Critica Sociale - XXXIII - n. 21 - 1-15 novembre 1923
' 'CRITICA. BOCIA.La perchè. pone n~ll'aut<;>coscien~a delle •classi, storiche J:a legge del loro divenire progressivo, for~ul:i,ndo– ne il riCmo dialettico per cui, date 1~ condizioni eco--· nÒmiche del formarsi d'una. coscienza· di .classe ~ fatto soggettivo, che è la causa· impellente (il biso-· gno) dell''aziqne (lotta di classe) -; questa coscien– za, non appena ha raggiunto la sua forma crit'ica ,- aiutata, appunto, dalla conoscenza delle leggi og– gettive - può reagire .e reagisce ·come c'ausa deter– minante su quelle condizioni economiche (a traver– so il fatto politico), precipitandone lo sviluppo. Cosi' si costituis,ce il ciclo tra forma di produzione e for– za produttiva (soggettiva, dunque) che ne sgorga, 'e, a sua volta, mòcti:fìca la forma. . , Adunque, anche per il Marx, la coscienza non è semplice specchio di realtà' esistenti fÙori di noi, essendoci o non essendoci la quale il mondo pro– cederebbe ugualmente e l'uomo sarebbe del pari spinto dalle circostanze ambienti : la coscienza è una energia pratica e critica, fattiva a traverso il conoscere, che del co·no-sceresi serve per modificare la realtà ambiente, rivoluzionandola, in w1 ciclo pe– renne di storia e uomo, dove la storia non è che l'esistenza di condizioni già prima poste e ora su, perate: «Marx.opera ,così l'articolazione della storia in una .serie di fasi, negate successivamenteJ dallo spon– taneo insorgere d' indomabili antitesi tra forze e forme di produzione. I termini di queste antitesi hanno nome di classi: classe dominata e classe do– minante·; e ogni classe è prima una forza e poi ~na forma di produzione, contro la, qual~ le novelle energie produttive, matura.tesi ner, suo seno, lottano per debellarla e sostituirvisi, instaurando una nuo~· va fase, un nuovo ordine, una nu'o:Vaforma econo– mica e sociale. Son dunque le classi che s'inséguo– no nel co-rso dell'eternità, accavallandosi l''una su l'altra, in una furia ebbra· di dissolvimento e d'im- · perio: co-si, del ritmo della ioro esistenza esse scan– disçono · il vivente poema della storia umana. Con– ceJ,z'ione grandiosa: alla quale I:a sensibile ispirazio– ne hegeliana non toglie la geniale e sintetic;i, · ori- ginalità ». · Tolgc queste righe dal più bril.lante assertore in Itali:'! del supposto hegelismo del _Marx: 'rullio Co, lucci, che ne scrisse undici. anni or sono su questa' Rivista, senza riuscire a suscitare l:a meritata· di. scùssione del problema. Il Coluc.ci, preme!,so. che nel Marx lo spirito e la finalità• socialista, precedono e non. seguono la sua «scienza», la quale dunqÙ:e non è che un mez'zo, ai fini' del comunismo, trova che tµtta la dottrina marxista, - è « una fecondazione he~ geliana de} socialismo ». · . Di fatti, si chiedeva il Colucci, quali le divergen- , ze fr,a Hegyl e Marx? balle Glqsse sui Feuerbach si rileva che H Marx accoglie.' la forma (dialettic~) del sistema hegeliano e soltanto ne rovescia il· conte 0 nuto, perchè per lui l'oggetto sul quale si esercita . il pro.cesso dialettico non è un'idea, ma un oggetto sensibile, un'esistenza che $'impone ·a noi da noi non creata. Però quest'oggetto sensibile non è dal M_arx materialisticamente intE;so come qualcosa di assoluto .ed imm_obile, clJ.e stia per· sè e sul quale .noi non si possa far nulla, .perchè appunto vien sot– toposto al nostro processo dialettico, che Io conosce per reagi.rv ;i (prassi sensitiva del fare e del co-no~ sce re). In parole più chiare, il ppsto .del M~rx rispetto ~Ila filosofia sarebbe il seguente. ,L'idealismo asso- BibliotecaGino Bjanco luto trasporta tutta .la rèaltà nel' pensiero, il quale non obbedisce che alla propria legge (la dialettica– della rrugione) e secondo questa crea .tutti i valori reali, compreso l'essere deli(? cose e dei fatti. Questo ,, indeterminismo » . colloca dunque nella coscienza la sola e unica ragione deJ divenire, ch'è poi 16 svi– luppo delle idee. Il materialismo, al contrario, pone la realtà negli oggetti sensibili, considerati come ~sterni, e d·ei quali anche le cause e leggi che_n~ re– golano il divenire sono indipendenti dal• nostro pen– siero. Fra questi oggetti siamo anche noi, per cui l'uomo e Ìa. società sono parimenti .determinati da cause e leggi che muovono il loro pensiero e la loro ·azione, in modo eteronomo•. Il conoscere non è che lt> specchio sogge,ttivo di queste realtà oggetti.ve ; ma la sola pratica phe se ne ·ricava è l'a.dattamento mi– gliore alla legge natµrale. ~ .Ora il Marx; osseirva il Colucci,' non è nè indeter– ~inista, nè determinista; nè idealista, nè materiali– sta:, ma l'una e l'altra cosa assieme, 'in quapto; pur riconoscendo la necessità (scientifica) delle. condi– zioni oggettive, attribuisce_ alia coscienza 13: capa– cità di fare, ossia di creare a sua volta nuove con– dizioni e realtà. Il Ma~ ha- due ·faccie:_ o; meglio, è sintesi di due atteggiamenti, quello oggettivo e m_aterialistico (che per Ii.li si traduce in scienza), f1 quello soggettivo e idealistico (che per lui si tra– duce in voiontà ,rirvoluzionante); l'aspetto economico (dico ioj e l'aspetto poHtico, egualmente necessarii a costituire il « marxismo ,,. L'osservazione è giusta. Se non che, cosi dicendo, anche l'interpretazione hegeliana di Marx precipita nell'assurdo:. un sistema hegeliano· a due faccie! Questa •dottrina, hegelianamente, sarebbe una cono traddizione. Come si può cÒncludère cheJ il Marx non si,a altro che un Hegel sbagliato.? · Un passo p~ù avanti. Intanto, io direi, che non -ci çlebban essere 'due punti di Vista, uno storico e uno critico, in contra– sto: la, giusta critica· d'una dottrina è la vè:ra sto– ria di ,essa. Sf\ ili Marx e l'Enge1s, proprtç· per fon– dare ùna prassi socialista, sentirono di dover capo– volgere il sistema hegeHano, è. un controsenso pen– sare che rimariesser hegel~im_i, se non per antitesi. Essi f11ro~o anti-hegeliani! combatteron cioè lo he– gelismo proprio in c'.iò çhe aveva di squii:jitarri.ente hegel'iano : nel' conae.tto panlogistico del1'assoluta realtà logica e discorsiva del divenire, il ,quale ri– portava tutto !',essere e la Moria sul medesimo pia– no, di uno svolgimento razionale dell' «io» puro, chE1sostiene benjssimo una_ spiegazione logici!, e coe– rente del mondo (una Inf\tafisica detl'essere)', ma non poteva appagare .la loro p_reminente esigenza pratica e_detica, la ricerca del fonqamento di una prassi ri– voluzionaria. Il Marx, ne4le stle « Note» (postume)· al libro deU'Eµgels sul Feuerbach, fu ben esplicito sul' grmere di filosofia ch'egli and,ava cercando. La ·filosofia_ di Hegèl è teoretica ,no)n pratica; pèrtanto. sistematrice e conservatricè. . . ' Ma l'Heigél, a sua volta, s'inserisce in una larga, grl;l,nd,i0sa corr,ente di pensiero-, che incd1I1it1cia col Lessing, e forma il romanticismo germanico, di C'Ui ampiaµiente è ViVifièato 'anche 'l'intel'lettualismo dì Hegel o di Herbart, come, del resto, tutto il pen– siero oontempo.raneo. Da~ Kant in poi, tutti i.« va– lori » del mondo - il bello come. l''utile, Ù buono con;ie il giusto ,e, il sacro,. e• la stessa, y,erità delle cose in quanto r~eltà accertata. e ragione logica
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