Critica Sociale - XXXIII - n. 16 - 16-31 agosto 1923

I ' CR11'1CA !OCIAil · · La necessit~. la ineluttabilità <;li questa liberazione va sempre più largamente .penetrando co-sì !1egli ~iriti più eletti come nelle masse. L'o.zio è condarinato (21). TI lavoratore, specie dopo la guen-a e dopo· la rivolu– zione russa, -si sente moralmente pari a qualsiasi altro membro della società. E questa posizione morale vuole sia riconoociuta, con la lfine della sua suborclinazione economica e con la sua partecipazione alla gestione della produzione alla qualE! apll)lica le -sue energie. Solo così il· Lavoro sarà redento dalla maledizione che l'ha fin qui" accompagnato,. •diventerà., come dice Macdonald, un servizio pubblico, ed acquisterà per il lavoratore l'at- trattiv!). che Fourier voleva dargli. , Quando un movimento è giunto a tanta copaapevo– lezza della aua missione anche sul terreno spiritual~. anche sòtto· l'aspetto morale, esso è sulla "via che cori– duce alla vittoria an:éhe 6e, momentaneamente, sia qua e là b111tnto, vilipeso, gabellalo, per morto.· . POSTILLA. J\LESSANDRO SCHIAVI tismo assoluto, sim'ile al disousto che segue ogni ec– cesso. Sarebbe uno st~rile çhwcchericcio ,di casa da te ·raccomandare qui della bu,onà musica, delle conferenze cdittcanti e istrutti1Je, una belia passeggiata in mezzo alla Ubera natura di Dio, un'ora di tranquiLla lettura sotto, la. lampada, ed altre cose simili. L'acquavite, il ci– neTf)atografo, U /jiitoco delle carte, l'"aroitaz1one e ~l li- . bcrtinaggio possono ancora dare un ·po' di eccitamento ai mùscoli e a:i nervi stànchi é depressi, ',/ I.no a che, il giorno dopo, il lavoro li- logorerà di nuovo» ( 22). E, mentre; da un' lato, l'operaJio, ne/la impossibilità di istit1L'ire confi·onti, sente un assoluto disprezza « verso il lavdro intellettuale di cui n,on misconosce i risultati,· ma che, tn ragione dello sforzo che suppone esso costi, consid'era pari,. su per giù, ali'ozio della gente ch'e pas– seqoia, o si. fa scarrozzare per le · str.~e aristocraliche coi cani da salotto·», dahl'altro, • la coscienza borghese, com.presa quella degli scienziat'i, si benda gli. occhi per 11na ve1·gogriosa violiaccheria davanti fl,ll'orrore del !a- la disumanità del lavoro macchinale, s~condo Rathenau. voro .meccanico », e, « conside1,a.ndolo com.e un male Anche un altro gramde idealista, non so.cialist.a, il nece·ssario, è felice di lasci,a.rlo compiere agli aCtri ». quale, come Jaurès all9 scoppio della guerra, fu, dopo Qu. a.lr rimedio :propone Rathenau_? ,Non potendo sug- la guerra, vittima dello spirito d:l cieca, angusta, bru- oer"ire a'/. Tedeschi, che « sono tra ·i .Più ,pov1J1~'de.i talità nazionalista, Walter Rathenau, ha riconosciuto - mondo », wn rimedio ca.pitalistico per epura1·e e spiriL quanto vi è di •inumano net lavoro puramente mecca- tualizzare a· lavoro quotidiano, 1'imedio c·he, per lui, • 'nico dei proletari e quanto esso aggrava il contrasto ·delle · consisterebbe nell'a/.to sa,lario, quale o.ode l'ope,rfl,io -ame- • classi, le qua:l'i non debbono, a suo· !JiUdizio, essere ri- ri,cano, e cne " signiif/;cherebbe l'emancip.a:tione. dalla conciliate, ma soppresse, ta(Jliando cùla radice a male, , ·penuri,çt, che è la cai:atteristica della condizione prol·e-. spezzando il monopolio (I.ella cultura e· suscitando un ·tp,ria », Rathenau, « Poiché il "lavoro meccanico non « popolo nuovo ,,, la cui ' pcrsonalit.ii 'deve cm ero ere dalla può spiritualizzarsi oltre una certa misura consentita unità della cultura. dalla tecnica. », propone « la s·pir,itualizzazione della· « La rad.ice del m' a.lc _ egli scrive _ è nel Lavoro. E' giornata di,· la.varo, aUern,ando e· combinando il lavoro un'illusione supporre che la divi,sione delle funzioni ma- intellettuale' ed il lavorQ me,ccanico ». E conclude i · teriali, b.a..se della produzione meccanizzat.a, consenta il " Finchè · questo principio non sia attua.lo, non vi sarà riJttorire dell'abilità tecnica,. S{1.lvoclÌc uno ·spopolamento . 'vera cultura del popolo; I.a cultura sarà un monopolio calastrofl,co 1isusciti i rapporti che esistevano 'nel M·e- di classe e di pochi transtu1Jhi, la società avrà un eq'l.l.:k- dioevo tra la su,perJìcie del territo'T'io e il numero degli librio instabile, csp.o-sto' a perpetui sconvolqimeriti, c. , abitanti, la divisione del lavoro persisterà; l'uomo non obblignerà le masse, ·anche dove l'orqanizrozione so- produr,:à oggetti .ftniti, ma· un lavoro pa1;cellare ... Nes- ciale sia Più ·elevata, a un lavor9 da fo1:zati,, d.istruitore suno può compiere con oioi,a, un lavoro· macchinale. e· della. cultura». · . 1 'senz'anim:a; vi è questo di- tenibile nel processo della '. Non approfondwmo, qui, le pr~poste de?-Rathenau (23). mccca:nizzazione, · che esso· rende brutto cd odi.oso i'ele- Prcndia:1:no atto della ,sua constatazione che, neUà eco, mén'to vitale umano.: il _tavoro creato1·e.' 1( lavoratore - nom~a: càpitalistica odierna, per enetto· della divisionÌ> sano e vi.!JOroso ne 'è avvilito fl,no all'inei'zia, che si- ! J.rl lavoro meccanizzato, · 'il la.vo1·atore vi.ve una vita on-ÌJfl,cadire, inf.att'i, che tutte le 'lotte sociali culminano odiosa, costretto com'è a un lavoro da forzato. Al pari verso questa sota.·conquista~ la dimi.nuzione delle' ore del Ra.thenau, altri ·borghes,i (lo nota ègu stesso)', eb- . di lavoro? bero coscienza di quest.a ingiustizia verso i fratelli pro- ' « Per, U contadino, p_er · lo scienziato,. per l'artista, una letari, ai quali, si' sottraeva la vita dello spi1ito per giornata di lavoro non è mai lungcr abbastanza; per imporre loro un lavoro meccanico che 'li,.a.bbrutisce ,,. .l'operaio, che, si· chiama da sè il « Lavoratore·»,. la oior- « La oosé'icnzci' collettiva. detia ,borgheiia' non si è e om- nata di lavoro non è maJi dbbasta.nza corta. ' mossa - nota Rat/~enau -,-' si è co.mmos~a la coscienza di. « l progressi della· tecnica riuscira1.ino• a trasfO'l'mMc taluni uorrl{i,n:idella· borghesia; vi sono- stati de(Jli aposto- il lavoro meccanico in un lavoro di semplice sorve- Li, m.a non si è iniziato alcun _movimento generate ». glia.nza. Ma il ,processo è lento e parzi/;l,le; noi non pos- E l'in(Jiustizia' pèrmane; ma I.a causa è ben più pro- siamo aspe:ttare così a lungo, tanto più che et sai-an:no fonda delia mccca:ni.z zazione e della division:~ del lavoro. epoche nelle quali il progresso Decnico sosterà, subirà . Anche Marx 'M Ìse,ria della filosofia, paq. 96) stndiò 'torse un reoresso. Coloro che· non hanno imparato se i c-aratteri del~a. divisione del lavoro,. e· riconobbe eh• non il lavoro. meccanico; che hanno la sensazione di . di oontro -all,jl, speçializzaZ'ione eh.e essa genera 1 il bi-• e'ssere interamente soogetti alla lentezza deÌla lancetta sogno di universalità, la tendenza verso. uno .sviluppo dell'orolog'lo, dando un;occhiata al quale, dopo, una eter- integrale dell'individuo oominèiano a farsi s"entire. nità., si accorgono con terrore che esso :rion ha progre- L'automat{smo forzato, che riunisce in un opifl,cio unà. diito che /ti dieci minuti; coloro i. cui desider'ì sono legati folla ai persone, sconosciute te une alle altre, in u 11 n . al segnale di. una campana,· che uccidono ognii ora della situazione comune .e con interessi comuni, 'crea, per Loro esistenza con l'unico augw'io che passi ptù prest.v; Marx, la condiziçme per il sorgere deli'associaziòne pr'T' c'ost o 1: 0 compren~eranno che la diminuVione dette o.re la 'difesa e,per ·là lotta della classe operaia di fronte alia di lavoro, quale chè ne.sia il risultato, rappresen/Ja, per ·cJJassecapitaJisUi, · che è POi la 1.otta per t'emancipa,. il lavor(l,tore meccanico, lo scopo tllti_mo della vita. z·ione del •proletariato•: A, s. « Nondimeno sanno anehe un'altra cosa. Essi cono-· scono la fatica ·più mortale, la stanchezza dell'anima: Essi .non gusta.no il riposo r.iparat~re dopo un sano la– voro fl,sico, nè la dilstensione e lo svaioo dopo un lavoro ·. intellettuale; essi non aonoscono clie il vuoto dell'ebe- ---- \ (21) e Noi a.rrivia.rµo a un'epooa. ,in.cui Ì'~i'o diventa ùn di– sonore. L'uom o ,valido senza. professione ""rà, nella scala .dei -,aJor,i socia.li; ,pari al -ladro e a.I truffa.tare ». PIERRE HAMP: U11. ll?"'!'l 1,011,neur. _'(Paris, 1922, ·p. 8). · (22) WtLTEm·RATHENAU: La Triple Révolution, pag. 224 e segg. (23) ,Sull' inefficacia. "della prima. (altì sala.rii) a. risolvere un problema etico, ba.sti ricorda.r<J oome negli ,Sta.ti Uniti•l'asprezza, della ,lotta. di classe non è mino re o he in Eurqpa .per 1a sim.ila.– rità de11e.ooncliziorli- della cLa.s.se-la.voratrice, e per l'ee.ist.eriza. degli, stessi problemi. Per quel_che rigu.a.rda.' ·là seconda (lavoro mecoa.hico e intell,;,ttuale avvicendati), rima.ndiamo al vblumett,r di Adelchi Bara.tono: • Fa~ica, sen,,a fatica, • (Ed. Latt0ji, Gè– nova), in cui è• sviluppato il concetto ohe • la. cultura del lavoro ~resuppone 1a dignità de\ la.voratore .•- e · BibliotecaGino Biançò

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