Critica Sociale - XXXIII - n.18 - 16-30 settembre 1923

CtU'ftcA SoCtAt'i E'. una dialettica, la sua, j:la «.sofista•» eUénico de]– l'età aurea; piena di estetica e .di sorpre~e. Sèntfrlo,. o · lezgerjo, è un vero. cli.J"Ctto _.'dello ,spirito, come viaggiare per luoghi dove aspetti sempre nuovi e vari si -offrono al passeggero. Sel).onchè, questi nobili diletti del1'intel– lelligenza son propri dei tempi riposati e nò-rmali; e le epoche tormentate come la nostra richiedono verità più sean,plici e umane, -e una, -eomprerusione più umile• <!!ella realtà delle .cose, che è anche la r-ealtà di mille e mille anime ma_rtoriate e percosse. *** Fin dallo ,scorso novembre vi fu alcuno lira noi che, senza consigliare nè incitare nè plaudire ài « contatti » (diamo ali vocabolo il suo significato- 'più ampio) fra or– ganizzatori e Governo, ma semplioement.e « constatando » uno stato di fatto, o « prevedendo » una necessità, diceva che la organizzazione, pe·l fatto solo di vivere nella vita delle cose anzichè nel regno delie idee pure, ·avrebbe do-· vuto venire a contatto .con chi reggeva Ìe sorti del Paes,e entro cui essa vive; chiunque fosse questo·«. chi »; e che era ingiusto ed ingeneroso trattar da arrivisti o da rè– missivi coloro che a (I'l.lesticontatti si ·piegavano, perc.hè essi lo fa.cevano non per sè ma per le masse- o~ganiz- . zate; e d'alt.ronde, se tra loro poteva e,sservi l'impaziente di sali.re. ,,forse che tra i nostri non può esserv,i iL di.spe– rato ... d'esser disceso., .colui che ha una psicologia di « roi en exile », e cri,de caduto il mondo e in po-lver,e l'universo per-ehè «egli» è cad·qto e morde la polve•re? E 'diceva, o pensava, che era assai megli,o ·prevederlo e prepararvisi, che non (come le cento volte aveva fatt"o il proletariato, infantilmente discorde fra la sua co– scienza e la sua realtà, fra i suoi atteggiamenti e i suoi atti) ripudiarne con orrore anche la sola ipotesi, prote– stare con fiera indignazione contro la sola. possibjlità, :salvo poi in fa.tto aver la umiliazione ·di doverlo fare e _di farJ.o: umiliazione che appunto diventa tale sopratutto · o' soltanto quand,o e perchè è stata preceduta 'dà quet" tali atteggiamenti di ·disdegno-sa fierezza. ,çhe poi, attraverso a questi contatti, abilmente con– dotti (non, ahimè, con la diplomazia usata da altri, in casi che restarono memorabili) e affiancati e a\'.yalorati da un oongruo atteggiamento del Partito, potesse ve– ~nirne una più o meno feconda appJi.cazione di quel tale metodo riformista· (to'I guarda chi si rivedei)° che in altri tempi ci insegnava a seomporrè i fenomeni comples,si nei loro elementi, a· penetrarli, ad avvantaggiarsi delle diversità e delle diver.gerrze di concezioni ·e cli interessi dei blocchi avversari, a· non metterli, col semplicione semplicismo intra11Sigente,, tutt.i in un fascio, ma a -eo,in– prenderli per superarli-, questo io- non oserei dire .. " Non lo· so»: .ma non lo esclU-dO.E. la nòstra t,attica doveva essere, fin da pripcipio, quella così felicemente formu– lata nelle recenti riunioni co11fe-derali dal Buozzi: non ipotecar.e l'avvenire. Jl Partito-, per cento ragioni psicologiche e politiche che è inutile elencare e di cui io intendo e in gran parte riconosco tutto il peso e il valore; per .suggestione ,anche· di altri elementi, a noi estranei, che si ,stringono intorno a questo nostro nucleo unico Vivo, sia che vaghèggino una -concorde battaglia dei, superstiti per la Libertà (e q:ui è facile cadern in uno d\ quegli errori che certe ana– logie stari.che solo apparenti· e pur tanto i_nganne:voli approntano a chi non ,guarda al fondo), sia che so,gnino la castagna di una sue.cessione; che noi, gatto poco- ac– corto, dovremmo cavare, scottandoci le zampe per loro; dal fuoco della situazione fascista; il ParJ.ito, di-Co,segui quasi meccanicamehte più ancora che deliberataménte' la linea dt una " opposizione»· politi.ca , a cui le circo– stanze· e gli .atti .stessi ,del regime dominante lo traevano e lo ·còstringevano. · . li Governo ,fascista (nvero, non sol-oi-n'alcuni suoi 'atti sembra go_dersi di essere e di apparire - .come disse l'on. Gonzales alla Camera - " inutilmente crudele» e q:uasi -di:rar pompa e v·anto della sua fei;oce ·poten;a, BibliotecaGino Bianco ma nella ,sua azione generale, là dove pm si palesa la J,otta di classe., nellà politica finanziarja, nella politi.e-a scolastica, par gloriarsi e pavoneggiarsi di esse11e il Go– ·verno dei sign&ri cqntro la povera gente. Nessuno ·può' nasconderselo, e. ne:.Ssuno pcltrebbe pensare phe il Par 0 tito so-eial,hstanon levasse contro a q°'esta politica la sua· criti-ea e la .sua ideale opposizione. · · · Delle forme, d,ell' « a:nimus » con cui è fatta, si potrà più o meno discutere, ma l'opposizione· non è evitabile e ogni assenso anche pa,ssivo, ànche tacito, è inammis– sibile. - E, -se riconosci questo, di che :ti.-duoli? e che sug– gerisci·? Ora cercherò di ,spiegarmi. La situàzione attuale ha somiglianz'e con 'quella -che torturava_ il Pa,rtito socia– lista in tempo di guerra. Uno stato •di " necessità » du– ramente lo stringeva; e gli avversari, da una parte, e 1~ masse oppresse é desiderose della pace, dall'altra, 'gli chiedevano, gli uni, di dire cose che erano contro la sua co;;cienza, le altre, di fare operé, anzi miracoli, che erano fuori della sua possibilità. 1nche oggi i' mille e rnUle che guardano a noi,, e noi nwdesimi, ogni volta che ci guardiamo di dentro-, sen– tiamo ·1a·tragicità di questa so.rte, d'esser pure costretti a pensare; a parlare, ad agire, sotto il peso di .una forza, d1 'una fatalità, di 1,1nq,situazione, che, nori sol6 toglie. gran p"arte di libertà, :ma toglie il pregio <).el1asincerit4 a qualunque cosa diciamo o. facciamo. ·come- avviene .a chi è in condizione di vinto, che è sempre sospettato di , parlare per. ira o· per viltà, piuttosto che per convin– zione.,·noi- se -cr~tichiamo siamo accii&ati di preconcetto, e se assentiamo o tacciamo siamo tenuti per opportu– nisti. ~ no.stri .stessi che @i seguono, le masse, disperse, . abbattute, ,divise,- diviso ognuno de' suoi componenti, ~ntro sè anedesimol - fra la r-c1ibbia ct:ellE;! offese patite, e il bi,sogno di ,pace, se siamo trop·po fieri pensano che facciamo vana provoèazionè-, 'se siamo remissivi si ro-– ,c:1-ono,mute, ,come di un'uLt{ma resa, dell'inutile resa d·ella dbgnjtà e dell'onore. ·E si lagn-ano- di cìi!Ì.che sia' o sembri -dedizione, come &i dolgono di ogni .cosa che au:menti. ed attizzi, l'ffffensiv,a e al1ontani una tregua. Andate .a ch\edere a quest'anima collettiva, sbaragliata · e sconvolt!)., una logica, una coerenza, un' «unità» di coscienza e dii voleri! • . Chiedete (quante volte: lo dice·mmo durante la guerra!) lo,gica e dirittura di pensiero e di azione a•chi è legato . mani e piedi da una « necessità » che lo travolge, e g,li vieta la; libertà·_ pr!Jsuppooto primissimo -di.ogni atto~ morale, che non sw di: strettissimo doin/4nio ed uso i.n- terioq·e ! • · · . · . Com'è alduÒ il eo~portarsi in tali frangenti•,: e il: con– ·temperare l'impulso dell'animo individuale con là co– scienza ,di -doveri CQl'Lettivi,e .le urgenze del _presente con le ipotetiché utilità del domani! Ora ecco ci0' c).i è\li anzittatto mi clo1go: che coloro che hanno uni). funzione che dà. loro maggior Jibertà e minori responsabilità, non tengano conto clej1a sitUlJ,·· zione dr coloro - ç1mici, com))agnj, fratelli nost.ri di sofferen~e e ,di b_a:ttàglie- ·che, pÒrtando maggior· caFico di « cura -di anime » e cli corpi, hanno maggi0.ri : respon– sabilità e quindi minor libertà. Chi risponde s0)0 di -sè può compiere i\ _gesto fiero, altero, nobile, che .scuote gl-i-animi e muove l'ammi-. razione soprattutto -di coloro, che non ;si sentono di imi– tarlo. -CoJoro (e son parecchi) che, in questa tragic~- oxa • storica, ,si son fatti una: evi-clenti'ssima, socrattcca, o. stò.foa « psicologi•a di suicidi », .per disgusto cli quel che av– viene e per diisperazio!)e di un. risorgere d1 civiltà; e pénsano, so-J.o ·- J;JresUpJ;Jonen<lò .Sefnato il 'pr@pri-0de– ·stipo in.dìv:iduale. e di .pariito - a /« finir bene,, e a salvar: l'onore e la -c@sc~enza,de,vono avere, oltre· a questo, un àlt:ro -eroismo.: quello· di co:mwenderè la con– dizione cli·nitri· - uomini o entit'à - a.i quali è vie.tatù r .

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