Critica Sociale - XXXIII - n. 19 - 1-15 ottobre 1923
Cl\lTIOA. IOCt.ALI !91 nelle forme delh!ssolutismo lai plutocraz·ia im– pe,ria indisturbata e riverita silenziosamente. Ma la concentrazione plutoC'!I'aticadegli interessi con– servatori, abbracciando spazio illlimitato per le Sl\e operaajoni, non tollera pastoie e imbarazzi di pic:coli centri. Essa è reazionaria, ma decisa– mente. unii.aria; mussoliniana ed antifascista. Il. localismo le fa orro-re; è· tempo anche d,i solle– vn·rsi dalla compromissione dei metodi della vio– tenza, 'U.navolta che. questii.hanno raggrnnLo l ob– biettivo della· -rovina sindacale, ,cooperaliva e politica. del p·roletariatci. Essa non ·è lontana dal propugnare la riconciliazione universale, a suo profitto. Liibe.rt-à per Lutti e rinunzia del p.roleta– ,riato a Sffi"Virs~ delia sua. T•esi da contemplare, speoialmen'.te da quelli che Teputano le libertà si generino le une dalle altre e tutte si suppon– gano e si sostengano a vicenda, straociando le ca:utele m13,lthus iane.A d ogni modo, sembra pro– babile ohe quella s.ia la fo.rmula della concentra– zione che sosterr à lo Stato contro il partito .. ~e elezioni generali daranno la mfoura es.atta della capacità della formoJa stessa. ,n Governo sarà tra l'intransigeinz,a del partito e 11 'eclettismo• della conoentrazione. Decidendosi per quest'ultima, darà allora il vero colpo doois-ivoal partito, poi– chè ne limiterà ed abbio&cer"àl'influenza parla– mentare nell'eter0:geneo dellla coalizione e susci– terà le risse più fiere per l'esiguità •del nume;ro clegli eletti in ,oonfronto di quel1i che si sentono vocati. ·• Così un p,rOICesso inesorabile di s,etezione e di trasd'o·:rmazionea,vviene nel fascismo. Lo, Stat,o re. cnpera la Stia s.ignoria, ris,oattandos.i daHa limi– Laz·ioneparticolarista del .pa:rLito. · ,E del partito l'elemento-massa si' porrà alla deriva della rnasSt. della concentrazione, e l'eilemento-individualita si troverà davanti alle· ipotesi più estreme, no,n escludendo, per quelli che al f.asoismo,hanno por- , tato gene,ro,se illusioni di emanoi'pazione dalle v,ecchie signorie parlamentari-plutocratiche, il loro passaggio alla opposizione sovversiva. Molti dei ueti medii, quasi tutti i -combatt enti, molti fa– scisti si sentiranno soffocare nelle angust.ie di una concentrazione clerico-finanziar ia, intrepi da .a s,pogliarè ~o Stato dei suo-i servizii, a ch'iudere le scuole pubbliche, a scaricare di tasse -i riochi per caricarne i poveri ..: Allora molti diranno tra-· s,è e sè: « Ah! non pèr questo!. .. ». Ma la prem essa 'ineso,rabile di ~utto, ciò, per il beine e p.er il male che essa contiene, è la fine deYloSl.a to-pa rtit.o. Questo fine è l'obbiettivo del– la guerra tra i fascisti. Per noi l'esito della guer- 1·aè segnato dalJa necessità deHe cose, superiore alla volontà degli uomini. Lo Stato-partito è con– dannato. E' Lecito raJllegrarsene, ma sen~a illu– dersi che la normalità costituzionale, che lo se– guirà immediatamente, sia per essere .un eliso di> ·gio-ie per le classi lav,o,ratricL CLAUDIO TREVES- Ci userebb~ grande cortesia chi, non tenendo a conservare la raccolta deUa Critica, ci volesse rimandare il NUMERO 2 (16-31 gennaio) del- ·z·anno corrente. - LA ·DIREZIONE (Portici -Galleria; 23), Per rinnovarsi Lo scri.tto di Franz Weiss, compareo· nel n. 17 della. Critica, e accresciuto, più che diminuito, dalla s:fro-n– datura del glossatore, avrà indotto molti compagni a rilìettere. Certe verità, apparentemente semplici o sem– plicistiche, investono problemi complessi. • ~embra un paradosso - dice il Weiss - ma è un fatto innegabile che oggi un libellista reazionario qualunque, agli sti– pendi del capitale, è più intinto di spirito proletario che non fosse Marx •. Da questa affermazione - che è paradossale solo ver la citazione del _grande di Tre– viri - spuntano deduzioni più vaste. « Spirito proletario » dice il Wei.ss, non • spirito SO· cialiista •, perchè per lui - e per me - questo • spirito proletario , , vago ed impreciso come tutte le cose larga– mente diffuse, vale oggi - quale determinante dei fatti sociali - russai più di ogni affermazione 116tratta fatta da un uomo o da un foglio, qualunque sia il valore del foglio o dell'uomo. Per Babeuf o per Blanqui, come per i moderni loro seguaci devoti del « colpo di spalla • - come per il Mussolini della vecchia e della nuova maniera - un uomo ed un foglio potevano essere suffi– cienti; ma, per chi crede che il mondo dell'economia - e quindi della politica - debba essere rivoluzionato per via di mutamenti progressivi, occorre ben altro. Quello spirito proletario di cui parla il Weiss non è, in fondo, ,se non la elevazione della moiti.tudine dei lavoratori da plebe a classe; è la manifestazione e affermazione dell'istinto proletario, il quale non è che istinto virtual– mente sociali&ta, sia che si annunzi confusamente con la puerile affermazione egualitaria di Babeuf, sia che palesi la sua maturazione col riconoscimento, dapprima embrionale, poi, via via, più c!hiaro, e cosciente, del fenomeno economico della lobta fra le classi. Si è pariato molto - !orse troppo - in questi mesi, delle diveree (cinque o sei?) sconfttte del proletariato: non dobbiamo però !limenticare, anche in questi tristi momenti, le sue vittorie. Certo, .poichè perdura ancora lo sfruttamenio capitalistico, il proletariato non ha mai riportato vittoria completa; ma, se si• guarda a quello che la vita sociale era un secolo fa e 1a si paragona con quella d'oggi; se si guarda specialmente alle forme iniziali di lotta contro il capitalismo (da· Ludd alla Comune di Pari,gi) e a quelle d'-0ggi; non v'ha dubbio che le vittorie non sono poche, principalissima quella che il lavoratore ha ,ripòrtato sopra sè stesso, acqui– stando una cosci.enza nuova, mutando e perfezionando sempre i. suoi metodi di lotta, trasferendo la sua oppo– sizione al presente regime dal campo puramente astratto delle idee a quello concreto dei fenomeni della produ– zione e della distribuzione. In questo senso - nel sens·o di dare al lavoratore non solo la convinzione generica, ma la documentazione che egli è truffato di parte delle sue fatiche per effetto di uno speciale sistema economico - il Socialismo ha com– piuto universalmente la sua opera. Il negro, che rap– presentava gli operai dell'Africa del Sud .alla Confe– renzadel Lavoro a Ginevra, dimostrava, pur senza essere socialista, di aver acquistato quella convinzione quanto il più fervente marxista europep. Per acquistare questa coscienza, le masse lav oratrici ha nno dovuto compiere un faticoso cammino, lasciando.si dietro innumerevoli vittime, dagli impiccati per la ri volta contro le mac– chine, ai fucilati per la conquista del diritto di sciopero. Sarebbe enorme errore voler tornare ora ai metodi iniziali, solo perchè una burrll6ca poliiica h·a segnato un punto di arresto. Bisogna che il Socialismo abbia qualcosa di nuovo da dire e da <fare, se vuole essere di aiuto al proletariato per un altro passo innanzi (e in questo sta il suo rinnovamento}: conviene, cioè, che viva dei bisogni del Lavoro e di questi bisogni si faccia interprete, senza irrigidimenti dottrinari, più propri di una setta che di un partito di masse. Appunto qui ci è .sembrato che lo scritto del Weiss sia incompleto: in quanto dimentica che quella massa, • in\.inta di spirito proletario •, ha trovato nel Sindacato lo strumento per la sua politica particolare, mentre il Partito - quello • unitario • - mm ha saputo ancora trovare la via di una politica generale, su cui possa innestarsi la politica Pll!licolare delle organizzazioni.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy