Critica Sociale - XXXIII - n. 19 - 1-15 ottobre 1923

CRIT!CA SOCULS ai socialisti quelle revisioni dottrinali e tattiche, che dif'flcilmente si compiono nei iperiodi .della buona for– tuna, e se impari agli avversarii di buona. fede la inanità delle illµsioni di cui sono essi stessi zimbello. Nulla, in verità, come la guerra ha dimostrato la im– potenza progressiva e la organica incapacità del capi– talismo a reggere la vita civile dei iPOPoli;nulla come il dopo-guerra ha documentato apoditticamente la no– biltà e la inevitabilità del socialismo riparatore, rico– struttore, salvatore .. Che l'Italia, anzi, che gran parte dell'Europa, in diversi modi e misure, secondo il .grado di evoluzione politica e sociale, abbia chiamato a ripa– rate le conseguenze disastrose della guerra gli esaltatori della guerra, ed eletto a medici i propri avvelenatori, è fenomeno non nuovo nella storia (• l'abisso invoca l'abisso »). ma che trova nella enormità della sua stessa aberrazione le garanzie di un risolvimento, anzi capo– volgimento di cose, tanto più prossimo, certo e definitivo. Noi non siamo affatto pessimisti come, ad esempio, l'ami– co Labriola, nè crediamo che nel frattempo il Partito socialista, -perla tormenta che lo travaglia, debba ridursi volontariamente in convento, diventando semplicemente un « partito di coltura » '(2). · Tanto meno crediamo - e del resto non vi crede neanche Baldesi - al )Preconizzato « Partito del La– voro », nel ,senso eciaplto ed incolore ohe si d à ordina– riamente a questo appellativo. Un « Partito ò.el Lavoro· », che non sia il Partito socialista dei lavoratori, o il Par– tito dei lavoratori che ò.iventa socialista, è una scemenza di ,prim'ordine, perchè o essò è in qualche modo già so– cialista (di un socialismo ... di seconda qualità) e sarebbe un duplicato inutile e ingombrante nei rapl)orti del Par– tito socialista politico; una causa o un pretooto di smem– bramenti e di conflitti interiori nef rapporti della orga– nizzazione economica; oppure è asociaiista o magari antisocialista (come lo desiderano gli avversarli) e di– venta il Partito dell'anti-lavoro, lo strumento più o meno inconsapevole degli sfruttatori e dei parassiti. Non esiste una politica del lavoro esclusivamente proietaria - nel senso gretto e limitatore del vocabolo - perchè gli inte– ressi delle cla,ssi ~ono colmi di interferenze, e ogni pro– blema sta in funzione di altri ,problemi, come le rispet– tive soluzioni; vi è so-ltanto - a un determinato, grado di evoluzipne delle masse - una politica più sem;plice, quindi più sentita e com-presa dai lavoratori (la difesa immediata e diretta - _vorremmo dire puramente mec– canica - dei salari i e degli orari i, ecc.) e una politica più vasta e complessa, perciò meno o non ancora da essi ·compresa e sentita, ma anche più d'ecislvamente ef'flcace,Jhe d~vranno in seguito -sentire e comprendere, se i lor conati non debbano riuscire ef'flmeri e vani. Scrivevamo a aue-sto proposito (ci si consenta una seconda autocitazione) nell'opuscolo ricordato,: , « Se è vero. Per la nostra dottrina. che oimi lotta poli– tica cela una lotta rii cla~s;i- e ,se I> vero P~~PnzialmPnte l'inverso - ne ris;11ltamat-ematicament.e che l'onranizza– zione difen~iva rlei l:woratori sul terreno eoononii<:ocon- . tiene nPCP-~s;ar:iR.mente il uroorio a-erme politico - oiù o m0no svilupnat,o,, uiù o meno -esnli<:ito.Più. o JTÌPnO· co– sci-ent.e'- e •che (tu mille volte dimostrato·) avellet:e da e$,sa miel i?erme è condannarla art 11na inr'tenrecabile sfPrili1à. La re~i,,tenza economica· dei lavoratori non è sc,ltAnto una e-retta mPccanic,i,. ìntes;a ,i,lJa immiirliata <lifP$a c!Pi salari! e <lell'li orarii e che ln ouesta imme– <li11tadif Psa esauri_sca il -suo còmuito. Essa è il pprnio 1~torno al rruale si mnov-e -· come 11n alone inscindi– b1l~ - t 1 1.1ttaun'at~_n•fera di m1P.~tionie rti a_gitazioni P_mm_entement~ pol~h.che - di .politica tributaria. di noli– t1ca interna. rii noht1ca sodale. rii uolitica commerciale e inlfrn.azi.nnaJe (rm~nto f17f~~1•_11.ltima cmutataz;nne fn,ç,ç~ fnnq,atame~.tP;prnfetic_a, 11li ultimi anni hn:n.nndimostralo a 1.ucemP;ritl1.n~.a_) - 11cm cmnPle!=<!<ò, abbrar.ciante tutti 1 rapnnrti clPe-h1ntPrPssi dPl lRvorn con l'attivitlt snPci– fica d~ll'? !=;tato,~el ParlAmPnti, dei nntni mnnicinali, ecc., ·SI riassume m una parola: ia. poiitica proietaria ». In coerenza a principii così ovvii, oombattPvamo già allora quel . « fregolismo », pel quale i socialisti; pas- ,(2).All~!li~mo _aun art icolo.di A. La!brioLa.che ·pubbliçlferèmo ,nel prossimo numero , BibliotecaGino Bianco sando dal Circolo alla Camera del La voro (oggi si dica pure alla Confederazione del Lavoro), avrebbe.ro 'dovuto spogliarei della loro veste ed anima politica, cqnsumare ogni sera sulla soglia il sacr1flcio di Origene delle loro convinzioni. Ma ciò è tutt'altra cosa dal pretendere che · le organizzazioni economiche diventino, esse, una ,sola cosa col Partito sociali-sta,, o, peggio ancora, una di-pen,– denza stretta ad ooso da un patto, fosse pure tacito, di vassallaggio pa,ssivo. « Noi saremmo infedeli - continuavamo .:... al nostro credo ,se non pensassimo che la politica proletaria, 1 quando sia sviluppata, verrà naturalmente. a •trovar I sulla ,stessa direttiva del sociali~r . .o-. Il conflitto quoti– diano fra capitale e lavoro esprime un conflitto perma– nente di clas,si - conflitto politico - il quale, come troverà nel socialismo le sue soluzioni estreme, cosi è nelle vie dei sociaiismo che pu<l trovare le soluzioni im- mediate e parziali... - • Ma dal fatto che una politica •proletaria e tenden– zialmente -socialista deve erompere fat.almente dallo svi– luppo cosciente dell'azione degli· operai organizzati nelle Camere del Lavoro e nelle Leghe similari, non deriva di necessità che dunque le Camere del Lavoro e le Leghe di resistenza debbano af'flggere sul fronte ~a professione di fede socialista, qQasi un monito ed uno spauracchio che ne allpntani gli: operai la cui coscienza è apoliti-ca, o sta nella zona intermedia in cui la coscienza politica del lavoTatore non è ancora coscienza socialista. Anzi, di necessità deriva il contrario. Se cotesta formazione di coscienza politica dev'essere il frutto dei fatti e della esperienza. zampillare dalle viscere della lotta combat– tuta, se dev'essere un punto d'arrivo, appunto perci<l non può essere un punto cLi partenza. Il sociali,smo, non deve trovarsi af'flsso sul 'frontone, bensi maturarsi nei penetrali... . • ... La pregiudiziale sociali-sta, incisa sui portoni della Camera di lavoro, non potrà che recare all'una o aÌl'altra (o a un poco di entrambe) di queste due conse– guenze. O la professione sociàlista sarà fatta da tutti leggermente, senza annettervi iII11Portanza,senza la pe– nosa conqutsta che caratterizza ogni fede - e avremo, nella· Camera del Lavoro, non l'esercito socialista, ma la mascherata socialista. (Questo è un po' avvenuto - ag11iungiamo O/l/li - nei periodo allegro deil'universale bolscevismo). O altrimen,ti, le Camere di Lavoro, che devono unire il -p1roletariato tutto quanto, farne una sola testa e un solo cuore, per conuerso io divideranno; esse dovranno ridurre il loro contingente di affiliati a una piccola porzione dell'attuale e di ·quello che promette a,d e,s-sel'imminente domani; acquLstando un'impronta quasi confessionale, perderanno il carattere generico al classe, che le fa essere istituti di 'Pubblica utilità e rap– presentanze popolari vere e proprie; autorizzeranno (non è forse qneno che, pur troi:mo, è Uià in parte accaduto?) l'esistenza e il riconoscimento, a pari stregua, di· altre 1 Camere del Lavoro, democ'ratiche, · moderate, bor11hesi, reii11iose (oh! il sindacalismo • popolare » e « fascista », intravveduto 11ià anora !), prome.tteriti auesto o quel pa– radiso nell'altra vita, come esse avrebbero assunto per ufficio di pr omettere un paradiso terrestre in quella vita fnti1ra r.he è la vita dei nostri ,figliuoli e dei nostri ne– poti; isti~uzioni, fatte per dirii:pere la ()onco-rrenz;i. frl!– lavoratori, creerebbero auesta concorrenza fra gruppi di lavoratori di diversa fede, e - quel ch'è peggio - la ore-anizzerebbero e la arme rebbero. Cosi fallirebbero alla loro missione spec ifl.ca ». Ma era anche 'Presa in considerazione la tendenza - dio! come il mondo si ripete! - a creare il Partito c'hiuiso, il Partito di sola coltura, il Partito (direbbe il Ba1d,esi) « di un uomo e di un foglio » : « E', comune· a tutti i militanti e a tutti i credenti in aualche cosa la pericolosa tendenza di stringersi in sette d! chiudere i-1 varco agli eterodossi. di fare dei camrpt d! lotta l'?ro. destinati altrett9:nti rifugi di contPmpla– z10ne e d1 r1po-so. Nei Circoli, nelle Federazioni che non _dovrebbero essere ,se non gli ,spalti, dietro cui rac– cogliere le forze per muovere a fecondatrici e ordinate ,scorrerie, anche molti socialisti vedono volentieri il campo chiuso, dove, con poca fatica, si predica ai con– vinti e si acauistano spalline senza colpo ferire. Questa politica di .convento è però Tovinosa. I credenti gli ·, animosi, organizzati a partito, possono essére· le a'.van– gnar~ie di . nn' movimento. i suscitatori, gli esplo– ratori, le gmde - m11 il movimento pooolare ha bisogno dP~la !11assa. che. diff/,cilmente si rinchiude nelte stret– (me d1._un_ catechism.o._ E ntro le cer chie murate, anando 1 v11rch1s1an_osbarrati e sprecln.so il cimento .auotidia no delle. v:i;ste p,ronagande, la .c Lottrina stessa. intristis .ce e le •1?ege-1?r1 murte deRli umani eg.oismi. copron0 ,pr,esi.o. Il r1go,gl_10 _degli_entusiasmi battaglieri. Alla redenzione 1 proletaria 11isoc1a,Usmopuò dar tutto: la mèta e 1 mezzi•• I '

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