Critica Sociale - XXXIII - n. 19 - 1-15 ottobre 1923

CRI'l,'ICA!OCIAL8 ' ve,rse date, la proporzione! fra la popolazione delle campagne e la· popolazione totale di Francia: nel 1846 la popolazione agr-icola raggiungev-a il 75,58 % 1856 • •. 72,70 % • 1866 »- » • » , • 69,5 % » 1876 (senza tener conto della perdita del- • l'Alsazia e della Lorena) la po- polazione agricola raggiungeva • 67,6 % » .1886la popolazione agrioola r.aggiungeva » 64,1 % • 1896 • .• • 60,9 % » 1906 • • » » » 57,9 % » 1911 la 'proporzione era scesa . a circa il 45-47 %~ Poi è venuta la guerra. E la guerra ha determi– nato perdite e spostamenti che in alcune zone di Francia hanno ridotto la popolazione agricola in misura· tale da costringere molti _proprietari ad abbandonare in tutto o in parte la coltivazion~ delle loro campagne. I terreni en friche - incolti - van-. no aumentando con rapida progressione; zon_eprima destinate al seminativo (coltura dei cereali alternata con ·prati di leguminose) vanno cosi trasformandosi in prati naturali o in pascoli, secondo, la magg:ore o minore fertilità del terreno. Basti dire che nel- 1' Alta Garonna (è sempre il Risler che riferisce e noi possediamo dati raccolti sul posto che confer- · mano quanto egli scrive), in un breve periodo di 5 anni, la popolazione è diminuita, in certi Comuni, fino del 50 per ,i:ento. E la stessa s·paventosa ridu– zione si nota anche nei Dipartimenti del Rhòne, deUa Sarthe, del Dròme, della Senna Inferiore, del– l'Eure. Diminuzione che colpisce proprio le cam– pagne, giacchè è stato notato che essa si ·verifica nelle parti ,eccentriche dei Comuni, nelle zone lon– tane dai' centri di agglomeramento: la zona cen– trale dei Comuni, il borgo, conserva assai spesso, superg\ù, fa stessa densità di. popolazione. La con– serva a scapito appunto della campagna, in quanto attrae - coll'esercizio del piccolo commercio e delle industrie - gli elementi più intraprendenti,_ più amanti del nuovo, della. maggior intensità di vita e possibilità di iniziative che offrono i centri po– polosi. Il rarefarsi dell:c).popolazione agricola rende fa– cile alle famiglie di semplici lavoratori, che prima prestavano il loro lavoro come garzoni o come sar lariati avventizi, di diventare diretti ·coltivatori, o come piccoli proprietari, o come J}'l.ezzadri, o come piocoli affittuali. Si nota pertanto .una rid1,1.zionedi garzoni e di salariati, che mette fo serio imbarazzo i propriètari di grandi campagne.. Nel 1892, 'su . 6.663.000 Francesi che esercitava:iio comunque la pro– fessione di agricoltori, il 54.1 per cento era di di– retti coltivatori, il resto - 45.9· per cento - era: di garzoni e di salariati. Dl'l.l 1890 al 1900 iÌ numero dei coltivatori diretti era aumentato di quasi' il 50 per cento, e in questi anni decorsi dal 1900 'cì.eve es$ere aumentato in proporzione ancora maggiore. Queste poche cifre che abbiamo riportate danno 1m'idea esatta - crediamo - della· situazione della Francia. in materia di· popolazione agricola. Tutta l'agl'icoltura ne risente. I proprietari rimediano co– me possono con l'.uso de'ne macchine agricole,. SO- . pratutto per la raccolta: non c'è' azienda che non abbia un'abbondante collezione di macchine Tanto che nel 1882 il Tisserand - valente agronou'io e di~ r,ettore generale dell'agricoltura - poteva dichia– rarsi non preoccupato della diminuzione già avve– nuta nella popolazione agricola e di queila che poteva prevedersi, perchè la . meccanica agraria av:rebbe supplito benissimo, contribuendo a disc'pli– nare meglio e a rendère più produttivo il lavoro della popolazio~e rimasta. Ma si arriva a un punto in cui la diminuzione di mano d'opera rende pro– blematico lo. stesso ·funzionamento delle 'macchine; e la Francia è oggi in questa situazibne. · Per cui non c'è davanti agli agricnltori francesi che· una soluzione: chiamare mano d'opera: dal- ' BibliotecaGino Bianco l'estero. In Fr·ancia vanno lavoratori ~pagnoli., sviz– .zeri, anche pdlacchi. Ultimamente sono cominciati ad andarvi anche lavoratori'· a$ricoli_ italiani, spe– cialmente delle montagne piemontesi. Ma la .emi– grazione nostra - dobbiamo· pur rilevarlo - manca di una organizzazione, sì che essa è scarsa e può esporre gli emigrati a delusioni e. a danni che si possono benissimo e si debbono evitare con una di– sciplina dell'assunzione e della distribuzione de!Th ·mano d'opera e con l'adozione di -criteri razionali. I lav,oratori -ri:chiesti • I ç&ntratti •agrari. Gli ag1icoltori francesi richiedono lavoratori di diverse .categorie. Chi ,ha aziende vaste (relativa.– menlie vaste, giacchè in Francia le aziende agrarie hanno una superficie che raramente supera i 200 ettari)' cerca garzoni ·e ·1avoratori avventizi. Ai garzoni si fanno i patti che riportjamo dal modul·o di domanda di mano d'opera agrìcola ita– liana emesso dalla Confédiration Natio11ale dP,s As~ sociations Agricoles du Sud-Ouest, con •sede a 1'olosa. . ' • Gli uomini saranno assunti per un anno. Essi saranno per « tutto il giorno a disposizione del proprietario o del suo rap– « presentante per tutti i Lavori dà esegu.ire nell'azienda. Gli ·• acquisti e le vendite saranno ordinati dal proprietario. • Le donne, le fanciulle e i ragazzi focenti parte della fa. • miglia del garzone saranno pagati a giorn~ta, con un ,salario !« uguale a quello che si dà• ai layoratori fr,ancesi della·· stessa « categoria, alloggiati nell' azi-enda; essi devono offrire i-1loro « Lavoro di preferenza al proprietario. · • Nei giorJ:!i di festa, _si.dovrà fare la pulizia e.fornire il fo. '« raggio _al bestiame; e i'll caso ,;l'urgenza dovuta a perioolo o « a scoppio di temporale, i garzoni - ·se il proprietario lo « richiede - dovranno compiere, in via eccezmnale, 'i lavori ,« necessari a conse'r-v{l,re 1 i raccolti, pr-incipalmeQte nei momenti .« della· fienagione e. della, raccolta dei cereali, conservando però « il diritto alla :libertà necessaria per assistere a.lìe funzioni « religiose. , • I compensi p'er annata saranno i seguenti: Danaro, fran- ·« chi ......... (·non meno di 2100); vino, litri ......... (non me110 «-di 500). Di più: terra sufficiente ·per 'l'approvvigionamento '• della famiglia e del bestiame di bassa corte per un anno; uh « orto; la metà dei guadagni pro.venien~i dall'allevamento del 1 1 « bestiame dii bassa corte (mai-ali, oche, anitre, galline, faraone, « ova) ; legna per casa. » ' · / Si aggiungono poi delle condiziop:i pa~icolari chè :variano da azienda ad azienda; spesso si..da u,na gr._a– •tificazième agli uomini ,e ane donne in base ai ri- lsultati dell'annata. . · l Ai lavoratori avventizi si assegna un ·s~_aiio per '.ora, cqn obbligo fino a; dieci ore, di lavoro (da· frai:1- lchi 1,20 a 2 per ora, secondo i luoghi ed .i lavori), •;Più r'alloggio gratuito. L'·anno scorso _:: per attr.~rre· unano d'ope,ra estera senza le lul).gaggini. delle. ·pra~ /tiche personali - Si p~nsò nel Su4-0vest di'Fra-ricia f(non sappiamo se anche. al~rov:e) di ·ass.umere rriano d'opera a gruppi, con contratti collettivi,: e cQn de-, .tèrminazione de.I salatjo_ p_er ogni _ora.· I' j~yò'ratori sarebbero andati a Tolosa e da Tolosa distril:Ìuiti' • nei Comuni ·dove 'la ·mano d'opera era 'i-iéhiesta. Ogni fyfunicipi~ ;i.vrebbe o'spitato 'i lavoratori ùon ancora assunti .da agricoltori, pròvvedendo ad éssì ·. vi~to e alloggio gratuitamente e utili.zzandoli intantò. .pe_r i lavori· stradali., ·nena sicura pr_evisione·. che tutti yerrel!bero presto assunti. Ma là iniziativa·nori' ' ebbe attuazione. · · · · · · ·· Il compenso ai' lavoratori avvem.tizt può ahche .. es– sere dato in danaro e in natura,· ·sotto·· forina di ·alimenti, càlcolandosi il prezzo del vitto nella mì~. sura di 5 franchi al giorno: .Se il Salario· è tu.tfo in· danaro, i lavoratori hanno ìI diritto di' costituire· gruppì per provvedere i-risieme alla cortfezione-··degli: alimenti: ·u~o·. di ~ssi, a turno, ·ha p'erciò"il' diritto di essere esbnèrato dal 'lavoro di ·campagna nellé'· , · ore in· cui deve accudire' alle operazioni di cucina,}'.~-- 11 pagamento dei salari in ·da.n'aro si effettua alleli fine di_ ogni mese. · Ai mezzadri le· cori.dizioni che sr offrono sono ·Ie segùenti. Il pròprieta#o· èonsègna, ·u. poderé ,con·:tut• to il :capitaJè•'(be5tfam.é, tiiaicèhine· é scotte}: ·ctté,;ii'

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