Critica Sociale - XXXIII - n. 16 - 16-31 agosto 1923
, iRITICA SOCIALE _ · qualità dà ind-ividuo privat-o, · gli ritorna diret– tamente o inqirettamente nella, sua qtlalità di membro del!<} soc,ietà ». Ad ogni modio, -questo concetto che il diritto .ai ,frutti del lavoro sia ,aa sol·a proprietà legitti– lll0l, e ùhe [o s,te.':jso diritto alla vita sia fundat.osu,) c~~pim~nto di un ~~vo,ro P:I"Odutti:vp, e l'B.Sl)i:ra– z1one,',e piredizione dj una fùtura sN•i,età •Ji pro- · duttori, sono indubbiàmente · concez'ioni socia- ·liste. ' • Bisogna che tutti' ~rod,ucàno: chi ti.on La vora non ha dirit.to aUa. vita (VII, 352). · • Un giorno saremo tutti o,perai, cioè vivremo tutti sulla Tetribuzione dell'opera nostra, in qualunque, dire– zione s'eserciti. L'ésLste~za rapprese,nterà un lavoro com- piuto • (V, 255). · • Foste schiavi un tempo: poi servi: poi assalariati: sa– rete fra non molto, purchè il vogliate, liberi produttori e fratelli nell'associazione • (XVIII, 125). • Il grande pen.sieTo sociale che, ferve, oggi in Europa può -~P.flnirei :, abol'izione det ·protetariG.1to: emancipa- . zione dei lavoratori dalla tirannide del capità!e con– cretato in. un piccolo nUìmero di individui'; riparto dei prodotti, o del, lavoro.che n'esce, a: seconda de]· lavoro' compi,t9; educazione morale e intellett'uale degli operai...-~ ,Ma la divergerwa di te.le indirizzo ·dal so– cialismo e dal marxismo appare subito accen· rua,ta nella frase· ,ohe a queste segue: " e~e.ccia– zione volontaria tra glli ope;rai, sostituita p-acifi- . camente, pr~g,ressivamente: quanto è possibile, al 1avoro individuale ;ala1•iato ad a!'bitrio del capitalista » ,(VIII, 18~); -,lo~e non S(,llantc, si allude ,a11'esigenza. ,C:he le associ1tzioni .operaie sieno ." J,ibere, sponta.nee,' fondate sul sa,griflcio,. sulla vi,rtù, , suU:a:mòre » (VU, 353), e svolgano u.ii 'a zione pacifica e n.·on di lott_a.di classie; ma è implicito anche ·quel conçetto, piuttosto sin– dacalista che socialista, che repJic~tamente è spiegato in altri scritti (55) ,p.e,rla SQcietà futura. , Dove le libere associazioni di p,roduttori, con 1~.loro prop~i:età indiivisibilie e perpetua, sono la negazione del principio di socia:lizzazione; man– tengono la costituzione sociale .ancora nel regno della merce (s,cairri'bicommerciali· f,ra le Coope– rative) anzichè introcfurla nel regime di una produzione sociale· per i bis,oani sociali· e con .1, I O , . ciò ren?o~o poss,ibile il riso·rgere e cionsolidarsi d~glti. egoismi di gruppi, mali frenati dalla pre– d1caz10ne del dover.e; èd immettendo infine i nuovl soci' via via in ·possesso del capital·e acct1- n;iu1ato dal lavoro dei predecessori, tornano ad :annullare il pirinaipio, che il reparto dei frutti ~ia per ognuno proporzionato al lavoro compiu- to1 da lui -e non da altri. ' · Ma più ancora è in contrasto col socia1lìsmo marxista l'avversione del Mazzini ali' espansio- ne deli' industrialismo (« sviluppo esagerato anormale d_'industria con:centr~ta » (5t1), egli dice), e la det&minazione del suo ideale di or– ganizzazione produttiva in corp(}l'azi.oni di a'l'li– giani. Timore delle Iotte cli classe che I'ind u– strialismo accende e fa divampà.re, e forse an– che di que'1la degracla.zione degli operai ad ac: ceiso'rio. de!J.e rpacc.hine, addensati nell·e fi,,bbri– che, ridotbi a strumenti di Un lavo.ro, il Fui ritn:Ìo dispotico è• regolato dalla forza bruta della mac~ china, e la cui c.oncentrazione ed intensità S10no dettate solo dal Vangelo di Mammpne del gua– dagno capitalistico. Càrlyle, che era .fra i modeUi c,ui risale a tal riguardo la orit-ica del Manifesto d·ei comunisti, poteva 'bene av<,r influito in questo senso .sullo spirito di Mazzini. Ma il Man.i/esto, di fronte al– la critica spieta~, levava l'i_nno all'opera gigan– tesca della. 11orghesia, ohe « fu la p1;ima a mo– skaire di' che s,ia capace ,['attività umana·n, al· , l' ope.ra meravigiios,à del! capitalismo industriale, che ha .ridestato tante forze di produzione s0- pite, con le applicazioni meccaniche, chimiche, eJ.ettriche etc. La celebrazione di questi prodigi era per Marx .ed En,ge1s riconosLimento del con:tributo," che t'accresleimento gi:gantesco dei me-,...zie del-le capacità di produzione reca alla · possibilità di soluzion~ delila quesLione soriale: ·nella quaJ.e essi riconosGono che, il problema della distribuzione è. in dipendenz,a_ dal pr-oble– ma .della produzione. · Mazzini. non intende questo,; e per ciò il souia– ti:smo, C:he • e,giH piroifessa, non so,Itanto rirntra nell'ambito, di qu-ello che il Ma'lt-i[es to dt,flnisce utopisti.Go, che « osteggia con . amarezza ogni movimento politico degli operai... Ce:I'Gando. di soffocare la lotta 'di classe e d:i appianare i con– trasti », facendo « appello a tutta !a società se11- l!8. dist.inzione n percliè a~colga il nuovo vange– lo; ma anèhe; in parte, nella cerchia di quello che vi è detto piccolo-borghese, « che vuole im– priigionaire gli odierni· mm;zi di produzione e di scambio nel v,ecchio ,regime cl ella proprietà », · ritornando alle corporazioni. Pure, .fra tante inçompremiou1 e divergenze, il fine ideale di una società del iavoro, sola ca· p~ce di attuare la umtPiità consociata ed a!Tra– tellata nei rapporti fra gli indivifoi ed in queili fra _l'enazioni, ravvicinava ed accomunava le due dottrjne, ;ie, rendeva po:;sihile un loro pal'1llale confluire nell'educaz1011e ed inspira;r.ione delle coscienze. L'universalità del fine. cr,e -- come av~va inse– gnat.o J{ant - :·.ola è capace d, un vaiorc !0fao, é cardine di entrambe le dottrtne, Mazz.int $ente . (56) Scritti:ed, •faecl., VIII, 193.'
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