Critica Sociale - XXXIII - n. 19 - 1-15 ottobre 1923

CRITICA IOCIALK 293 quanto più si- fanno esperti, e consapevoli, diventano ,idee; il Socialismo è un complesso di idee, che ri,specchia come meglio sa, e purifica e potenzia quegli interessi; li potenzia sopratutto· uniiflcandoli, adeguandoli sempre. stanze in cui ·viené presentato e in cui deve oo.~ere at- . tuatò, pùò servire, appunto, a -,speg-here i brut_[lli odt di fazione. Un programma pratico serve nello stesso tempo a noi per definirci ed orientarci. Oggi un tale Pr.ogra111ma può essere formato ,sulle indicazioni accen- . nate ·dal Weiss -'- che vanno, naturalmente, ben pre– cisate - e merita di raccogliere tutte 1e nostre forze e può contare sulle immancabili simpatie ~i chi non ha il cuore ancora morto alle speranze dell'avvenìre.- Deflnir,sì cosi è rinnovarsi, ringiovanire, guardare in– nanzi; è •spingere le· ma,sse del Lavoro - comunque organizzate - a salire un nuovo scalino, è dare m·ag– gio:r consistenza e ,saldezza allo «.spirito proletario ». Il processo al,passato non ha valore se non ·serve di inse– gnamento : se· pure non vogliamo- rinunciare a vivere nella storia, contentandoci di ,sçriverla per quelli che verranno. GINO BALDESI. Sindacato-e Partito Socialista (Ad illustramone e ia ,parziale conferma· dell'articolo che precede). ' meglio all'interesse superiore collettivo, ·a quello dei pro– gressi della civiltà. Le due cose sono dunque virtual– mente una cosa, con la differenza fra ciò che è e ciò che diviene; due cose che tendono ad incontrarsi ed a fondersi. Naturalmente, l'idea corregge _la visione degli interessi, e la cura pratica degli interessi tempera e cor– regge l'idea. Come in tutte le cose della vita, la sintesi, che precorre, è seIIIpre ,soggetta a qualche revisione ..Se il Partito, cioè l'idea, si separa dagli interessi 'o se affetta di ignorarli e, peggio, di infischiarsene, diventa uno ,sterile vaniloquio d'i filosofanti. Se l'organizza,:ione, cjoè gli interessi, rinuncia alla luce dell'idea, essa di– venta cieca ver de,flnizione. Il Partito, deve avere il ma,ssimo riguardo .per gli interessi anche immedi.atf, per le -1oro.esigenze quotidiane·, per le stes,se debolezze e manchevolezze che queste ,presentano, perchè il prole– tariato è quello che è, 'I)ur dovendo diventare quello che sarà, ed è ridicolo, assu!'do, ·criminale di volergli in- , La questione dei ,rapporti fra Confederazioné del La- • voro e Partito o Partiti Socialisti, delle loro divergenze o convergenze:, ,delle divel\Se o ·collimanti tattiche, della rìspettiva ,autonomi'a o subordinazione o coordinazione, ecc., minaccia di diventare interminabile. Pubhlicammo ancora tuttavia - dopo quelli di Weisis, di Schreider, di Zibordi -' l'ar'ticolo, inserito qui sopra, di Gino Bai desi, che lumeggia qualche punto di discussione rima,sto finora nell'ombra. Ma ricusi-amo- di ravvisare nel dibattito l'importanza . che gli danno i politici •del quarto d'ora che fugge (non allµdiam0, beninteso, ai nostri •collaborato-ri) e sowa– tutto 'di vedervi una qua:l,siasi novità. Di relativamente nuovo (-perchè la· reazione involutiva non ,toccò mai, nei ,P•aesiche pretendevan9- a civili, Ù gra,do, e le forme odiose della attuale in Italia), di relativamente nuo·vo c'è la paralisi in cui è momentaneamente costretto ogni movimento; ideale o materiale, '<li emancipazione· delle masse, come ogni altra espres,sione di civiltà e di pro– gresso politico. Questa è· questione più ampia, che av– volge e incide tutte le altre : ma quella trattata dal Bal– desi, per ciò che ha di sostanziale e di specifico, si p,:esentè ,quasi identica· agli :inizii del partito e po– tremmo ricordare innumerevoli articoli ed opuscoli, anche nostri, che hanno il tortò .di essere vecchi e perciò dimenticati, che la ,svisceraronp in tutti i sensi, e le cui conclùsioni, tacitamente accettate, divennero e rimàsero, per trent'anni, patrimonio comune e « pacLfico » {[). Oggi il fa,scismo, che, ha tutte le virtù, ebbe· anche <ruella di ricondurti, per questa materia, indietro di tren– t'anni (per altre materie ci ricaccia indietro di secoli) risollev~mdo all'onore, non della storia, ma della cro– naca, argomenti deiflnitivamen.te superati, sepolti ed in– fraciditi. Il •cataclisma 'di cronaca nera, che ci delizia da qualohe ànnci, disorientò molta gente e diede a pa-. recchi la mentalità (chiamiamola così ,per eufemismo-I) dei leggendarii polli di Renzo, che si beccano e leticano fra. loro, per non poter beccare, in quella posizione incomoda, ia mano· che lt stringe. Quello che, a pro{PO•sito del nostro tffilla, si può consi– derare come dogma, è quanto segue. La org1anizzazione proletaria •dì -classe rappresenta interessi - interessi di cla,sse, ben s'intende, e non di categoria; anzi, che as– sorbono ed eliminano· i contrasti di categoria, che nuo- . cerebbero ama 'Classe -; ìnteressf, i quali, nl}turalmente, (1) Citiàmo fra il -molti: -Le Leghe àii re,i.ten= e il Partito sociali.1,a. (Critica SociaCe, 1902), torneo di scritti di Turati, Treves, Bonomi, ,Cassola, oon ·.conclusioni di Turati, nel quale la tesi della, neéee&&ria,non a~liticità. - che significherebbe nulfamo,ed a,nohe peggio~ ma autonomia, delle Leghe di re•i– stenza (oggi si direbbe della, Confederazione del I.a.voro) rispetto al Partito Socia.lista.; nell'interesse reciprooo di entrambi i mo.– vimenti, , è ol!i~;~ta in m2d<1 !'!lllllri•mto e (a nostro avviso) i;lefìnjtive, · - HotecaGino Bianco. sufflare una specie di scienza infusa che, non generata in -esso da1la 'J)ropria esperienza, sarebbe un ap,plcclca– ticcio senza forza e senza vita: Di qui una serie di con- trasti, di incomprensioni, che via via si ~liminano, per successivi adattamenti reciproci, i quali non si teoriz– zano, tanto meno si monosillabizzano, ma che si fanno. •*• Nell'opuscolo che abbiamo testè citato; noi scrivevamo a questo )Proposito - sono- già 22 anni, e non troviamo nulla da mutare - ,fra l'altro queste _parole: « Tra .politica ptolet'a1ia ,e Socialismo - sia pur quella, come noi pensiamo, del sociaUsmo tendenziale - vi iJ almeno la differenza che passa tra ciò che diviene .e ciò che è già divenuto, tra l'evoluzione che si fa e l'eV'O– luzione compiuta. Sulla terra alla quale aderiamo,' nel presente -dicui respiriamo l'aria .vitale - lasciando anche noi, come Arrigo Heine, il· cielo agli angeli e alle pas– sere, -ele profezie ai profeti - noi non possiamo esigere dalla a't.tual-emassa proletaria, per difenderla e perchè . si difenda, una dottrina precisa sullo Stato futuro, la quale è pure elemento integrante della fede sòcialista - che -si chiama fede socialista appurito· per questo, che, per quanto le sue previsioni siano induttivamente fon– date, non sono suscettibili di controllo attuale e di posi– tiva sperimentazione. Questa fede, se ha un valore, lo ha in quanro i fatti le daranno una spontanea conferma, -e il movimento operaio conv,ergerà a quella meta irresi– stibilmente, non già quando venga assunta come una preqiudizia!e del movimento. E, per quanto la nostra convinzione, che 1o sbocco finale dovrà essere quello, sia J\ondata ,e sia salda; fra cotesta nostra ipotesi dottri– nale e la realtà vivente del movimento operaio, noi non esitiamo ad accordare a quest'ultimo la. preponderanza decisiva che la vita reale ha e deve avere sulle semplici idee. Se dovessimo sceqliere fra la dottrina ed il movi– mento proletario, fra !a teoria ed ,il fatto che pensiamo debba cresi11W.rla, è per quest'ultimo che opteremmo senza tit-uba,nz,a - poichè. noi possiamo errare, esso.= •. Le difficoltà degli adattamenti reciproci, cui allude– vamo, naturalmente diventano maggiol'i in momenti, come l'attuala, di crisi economie-a e politica, di perse– cuzioni brutali, di connivenze codarde, di paure epide– miche e di rinuncie ~oatte, che del resto colpiscono egualmente - in ciò il Baldesi ha ragioni da vendere - le idee e gli .interessi, pe,rchè tendono a distruggere -ugualmente tutto-il movimento di massa, a ben~flzio di tutti i frodatori e di tutti gli -usurai. In tal oaso bi 0 ogna attendere pazientemente che le crisi -si ri,solvano, che le foUie criminali e le infatuazioni balorde si attenuino a l)OCOa {Poco.-sotto i coJpi - d'altronde immancabili - dell'esperienza e della delusione. Conviene allora sol– tanto tener vive tutte le fiammelle ·ideali, per non dover faticare a riattizzarle quando potrann6 ridiventare falò, e man~enere quanto più è iIJOSsibile la sa!dèzza dei quadri, anche ridotti apparentemente poco più che a cornici, che si riempiranno di nuovo - anehe. esube– rantemente I - al primo alito di resil)iscenza e di ritor– nante civiltà. Nè questo teml'o è perd_uto, se con':;°e~ta

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