Critica Sociale - anno XXIV - n. 8 - 16-30 aprile 1924
116 CRITICA SOOIAUE * * * Pensare a.dunque che la << normalizzazione » possa effettuarsi (anche in senso tutto relativo) at– traverso un progressivo disarmo <lel fascismo è illogico. Esso è sorto e si è fondato sulla for~a · ·l'uso della forza gli ha accresciuto d'intorno il dis~ senso, le opposizioni, il rancore, - che esso pen– sa i;;ottomettere e vincere, intensificando e ina– sprendo ... la forza t - e che può manifestarsi con la critica dei giornali in via ordinaria, con il voto contrario nell'occasione elettorale (là dove il voto può esplicarsi) , o con la' rappresaglia isolata e non ~ai abb~sta~za, deplo~a~a e !llaledetta, _che scoppia H!}provv1sa, 1mpreved1b1le, mdeprecabile ,- e perio– dwamente offre al vincitore il motivo o il prete– sto per quella ~he, nel suo stran? linguaggio, chia– m3: « SJ?eculazion~. », quando gli pare di scorgèrla nei suoi avversaru. Anc1?,erecenti episodi~ hanno sollevato questo angoscioso problema, che, ad ogni episodio, si ri– p_resenta, su~la stampa delle due parti, con l'iden– t;c!" e ormai mon~t.o~a diatriba sulle responsabi– hta, e (quel che pm importa) con la asserita im– poRRibpi_t.à, nel fasc~s1;U0 1 di _disa_rmare ... perchè a, Pang·1 un Bonomm1 assassina 11 Bonservizii o pe-whè _a Vill'Albese un Pontiggia taglia il c;llo ;1, un giovane studente fascista ! . B' questo il tragico giro d 'odib e di furore l 'or– ribile circolo vizioso in cui il fascismo ha dhiuso s~ stesso e ha chiuso, purtroppo, anche la vita ita– liana. Esso non vuol riconoscere che, •col metodo dell~ vi_olenza, ha_sem~nato _ilrancore; e preferisce attnbUire, non a1 suoi fatti, ma alle parole della stampa d_'op~osiz_ione, l'?dio che a quando a guan– do scoppia, mutile e disperato, nelle individuali rappresaglie. · Se, in questa posizione mentale e polemica es– so è evidentemente insincero nell'illudersi di' sof– !o~are le reazi~ni raddoppiando di repressione, esso e mvece trascmato - rn una specie di sincerità m~cc~-nica - da.I ~-~rchio fer!eo e sanguinoso in cm s è_mes~o, dall. mgranaggio atroce ch'esso· ha mess? m ~z1on~ e che_l<?afferra. E, tuttavia, que– sta hberta dell assassm10, questa possibilità della rappre~aglia d'iniziativa individua\e, che sboccia r~pentma e non prevedibile da alcuno su dal cuore d1 un predisposto al crimine e attossicato di dolo– re e di rancore; ques~a sciagurata libertà di ven– detta, mentre è l'umci;t che noi non chiediamo Il?-e!ftre_èla sola, a cu•i ogni partito responsabile ~ civile- rinuncerebbe volontieri, è anche la sola che nes~un <3:overn~.nessun despota, nessuna occhiu– ta tuanmde puo sopprimere ! . Ora, _uno dei lati più tristi e tragici della situa- · zione e questo : che. la violenza del fascismo se– ~ina germi di odio, che nè noi nè esso possiamo 1mpedire che fruttifichino; e che di questi frutti tutt 'affatto d 'i~iziativa ~ndividuale e irresponsabi– le -, e che 1101de_p!eC!llaJ?O con doppia sincerità, per 1 orrore che c1 ispira 11sangue e per il danno c~~ ?e ~e deriva - la p~na ~i_r~versae la respons~– b1hta vie:11~ cont3'.taSUIpar~1ti, sulla stampa, sm– la collett\v1ta degl~ ~pposi~o~-1 e del proletariato. Se p~ro n~lla_~1 e p_oss1b1le fare per fermare la ma~o. d1 l~n mf1~v1~uo rnolato, non è detto che una pos1z10ne e un az10ne m questa materia :non si possa p_rendere: da parté dei partiti antifascisti. Fuor d~ quest\one il comunismo, che condivide· col fasc1sm(_) la _concezione integrale della violen– za. Il mass1mal1srno, pur avendo accennato di re– cente che lina riscossa proletaria non nuò avvenire se non sul_terreno ~el_laforza, ripudia esplicita– mente la violenz3: spicciola, 1~rappresaglia isolata, che serve al fasc1Smo per alibi delle sue violenze e _c~eperpetu~, in certo senso, in cospetto della o– pm10ne pubblica neuJ;ra, quell'impressione, di cui BibliotecaGino Bianco tanto si avvantaggiò il fascismo nei primordii cioè che le sue gesta e i suoi stessi eccessi non fo'ssero che una giusta e spiegabile reazione alle violenze dell '.estremismo rosso. Q 'è molta gente ancora in Italia che ha questa concezione, un po' giolittiana della bila.ncia. E ogni ucciso fascista che il cieo~ furore di qualche sciagurato getta sul piatto di destra, contrappesa preventivamente una serie di olocausti sul piatto di sinistra, . Da _ci_ò,dalla· sconfessione degli omicidii iridi· v1duah m danno del fascismo alla dichiarazione esplicita di ~n _progra~ma e_di'un impegno di non ra,pvresaglia m avvemre, c1 corre. E non è da me– ravigliare se, non solo nel massimalismo ma anche nelle nostre ~il~_ e tra i ~ittadini di opp~sizione in ge~ere ,__un s1m1t~_attegg:iame~to trovi discordi pa– ren. Gia, la pos1z10ne d1 un vrnto - straviuto sul terre1:10del~a forza_ ar~ata - il quale, atterrato, C(_)l g"Inocch10del v111c1tore sul petto, si preoccupa d1 proclamare al mondo, ai suoi, al nemico che ~gli n?n si pro~one .. ·, il ricàmbio, e che il gi~rno, 111CUI occorrera, fara opera a calmare i furori a dissua,dere dalla· vendetta, a frenare la riscossa'. pe! affid~re alla legge la. sistemazione dei conti, è_111:dubb13:me_nte un 1;>0' ridicola, a spiriti superfi– ciali. Il v111c1torepuo essere il primo a riderne çal~ando il ginocchio oon un ghigno di schern~. beffardo e feroce, come di una preoccupazione mo– rale delicata ma ... intempestiva. Il pubblico neu– tro può sorriderne anch'esso, come di un france– sc?'nismo ~lquanto gratuito. I seguaci nostri - i mille e- mille percossi, feriti, umiliati - possono con l'anim<?, reagire a_questi preveI\tivi consigli di un evangelismo pompiere. Eppure ... eppure, cominciando dal vincitore questo pro~lema del poi è piÌl grave e·preoccupant~ ~he n~m. s1_cre_da. J-f oi_, i nostri uomini migliori, m scntt1, m d1scors1, 111atti ufficiali del Partito non si vergognarono di potere apparire a taluno nè estemporanei, nè ridicoli, nè tolstqiani, esprimen– do e formulando esplicitamente questo pensiero e questo proposito, la cui portata squisitamente po– litica può sfuggire a chi si fermi a considerarli solo so~to il punto di vista di un moralismo troppo cri- stiano, • Raffaele Rossetti, in una recente intervista da lui concessa e c_he_l_a Voce repub_bli?<J,na ris~ampò ,con le naturali riserve che le mdwavano 11 suo ruofo ~ le tradizioni del suo partito (tradizioni di braveria, che tuttavia .quel giornale di solito atte– nua, amando proclamarsi « cristiano », antivieilen· to, fedele a metodi di democrazia e non di barricar dieri~mo) - fo assai più particolareggiato e dif-· fuso m argomento. « Conviene - egli disse - com– battere, anzichè stimolarli, gli spiriti di vendetta che non formeranno mai, nella loro essenza ind.i~ vidualistica; la forza di alcun movimento collet– t~vo ; i~!ine, allo spirito di violenza, -opporre lo spi· nto, pm fecondo, della non violenza. I nostri avversari lo giudruano un programma da sciocchi; ma taluno trova conforto alle ingitirie dei con– temporanei nel pensiero di contribuire alla deter- 1~inazione di una migliore direttiva pei; l 'avve– mre ... . « Pochi, mi .sembra, credono alla convenienza 7)raticc1, dell 'insi~tenza in questo atteggiamento che non promette d1 da,r luogo ad effetti immediati ... E' certo però che .una delle forze -che contribui– scono alla coesione delle bande fasciste nasce dal timore degli sp~riti di vendetta, che potranno di– va~pare sangUinosamente, di tra gli onoressi di oggi, quando nel nartito si accentuerà il processo di sfasciamento. Io ritengo necessario che, fin da ora, si diffonda la convinzione che lo scatenamen– to di que.~ti ~piriti (il quale da tanti viene, pùr– troppo, gmd1cato legittimo) sarebbe un'orribile
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