Critica Sociale - XXXIII - n. 21 - 1-15 novembre 1923

(c•ause é leggi) che ce le spiega•.:_ s0110 valori im– manenti' allo spirito umano, che li produ<!e .trascen– dendo· perennemente il dato in· un'idea superiore e più universale. In questo senso, Marx ed. Engels ,posson apparire. idealisti ed hegeliani: nel senso che anche l'Hegel è _ancora idealista romantico, co– me Fichte, coi:µe Kant. , Ma più esattamente - se bene non se lo propo– ne,ssero, perchè trascurarono una completa rico~tru zione dottrinale del loro pensiero - Marx ed Engels piuttosto che ad Hegel, segnano un 1itorno alfa posizione kantiana, appunto IJerchè più 'vicina alle loro esigenze pratiche (etiche) e non t.eoretiche. An– che del :Kant si può dire ché non fu nè dete1mini– sla nè. indeterminista, nè materiaJista nè idealista in senso assoluto: ma relativizzò criticamente quei ter– mini in una sintesi operativa, ·ossia, in fondo, pra– tica, tra soggetto e oggetto., tra forma e contenuto. Per ill Kant, c'è un mondo empirico, di «fenome– ;ni», che noi conosciamo e sistemiamo logiramcnte · e •scientJi.fioamente 'sinteti:zzandoli nei :Concetti di realtà· e causalità che dànno lo,ro valore di verità. In questo mondo di fatti vige la catena delle cause; e ~e cause hanno ·un significato ·solo nel mon<ilo fe– nomenico. Ma il pensiero è sempre libero di supe– rare la realtà limitata e determinata, ·e di spaziar nelle sfere ideali della pura ragione, formandosl la sua legge assoluta, il. su0i imperativo éategorico! Può -- dunque, deve, per obbedire alla propria legge. Si tratta soltanto di fissare u:q. rapporto, una sintesi etica, fra il regno ideale e libero e il mondo delle cause empiriche, pe•r assicurare al primo . il trionfo della legge morale. · Ebbene, questfl, sintesi etica, ossia pratica, di pen– siero e azione, è non solamente · possibile, ma ne– cessaria: deve essere! Si tratta d'imprimere una '{I,· ~1.aiità i de aie !],ll-' azione nostra, çhe pur obbedisce, iii.. quanto impulso èd atto, a· cause empiriche. La « prassi ,,. di_ Marx è tutta qui, nel criterio roman– tko kantiano; ciò chei porta il marxismo a collo– carsi contro Hegel come contro il mditerialismo e 'a sintetizzarli. L'universalità del pensiero, il suo « Più avanti! " può imprimere una finalità morale' e religiosa al- 1' atto materiale, subo•rdinandolo quale mezzo alla libera, volontà. Cosi l'universale si re.alizza nel par– ticolare, l'idea si concreta, e il f.enomeno si fa sto– ria. L'infinito, la libertà, ·oio, non sono, ma si fanno, perchè si -vogliono. Bisogna volerli! Questo è il fon- damento dell'etica kantiana. . Gli epigol).i di Kant: Fichte, Schelling;, Hegel, vide– ro chè nella filosofia del maestro rimaneva il' duali– smo tra fenomeno e idea, fra causalità dei fatti e li– bertà dello spirito : e vollero colmarlo, riass'Jrbendo tutto nel pensiero. Ma uccisero la ragion pratica,,che vive, appunto, di quel d_ualismo (1). n « ritmo dialet– tico n del Marx non è quello di Hegel, ma è questo di Kant: la tragfca d.ntinomia. fra spirito e natura, onde balzan fuori i valori mora:Ii,. perchè la libertà ~ idealità del volere morale si s:yiluppa: proprio nella (1) Nota per i lettori filosofi: Secondo me, il duaJismo di Kant non impedisce una soluzione monistioa ultima. del pro– blema. del!l'es,sere.,totale, perchè l'universa.lità del pensiero tende a coincidere <:<>n l'oggettività ,assoluta dell'essere, avendo anche il 'fenomeno una. ragione numerica, non sperimenta.bile nei li– miti empirici del conoscere, m,a, pensa.bile e necesse.ria. Però, quest.o mondo uno e -assoluto non è più nè soggettivo, come vuole l'idealismo, nè oggettivo, nel senso pel materialismo: ma.ncando l'opposizione e la. relativizur.zione dei termini, vengon meno a.noh'eesi, ohe hanno un valore \li oonc,ittj reciproci nell-a ajnte,ù opeMtiva del diveJJire. ' liotecaGino Bia'n"co 333 antitesi con la ferreità delle leggi naturali /econo– miche), e la sua liberazione -e rivoluzione si ,.attua p1oprio, criticamente, ne:l servirsene (e perciò nel c.onoscerle) subordinandole a un « ;E"iùavàriti! » che . ne infrange la-limitatezza e rompe la schiavitù del– l'uomo. Conclusione .. Dopo Kant, per colmare l'hiatus fra soggetto e oggetto, l'idealismo di nuovo riduce tutto a pura ragione, negando la realtà del fenomeno e il valore della scienza che lo studia; e il positivismo, vfoeversa, riduce tutto (anche il pensiero) a fenome– no e alle sue leggi deterministiche. Marx ed Engels, che in quei ferv.idi anni si trovaron proprio a ca– vallo fra il degenerante hegelismo e il nascente po– sitivismo in Germania, vollero, più o men consa– pevolmente (certo affrettitamente, perchè solleci– ìati da urgenze vive e pratiche), ristabilire la sin– tesi kantiana, alla quale è tempo anche per noi di ritornare. Vollero, éioè, per un verso scrutare e fer– mare le leggi empiriche che dominano la storia co– me fatto, -e che essi consistono nelle prevalenti ra– gioni economiche; ma voller anche assicurare alla. coscienza umana la facoltà - e quindi il dovere - di reagire sul determinismo economico, giovandosi criticamente delle sue stesse leggi e del loro effetto sulle classi" so~iali, per realizzare l'idea. Il « Capi– tale ·n ha significato politico (etico)' soltanto in sin· tesi col « Manifesto ». ADELCHI BARATONO. Il ·pròletariato e Ios ato inRussia Le conquil?te sociali del proletariato Gli eff~tti (dei quali abbiamo parlato nel prece.) dente articolo) (~) che la rivoluzione e la « nuova ,politica economica n hanno avuto nei rig_uardi delle cc,ndizioni delle classi lavoratrici in Russia, non sono, secondo la stampa ,ufficiale russa, il solo nè il più importante argomento per un esame e un giu– dizio obiettivo della situazione attuale di quel prole– tariato. Oltrechè dei salari, raddoppiati dal 1921 e in costan~ ascesa in conseguenza della nuova poli– tica e attualmente già supertori, relativamente, a ·quelli di altri paesi industriali (2), occorre tener conto delle conquiste sociali e morali fatte dalla clas– •se lavoratrice, alla quale esse assicurano una porzio– ne privilegiata in confronto di quella del proleta– riato dei paesi -capitalistici. I salari, osserva la Rus– sian Information and Review, del 7 luglio (3), sono integrati da provvedimenti di as~icurazione sociale posti a totale carico dei datori di lavoro, da i,t'tu– zioni educative e culturali per la cui spesa è fatto obbligo a tutte le imprese di contribuire in mis.ura proporzionale alla somma dei salari che essi paga– no; dalle provvidenze del « Codice del lavoro », che assicura agli operai, a mezzo dei loro Sindacati pro– fessionali, riconosciuti dalla legge, una protezione e un diretto controllo sulle condiz'oni di impi: g::i e di lavoro della mano d'opera in Ùna m'sura possibile solo. in uno « Stato.ope,raio ». E' appunto questa con– sapevolezza della posizione preminente della classe operaia ;nel regime attuale della Russia e della stes- (1) In Critica S ocialc del 1-15 settembre 1923. (2) Secondo iI Oorrespond.ern,blatt della. Confederatione del la.voro tedesca. del 22 settembre, i salari reali degli operai te– deschi sarebbeTo infatti diminuiti d-al luglio 1914 al 3 settembre di quest'anno a Berlino: per i metallurgici da O,70 pf. a 0,46 pf. all'ora; per i muratori d& 0,84 a 0,58; per i falegnami da. 0,70 a 0,41; per i sarti da. 0,70 a 0,38, eoo.; cioè, in genere, al diaotto del minimo di, esistenza.. (3) Labour in Buuia, 1923. I

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