Critica Sociale - XXXIII - n. 16 - 16-31 agosto 1923

CRfflCA !OCIALR --------,,---- temporanei, alla $toria. E invece è appuntò lo spirito di Luigi XùV che ogg_i,con orgoglioso disprezzo di tutte quelle esigenze e di tutti quei. valori che parvero, fino a pochi anni.. addietro, fino al• 1914, le conquiste più me– ritorie , del'la civiltà, s~mbra preparare all'Europa un · n'llovo ,s,pav_entosouragano, ·da cui non si vede chi e che cosa potrà salvarnt. ·Le sorti •delJ.'Europa pendono oggi infatti da un fllo sottj!issimo .'che par vicino a spezzarsi. Il velo dietro cui . la Francia av-eva tentato di nascòndere 1e sue mire, è orm·ai ,strappato in mille punti, -elascia chiaramente ve– dere, anche agli osservatori più 'superficiali, che non è questione d~ carbone e di riparazioni, ma che evidente– mente si mira a scompaginare e dissolvere lo Stato ge.r– manico, con· la speranza di potere, sulla sua rovin_a, ·costituire una più potente egemonia francese. D'altra parte· dalla parte· germanì_ca c'è un cinico egoismo di classi -dirigenti, che non ,solo non si mostrano di,sposte a, ·sacrificare, per la sa1vezza della loro nazione, il loro pfl(rticolare interesse, ma non esitano a trarre i più im– mondi benefici d~lla rovina della patria, che essi stessi pare s'industrino di aggravare. Questo è.infatti 'Uno de– gli a,,petti più cupi della· tragedia, che oggi incombe sulla Germania, che. quello stesso crono: del marco e la conseguente - spaventosa crisi economica che riducono a1la dispera zione la .,classè lavoratrl~e e i ceti medi, co– stituisco.no ,uni mezzo di più rapido, di favoloso arric– chim ento alla plutocrazia bancaria 'e industriale, .la _quale specula su1 commercio della val11Jtaestera e sul collo.camento all'estero <lei suoi. capita:1i e sulla maggior po~sibilità di vendere aU'estj,ro i suoi prodotti, con un più largo margine di profitti. Perchè sta in fl!-tto -che, .se la plutocrazia germanica non poteva far cadere, senz'altro, dalle mani della F-ran– cia 1-earmi che questa aveva impugnato c ontro il po– polo g.ermanico,. poteva però, sin dai primi g.io-rni del– l'occupazione del'la 'Ruhr, e, prima di essa, costi-tuire in mora j governanti frances-i e creare nell'opinione pub– blica e1Uropea un f.reno all,e loro, r'ollie imperialistiche. Ba,,tava che lo Stato Germanic.o mostrasse sul serio, cçm forti imposte ,su1 patrimonio e sui sopraprofitti di guerra e di.... paoe, di voler fa,re fronte al più presto agli impegni assunti nel trattato .di pace, entro. i limiti d-elle proprie possibilità, -e, pertanto, .secondo una re– visione che avrebbe dovuto essere affidata a 'Una com– missione internazionale. La' politica di Poincaré ha in– vece i-Tovato nell'egoismo e nell'ingordigia di Hugo Stinnes e compagni i ·C-OmJ?liCi compiacenti e nec)lssari per il .suo temporaneo succisso e per l'qrditura di quella trama entro cui è oggi paurosamente impigliato l'av- venire d·'Euro.pa.. . , . . A' rompere questa trama non &i vede quali forzè pos– sano intervenire. L'Inghilterra sente oggi tutto il danno di aver lMci,ato compiere, .senza •resistenza, l'avanzata francese e pare mossa dal desiderio e dal bisogno di assumere un più energico atteggiamento. Ma è paraliz– zata dalle sue precedenti.responsabilità e preocc~pata delle correlazioni che le 9àomande dei paesi alleati e la realtà stessa impongono fra le -riparazioni e i debiti in– teral:leati. Invano Lloyd George - che par dimentichi '·l_asua personale correspons~bilità ·nella scelleratezza di Versailles - incita il governo d'Inghilterra ad una mag– gior f,ermezza verso, e contro, la Francia, e invano Key– nes lo sollecitaJ a sottoporre alla Francia una proposta la quale, includendo la liberazione della Francia ste·ssa dai d-ebiti verso 1'nghUterra, -dovrebbe ,esser destinata a mettere alla prova, in forma decisiva, le vere inten– zioni del Governo di Poincaré e -suscitare contro· di l11Ji, nel' caso di •rifiuto, un travolgente imp,eto deH'opinione pubblica europea e mondiale. VInghilterra è stretta alla sua volta dalla domanda americana di ottenere fino all'_ultimo centesimo il pagamento del proprio credito. C'è chi crede - e lo rip,eteva anche pochi giorni ad– dietro Attilio Cabiati - che ad ,un continente europeo il qua.Jie'dia prova di rinsavimento e si mostri incam– minato sulla· via della ricostruzione economica Ame– rica e, In-ghilterra -saranno facilmente disposte a condo-. nare i debiti. Ma, evidentemente, siamo in un circolo vizioso: perchè lo spettro. di questi debiti contribuisce senza dubbio ·a prolungare e ad accrescere 11> .sconvol– gimento in · cui l'Europa va ·esaurendo le .sue forze e accresoe le difficoltà di un prossimo ritorno 'à quello 9tato di,cose, cne dovrebbe essere la premessa e la con– 'dizione p,er un condono dei debiti stessi. In queste,spaventevoli contingenze c'è chi sogna l'in– cen'èlio purificatore della rivoluzione. Noi non ci acque– rf1ITT)O l,Jl q'll~ie ~perii,JlZ~. S~ ~ vero ~P,13H!l~ CPn:rn!· BiqliotècaGino Bianco, sione disperata della· Germania d-eve sembrare una pau– rosaJ minaccia sopra tuttò alle classi dirigenti di tutta Europa, non può per altro costituire una promessa di li'ber,azione per· iL prol-etariato, che anzi finirebbe per -esser-ela vittima più çlolorante di questo ulteriore -spro– fondarsi dell'Europa nell'abisso della distruzione. Di– •Struzione di ricchezza e di civiltà, dopo la quale biso– ·gnerebbe, da 'llna profondità più oscura e. più paurosa, ripr-endere la via per tornare a -ricostruire la società del periodo preb·emco, ricca solo di nuove delusioni e di nuove Luttu,ose esperi'!!nze. Non da questi contorcimenti epilettici -di una umanità che si sente rriancare il re– spiro può venire la edificazione di una società nuova e di una civiltà supe-riore. Occorre che chi ,sente la follia di ciò che i governanti vanno compiendo e la gravità del pericolo che per essa incombe 91.!lmo.ndo, si adoperi in questo momento, con tutte le forze, a scongiurare la ininaccia. Ai laburisti inglesi -e ai socialisti della Fran– cia e del Belgio spetta, più che a tutti, l'onore e la re– sponsabilità di questo -sforzo. Ciò che essi hanno già fatto indica, che hanno saputo scegliere la via giusta; ma occorre rare di più. Non iè possibile che, sotto la · sferzante -eloquenza dei fatti, non si ridesti la coscienza e l'attenzione dei popoli, nessuno dei quali può sperar di sottrarsi alla generale rovina. . I:"Italia non· può avere nella risoluzione della fJq1e– stione un influsso potente; ma anch'essa potrebbe eser– citare una efficacia be.neflca, purchè cessasse da quest:l incertezza in cui ha pericolato sin qui e desse risoluto appoggio a quella politica che vuol salvare la Germania e l'.Europa dallo sfacelo. Disgraziatamente il partito e gli uomini che '-lono oggi al Governo non sembrano i più adatti a resi-stere, con piena libertà, ai folli sogni di egemonia francese, pur essendo evidente che questa. egemonia è il più gra'v.e e immi.nente pericolo che oggi possa incomber-e sulla effettiva indipendenza, anche dello Stato italiano. E d'altlra parte pare che per l'Italia oggi non ci siano che problemi di politica interna e che il Governo e i suo-i fautori non abbiano altra preoccu– pazione che di assorbìre e dis~regare le forze avversa– rie,. cosicchè, venuta meno ogni possibilità di succes– sione, sia rafforzato per lungo tempo il dominio fasci– ,sta. Che_cosa importa se questo dovrà un giorno ad– durre il pericolo di una di quelle crisi che la difficoltà di soluzione rende terripilmente aspre e l1URghe?che ; cosa importa se la cessazione di ogni libero controllo della pubblica opinione - nel che è l'essenza vera del -regime costituzionale - indeboli-sce l'autorità che l'Ita– lia può esercitare in cospetto degli altri Stati? Tutto ciò non può turbare chi ha. id-entificato con la propria for– tuna la fortuna del Paese. Ma anche, questa connessione inesorabile dei problemi di politica interna e di politica estera è altro argomento per confermare .che nessuna speranza di parzial'e - e per noi illusorio - miglioramento della situazione in– terna può suggerire al nostro partito atteggiamenti da cui verrebbe necessariamente una limitazione della sua l,ibertà d'azione. Per sè, per il proletariato, per il paese,· è questa autonomia che il partito deve sopra tutto di– fende-re con ogni forza. Se non per oggi - in cui nessun frutto. pare possibile cogliere - almeno per domani. IL VICE. BRUNO BUOZZI LA RISCOSSA PLUTOCRATICA Al d iscorso, ristampato dal resooonto stenografico sono pre mes.se quelle parti - relative specialmente al problema ferro– via rio e postelegrafonioo - che l'oratore fu custretto ad omet– tere per la necessità di restringere il suo dire entro i limiti regolamentari che riguardano lo svolgimento degli ordini del giorno. Anche quest'opusoolo, come quello del Turati,, costa Lire unà (20 per cento di sconto oltre le 50 copie - importo anticipato) e deve richiederei esclusivamente ali' Amministrazione de LA GIUSTIZIA, . Avvei'tiamo i lettori che si rjvolgono a noi per ave~e l'opu– eoolo-d.isoono di. FILIPPO TURATI I I Bivacco fascista al la Ca meta ch'eosi devon~ indirizzare le richiesto e l'importo (Lire una) ali' Amministrazione ~e) !)iorn11le I-A çll,l~TIZM (M!l,9'19 1 Via 1<ra"11>r, 19), .. /

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