Critica Sociale - XXXIII - n. 21 - 1-15 novembre 1923
!:RITICA I SOCIALE . 325 per pr.esup,post.o la Germania, noni zè Germanie. Essa fu imposto eia firmare ai ,rappresentanti ciel Reich/ non dei singoli Stati federé\,ti nel 1R eich. La cessa.zione dell'unità t,e,desca sconvolge tutli i .-ritel'ì dell'equilibrio sognato. E se a questa vo,ragine politica ch_e si disegna si aggiunge !a - voragine eco.no, mica già aperta, ogo,uno in– tende l'an sia d el decide1•8. Le Potenze, tardi- . grade, podagrose, indicono· una ,Conferenz,1. per- , chè giudichi le ·condizioni finanzia.rie della Ger– mania. E'' sempre un p:ieliner sur place, mentre i fati precipitano. Altrove noi n.bbiamo sostenuto che lo ~c:opo più urgente è strappa.re la .Francia. dal Reno, al– lontanarla dai tè•rMtori occupati, e che per otte– ner.e questo scopo l'InghillLe!"I'a.e l'America non .'dovrebbero trovare troppo oneroso l'assumersi di garantì're di J'"ro,ntead essa il pagamento delle riparazioni, salva ogni loro, legittima rivalsa · suYa -Germanlia clebitri:c:e. Jl compenso sarebbe nel'la pace e nell'equilibrio europeo, mantenuto, che pe,rrneLterebb,e' all'.Inghillerru cri reintegrare i suoi rapporLi economici con .la Germania, co– me l'Amel"icn. l'eintegrerebbe i suoi c:on l'Euro– pa, con un'analogia proporzionale perf,eLta. Que– sip è •un pro,gramma italiano ed, europeo, che accos Lerebhe alln realtà il p lato,Tl!ico progetto rlella compensazione dei crediti e dei debiti tra g1'i' Alleati; che :rimane campato in ariél. tra le perplessil,à inglese ed i flui più reconcLiti dell'a- zione francese. · Ma l'InghilteITa e U'America per uguali,, pro– fonde ragioni sono vin.colate alla pac:e e si tur– Mno e si fanno ritrose e ,rifug,gono, <la og-n·i in- 1.ervento· finanziari.o risanat-0re dove sia ancora vento Liiguerra., cJie·poss,a· indurle u pensare alla slerilit:ì di ogni sucrificio. Ebbene il :fascismo dà sempre l'idea di po,rtare coi lampi della impre- . cisata minaccia i fulmini guerreschi. 1.,'fngllil– Lerra ne è cosl vessata, che per dispeLto di ,r.orfù e cli Ginevr:i arcenna acl a,ccosk11rsia nelle ora alh Francia, pur di isolare l'Italia E gli Stati t'niLi non nascouclono che tra gli elementi euro– pei, della rui volo,ntà s.erena di, pace sovratutto rl.iffi.clano, è il fascismo, così quello italiano come ql}ello, a simiglianza dell'italiano, diJ1f'llsoin f.uI.LoEuropa ad alimentare appassionate, mor– bose aspirazioni di rivincita e di reazione. I giornali americani possono amrruirare il pit– toresco cl-elle g.randi parate degli eserciti volon– lari, ma non. perc-iò è lecito illudersi sopra il nostro credito politico alt di là dell 'Afilantico. I Governi è i banchiE)'ri.non· amano i disturba– tori della ,quiete pubb.lica .. Il cinematografo ha una grande parte della vita americana, ma non è tutto. Sopra la ric.erca violenta delle emozioni e del'la ol'i-ginalità lo zio Sam meUe il concetto del più sicuro impiego del p1•Ò<prio dn-n:iro. Ciò non è romantico e neppure .... fascista. Ma poi– chr la vita dell'Europa dipende in gran parte dalla salvezza del! 'unità tedesca, la quale a sua v:olita dipende da una pronta liquidazione del problema delle riparazioni e di quello co!ligiun– lo dei c;rediti e debiti interalleat.i e interrasociati, cosi l'idea che l'America si f,a dell'impiego dei suo danaro in funzione dell'Europa e del... fa- scismo diventa decisiva. , Sotto ta.Ji. punto di vista dovremmo persuader– . ri che la nos1Jra " riùasoita • sj iip~ altrui teca Gino Bianco r tanto più quanto meno ne parleremo, e quando la raccomanderemo con i quadri statistici della prod uzione più tosto che con gli a,rticoli lirici d.ei giornali sovvenzionati dalle banche e dagli indu striali. Il mondo è stanco di lirica e d~ iper– bole; vuole use-ire dal romantico e dallo indivi– d'U,alis:mo. Cosi in poli Lica estera come in po,li– Lica interna, vuo.Je s.po ,gliarsi dell_',abito di gu,erra per vestire quello della pace, vuole l'elogio della vita dopo tanto elogio della morte. LI fascismo può mettersi su questa via? Può fare una po,liti– ca interna e, sopratutto, una politica estera che diano il senso della calma, dell'armonia, della profondità, deL~a sinceriLà, che non siano senti– mentalismo e fazione, satanismo e letteratura, ma idea e universalità, azione e poesia, vita e verità? Le grand'~ fsiornaLe icor;p;nem'Orativei dell' Av– vento lasciano, a questo riguardo, assai per– plessi. . CLAUDIO TREVES. BILANCIO MARXISTA lacrisi intellettuali del Partito Socialista Aocoglia.mo con vero compiacimento questo articolo, che attesta una nobile passione e una santa irrequietezza spirituale .. Abbiamo l'ipetuta– mente •affermato la necessità di un'opera audace e spregiuclicalJa di autocritica, di revisione, di rinnovamento,; e abbiamo spalancato le po,rte della nostra Rivista -- come il Rossel!i ,riconosce ed attesta - alle voci degli «eretici». Più oltre, il nostro Baratono rin.nova l'enu:ne,'iazfone del suo pen~ero diss'idente; e Ubser-ver riprnnde1<t prossima:rrien Le a· d i3cul.ero aìcuni punti fonda– mentali della dottrina e del melodo. Ma perchò la discussione e ,la revisione rie– scano proficue ed abbiano uno scopo e un sign i– ncato, è necessario che qualel1e comunanza di pensiero ci sia, non solo suita meta che si vuol raggiungere, ma anclle sulla. via che si vuol se– _guire. LiberLà, chied(l il Rosselli, e noi siarno d'ac;cordo con lui; ma 1 liberlù anrhe di andare ciascuno per la, propria vin, ove non si veda po:;– sibilitù di far la straùa insieme; libertà, d'altra part.i, di discutere, di s,forzaTsi di pers'uade1·e o di esser- persuasi, quando, come è nel caso pre– ~ente, la comunanza della fede e del program– ma susciLi 1 'ap,passionato desirlerio di far la sl.racla insieme. Abbiamo pregato il nostro Rodolfo Mondolfo, il più autorevole studioso clel pensiero marxista, oggi, in Ilalia, di esprimerai il suo .giudizio sul– le osservazioni e proposte del Ros·selli. Pubblicando lo scritto che egli ci ha mandato, intendiamo anche di incanalare,il clibattilo, per evitare che esso si ,espanda senza. con Oni. o pro– ceda senw. punti di riferimento. col pericolo c-he non conduca ad aletu1a conclusio,ne. Ma non vogliamo con ciò limitare ari alcuno la liberLà di dibattito. Sentiamo noi per primi, noi più che ogni altro, la, nècessiLà che J 'aria cir– coli l)eì' tutti i mennclri flella nostra casa, a rav-
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