Critica Sociale - XXXIII - n. 21 - 1-15 novembre 1923
CR.l'l'ICA: !OCIAI.m 329 Ma senza attardarci in discussioni SEU:Ondarié,co– minciamo col riconoscere che ~el socialismo, come in tutte le fedi politiche o religiose, la cristallizza– zio~e nelle formule dog~atiche, l'irrigidimen,to in un prinèipio d'autorità, il ricorso all''tpse dixit se– gnano la decadenza intellettuaJe, la sostituzione della lettera allo spirito e, insieme, il pullulare dei con– trasti fra gli interpreti e glossatori deii testi. Lo spi– rito non si assimila se 'non vivendo: nop_ cioè iml– tando gli scolastici, che (diceva Bruno) vissero ·m()r/i gli anni proprt e gli altrui, ma tenendo viya l'eredità del passato e~ vivere una vita prop1ia, fe,rvida di movimento e di rinnovazione. E' questa l'esigenza cht1 muove anche il Rosselli a porsi il problema di ciò che è vivo e ciò che è morto del marxismo: che significa proposito non di repu– di_a.re, ma di richiamare a più intensa e· feconda azione le forze vitali, liberandol'e dalla mescolanza paralizzante delle scorie morte. Se non che il Rosselli conclude: il punto sta nel rifiutare la vecchia etichetta <lel marxismo, e dirsi semplicemente socialist'i, pe,r rendere a ognuno la li– bertà di pensare a suo modo. Ora è evidente che, se si fa questione del'la libertà di ognuno di peru;are a modo suo, neppure il titolo di socialisti può più ccn– servarsi; ma se questa libertà s'intenda, ·come i1 Rosselli pur vuole, nei limiti deU'accettazione dei metodi e degli s,copì del partito (e sarebbe assurdo intendere diversamente, quando •si fa questione della crisi del partito socialista e della via del suo supe– ramento), allora il conseintimento su un certo nucleo di dottrine ,ossia la comunanza di un orièntamentò · spirit'llale e di una vision~ della posizione e funzione storie:>, Jilropria è necessaria. Dirsi semplicemente socialisti significa professare ùna determinata finalità; ma la questione del fine implica quella dei meìzi, l'orientamento -si cOJllega al'la intuizione della vita e della storia, l'azione pra– tica suppone il problema della possibilità storica e del metodo. E per ciò non è possibile distaccare -l'af– fermazione di un fine dal complesso del'le c:ondìzioni e concezioni, che ne costituiscono le necessarie pre– messe e l'inquadramento, e gli conferiscono quindi la possibilità della ,conversione in realtà pratica at– travèrso l'azione. Di socialisti ·ce ne son stati in ·età diverse; e nella stessa età presente ce ne sono varie scuole. Ma che cosa ha costituito la forza di propagazione del socia– lism9 marxista, ed ha determinato la conquista del– la sua preponderanza sopra tutti gl'i altri indi-rizzi? Ciò che è vivo o ciò che è morto in esso? Porre l'alternativ~ è già attaccarsi al primo capo di essa. La poten·za storica del marxismo è consi– stita in ciò : che ad .unà azione pratica esso forniva l'adeguato fondamento, in quanto non intendeva es– ser più sogno generoso di un ideale nelle nuvole; non predicazione- (nobilissima certo, ma· storica– mente vanaf di un'Elsigenza m~rale; no,n Ùtopia con– trapposta alla realtà, in quantq distaccata da essa; ma concezione critico-pratica di un processo storico, che ha una sua necessità in quanto risponde alle esigenze incoerdbili delln masse proletarie; e trova nel:le co.ndizioni reali e' nel processo ·del loro svih,1ppì:> gli elemoo.ti materiali della sua possibilità di at– t-qazione é le forze ihteressaf4i a questiÌ.: arma ma– teriale dell'idea, che è a_sua vol_ta l·oro arma spiri– ~• . La cònversio.ne dell'esigenza ideale in azione sto– rica è_ p_recisame~te. ciò che distingue il socialismo lioteca Gino Bianco marxista da tutti gJ:i altl'i; che ne ha costituito la superior_e forza di attrazione; che gli ha dato il pre– dominio su tutti ,gli altx:i nel· movimento proleta, io. Il marxismo era ed è sopra tutto la coscienza storici! del movimento proletario: coscienza critica, fatta guida e norma all'attività pratica; che nel materia– lismo st0rico ricerca la consapevolezza che la lotta di classe· deve avere di se stessa, delle sue possil,i– lità e dei cammino progressivo del'le sue conquis.e. Dice· iL Rosselli: i due capisaldi del pensiero mar· xista, materialismo storico e lotta di classi, sono e11- trati ormai nella coscienza di tutti, sono fra quei principi universalmente accettati, che non pc-sscmu più valere a differen;r,iare un partito; tanto che ~i può essere 1uarxist.i senz'essere Rocialisti - se pe1· marxisti si intendano i seguaci del pensiero sanpie . vivo, e non gli adoi•atori della parola di tutte le parole, veritiere od enonee, eterne o .::aduche, di Carlo Marx. Io non oserei asserire questa universale accett~zione del materialis;no ,torico e della lotta di classe quali verità indiscutibili; non soltanto fuori del pensiero socialista essa è tutt'altro che un fatto compiuto; ma negli stessi limiti di tale pensiero è a ritenersi una conq~1ista tutt'altro che, saldamente stabilita, se la rivoluzione russa, nelle intenziat1i dei suoi condottieri e degl'i apologisti occidentaH (non nella realtà, che s'è· presa l'irnma.ncabrle rivindta), voleva essere un ripudio del materialismo storico e della dottrina critico-pratica; e se lo stes~o Hosselli si dichiara pronto a repudiare'quelle che, impropria- mente, chiama le formule marxistiche, quando si tro– vasse a scegliere fra il materi;1.lismo storico e l' at– tuazione_ del socialismo in Russia. Se si trattasse di una scelta volontaria, potrei ;.1,nchedarqli ragione; ma supporla tale è già muoversi fuòri dr·ll'orbita di quel materiaJi&mo storico, che egli stesso ha pur di– chiarato patrimonio ormai comune a tutte le menti. E la critica riformista della rivoluzione russa, che il Rosselli accusa di aver battuto cattiva strada (ego adsum qui feci; e non me ne pento), ha inteso trar– re da una durissima esperienza storica 'quegli inse– gnamenti fecondi, che essa poteva dare ad un mo– vimento · proletario che voglia essere consapevole, mostrando quale errore fosse nella fede ndl'onnipo– tenza dell'azione politica, nel'la trascuranza. delle esigenze delle nuove forze di produzione in via di sviluppo (la piccola borghesia agraria) invano com– presse ed oppresse, nel ripudio della dipendeill.a di ogni tentativo di trasformazione sociale dalle condi– •zioni reali e dalle possibilità, che queste offrano, di soddisfare _gli incoercibili bisogni delle masse. Lezione storica, di prim_'ordine, che s:i.rebhe colpa lasciar andare perduta; ma che, nella stessa m:oes– sità di esser lumeggiata, mostra quanto si sia lon– tani da quella universale conversione del m;teria– lismo storico in su~o e sangue del pensiero di tutti, che pure il Rosselli afferma. . E tuttavia, anche se- questa affermazione fosse esatta, non basterebbe a giustificare 11 rep1.1:tliodel marxismo. Giacchè se ci sono marxisti che non suno socialisti, l'importante per noi è il collegamento del socialismo col marxismo, la salda fondazinne del primo sulle basi del secondo, il passaggio ins:-rnma dall'affermazione di un ideale (che potrebbe anche essere utopia) all'azione storica, che è conqui~ta di r!laltà. Azione storica ,che ha bisogno !li essere gui– data e sorretta continuamente da una coscienza critica: quella esigenza di non proporsi se non pro– blemi storicamente possibili, e fini raggiungibili, le
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