Critica Sociale - anno XXIV - n. 9 - 1-15 maggio 1924

. .. • oc1a e RIVfSTA QUINDICINALE DEL SOèJALISMO Nel Regno: Anno L. 24 ·- Semestre L. 12 :_ AIJ'·Estéro: Anno L. lt. 28 - Semestre L. ·14 DIREZIONE: Milano ·- Portici Galleria, ·23 - AMMINISTRAZIONE: Via Omenoni, 4 - Milano Anno XXXIV - N. 9 Il Numero separato L. UNA Milano, 1-15 -Maggio 1924 SOMMARIO , Politica e attualità , Il Primo Maggio del Mondo (FILIPPO TUP.ATI). Internazionalismo e ·Primo !vlacmio • (CLAUDIO TR,EVES). Amori e dolm-i del proletariato: bilanci.o di Primo Maggio (RINALDO RIGOLA) .. .Roma e il Lavoro (OBSERVElR). I tre gradi dell,.a « legal.izzazione )> (GIOVANNI ZrnoRDJ). La crisi dello Stato moderno 1(A.NGELO CRESPI). · Filosofia, Letteratura, Fatti Sociali. Pe?:, La democrazia wvvenire: convergenze sigr~ifica.tiiJll ,(GEHOLAMO LAZZER,I). . Dall§ Riviste ,(ANGELO TREVES). · Pttbblicazioni pervenuide in dono. Annaìe an·etrate della Critica. Gli alberi tolgono, a chi sta. nel folto, ·1a visione d'ella. foresta. I roveti laceranti, nei quali ci · immerge la presente. piccola cronaca politica ita– liana - cronaca nera, 0 abissina, o carnevale– sca - ci sbarrano il panorama mondiale. Se ci riescisse di elevare il capo sopra le ingom– branti ramaglie moleste, vedremmo, nell'Europa e nel mondo, profilarsi una contesa, rimpetto alla quale le nostre quotidiane brighe interiori non sono che minuscoli e fugaci ·accidenti. Oggi il problema -centrale del mondo ~ la pace senza pace BU cui è crocefissa l'Europa, Questa . picéola ajuola inveprata interess-a i_maggiori _con– tinenti, specialmente il.Nord - America, per la civiltà di cui l'Europa fu . culla e pel mercato che essa ancora rappresenta. La stessa grande guerra che, veduta da vicino, sembra un enorme monolito isolato e staccato sull'orizzonte, osser– vata da più a1to ci apparirebbe appena. come un modesto massiccio, fra i tanti di una lunga e densa catena. Guerra fu prima della guerra; guerra, durante; guerra è dopo la guerra;· guerra sarà o. . . non sarà nei secoli prossimi. La guerra è ~l capitalismo, percli.è (non sem-– bri un bisticcio) il capitalismo· - sopratutto nel- 1~ sua fase presente - è essenzialmente· la guerra. Combattuta con i fucili o col monopolio delle macchine ; con le mitragliatrici o con i trusts ; con le tanlcs Q coi dazii protettori ; con le imboscate o coi ibumpings ; colle dread: nou_qhts o coll' occupazione della Ruhr; coi gas asfissianti o con l' asfissia della Georgia , ad opera dell'imperialismo comunista' di Mosca; coi fuochi di sbarramento o con gli ostacoli alla immigrazione ; ·coi c_avallidi Frisia o con la siepe quiritaria. . , E il capitalismo - guerra ha un esponente teo– rico: il nazionaliilm'.o. n quale, in ogni nazione, ragiona (per modo di dire) cosi: - « Disarmare, 8 i bft'afee~ fJlffl~ri, di là dal fosso: Tener noi le mani. a casa? E chi ci salvetà daile ·man.1 protese del vicino? ». Dunque, tutti in armi. Dunque, la vicenda perenne delle sopraffazioni. che si inseguono e si moltiplicano. Dunque, fa metà del sudore umano, direttamente o indiretta- ' mente, confiscato per un'opera di arcigna guàrdìa e di incessante distruzione. · E l'offensiva, àllofa, è la miglior difensiva, la sola accorta e sicura. Ogni nazionali_smo. fa ii ragionaménto di ogni altro nazionalismo. Vanno·magnifica_mente diac– cordo... nel soppiantarsi ed elidersi a t1;rntua vi– cenda. Il « crescendo » non ·ba termine fisso. Nella lottà dei nazionalismi, tutti a volta a volta s9n vinti e vìncitori, e non c'è· che un ultimo vinto: la pace,. l'economia, la civiltà, che sono, socialmente, sinonimi. La, pace, viceversa,· è il proletariato. Il quale non ha, non può avere, gli interessi ànt~gonistici de-Ile avverse borghesie, o, a dir meglio,: delle avverse plutocrazie, che si traggono le borghesie a rimorchio, nella furia travolgente dell'arricchì– mento ad· ogni éosto; tanto' più travolgente e fe– rina dove sono agli inizii, o dove paventano la fi:q~, della loro parabola: Il proletariato è sempre, non la sola, ma la maggior vittima - il vinto più vero e maggiore - di ogni guerra,, qual che sia il trionfatore effimero, ·e della_pace senza pace, che è ancora la guerra. Perchè non solo i fucili, le mitragliatrici, le tanlcs, le imboscate, le dread– nou,ghts, la chimica di guerra, i fuochi di sbar– ramento, i cavalli di ·Frisia, sono, coI)'.lunque ri– volti o puntati, i suoi diretti e mortali nemici; ma sono suoi nemici non ipeno mortali e spietati le macchine monopolizzate, i trusts, i du,mpings, i dazii protettori, le occupazioni militari, gli im– perialismi e i privilegi d'ogni fatta, tutto ciò, in– somma, di cui vive e ha bisqgno e s:ingrassa cotesto capitalismo, ed è incapace a disfarsene, non potendo disfarsi di se stesso. . Perciò il proletariato, non per una sua mirifica superiorità morale, ma per l'indole de' suoi fon– damentali interessi, omologhi in tutte le' patrie, per la natura di. classe-base, ·di classe non paras– sitaria, di classe del lavoro, ovunque ugualmente sfruttata e anelante a uguale libertà, di. classe la cui redenzione è l 'abolizi0ne delle classi ; per– ciò il proletariato, 1o sappia o l'ignori, lo voglia o non lo voglia, è la pace, è l'economia, è la civiltà. Ii duello è lungo è penoso. N essunb può pre– .dirne le sorti, può assegnarne l'istante della fine, con,precisione assoluta. Gli stessi duellanti, oc– cupati nelle botte e nelle parate, non sempre ha,nno coscienza del signific_ato della lotta. Ma è il duello della. umanità, ed è esso che riempie il periodo storico in cui siamo· immersi. Il suo esito decide della vita dell' Europa, forse della vita del mondo. · "

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