Critica Sociale - XXXIII - n. 17 - 1-15 settembre 1923
CfUTIC,!\· S9CIALE ' Qui non si vuol tessere- nè una necrologia tutta lau- datoria, cioè bug-iarda, come sono per definizione le necrologie, nè una biografia. nè .una dlf-esa di quell'ul– timo periodo della sua vita in cui ai militanti del socia: Jtsmo ch'egli aveva abbandonato :-' più ai:icora che_a1 Ji;tvoratori - apparve come un deciso _e~11hg~o ne!l11co: ma senza -entrare in sì penoso e d1ffic1le gmd1z10, s1 vuol tracciar-e alcune linee, s_egnare alcune note di quella sua figura e di quella sua vita, che furono indnbbia– mente · ricchissime di int,eres,se e che presentarono aspetti, in Italia sopratutto, eccezionalissimi e rari. *** Nulla è più lntere.ssant-e. in certo se-nso, specialmente a chi viene dai ceti colti. del v,eder da vicino un auto– didatta, studiarne la formazione, saggiarne la consi– stenza, sceverare in lui l'assimilato dal fondamentale, il mal digerito dal bene assimilalo, l'abborracciato dal bene stratificato, la vanità frettol9sa ,e impaziente dalla sana e fondata coscienza: di sè, la illusione di tutto sap,ere dalla consapevolezza di tutto quel che rimane a impa– rare, la fanciullesca smania di far subito pompa -di ciò che si sa dalla accorta vigile « economia • nello spen– dere lo scibile acquistato; e tutte le altre cose inevitabili, virtù e difetti, incantevoli attrattive e insopportabili man– chevolezze, proprie di qua5i tutti .gli autodidatti, e che sono • croce -e delizia • al cuore di chi ha che fare con loro. Ebbene, chi conobbe Alfredo Bertest ed ebbe anche solo occasione di avvicinarlç:>negli anni in cui più vergine· e original,e èra J'a sua figura~ non poteva a m-eno di sen– tirsi attratto, prima ancora che, da una profonda sim– patia, da una vivissima « curiosità• per quel tipo raro ed em1nente di uomo .u salito dal. nulla-», che non ave:va niente nè del solito autodidatta intellettuallzzato e pre– dicatorio, nè del consuetQ « parvénu •, e nemmeno del– l'arricchito, anche intelligente e di buon gusto. Semolice e casalingo neJJ"aspetto e nel _tratto, scrupolosamente lindo e corretto nell'abito, ma modesto e alieno-da certe forme di vistosa eleganza a cui si attaccano cosi volen– tieri i risaliti, con un viso largo ed aperto, di tratti popolareschi ma non grossolani, illuminato da due occhi grlgio-azzùrri qual! non ci avvenne ·mai di vedere, così vivi di furberia, di onestà, e di bontà tutt'ad un tempo (vi si leggeva v~ramente quel passo del suo testamento in ,cui dice ai nipoti che la maggiore delle abilità è • quella di esserP. onesti»), egli aveva serb,ato nel mu– tamento. ,della. fortuna le sue caratteristiche fondamen– tali. Era di un materiale solido, compatto, a cui non si appiccicano intonachi e vernici. · La nobiltà.nativa dell'operaio povero che si eleva, con l'ingegno e oon l'attività, e si fa strada nel mondo, non , avea ceduto il posto in lui a qi;ella volgarità cosl fre– quente nel proletario quando è diventato ricco e può dire « il pallrone -sono me». La istruzione tesoreggiata con letture e studi irregolari, egli la amministrava sa– pientemente, ~enza metterla in mostra, senza usarne a sproposito. Scriveva con limpida efficacia, • argomen– tando• ,con straordinario vigore e ragionando ed espo– nend·o cnn ca.Jore e con sentimento. Nella sua Carpi aveva fondato e alimentato con sacrifici anche ma.teriali liln giornaletto, «Luce», tra i più antichi della nostra stampa socialista, e fra i migliori per semolice, preciso, perspicuo spirito socialista, e per intenti nobilmente civi- . li2zatori. I suoi articoli di propaganda e di -educazione, . le ~ue polemiche con ,gli avver.sari lpcali - moderati e prP.ti - potrebbero servir• di· esempio -e rivi vere ottinia– mP.nte, sopratutto. in questo periodo iri cui, all'interno e all'esterno, il movimento socialista si ritrova ad .avere situazioni, Qisogni, battaglie tanto analoghe a quelle· di 30 anni sono. · ' Di Bertesi propagandista orale converrebbe' parlare appositamente, per studiarlo in rapporto alla sua na– tura, che univa u-na mirabile facoltà raziocinativa e ,una fervida sentimentalità umana, e in rapporto a quel suo difett.o congenito elle lo r_endevaquasi ·afono. Molte volt~, collegando le que. cose, pensavamo, se Bertesi avssse avuto v·oce pie·n:a e sonora, ·qual òratore sarebbe dive– nuto. Si sarebbe abbandònato all'enfasi declamatoria o sarebbe rimasto ·nel limite in cui ii fervore è forza' di sincerità e non devia in artificio rettorico? 'Senza dubbio, la deficitmza dello strumento che è ri– chiesto per l'oratoria dei comiz i, o anche solo _ pur·in ambiente raccolto - . per un' elòquen.za ·a tinte vive, espres_sa dalla, voce . va_ria,· che s'alza· ·e colorisce,: •gli· tornò iu t11ntomaggiore ricc~ezia cl'i vità: Jrtte,ri-or~. Come' BibliotecaGino.Bianco· --~-------__,_ _________ avviene ai ciechi, che sviluppano l'udito e gli altri sensi, cosi in lui la impossib!lità di parlare a voce alta, che diveiita così facilmente declamazio ne tribunizi a e de– magogica. uareva avergli acujto e concentra.lo in inas– simo g-rado le facoltà superiori della rifles$lone, della meditazione, del raziocinio, la vigile squi-sitezza della coscienza e della responsabilità. , • Questa vitalità intima. che non poteva esalarsi in fra.si sonore, accumulata t.rabo<ocava poi nella attivit.à · feb– brile, nella parola misurata ma energica, in una instan– càbile versatilità e quasi mutabilità àpparente di pen– samenti' e di argomenti, 13otto ,I quali rimaneva sempre un saldo fllo conduttore: e - quanto alla vita affettiva - nello sgua!Xlo pronto alla giocondità e a.lla commozione, nel sorriso espans!vo ,e buono. nella cordiale « comuni– càtività • di tutto il suo essere. Se in ciò - in questa disposizione dell'animo a sentir i uomo e fratello fra gli uomini - è la prima radice J}Si– chica del socialista, pochi l'ebbero così profonda e viva come Bert-esi. Pochi ilentirono più di lui la « simpatia» umana, quell'interessamento sollecito per i propri si– mili, che µelle am.icizie diventava affettuosità capace delle generosità più d,elicate, ma che si e_stendeva a tutti, noti ed Ignoti, individui e folle: che nella attività pri– vata diventa « beneficenza », e nella pubblica diventa « soctalismo •· E Berlesi ebbe l'una e l'altra e' innestò hene ·1~ seconda sulla prima, diventandò, nella cittadina dove crebbe e salì in fortuna e divenne il perno di un piccolo mondo; l'uomo amato personalmente e l'esp°: nente politico, e il benefattore e l'araldo e capo d1 • masse, ftnchè, trasformandosi la -situazione>e declinando in -lui l'attività politica, prevalse· il «patrono», il capo di un « entourage», il dispensiere -di un, potere perso– nale e ristretto, più che l'interprete e il rappresentante di un potere collettivo di moltitudini. ••• Ma sopratutto io mi ero proposto. di lumeggiare qui un aspetto di Alfredo Bertesi, particolarmente Interes– sante per la critica 'Socialista, e. unico (o press'a poco) in Italia. · , , Mente ricca· d'intelletto acuto, pronto, pratico, realiz– zatore: mente ragionatrice e calcolatrice in sommo grado, unito a ciò un cuore pieno di sentimentalità viva, spon– tanea, impulsiva perfino talvolta. (Molti ricorderanno che, undici anni fa, in ,pieno Congresso,. egli si levò piangendo e aridò a porsi· accanto a Bissolati che stava . per essere espulso. ,solo perch.è que,sti. aveva accennato, con quella sua fredda ,e serena amarezza, che forse pochi o nessuno l'avrebbe seguito, per opportunità elettorali. Non si dice con ciò che Berlesi non condividesse a un di presso mo)te idee di Bissolati: ma quell'atto, quel gesto, fu cosl: improvviso, generosq. cavalleresco). Ora bisogna considerare .insieme questi due elementi - l'intelligenza positiva e il' cuore esuberante - per comprendere Alfredo Berlesi socialista di metallo puris– simo nei. suoi inizi, che automaticrument~. involontaria• mente, arricchisce, e tutta vi~ rimané socialista, « vuol·» rimanere socialista. rimane od è persuaso dì rimanere, a modo suo. fino all'ultimo;, e ·si tormenta e si arrovella ·nell'intima tragedia di essersi allontanato dai suoi fra– teJli di fatica !l' di stento, dalla , povera gente», e sente di ·amarli ancora e vorrebbe emanciparli e tirarli in su tutti, come s'è elevato lui (ahi davverò' egli non fu di · queJli che dicono:·• fate come me. 'siat~ bravi, laboriosi, risparmiatori co-me me», ai_ rl;masti in ·bass·ol Attribuì sempre più alla fort,una che ai .suoi"meriti volontar1 la propria ascesa);. e ha la J>ena di veàerne al ·tempo stesso le debolezze e i difetti e anelerebbe a tra5formarli ... Quindici anni fa egli mi aveva at'fldàto nella «Luce» una rubrica educativa, per la quale mi dava temi e osservazioni e spunti e dati di fatto preziosi; e io pen– .savo come l'avrebbe magistralmente svolta egli stesso; ma egli era già industriale, e non solo non av~va tempo, ma (io l'intuivo benchè non lo dicesse) gli repugnava tener cattèdra, ai lavorator-i, di educazione morale', egli che era nell'agiatezza... · Berlesi adunque fu per- parecchi anni socialista e in– dustriale insieme: •insieme», dico, in un senso p,iù intimo del comune; vale a ·dire, no'n .:on il consueto sdoppiamento d-el sociàlista, propagaI]Jiista domenicale, o deputa-to, che •·fuori d-i servizio·• fa la -sua profes– sione, cura i propri Inter.essi, -e fa i suoi affari entro l'ambtto borghese e-secondo una morale borghese li.eve– mente corretta; ma proprio con voluta, cerca,ta, dichia, rata;_ connessione 'di v:(t{t. '
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy