Critica Sociale - XXXIII - n.18 - 16-30 settembre 1923
!!!86 CIUTICA .. seélALI eone, in Hobbes; in Locke, in David Hume, in Adamo Smith e in altri minori, come lo Shaftesbury e l'Hutche– son. Ma esso raggiunge la sua fo.rmulazione più_inci.siva ·e sistematica nella triade, Bentham, •Stuart Mill, Spencer e, ,specie -più che in tutti, nel Mill. ,Per comprendere bene di che ,si tratta, sarà utile ·pre– mctiere alcune delucidazioni. Filoso,fla morale è quella disciplina, la quale, in un primo tempo, consiglia agli uom•ini di seguire una certa condotta, motivando questi suoi consigli più o meno ampiaJnente. In un secondo tempo, logicamente traspor- 1atavi, la ,filosofia morale .studia la condotta ·umana, ana. lizzandola nei suoi vari coefficienti, motivi, -impulsi, flnal.ità, ,sviluppi, va.lori, antitesi, e via dicendo. La lfllosofla morale antica, greca e romana, comincia appunto col suggerire agli uomini una condotta via via sem.pre più spirituale ed umana. Da ~ocr_ate in poi, at– t.raver,so i Cinici, i Cirenaici, Platone, Aristotele, gli Ji:Pi– curei, .gli Stoici, gli stessi Scettici, .i Neoplat.onici, ai qua.li sono da aggiungel'e i PMri della Chiesa, che svol– sero azione parallela al Neoplatonismo, noi pos,siamo seguire passo pa,sso questo processo cli sempre ma-ggiore spiritualizzazione ed umanitarismo. Questo processo sbocca alla .fine, e precisamente nel 5° secolo •dopo !Cristo, e ,cioè -dopo, mille anrii dal suo inizio, in una grandiosa questione teorica: la questione dell'origine del Male. · In aJtri termini, era accaduto questo. La filosofia mo– rale, a forza di -predicare agli uomini la necessità di essere un po' meno. bestiali, meno egoi,st( meno- crudeJi verso· i propri simili, aveva talmente <perduto di vista . il proprio punto di partenza (cioè la constatazione del– l'esistenza, negli uomini, di quelle tristi tendenze) che oosa cominci-ava a stupirsi del perchè gli uomini fossero di solito, e quasi a -ciò naturalmente portati, di senti– menti tutt'altro che elevati ed altruhstici. Ciò diede ori– gine a tutta .una serie di questioni. Il grande teorico di questo « problema del Male " ~u S. · 'Agostino .. E' nota la sua ,soluzione. L'uomo, secondo, lui, è' dive.nùto cat– tivo, perchè · Adamo, disobbedendo al. ·s·fanore, guastò per· sempre la natura umana, cangiandola da buona .in peccaminos:;t (teoria del pe ccafo o riginale). Ne segue che virtù e santità non fanno alf.ro che reintegrare la na– tura umana, restituendole- il suo- già perduto bene. Cosa non facile -0el re,sto, tanto è vero che la sola buona vo– lontà non basta a ciò, o, meglio, basta solo in quanto- e quando vi -concorrano circ(}stanze, ·in.terne ed esterne, favorevoli (teoria della grazia). Questa è, per sommi• capi, la ·concezione che si può chiamare spiritualistica·, e che tiene ancora· oggi trion– falmente il campo, sia n·eua fo·rma tradizionale e clas– sica della morale « cri,stiana », sia nella fo·rma etero– clossa dello spiritualismo· laico (di ,Kant, per esempio). Ma la cQncezione spiritualistica, nonostante 'n suo inegabile ,carattere nobile: ed elevato, è manchevole. in pratica ed in teoria. In prati{)a, perchè, inculcando negli uomini il disprezzo di tutto ciò che è « inferiore , ' nell'animo e nelle azioni, ,perde: di vista, purtroppo, quanto vi è di " superiore » in que,sta sfera dell'infe– riore, generando in tal modo danni immensi, imperocchè è proprio questa sfera -dell'inferiore che occupa la parte maggiore della vita umana. Si !finisce cosi, per amore di un d superiorissimo " relativamente insigni– ficante, di perdere un « superiore » minore di grado, ma: di assai più effettiva e reale importanza. · 'In parole povere, l'igiene, la laboriosità, il risparmio, la puntualità, la ·libertà politica, la conoscenza dei fenomeni fisici, non hanno certo- la nobiltà della reli– gione, ·della carità, dell'ascetismo, della .teologia, ma co.stituiscono, a loro- volta, una notevole superiorità sulla .spo·rcizia, sulla. pigrizia, sulla negligenza, sulla imprevidenza, sull'asservimento, sulla insufficienza te– cni-ca, fenomeni, che storicamente e logicamente noi trovammo associati al massimo rigoglio- e dominio del'lo spiritualismo, (cattolicismo medioevale). In teoria, poi, lo spiritualismo capovolge la 'rèaltà l· Imperocchè, che cosa signilflca questo. ,suo stupirsi dellii. peccaminosità dell'uman · genere? Non è assai più ra– gionevole stupirsi, .se. mai, come l'uomo, cosi fonda– mentalment.e ei:i abitualmente gauden.t.e e(i egoista, •dia, quando meno tu ·te l'aspetti, così vivi bagliori di su– pe11amento, vuoi della sua natura godereccia, vuoi del suo i.stinto brutalmente egoistico? Troppo lungo sareb– be ade,sso il parlare per est.eso della rea1,Jone màte– rialisiica allo spiritualismo, chè ci sarebbe da fare i BibliotecaGirio Bianco conti con tutta la .scienza e .filo-sodìla,da Bacone e Ga– lileo ad oggi. Ci limi1iamo· a dire che in questa rea.– zione l'Utilitarismo inglese occupa -un posto, teorica.– mente parlando, as,sai notevole. Il punto· d\ partenza dell'utìlitarismo è la circostan– za, ammessa del resto anche dallo spiritualismo estre– mo, che· la -tendenza a.l .godimento ed al vantaggio proprio costituisce la vera natura dell'uomo-. A sua volta l'utilitarismo è anche disposto ad ammett-ere, che di quanto la condotta umana si allontana fla questa sua «naturalezza», ·d'altrettanto· es,so ci guadagna in nobiltà mo-rale. Quindi per l'uno e per l'altro verso non ci sarebbe nessuna discordanza vera fra. l'utilita1 ismo e lo spirituali6mo. Viceversa la discordanza. appare nei seguenti fatti, -· In primo luogo l'Utilitarismo non .copre cli rovente, biasimo la condotta moralmente, 'inferiore dell'uomo, come fa lo spiritualismo, ma ne fa l'anaJisi s·lne ira et studio, scoprendo, fra l'altro,. questo-: {)he alcune fra le virtù più feconde di bene, come la temperanza, la parsimonia, la laboriosità, la nettezza appartengono– alla sfera di quella mora1ità che, perchè non- ha nulla di brillante e di ,sublime, non appare, alle pure con– cezioni spirituali.stiche, degna di esaltazione. Ma ciò che distingue nel modo, più netto il materia– lismo· o utilitarismo dallo spiritualismo è questo, c'he• dove lo spiritualismo _si preoccupa del « problema del Male "· l'utilitarismo 1Si preoccupa invece del « pro– blema ciel Bene.». Perchè gli uomini peccano, si chiede lo, ,spiritualista stupito,, quando invece· è ev.idente· che il· suo vero bene è la virtù, -e il ,suo bene supremo è Dio? Perchè, si chiede al {)Òntrario l'utilitarista, l'uo– mo ·così spesso rinnega volutamente il proprio piacere e.a il ,prop1io vantaggio, quando- tutta la logica della sua natura lo porta invece irresistibilmente verso :hl piacere e verso il vantaggio- proprio? Come si spiega cotesta vera e propria « anarchia? » Appun·to nella speciale e speoilfìca spiegazione del ;, problema del Be– ne », oltrecçhè ·nello ste,sso ·fatto e modo di porre il probleina, sta. tutta l'essenza' dell'utilitarisi:no. •Vedia- - molo all'opera. ."Anomalie», edoni-st.icamente ed utilitari.sticamente parlando, non possono intanto ,chiamarsi, evidentes. mente, quelle virtù, le guali -..::... ,come· per esempio la laboriosità,· la parsimonia, )a· temperanza - sono, è vero-, cosi a prima vista, aella più stridente antitesi col " piacei.e », Ima {)he a -guardar più dappresso si rivelano invece come àvehti per unico -fine: ancora il piacere stesso, .nel senso che· esse -éi impongono la. ri– mmcia ad un .dato piacere sollo per goderne uno più gran;Cle o· -per. fug,gire una pena maggiore del piacere che si perde. · · - « Anomali » non possono- neppure dirsi tutte quelle azioni « !Virtuose », che vengono compiute per timore di castigo, di qualunque natura questo sia, che ci- leda nella persona o negli interessi o solo, nel nostro amor proprio, che sia una sanzione· legale·· o soltanto una censura morale. In tutti questi casi non si fa· ai:icora altro, che nnunciare ad un !Piacere per evitare ·una pena maggiore d-i esso. " Anomati » infine 'non .possono· dirsi neppure quelle azioni, che l'individuo compie in favore non tanto ·ct1 sè qu~nto deli'°\i.ggregato umano, !famiglia, gruppo, fazione, tribù, città, popolo·, Stato, al quale egli appar- . tiene. Ivi è .manifesto 'che, se egli opera in ta.J gujsa, egli op era anch~· per sè in quanto, più -o meno stretta men.te ed ovviamtmte, la sua esistenza e la sua for– tuna sono legate alla esistenza. -ed aùla fortuna di .tale pjccola o grande collettivitfu ! Fin qui tutto va bene. H difficile- viene ora. Riman– gono infatti t-re cla,ss~ di azioni, che costituiscono la rocc-aforte dello spi·z:JtualisIQ.oe a ,prop.os.ito.delle qua– li l'utilitarismo morde, in certo qual modo,' nel ferro. Queste cla.ssi di azioni sono: l'ide1_3,1ismo. morale, l'a– more del prossimo, la _passione del bello e deL vero. si noti bene"che qui non si tratta di raccomàndazioni, ma _ di fatti. Voglio dire, che, .se i filosOÌfl,ed i fondato•ri ct i religioni· hanno raccomandato. con: tanto éà1ore e for- , t.una. queste tre specie di azioni,. -essi non ie hanno purtto- inventate, come si inventa una macchina o' un procedimento tecnico, Ma tali azioni véngono e ven– nero ,-sempre praticate, anche indipendei:itemente da ogni dottrina religi06e. o sistema morale· .. .Le ari:omentazioni dell'utilitarismo_ per· spiegare P.do,
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