Critica Sociale - XXXIII - n. 16 - 16-31 agosto 1923

tlUTICA !OCIAL! I ' Ln dlsoccupnz1o·ae elle cnmpngne e roronn1zzn11one del1nvorn1or1 delln ,lerrtt L'ol'ganizzazi:one dei: lavoratori della terra nelle– zone della bassa valle del Po è stata assai- spesso· fatta og&°etto di due accuse: di prepotenza e di ti– rannia ai danni degli agricoltori; in quanto impo– _neva condizioni che ostacolavano l'esercizio dell'a– griaoltura; di parassitismo ai danni déllo Stato, in quanto premeva per ottenere la esecuzione di la– vori pubblici. Quando si prepara una. guerra èome quella che è stata vittoriosamente mossa allei nostre _organiz– zazioni di lavoratori, si sa (e si spiegi,.) che nella scelta- delle critiche e delle accuse non si va tauto' · per il sottile. In tempo · di lotta, tutto quello che può giovare al successo diventa, buono: verr~ poi .. la $toria a mettere le cose a posto. , Ma ora che la guerra è firl!ita e, per noi, pe1~· duta, sia permesso esaminare quelle accuse e di· mostrare che esse non. hanno alcun valore. La causa fondamentale: la disoccupazione. Quando si . vogliano esaminare obbiettivamente i· sentimenti 'dei lavoratori e l'attività· della loro or– ganizzazione nella bassa: valle del Po, non bisogna dimentica're che al {ondo di ogrii loro agitazione, di ogni loro richiesta e anche di ogni loro violenza, sta - ciausa dominante e preoc.cu.pantei - la disoc- cupazione.' · · · ' Prendiamo in esame le provincie o le zone · di provincie nelle·_ quali" le organizzazioni dei lavora– tori della terra hanno esercitato le .maggiori pres– sioni verso gli agricoltori per ottenere migliori con– dizioni di lavoro, e verso la Stato per ottenere la esecuzione di \a.vori pubblici : Bologna, Ravenna, Ferrara, Rovigo.. Sono, cominciamo subito a no. tare, le -provincie'. nelle· quan _esistono'_vaste zone comprendenti azien<je agrarie ad economia più o ll)eno arretrata, che procurano per questo, alla classe lavo-ratrice, lavoro scarso e, sopratutto, male relrf.bu.ito: dove quindi la disoccupazione è n◊-te­ vole. Si dice che in 'quelle zone la popolazione· è troppo densa; ma è una affe1mazione che va accettata con qualche riserva. In via assoluta la popolazione di quelle provincie non è più densa, ed. è anzi spesso minore, di quetlla di altre provincie in cui la di– soccupazione è meno grave e dove le agitazioni promosse rlai lavoratori erano più ordinate più. rare e di tono più moderato. I dati del cel),simento (1911) ci dànno queste cifre: (1) . . • I , (.;) Se si volesse soendere·a più minu_ti particolari si troverebbe facilmente che, anche nelle provincie e nelle zont1 di provincie do".e la dis'?""upazione è grave, vi sono territori dove la popo– laz10ne è ~iù densa e, tuttavia, soffre meno di disoccupa.iione. Per esempio: nella provincia di Ravenna la. disoccupazione è . più gr_ave nel Ciroondario di Ravenl)a che conta 115· abitanti per ?hilometro quadrato: è meno grave nel Faentino (122·abi– tanti) e nel Lughese (198 abitanti). Nella provincia 'di Ferrara la disoccupazione è più ~rave nei Circondari di C~macchio (73 abitanti per kmq.) e di. Ferrara (126 abitanti} ché nel Ci-r- • "'?~da_no di Ce,nto (185 abitanti). ~ella provirìci!'- di _Rovigo c'è pm disoccupaz-wne nella parte orientale (109 abitanti) ohe nella parte oocidentale (174 abitanti). Si verrebbe pertanto - limitatamente alla bassa. v,alle tlel ~o - a. _una_c?nsta~zione d:i quooto genere: che la disoccv.pri– ~one è •n rag!one inv~rsa de"/Jla ~!n~tà della popolazione. Gli' '! che la ma.'l"giore.o mmore densita. della popolazione è preva– lentemente determmata qalla maggiore o minore intensità dei sisten:ii di. produzio~e, e ojoè _dal maggiore o minor bisol,(no ~". ~, pu~ _avere de , lavor.a~ri,, dalla. maggiore o minore pos– s1b1htà ~i prooura.re a tutti la soddisfazione <fyi Jorò bisogni. •·BiblioteGa Gino Bianco Bologna (città con'lpresa ed escluso il dr- condario montano çli Vergato) per kmq, ab. 169 I Ravenna (escluso il circondario montano di Faen~a) )) )) 139 Ferrara )) J) 117 Rovigo ,, " 146 In confronto se consideriamo altre zone della stessa vallata del Po dove .c'è .meno disoccupazio– ne, abbia~o: ForH per kmq. ab. 159 Mod1r,w (escluso il circondario montano rli Pavullo) J) )) 180 Reggio E. (escluso il circondano montano di Castelnuovo) )) )) · 1'39 Parma (esc\uso il circondario · montano di Borgo~aro) " )) 115 Verona )) " 155 Mantova J) " 149 C,remona (provincia irrigua in gran parte) » 196 Nelle provincie della bassa· valle del Po la popo– lazione appare troppo densa solo se la Si mette in relazione coi si-sterpi colturali colà _dominanti,. tanto più se si tien conto· che si tratta' di zone eminente– mentè agricole. Non descriveremo minutamente quei sistemi : ci limitiamo 'a mettere in evidenza i ca– ratteri di essi che _più hannp relazione col cÒlloca.– mento della .mano d'opera. Si tratta di colture qua– si esclusivamente erbacee: che d'inverno- o i,.on esi– stono o non richiedono nessun lavoro: manca l'al-. bero e la vite 1~ cui coltivazione consociata è al– trove assai diffusa; manca il gelso; c'è solo, ma in qualcht1 · zona ristretta, la frutticoltura, ~he po– trebbe trovare assai più larga diffusione. Fra le colture erbacee il pr'ato cosi detto naturale occupa: UJ'la.parte considerevole, senzà che ad esso corri– sponda' un intenso allevamento di bestiame. ; Da ciò deriva cJ:l,e nell'annata agraria i periodi di làvorn sono i seguenti: i.o -· marzo e aprile,, ph le semine p:rimav'erili e per le mondattiré; · ' · 2.o - da maggio a.settembre, per le ·cure alle c9l– tivazioni e pen i lavori •di raccolta.; 3.o· - da .ottobre. a novembre, pef le semine au- tunnali. · Negli altFi mesi - di.mbre, g~nnaio, febbraio - niente o quasi nienté da fare. Sono in tuttò •(al· l'ingrosso e in media: bisogna' levare i giorni fe-' stivi e J giorni di o(:l,ttivo tempo, e bisogna tener conto del vario grado di intensità ne:i sistemi coltu, rali .da zona a zona) 200 giorni di lavoro per ogni annata agraria· durante i quali, per giunta, .la cam– pagna richiede una quantità di mano d'opera mi. note di quella .che essa richiede in altre zone, dove l'agricoltura è <più com.'plessa e dà maggiori p,ro– dotti. Pertanto in questi '200 giorni di lavo,ro non tutti i lavoratori sono continuarn~nte occupati. C'è una graduàtoria, d~ mese a mese, nella intensità dei lavori, che dà lupgo ad una graduatoria nel bi– sogno di mano d'opera': più intenso nei mesi di raccolta dei cereali e della cana·pa (dalla fine di giugno a tutto agosto); meno intenso in maggio (raccolta del fieno) · e in ,settembre (raccolta del granoturco); ancora menò intensa 'nei mesi di mar. •zo. aprile, giugno-, ottobre e novembre. Vi sono per tal modo, lavoratori i quali trova,no occupazione pèr· poco più çli _100 giorni an:anno. · Emigrino! , I dati d~ fatto c~e abbiamo qui esposti ci danno modo di rispondere•. a quei _faeili ofitici i quali in– dicàno nella emig1'.azione 'il sicuro rimedio ai malt.

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