Critica Sociale - XXXIII - n. 21 - 1-15 novembre 1923
SOCIALE 33t • ; I ni cij spinto ardente e innovatore, che nella fede per l'Ìdea, nei met_odo dialetti~o, nel principio del pe– renne divenire ·immanente all'umana ragione tro– varono il fondamento. teorico.'per ogni ardimento li– berale e avveniristico. Sebbene l'Hegel, conservato– re nei midollo. delle ossa,' si fosse servito del suo idealismo sopra tutto per sistemare il passato, per assicÙrare i valort tradizionali, col dimostrare che la· storia è l;attuà;si -prog_ressivo della ragione, era natui;ale che questi «Freien», qu1>sti giovani della " Montagna n hegeliana; trasferissero il metodo dal passato all'àivvenire, affidando all'idea la misSione di 'rivoluzionare la società e di realizzare una no– vena storia in antitesi alla presente. « La fede nel- 1' onnipotenz!l, dell'idea, la àedenza che la. verità eterna debba trionfare, la sicura certezza eh' essa non potrà giammai subire scosse e rinuncie, nep– pure se il mondo intiero le si rivoltasse contro (scri– veva l'Engels ancor.a nel 1842), ecco la religioI),e di ogni vera filosofia, ecco il fondamento della vera fi-'_ losofia positiva, della filosofia della storia univer- sal'e! ». · Se pon. che, àue nuovi fattori incominciarono a mettere in elisi la scuola: le persecuzioni di cui, fu– rori fatti segno i Giovani hegeli3:ni da parte del nuo– vo re di Prussia, ,Federico Guglielmo (IV), antilibe 0 rale e sospettoso, le .quali fecer lÒro sentire quanto l'idea assoluta sia lontana dal-la possibilità di pra– tica attuazione; e · il reale Humanismus del Feuer– bach, un filosofo cJ:\.eguadagnò presto l'animo di mol_ti, richiamando l'astrattezza delle idee alla con– cretezza dell'uomo e delle sue, ~ensazioni. Per il Marx e l'Ifagels, che .crtticarono lo stesso Feuerbach, come ancor troppo astratto nel suo antropologismo (pe;rchè l' « u0mo n è figlio dell'ambiente sociale, è u classe »), questo filosofo servì poi, per cosl. dire, di ·ponte di passaggio dall'ideali;mo hegeliano al loro ~ocialismo «scientifico», ·che pone l'idea· cqme c9scienza di classe, -determinata dalle circostanze e condizioni sociali (economiche) concrete - capovol– gendo l'Hegel - e capace a sua volta di reagire ·so– pra di esse, come nuovo fattore che entra n~lla se– rie fenomenica. Frattanto, specia\ men.te per opera di Moses Hess, sentimen_talEJ e fantastico, erano penetrati nel grup· po dei Giovani hegeliani le aspirazioni e i concetti dei socialisti francesi. Il M_arx nel '43 li avvicinava direttamente. Ma il gruppo si divise: i·più, che in fondo non eran~ che degli intellettuali aristocratici, c0me Arnold Ruge, i du~ fr:atelli Bauer, il Buhl ed Eduard Meyer, si dichial'.arono contrari al socia– lismo; invece il Marx e l'Engels, con Moses Heès e Karl Grun, vi si gettarono dentro con ardore, tro– vandovi un contenuto pratico per il' loro idealismo teortco, e in un prtmo tempo sperando di fondere felicemente' il socialismo d'azione francese, mancan– te di· filosofia, con la filosofia tedesca,_vuota ·d'azio- .' n~. « O tutto lo sforzo filosofico tedesco, da Kant a. Hegel, -è stato men che inutile (solive l'Engels), o esso ·q.eve culminar.e nel comunismo n. D'el pari il Marx, nella su~ Critica della filosofia del Diritto di 'ff.egel, afferm!I, che il comunismo debba esser la ne– cessaria ·conclusione della filosofia idealistica te– desca. Ma beri presto il Marx e l'E~gels mutafo:rÌ. lin– guaggio·, e riconobbero che questo matrimÒnio dive– niva assurdo e repugnante. Di fi:onte alla 'realtà vi– v~nte ~ dolorosa.· che s'esprime nel movimento so– cia.lista., il sistein$. ~e idee heg~lian·e apparisce r oteça Gino Bianco loro una vana « sfilata di spettri n, fantasmi astrat– ti e irrealizzabili, ·Per realizzare, per rivoluzionare la storia, ci vuole una nuova filosofia, una fit•osofia dell'azione,.- nutrita di fatti e vivente della lor9 con· cretezza. Nella Sacra Famiglia e in altri scritti del tempo, il Marx e 'rEngels la romponO' con là metafisica; e mentre gli altri Giova,ni hegeliani continuavano ad ~bbandonarsi al giuoco della; pura dialettica, senza più contatto con la realtà, i primi si diedero a ri– cercare le condizioni stortche e i moventi economici fondamentali della vita sociale: studio che culmi· nerà poi nel Capitale. Il solo Lassalle rimase sem– pre, a suo modo. e per suo conto, fedele all'ideali-· smo hegeliano. , Sta dunque il fatto, che negli anni precedenti la pubblicazione del Manifesto dei Comunisti, ne'. qua– li cioè il Marx e l'Engels fondano il socialismo in Germania, essi si distaccano dal loro precedente he: gelismo, anzi lo respingono, proprio perchè lo stima– no inadeguato, come ogni metafisica, ai bisogni pra– tici; e vi contrapporranno una «scienza positiva» - assecondando cosi il nascente movimento positivista - che pe-rmetterà loro di stabilire le leggi sociali. (economiche) del divenire storico, per regolarlo se– condo queste leggi. Il Marx socialista fu, o meg,lio volle essere, non filosofo, ma « scienziato », econo– mista, e s'allontanò sempre più dalla uHegelei», da lui spregiata e derisa, considerando il proprio pas– sato come un trascorso giovanile, in cui s'era di– vertito a «cocotteggi(!,re» <:on Hegell Il socialismo positivista, e persino spenceriano. che sopravvenne, trovava dunque nella storia dei fatti e nelle intenzioni chiaramente espresse dal Marx di che ~egittimare il vanto· d'esserne erede, a, vendo er.etto sul materialismo stortco di lui la dot– trina del determinismo economico e la prassi del– l'adattamento all'ambiente in attesa del graduale ma fatale svolgimento del ciclo capit_alistico. Il cammino invers\) della critica marxista. Ma la reazione al positivismo• e lo spinto rivolu– zionario e volontarista delle sinistre socialiste do– vevano portare a rivedere. la dottrtna di Marx ed ' Engels alla ·luce della nuo-va critica, ispirata dalle vane correnti idealistiche (o almeno intuizionisti– che), che si sono sprigionate, per naturale vicenda, dalle de!usioni della scienza positiva e dalle vane attese dell'evoluzionismo secondo le· reggi dell'eco– nomia marxista. Allora s'è di nuovo rinvenuta in Hegel «la chiave di Marx». Che importa, che questi proteftasse di non voler più saperne di filosofia metafisica? la sua dottrtna è pur una fì..l·osofia,del conoscere e dell'a– gire, e il c;apitale non è che un elemento di studio per una ricostruzione totale del divenire umano, intesa in senso assoluto e apodittico! Che importa che il Marx 'la voglia rompere con l'idealismt>'! idealista egli è e rimane, anche se dà un contenuto economico al suo 'idealismo etico, spinto fino all'utopia, perchè vagheggia e assicura l'avveBt~ d'una perfetta società comunistica, senza più classi nè governo politico, dove la libertà di ciascuno sia condizione alla libertà di tutti; e que– sto miracolo s'avvererebbe con la. conquistà dèl po– teré da parte della classe proletarta e con l'aboli– zione del capitale prtvato! Ma anche rispetto al problema teoretico-pratico (del conoscere.~ dell'agire), egli è aÌicor idealista,
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