Critica Sociale - XXXIII - n. 19 - 1-15 ottobre 1923

. •' CRITICA IOèIALJi ----=---;,;..._---'--~-~--- ' si trova, addebitando alla famiglia mezzadrile ·1à metà del va}ore del bestiame. AUa uscita dal po– dere il mezzadro deve lasc iare la st essa quantità di paglia e foraggi, le stesse macch.ne, il bes1iame da lavoro nello stesso, numero di capi, della stessa ,razza, dello stes~o p·eso, della stessa età: la diffe– renza che importi variazione, in più o in meno, del valore, è calcolata a vantaggio o a carico del mezzadro; e altrettanto avviene per il bestiame da allevamento .. Le spese ,per semi e. per concimi sono divise a. metà. Le imposte sono a carico del proprietario. Le tasse di assicurazione contro i· danni dell'incendio ai. fabbricati sono a carico del proprietario; sono divise per metà quelle per l'assicurazione delle 'scor– te e dei prodotti contrò l'incendio e contro la gran– dine. L'assicurazione contro gli infortuni è obbliga– toria_ e viene pagata per metà dai iroprietari. Tutti i lavori che si eseguiscono sul podere sono a carico del mezzadro. Solo per la trebbiatura il pro• prietario paga la metà del: carbone e il noleggio della trebbiatrice. l boschi sono riservati al proprietario;. ma il mez– zadro deve averne cura e avrà in compenso il di– ritto di prelevare tanta legna quanta gliene occorre per la. famiglia, Tutti i prodotti vengono· divisi a metà. :\ contratto di mezzadria può durare alcuni anni. I piccoli ar,imtali ricevono il podere cop tutto il capitale che c'è sopra e pagano al proprietario un canone fisso annuo. Forma di contratto molto di– soussa e poco apprezzata, in quanto si è notato che il picco1'o affittuale spossa il terreno cercando di ca– varne il massimo vantaggio possibile per sè pr.mc1. di uscire dal podere, senza essere in alcun modo interessato o obbligato a curarne la buona tenuta ed il miglioramento .E'' questo il motivo per cui in Francia non si accolgono favorevolmente le nostre richieste di terreni in affitto; giacchè i pi;-oprietari francesi non si rendono ragione del diverso . carat– tere del nostro contratto· d'affitto, il quale rappre– senta l'unione del proprietario di .terr~ni coll'im– prenditore industriale che investe sull'azienda as– sunta a conduzione i forti capitali occorrenti, assu- .endo i relativi rischi. Occorrerebbe perciò svolgere - -~na attiva propaganJia ira i proprietari francesi per · far conoscere questo nostro corttratto d'affitto e farlo apprezzare: da noi un tale contratto ha fa– vorito l'investimento di capitali nelle az·ende agra– rie e il miglioramento dell'agricoltura. Lo stesso può avvenire. in Francia per opera di industriali italiani, i quali possono non essere disposti a com· prar terreni, e possono invece avere interesse ad investire temporaneamente i loro capitali in azien– de francesi assunte in affitto, purchè si t.ratti di locazioni a non breve scadenza e purchè ci sia un equo compenso per i miglioramenti apportati, o sotto forma di una di minuz ione di cànone proporzionata alla importanza çl.ei lavori di miglioramento e alla necessità loro, o sotto forma di indennizzo alla ffne della locazione. . Infine si presenta possibile, facile e, in molti casi, conveniente l'acquisto di aziende, specialmente là dove, reso difficile, per la rarefazione della mano d'opera, l'esercizio dell'agricoltura (tanto da indu_r– re parecchi agricoltori ad allontanarsi dai campi). ne è, .naturalm'ente, derivata una svalut:tzione di , terreni, •che. possono pertanto acquistarsi a buon prezzo. L'acquisto spess~ voJte viene pattuito, come si dice, a canceilo chiuso;- cioè con tutte le scorte e con tutto il capitale che si trova nell'azienda ac– quistata net momento del contratto : qualche volta si ~ndono, insieme· col resto. •pe:sino i· monili di lioteca Gino.Bianco Considerazioni sui diversi contratti, Pensiamo che non ci sia da attend':!rsi grandi b&– nefìci per lenire la nostra disoccupazione dalla emi– grazione di lavora.tori agricoli italiani chi! vogliano essere assunti come garzoni o come avventizi. La mano d'opera avventizia è infatti ricercata e occu– pata solo per alcuni mesi dell'anno, nei periodi di massima intensità ·di lavoro, come la iaccolta del foraggio; e sono proprio i periodi nei quali anche da· noi c'è più attiva la richiesta di lavoratori, e la disoccupazione è, quindi, molto minore o non c'è affatto. La ·mano d'opera resta pertanto, in quei mesi, più volentieri in Italia, anche perchè i salari a ora ctu, si offrono in Francia sono veramente poco allettanti. Tuttavia crediamo che, sopratutto per i lavori dei vigneti, i lavoratori avventizi italiani po– trebbe'ro trovare un certo collocamento•: sp cial– mente i siciliani (che conoscono bene la viticoltura in .terreni non freschi, come sono spesso anche i terreni a vigna della Francia), benchè sia da la– mentarsi che tali lavoratori siano dai Francesi me– no apprezzati di quello che essi meritano. Più facile sembra a noi che si presenti la emigra– zione di famiglie italiane per essere assunte con contratto di mezzadria. L'azienda agraria più dif– fusa in Francia è quella che ha l'ampiezza variabile dai 20 ai 40 ettari: e son queste per cui si- richie– dono famiglie di mezzadri, m: ntre le altre più pic– cole sono condotte da piccoli proprietari. Molte fa– miglie, numerose, di braccianti; molte famiglie di piccoli coltivato1i della collina e della montagna possono trovare in Franc'a collo:amento in aziende ·che, bene lavorate,. compensano in conveniente mi– sura la famiglia del lavoratore. Tu'.to sta a scrgEei. re bene le aziende e a collocare le famiglie feguendo rigorosamentè il criterio della loro attitudine oltre èhe della proporzione fra il numero dei 1010 com-· ponenti e la superficie del podere. Ma di questo par– leremo più avanti. Il contratto d'affitto, l'abbiamo già· detto, è poco apprezzato; ma noi crediamo fermamente che - so– pratutto per aziende vàste/e non divise in mezzadrie o malamente divise (ce n'è tante di queste ultime!), il contratto di affitto, com'è praticato d_a noi, potrà presto essere introdotto e largamente diffuso. E' questione semplicemente. - come abbiamo detto - di farlo conoscere. D'altra parte gli affittuali riten– gono che non è assolutamente possibile prati– care in Francia sistemi di agricoltura intensiva, e, nell'assumere colà un'azienda in affitto, essi non pensano a portarvi mano d'opera italiana. Qui si apre invece, secondo noi, una via buonaper la emi: grazione italiana. Il lavoratore solo, senza mezzi com'è, non può andare a concludere molto, se no~ nel caso che egli trovi proprietari intraprendenti disposti ad anticipargli tutto quello che gli _occ?rre per vivere e per coltivare la terra. ,n cap1tahsta, dal canto suo, non può creare in Francia una ~m– presa agraria redditizia, senza mano d'opera ita– liana che copra il vuoto costituito dalla scarsità della mano d'opera agricola francese. L'unione di capitalisti e di lavoratori italiani può risolvere,• nell'interesse dell'una e dell'altra parte, il problema: gli uni investono il loro capitale su aziende assunte in affitto o acquistate; gli altri - o come avventizi. o come obbligati, o come mez– zadri, secondo i car<ittPri delle aziende e secondo le ahitudini dei lavoratori - vanno dietro ai prim con la· loro forza di lavoro. Quanto all'acquisto di terreni, esso - ripetiamo - si presenta assai facile. Assai facile-i ma non sem_– prè conveniente.· Bisogna stare in gamb1; - perche l'organizzazione del mercato di terre in Francia fte– 'IÌut<1,da notai, ·da med·iatotj, da agenzie) è _tale che. un agricoltore H quale si presenti cori la ferma de-

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