Critica Sociale - XXXIII - n. 21 - 1-15 novembre 1923

3S8 lftfflCA IOC!AL:I I • l'. uer~. problemi vitali che occoneva esaminare e risol– vere con spirito realistico, strettamente adeguando l'azione del Partito a ,quelli che sono i concreti biisogni lii una partico_lare collettività in un determinato mo– mento isterico, finirono per essere regolarmeiyte trascu– rati, o, semplicisticamente e.saminati e risolti alla luce e.scJusiva dei principi i marxistici. Si dimentcarono cosi il Mezzogiorno e troppi centri rurali; la politica .socialista fu t_alvolta'1a politica dei gruppi operai del Settentrione; e ciò manifestamente' anche per l'in– flussò -cli ragioni teoriche·. Era chiaro che, una volt.a che il 1Socia!isni.opoteva svilupparsi solo nei centri di avanzata civiltà capitalistica, e che tale civiltà capita– listica era una tappa necessaria nella evoluzione dei popoli, l'unica politica era quella delle braccia incro– ciate. E intanto gli aJt.ri Partiti, e il Popolare in· ispe<:ie, mietevano. · E il problema morale?. Non venne forse egualmente trascurato, direi anzi colposamente ignorato J E quei pochi, in genere riformisti, che attivamente si adopra– rono in tal ,senso, sarmo quanto dovettero faticare per triont'are - quando tl'icinfarono - della generale apatia. Col sorgere di questa nuova èhiesa, coi suoi miti,, colle sùe formule, coi suoi martiri, col suo Profeta, anche gli individui più autonomi, -dotati d'ingegno ori– ginale e costruttivo e che in una atmosfera di libertà reale avrebbero potuto darci opere rivoluzionatrio'i, fu-· rono attratti nell'atmosf.era viziosa del dogma e della sua. interpretazione, sì che, a forza di aggirarsi nella morta ~ora e di battagliare intorno alla Prefazione del Per la Critica dell'Ecornomia Politica e àl Manifesto dei Comunist·i, vennero ·progressivamente perdendo la loro originaria CaI;>acità. Molti si allontanarono dal movimento, altri si trassero in disparte. I giovani ebbero l'impressione che l'ingresso. nel Partito significasse ìndossare una terribile cappa dL piombo annichilente ogni personalità, una preven1iva rinunzia a qualunque libertà spirituale, il divieto di orientarsi verso -direzioni nuove. L'i'mposizione, in unà parola, cli un ritmo obbligat.o di penisierd e di azione. Marxismo e Partito Unitario. · E<l oggi, nel nuovo Partito,. le cose sono veramente mutate? Il marxismo occupa ufficialmente la posizione antica? Dalla tessera, dove è riprodotto il programma de]· 1892, quando aocora il revision ismo era di là da venire, e Bebel e ·Kautsky era11.oi capi spirituali del movirrisnto socialista moniliale, e dal fatto che gli uo– mini che dirigono attualmente H movimento apparten- • nero tutti. al vecchio Partito, dovremmo giudicare che nulla vi è di mutato, che nulla· si vuol mutare? Spero di no. credo di no! Certo ·però che un legittimo dubbio rimane sino a che non ci si pronunzierà chia– ramente intorno, a, queste questioni. Il fatto cli.e i rifar- , misti abbiano dovuto combattere tante e così aspre bat-, taglie contro i loro colleghi massirnal-comunislii per ottenere il diritto alla critica, il fatto chf abbiano tanto i,ncSistito per porre in rilievo il nome del nuovo P!!,rtito (Unitario), affermando sin• dall'inizio di voler rispettare ed accogliere le ,frazioni dissidenti purchè concordi ge– nericamente, s1mo tutti sintomi confortanti. La stessa Critica da qualche mese a questa parte ha aperto lar- gamente le sue colonne agli erètici. · Ancora uno ,sforzo, un deciso mutamento di rotta in senso schiettamente liberale,· e si potrà· con'.Jìdare nelle possibilità di un domani non Joritano. In un articolo recente il Weiss si è dichiarato '•recisa– mente contrario alla vecchia ·politica-dei blocchi per la libertà. Non ho -ca·pitobene se la critica voleva essere solo di metodo (blocco) o anche dr ,fine ·(lotta per la libertà). L'articolista si augurava che un nuovo periodo revisionistico, serio e coraggioso, volto soprattutto alla formulazione di un programma minimo, •si inaugurasse nel Partito Unitario. Ora. io ritengo ché le possibilità revisionistiche ,siano ·in relazione .stretti,ssima c0ll'atrho– sfera di li.bertà intellettuale in 'seno a1 Partito. Si tratta pur sempre di un probl ema di libertà, d,el trionfo cioè de( metodo liberale, -si a.ll' intemo. che all'esterno del. Pa,rtito. Quando all'atteggiàmento dogmatico suocede l'atteg– giamento critico, il rinnovamento ~ già in atto. Sarebbe Jnvece inutile voler accingersi alla compilazione di mi– nuziosi ed elaborati programmi concreti, certamente in– (lisJ)ensabili, come propone il Weiss, quando fa difetto quel largo spirito liberale cui sopra accennavo. ' . BibliotecaGino Bianco Rimedi. Non occorre dunque trasformavsi tutti in aooaniti vò– lontaristi, o in empirici' all'inglese, o proporei di creare una: nu ova lfllosofla ufficiale ,dell'azione operaia. Ch~ ognuno s.ià veramente libero, una vblta che abbia gene– ricamente accettati i •metodi e ~li ~copi del Pa,rt.itj(), ~.i. pensare ·a suo !nodo. E, perche ciò avv~nga (ecbo 1} piuìto !J· e perchè non. si tratti di una frase retdfica, occorre che il Partito smetta le vecchie vesti, rifllfli la vecchia etichetta, sia ·non socialista marxista, ma sem– plicemente socialista. Si parla tanto della necessità di .rinvigorirne le file . coll'immissione di nuovo sangue giovanile, e sono certo che a·i discorsi corrisponde uIY desi-derio preci,so, Nè mancano per fortuna,- in varii centri, gruppi di giovani desiderosi di far confluire in un movimento di. masse le loro aspirazioni ideali e la loro volontà di azione. Molti di essi fecero capo un giorno ai gruppi cosidett i « sal\leniiniani »; oggi vivono in uno sdegnoso e fiero isolamento, ·tenacissimi avversarii .dei vincitori., Bisognlj. conquistarsi la simpat_ia di .:otèsti. gruppi. Per quamto in numero limitato, essi .costituiscono una grande forza in un paese così povero di élites come il nostro. Sono frequen'temente sulla grande lin'ea del pensiero democratico-socialista, ma ognuno ha il suo particola-re carattere e, ·se volete, la sua particolare eresia. Non bast'a dir loro-: entrate liberamente. Occorre, in un certo senso, andar loro incontro, -dimo,strando che l'ambiente, l'at– mosfera, è radicalmente e dml.nitivamente mutata. Non basta correggere la intest'azione degli articoli di fondo, · o il testo -degli ordinf del giorno nei Comizii ,e in Par– lamento, ma bisogna dimostrare che il cambiamento è avvenuto negli spiriti, nelle coscienze, che· una diverea, • più critica visione delìa vita e della lotta politica è su• bentrata. · , Basta coi dogmi, coh le ~rasi fatte, con le' vecchie for– mule. Mentre i marosi· incalzano da ogni parte e il navì– cello traballa, una ferma volontà di sottoporsi ancora una vo.Jta al vaglio crivellatore della critica., di rivedere tanti postviati che sembrano intangibili, -di fare un pro- -ceiso al passato ohcle evitare i medesimi errori per 1\wvenire. sarebbe prova di profondo rinnovamento. Lo spazio non consente di· sviluppare ulteriormente questo punto di vista. E rimando· ad altro articolo lo studio degli effetti prodotti -sullé masse dalla diffusione del marxismo sulle masse,_ nella forma .spicciola dt.'. .comizii e dei giornali. · I , I CARI,0 ROSSElI.LI. Le· attività del bilancio E' veramente confortante· il feTvor di vita sp1n– tua).e che' ci appare in questo revisionismo giovar niJiei': vita .vera, stiq10lata· da· intimo bisogno e tesa, in energico sforzo di rinnovamento, e moto. indipen– deBte. Auguriamoci che l'esempio·,. cont'agiòso, si propaghi. · -Ma poichè qu.esta vita attiva e :feconda delle· idee domanda ed esige la discussione, eccoci ad acco– glieme l'invito. La spiegazione, che il Rosselli dà dell;a paralisi intellettuale del· mo'Vimento soctalista halia.no, è un · po' semplicista e un pò' contraditt_o,ria. Semplicista, · per.chè riconduce ·specialmente ad un cristallizzarsi . del· pensiero socialista entro- il marxismo quel com– . plesso fenomeno del'l.'allontanarsi, dal movimento proletario, del favore delle nuove generazioni intel– lett11:ali ,che han, partecipato al inoto di flusso e ri– flusso delle· classi medie, sospinte/ (la un cum~lo di fattori molteplici a sentir prima uJ•affinità di in– tenti e di metodi d'azione e poi un antagonismo con le classi lavoratrici. E' un po 'contradittoria, perchè ·converte in causa quella che è anche effetto; tanto chfl riesce a :presentar~ la paralisi 8' la cristallizza– zione iiitelletuale,, da U:n lato come il femimeno stes– so da spie.g_are 1 dall'altFo-come. lç1,causa, deJ.la pro- pria causa.

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