Critica Sociale - XXIV - n. 17 - 1-15 settembre 1924

0lUTlCA SOCIAL.E 267 ina~stro, che lo stesso prof. Gentile (criticando il ·progetto Credaro-Berenini per la riforma della scuola normale) aveva. dichiarato essere il. cc prin– cipio di ogni riforma ». Ebbene, il Ministro Gentile, mentre imponeva agli insegnanti. (e in ciò faceva certamente bene)' u'na maggiore e più :faticosa e più costosa prepara.zio. ne culturale, è stato viceversa di una modestia t;er. to assai gradita alla- lesina del Ministro del Teso– ro, in fatto di miglioramenti economici. I maestri elementari sono ancora e sempre· in condizione di inferiorità di fronte a funzionari con minori re– quisiti di cultura e con assai modeste funzioni so– ciali; e i professori delle scuole medie già la111en. -tano che, dopo tanti anni di Università e tanti con. corsi, appena appena possono aspirare ad entrare e restare, secondo le famose gerarchie a tipo c1,u– striaco, nel grado degli ufficiali inferiori dell'eser .. cito; che solo alcuni arrivano a }aggiungere la. categoria di Maggiore; che un Sottotenente, con due soli anni di sc1;1ola di Modena, gode di L. 1800 in più di un professore novello laureato; e che un vecchio professQre di cinquant'anni po1teva testè con. statare come avesse lo stesso compenso preciso del .suo giovine figliu0lo Tenente. A noi non duole cer. to che gli ufficiali (come ogni altra categoria di pubblici funzionari) abbiano un compenso meno i– nadeguato alle esigenze della vitl1; ma diciamo rhe il confronto fra il trattamento loro e quello degli insegnanti dimostra che il Ministro Gentile non ha ricordata: la premessà che il professore Genti- , -le aveva· enunciata pochi anni addietro come esi– genza fondamentale. Dunque: errore di metodo riguardo alla prepa. razione e al reclutamento degli ·insegnanti, che do– veva precedere ogni vasto tentativo di riforma; er- 1·ore di metodo nella soppressione di alcune scuole e nella trasformazione di alcune altre senza il 1.o– veroso' rispetto al cànone della continuità del .rat. to educativo; errore di metodo e di principio nella trasfqrmazione immediata dei rapporti fra lo Sta– to e i cittadini per tutto quanto concerne il dirit– to e il dovere della cultura; errore di metodo e di _giustizia positiva nella soppressione di gran parte dei diritti a<ilq_uisitidai funzionari e dagli insegnanti. . Perchè l'On. Gentile ebbe tanta fretta.- E' impossibile che il Senatore Gentile non abbia visto tutto questo. E allora vien fatto di domandar– si quale sia stata la ragione che lo ha indotto ad un cosi profondo e generale errore nell'attuazivne della sua riforma. Non è da ritenersi che egli abbia improvvisato e imposto in pochi mesi tutta la trasformazione net il timore di una crisi. che abbattesse rapictament; il G_overno fascista. Anche senza giurare sulla· prof e. zia alquanto cabalistica del 12 per 5 dell'On. Mus– soiini, l'on: Gentile non potè temere la sorte rhe ass'illava i suoi predecessori, i quali nel tentare le riforme erano sempre dominati dal terrore della brevissima vita ministeriale. Egli che fu una delle reclute più recenti del fasci– smo, al quale si volle attratto dall'impressione della sua forte e tenace vitalità, e che nutri la speranza fanatica di donare ad esso una filosofia anzi la propria filosofia, non potè certo temere che il ciclo di Governo del suo partito fosse tanto breve da non poter compiere, con più serena gradualità, la tr·a– sformazione progressiva degli studi. Altra deve esser quindi la ragione della fretta. Noi riteniamo che l'on. Gentile abbia precipitato la riforma, perchè era ed è convinto di non avere il consenso nè degl'insegnanti, nè · dei padri di fami– glia, nè (e qui è il più grave) di tutto il fascism0, Le idee che dominano e gìi argomenti che colori– scono gran parte della sua riforma - occorre ren. BibliotecaGino Bianco .. dergli questa gi~stizia non. giunsero completa– mente nuovi a chi segue con una certa diligenza il movimento culturale del nostro Paese. Il professo- re Gentile, che è uom0 audace, oltrechè testardo, ebbe il coraggio di portarle (sia pur·e in qualche parte attenuate), al fuoco della discussione in uno di quei memorandi Congressi che onorarono la Fe. derazione fra gli insegnanti delle scuole medie e che fanno ricordare con orgoglio il periodo d'oro della sua attività tecnica e sindacale, del tempo in cui imperversava cioè il cosidetto demagogismo elettoralistico: nel Congresso di Napoli del 1907.. Fu un vero atto di coraggio, perchè la relazione e l'or– dine del giorno del prof. Gentile guadagnarono un ' solo voto, quello del loro autore .. Dopo dodici anni - nel Congresso di Pisa, dél 1919 ...:.le stesse idee tornarono alla ribalta della pubbli. ca discussione, e i conquistati al consenso e al voto non superarono la rriezza dozzina: . Non possiamo sapere quanti siano pTec~samente diventati negli ultimi quattro anni i professori fa– vorevali ·ane riforme -concretate e imi;i'oste, perchè il segreto che le precedette, e alcuni esempi di inaudita severità che acGompagnarono ogni tentativo di di. scussione e di critica, non permisero neanche un som– mario libero «referendum»; ma, se· dobbiamo giudi. care dall'atteggiamento della stampa di classe, dalle riS'erve, sia pure prudenti e circospette, delle orga- 11izzazioni di professori e di maestri e dalle osser– vazi<rni ·dei due Congressi tenuti l'anno scorso della Mathesis a Livorno e dell'Associazione fra i pro. fessori di filosofia a Firenzé - dobbiamo proprio affermare che le idee gentiliane di diciasette anni fa sono molto molto lontane dal conquistare la metà più uno (e sarebbe ancora poco per opeJare 11na riforma cosi profonda) dei docenti italiani. Nè più facile è la misura esatta, barometrica, del consenso ,dei pa,4ri di famiglia e degli studenti. Ma, anche senza tener conto di una frase molto signifi– cativa che· si disse sfuggita all'on. Mussolini al– lorehè contro la riforma Gentile piovevano valan. ghe 'di proteste da ogni parte d'Italia, basta tener presente l'ira di Dio di cui diedero un pallido river– be:i::..o t giornali, al momento delle inscrizioni, le sce. ne mai immaginate cii.e ebbero luogo davanti alle scuole, dove si piangeva finalmente non perchè co– stretti ad . entrare, ma perchè obbligati a restar fuori, gli episodi che vanno. dalla creazione di spe- • ciali organizzazioni di difesa dei P?-dri di famiglia alla occupazione violenta di una scuola; l,>asta te. ner presenti le poche notizie dei primi risultati ca– tastrofici degli esami testè colnpiuti, per conclude. re che non mai una riforma scolastica suscitò tan– ti dubbi, tantò clamore e tanta reazione .nella pub– blica opinione. E se ancora fosse necessario qualche altro ele. mento per giudicare la mancanza di consenso - . pur evitando di dar troppo valore alle permanenti agitazioni studentesche che pure hanno un profon– do significato, se si tien presente che molti di qJ.ei giovani sono di fede fascista - potremmo ricorda. re i rabberci alla riforma introdotti tumultuaria– mente nel momento dell'attuazione, i comunìcati, .le circolari e i decrèti improvvisati e applicati come cerotti per attenuare i dolori della caotica trasfor– mazione e per placare l'opinione pubblico apert.a. mente ostile. 'Ma, come abLiamo ricordato, il Ministro Gentile non aveva neanche il consenso del Partito Fa– scista. Nel Congresso di Napoli del Settembre 1!:l22, che è stato l'unico iu cui si sia alla grossa parlato di programma del Partito, discutendosi di politica scolastica fu votato il seguente ordine del giorno: cc Il Congresso Nazionale del Partito fascista, af– fermando la scuola al di fuori e al disopra di ogni partito, ritenendo primo e maggiore dovere dello Stato la formazione della coscienza nazionale, dal

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