Critica Sociale - XXXIII - n. 21 - 1-15 novembre 1923
I I èi\h'ìCA èociAì.i !336 to », già p reconizzata effettivamente .ùa Len~ nella! primave.ra del 1918 (8), .riaffermata· sostanzialmente da Trotzsk y ai primi segni idi pace nel 1920 e sc,spesa sotto la pressione della guerra civile e del- sabotag– gio borg9-ese. La rjnascita della lotta di classe j Ma in tal modo• si preparavano anche le condiziqni per la rinascita· della lotta di. classe, e, con essa, del risorgere dell'~zione, autonoma dei Sindacati profes– sionali. Questi èran(?' già costretti a conciliare la loro ' . !luplice funzione di organi senìistatali e di organi di r~sistenza delfa classe operaia, a tener conto ad un tempo degli ,, interessi generali della produzio– ne » e degli interessi particolari e specifici degli ope•• rai come « classe »; ad assùmere. la stessa posizione, insomma, che attualmente intend0no arrogarsi da noi le Corporazioni nazionali fasciste. Secondo i cri– tici ·del sistema bolscevico i Sindacati professionali russi dopo· la vittoria deIJa tesi comunista ·della su– bordinazione su que,lla mensce-vica della autonomia dei Sindacati, dal Gov,erno·, non sarebbero in realtà che strumenti ùel' Gov,erno; da cui sono, di fatto, no- minati~ loro ditigenti (9). Cerj,o è che da.<1uanto si rileva dagli stessi dati ufficiali \10), 1~ infrazioni e le rivolte ai poteri che ·n Governo,. (cof precipuo in- ' tento di ottenere ad ogni costo, un continuo aumento. deUa produzione) ha delegati ai SindaGati operai per la preV1enzione degli scioperi, sono state già estre– mamente frequenti nei 1922. Gli ulteriori sviluppi della nuova politica economica acGelereranno ]'·evo– luzione dei Sindacati, da organi di Stato ad organi' di c~asse, rençlendo sempre più insostenibile la loro · attuale politica di col:laborazione sistematica e coat– tiva tra le classi. Lo stesso « Codice del lavoro », cosi favorevole nella lettera al• proletariato e fa cui os– servanza .è·sotto il controllo diretto dei Sindacati e · degli ispettori del lavoro, e\&. quelli designati; ma . sopratutto preoccupati di promuovere' l'amhento della produzione, è, del resto, largamente! violato nella pratica appl!icazione., tanto nelle aziende pri– vate quanto nel:la, •stessa azienda di Sta~o; in qual– che parte, come in quella della protezione igienicà, è. già stato peggiorato a· dan'no degli opèl'ai, « in re– i azione a.lle circostanze attuali» (12). Pet effetto cli questi ~viluppi della nuova politica .econornica e, conseguentemente, del rq;ime politico russo, di cui so{lo già manif'3Sti 1 segni negli aspri contrasti di tendenze che agitano le stesse file co– muniste, sarà sempre più indebolita la posizione dei Sin'ctacati professionali nel- 6 overno diretto dell'in– dustria e dell'economia. Da una dittatura operaia .sull'industria, da un à.utogoverno dei produttori si è passati, sostanziaJ.mente, ia,d una pa11tecipazi,)ne de– _gli operai al controllo della produzione, partecipa– zione che, at.tualmente, è, secondo la legge, cospicua, per quanto indiretta. Ma· si accentuerà anche la tendenza,· già· fm d'ora manifesta, a ridurre .sempre più l'interve~1to delle rappresentanze operaie alla so· la sfera delle condizioni d'impi~go della mano d'o– pera e ad ri.bbassare la classe lavoratrice ad avere nel i:: rocesso produttivo, una · funzione puramente strumentale, non soltanto nell'-impresa privata, d'i cui la nuova- •politica fa.vorirà inevitabilmente lo sviluppo, ma nella ste:B,1 impresa di Stato, che, nella forma dei trusts, rivela, semp~e più nettamente, ca– ratteri, tm~enze. metodi capitalistici. Yi è anzi chi, (8):LBNIN, Die Bedeutung und dk Vorbedingungen der neuen Politik ·Sotoiet-Bm,lantù. - 'F:r.a.n.kes Verlag; Leipzig, 1921. (9) Bolshef!id trade uniom. Nel Times del !i' giugno. (10) Si veda: Il regolamento dei oonflitti industriali in Russia, in lnlormatiom ,ociale,,. 27 aprile 1923. · (11) Labour inspectore, in Bmswn lnformatioo and Betliew 9 giugno 1923. . (12) Si ved-a.no a l riguardo Je appendici alla già oitaba. in– oh1èata d ell'UIBoio Inlirnuianale del lavorò di Ginevra e un art.ioola suJ regolamento della protezione del lavoro, in Rmiian t,r,nation and Be;J!._tti del ,6 ottobre 1~. t e 'Tino Bianco. . · còme l'Eckardt', affonna senz'altro che la « nuova Lorghesia" ncn troverà alcun ostacolo e ·alcuna re– sistenza alla sua delìnitin vittoria, dato che il pro– letariato industriale più ·cosciente è stato decimato nena· guerra rivol~zior,.ari:i., e che la '.:lasse operaia della rivoluzione in parte è salita nella classe dei funziona.rii r: degli spe•~ialisti, e in parte si è rovi– nata nella lotta, cosi•~chè la massa odierna ùel pro: letariato è diveniat~ì più povera intellettualmente, più cleboie e più ir~ipotente che non i proletarii del 1914 (13). Il ritornù al capitalismo e la rinascita dello spirito capitalistico· suscitano già, del resto, le 01:,tilititde!Ja intransig,mza operai:l., e alropposizione alfa dittatura comunista della « gente nuova" della nep e dei nuovi « capitani » dell'industria naziona– lizzata - gli « industriali rossi ", i « comunisti am– ministratori » - si a.ccompagna e si contrappone quella del « gruppo della verità operaia», il quale accusa il Pariito di perdere sempre più il contatto con le masse operaie, di trasformar5i in un partito di burocratici e di servire in realtà gli interessi della « nuova borghesif,L» (14). L'esito finale. di questa l·otta tra il capitalismo rinascente e la classe operaia, tra il proletariato delle aziende di Stato ~ private e la « nuova borghesia» statale e privata. sorta già, come per incanto, insospettamente numerosa, al po: sto della distrutta borghesia, è naturalmente subor– dinato all'esito della guerra tra <'Omunismo· e capi– talismo, allo sbocco finale, cioè, della rivoluzione ·bolscevica. E la vittoria di fatto, sanzionata dal nuovo « Codice agrario » dell'ottol:Jre 1922, dell'irri– ducibile individualismo dei contadini sul comunismo agrario, come ebbe d,ecisiva influenza sull'abbandono del « comunismo militare », potrebbe essere un in– dice importante del probabile approdo della rivolu– zione russa, ed è, ad ogni modo, un fatto di grande momento nella valutazione dél· suo carattere essen- . . ziale, dei s,10i svilupp\ e dei suoi risultati, almeno provvisorii. FAUSTO PAGLIARI. I , . . (13) Sull'evoluzione, dei Sinda .oa.ti russi e delle loro fonz10~11 si vedano .i due interessanti- st udi seguenti: Trade Unions m Soviet-Russia (Labour Reseach Department, Lowlon, riovem– bre i920) ., il •pregevole scapporto del oompianto on. GIUUBEPPE BIANCHI, Bmsia sindaoale (Milano, 1921. Confederaz1one del Lavoro). . . . (14) Si veda l'interessante articolo di Suko.mlin, nella Gimhzra dell'll maggio. · · DALLE RIVISTE Fra pochi mesi, nel maggio 19"24, avranno luogo ÌJl Francia le elezioni generali politiche: ma non si sa an– cora in quale forma, cioè oon quale sistema, il suffragio universale dov,rà esercitare i suoi diritti sovrani. Tutti i' partiti, sçriv,e la' Revuc Politique di settembre, sono d'accordo nel ritenere desid-erabile, a,nzi necessaria; una radicale riforma del sistema vigente; e tutti, o quasi, escludono la possibilità di un ritorno al collegio uni– nominale: ma quando ,si tratta di scegliere il metodo nuovo, àllora cominciano le divergenze di opinione e di volontà. La Carnera attuale, stiracchiata fra intere6si opposti, non ha i1 coraggio di prendere una decisione: nel marzo scorso iniziò la discussione della riforma elet– torale, la trascinò fino al luglio senza nulla concludere, poi, alla vigiJ.ia di prendere le vacanze, emise un voto che costituisce un rinvio sine die di qualsiasi decisione. La Rivista di cui riassumiamo lo scritto, giudica che la sola garanzia di avere elezioni sincere consista nel– l'introdurre la rappresentanza proporzionale con circo– sc,rizioni reg:ionali; poichè, e5.5a scrive, • la creazione di v.a,sticollegi elettorali rende vane tutte le discussioni in merito alla rappresentanza proporzionale: qualunque sia il metodo adottato, esso darà sempre risultati sod– disfacenti>. A una condizione, però, che la Rivista fran– cese non enuncia perc!Ìè in Francia è su;perfluo enun– éiarla: che esista la perfetta libertà del voto. Fra i va.rii metodi accettabili, la R.evue preferisce quel-
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