopolare di una forza la quale, mostrando l'inevitabile falli. mento di una politica che va oltre i limiti del pos- , sibile, si salvà però dal fallimento ·e non compro. mette l'ideale. Questo giudizio di Kautsky richiama alla mente quello di Taine sui Giacobini, la cui politica econo– mica non è per Taine che « un'applicazione dei prin– cipii dei teorici che governano d'accordo cogli strac– cioni che r~gnano ». Il giudizio parte da una er. rata valutazione, tanto della natura sociale della rivoluzione russa - la rivoluzione dei contadini, che sanno perfettamente cosà .vogliono e lo attue– ranno,_ con tenacia inesorabile, coll'aiuto dei bol. scevichi m.a contro il loro impossibilismo teorico - quanto del compito storico, eminentemente politi_ co, dei bolscevichi, che 1 consiste, come quello dei G·iacobini del 1793, nel compimerito e nella difesa della rivoluzione politica e sociale. E l'azione po. litica ed economica dei bolscevichi, in relazione a questo loro c6mpito storico, più che dalle loro i– dee teoriche, il cui radicalismo compie la stesc:;a fun.– zione che il mito dell'uguaglianza ebbe nella rivo– luzione francese, è determinata infatti dalle neces– sità obiettive di cui seguono. lo sviluppo, talchè nella loro politica si possono distinguere tre distin– te fasi successive: la dittatura dal basso, la ditta. tura dall'alto, 'la « Nep »: Il Governo dell'anarchia, il t_errore e il Termidoro della rivoluzione giacoM- na in Francia. · La '' dittatura dal basso " La prima fase della rivoluzione, quella che il Bauer (1) chiama la « dittatura dal basso» - dal. l'ottobre del '17 al giugno del '18 - e che è stata magistralmente descritta giorno per giorno dal Sa– doul, è caratterizzata dall'anarchia interna. I bol. scevichi non hanno in mano di fatto che Pietrogra. d0. Il processo di decomposizione dello . Stato, ini. ziato sotto il Governo di Kerensky, si intensific& e si ...aggrava· per opera della borghesia, delle stesse classi lavoratrici e del perdurante ,stato di guerra. La Russia non è che un'anarchia di liberi Comuni e di classi in rivolta; il potere è nelle mani delle ~,ingole città. e dei distretti, e il Governo, impot,.n– te, non rappresenta che una debole federazione di autorità locali autarchiche. La borghesia, spodesta_ ta, coll'avvento dei bolscevichi, del potere politic,1 es,ercitato di fatto sotto il Governo di Kererrsky, al quale essa aveva imposto il suo programma di con– servazione della Grande• Russia, unica e indivisa., e di continuazione incondizionata della guerra, ini. zia la. lotta. contro il nuovo reg.ime, illusa che, arrn– stando la vita economica, lo Stato sarebbe st...to costretto a capitolare; organizza, ostile . ad og-ui compromesso, il sahqtaggio dell'opera governa+:va e 11.mmini~trativa dei nuovi dominatori; abban<k1rn. e fa Hbbandonàrè dai tecnici i luoghi di lavoro; pro. muove il boicottaggio dei funzionari e, secondo il Sadoul, appoggia persino col denaro e· col consiglio gli anarchici, che attuando la « espTopriazione » della ricchezza borghese con l'occupazione e il sac– cheggio delle case dei ricchi, accusano di tradi.· mento i bolscevichi e preparano la presa di pos– sesso ~el potere, costringendo i bolscevichi alla (1) BAUER: Bolschevism1ts oder Sozialdemokratie? ,(Wien. 1920). BibliotecaGino.Biancò - spietata repressione dei <( nidi anarchici » nell'a. prile 1918 (1). Anche i menscèvichi e i socialisti ri– voluzionari di sinistra rifiutano la loro collabora– zione ad un Governo di coalizione con programma socialista, ripetutamente offerta dai bolscevichi nei giorni immediatamente successivi alla rivoluzione, inerpretando l'offerta come un segno di debolezza _e insistendo per la eliminazione di Lenin e di Trotzky dal Governo (2). Anzi, secondo Sadoul, i socialisti antibolsèèvichi favoriscono l'anarchia generale pre– conizzando il sabotaggio dei servizi pubblici, così come fanno i conservatori, erroneamente convinti, colla borghesia, che lo sciopero e il boicottaggio dei funzionari possa abbattere i bolscevichi in po– che settimane. « Le classi possidenti espropriate - nota Trotzky - non rinun'ciano senza lotta alla loro pòsizione; ne consegue una guerra civile, accanita, ininter. rotti;i, ora celata, ora aperta e che, a sua volta, scatena tutte le tèndenze anarchiche d'el movimen– to delle classi lavoratrici, degli strati bassi, sui qua_ li, di fronte all'ostilità e al sabotaggio delle altre classi, occorre appoggiarsi fermamente e risoluta– :rnf•nte per vincere con esse anche il sabotaggio e le aristocratiche arroganze degli strati superiori. E la prima fase della politica bolscevica è appunto caratterizzata dal .prevalere delle forze elementari delle classi lavoratrici. Chi decide è la <( forza crea. trice » della massa. La •forza creatrice delle masse dà a questo periodo la sua impronta, osserva il Bauer. E' lo stesso prql.etariato, tu_tto il proletaria– to, che, in un movimento grandioso rivoluzionario, st~appa le leggi che il Governo dei S.oviét·b non fa che promulgare; il Gove-rno non è che l'.organo esecu. tivo della classe operaia e la sua dittatura è vera– mente la « dittatura del proletariato », così come ,nel J?eriodo ascendente della rivoluzione francese, secondo Kautsky, le :masse avevano spinto avanti i capi titubanti, dando .loro energia e, fid'Qcia nella vittoria. «Ed è questo - egli soggiunge - il giu. · f?to rapporto tra masse e dirigenti, ovunque si ini– zia con successo un movimento. I capi saranno sem. pre più jnéerti delle masse nelle situazioni rivolu– zionarie, perchè quelli più di queste pesano le pos. sibilità e vedono chiaramente tutte le difficoltà ». Il controllo operaio· , Gli operai si impossessano delle fabbriche abban– donate spontaneamente dai proprietari e dai tee. , nici che sa:botano il regime, e ne assumono la ge– s'tio'ne, per quanto, aspinando al potere economico dopo con.seguito· quello politico, essi caccino in mol. ti casi anche i direttori, gli ingegneri e i tecnici su– perstiti, nei quali no:n ravvisano che gli ·strumenti della disciplina capitalista, o li sottopongol'l.o al lo. ro sospettoso .controllo. « I demagoghi furiosi - dice il Taine dei Giacobini - fanno intravvedere a– gli opérai delle manifatture la uguaglianza <;!elle fortune e hanno presentato loro la rivoluzione come la preda della classe ch'essi chiamano sanculotti. Sotto pretest0 di una repressione politica, i « li– vellatori » possono dar libero corso al loro odio so– ciale ». In realtà anche in Francia, come in Russia:, la socializzazione delle industrie è• inspirata alla necessità, di _front_eggiare .il sabotaggio borghese. « Se i fabbricanti abbandonano le fabbriche, di. cevà Chaumette, bisogn~ che la Repubbiica si im– padronisca delle materie prime e delle loro fabbri. che, perchè nel sistema popolare si fa 'tutto colle braccia. e niente coll'oro » (3). « Anche la socia- ,(1) Sul ,bolcottaggio borghese, :si veda, oltre ai c1tati scri,tti di Trotsky e di Sa.do\11, l' a-rtieolo di H. v. ECKARDT : Schiksal und Bedeutwng der Industrie in der ruùsischen Revolution. (In Archiv fii,1· Sozialw. und Sozialp; Luglio 19'23). ;2) PAGE ARNOT: The rnssian revolution (Londra 1923). (3) iL. MADELIN : La révolution. 1(Paris, Hachette, 1921).

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