Critica Sociale - XXXIII - n. 15 - 1-15 agosto 1923
Cl\l'Fl~A S8GIALE linee, siamo ancora a Façta, o siam discesi ancora più giù. ' . Quando si è in queste condizioni (e del resto non è 11 nome stes,.50di • fascismo • che confessa la mancanza di ogni direttiva?), in nome di quale -finalità ~ idealità si pretende di imporre silenzio agli avversari? E non solo di imporre silenzio, ma di disg;regarne le forze? Perchè questo è il segno più doloroso e vergognoso della situazione: che mentre tutta la minuta gente dei gre• gari è lasciata, quasi dappertutto e quasi sempre, libera di esercitare la violenza· più sfrenata, in alto• il Governo non tanto prende di fronte le· ,forze avversarie, in una ··1otta che determinerebbe una .naturale reazione e avrebbe perciò, insi•éme col danno, anche qualche innegabil~ bepeflcio, ma cerca di corromperle per disarmare, ogm resistenza. Cool, stroncate tutte le forze che rappr_esen• tano un programma òrganico e ben delflnito, rimar,rà Più saldo l'imperi o di uom ini e gruppi il ·cui solo_programma è quello di... resta.re in arciolli. E questo si chiama dinamismo; e questo è la re1Stau• razione dei valori morali, in servizio della patria e delle idealità che essa ha da rappresentare nel mondo. 0BSERVER. UBI SPIRITUS, IBI LIBERT AS In attesa del nuovo catechismo scolastico La Relazione Gentile· del 1907. Chi creàeS<le,che n ministro Gentile voglia rinvig,o• ri-re l'insegnamento rèligioso, anzi ri,pristinare, come ha · promiesso-, l'educazione cattolica nena scuo_la popolare per ragioni d'opportunità politica dettategli dal posto che ora occupa, mostrerebbe .di non conoscerlo. Gran parte della riforma scolastiica del senatore Gentile non è che l'attuazione di concetti~ che egli aveva preceden• temente svoìti e difesi, qual che v olta (come in questo caso) da solo contro twtti o qua.si, e tanto più indurito in essi, quanto più contrastato o scarso 9-j consensi. Giacchè ciò che distingue il temperamento morale del Gentile è questa assoluta fede nel proprio disco'T'.SO, OS· sia nel ·proprio pensiero non appena gli abbia dato forma espositiva, da cui nè ragioni teoriche di altri nè contingenze pratiche più non lo rimuovono, q_uasi che le une e Je. altre dispregiasse del pari come non esi• stenti, in quanto da l11inon o,riginate. Sarà dunque utile una breve nota critica che richiami chi pggi è pensoso della ,sorte della nostra scuola a quella Relazione, presentata dal ,prof. Gentile al VI Con• gresso deUa Federazione fra gli I_nsegnanti dt)lle Scuole medie, d,ove :fin dal 1907 egli fermava con precisione il suo criterio, che ora diviene pJ1ogramma ministe;riale. Relazione forte e ,serrata, del resto, che strappava la , discussione su l'orientamento pedagogico e didattico ai ,soliti antagonismi empìrici, rimettendola nel sui} campo fllowfloo; e ai discreti orecchi degli insegnanti secon• darL parlava un lingnag.gio all~ra nupvo, ma cosi evin• cente, -che si! sàrebbe imposto a tutti, se l'ul<tima parte, quella appunto su l'insegnamento religioso nella scuola popolare, non fosse sembrata, in contradizione con la principale, •ricniamando su di sè tutta l'attenzione del Co11-gressoe rivoltandolo contro la, tesi del Gentile. Scuola confessionale e scuola laica. L'argomento centrale della Relazione è, in breve,, que• sto: Religiosità in ,senso storico vuol dire confesstori.e, crecteru:a in un aS<lolutoesterno al soggetto, conoscenza irrazionale, mitica dell'assoluto -che non si uniftca· più con lo spirito umano, e in cui pur s'accentra tutta la vita di questo, subordinandovisi. La:ilcità significa in· vece., o deve significare, una fede ugualtnEJnte assoluta e, ,si potrebbe dire, reliogi-osa (perchè tende a realiz• zarsi come valore assoluto e divino), ma posta nel ra. zionale, ·o, meglio, e,sistente nell'uomo· come aim.viità e pensiero, (I.vendoper criteri-o d'?rientamernto ·cne « nulla BibliotecaGino Bianco ______ _:.:~ __ _.. ______ ..:...; ___ trascende il nostro spirito'». In altre .pa,role, la lai• cità è immanenti,smo (ormai si potrebbe dire: filosofia) e celebrazione umana <per la conquista di tutti i valori umani, che comprende la religione - e la sÙpera. · Allora, • la negazione d'una :religiosità trascendente non è possibile senza un'implicita affermazione d'una religiosità immanente», e :non si superamo, ossia non · ,si miglio;rano la scuola o -lo·stat@ confèssi-0nale con una scuola od uno Stato, éhe si chiamino laici sol perchè neufrali, indifferenti, che la;scino la J1eli.gione fuori di , sè; ma bensi Siostituein?o valore a va10J1e,fede. a f_ede, vita a vita; cioè includendo e a,ssorbendo la relfgiosltà precedente. n Gentile colpisce duramente la scuola contessionale, nemica d-el pensiero scientilflco-, « arresto, non focola:re di cultur a •; scu ola etero'noma, che spoglia lo spirito de' suoi prop.ri valort e delle sue iresponsabilità; av• versa ad ogni libertà, interna ed esterna, e amica di ogni tiranrniide; anti•civtle 10 anti•S'Pirity.ale, non scuola, ma. « negazione- della scuola•, perchè determinata a formare lo ,spirit o confeis sionale, esclusivista, intoue. , rà:nte, ~he divid.e l' umani.tà invece di unirla: Per il Gentile, « la scuola dev'esser laica, IJ)ercM di sua natura essa è laica •; e tale tu suo maJgrado an– che la scuola confessionale in quanto fu scuola. Laonde « noi pos,siamo- e dobbiamo, affermare la necessità della sua semp11emaggiore laicizzazione ». E più so.tto: « La nostra scuola laica dev'essere una scuola più laica, cioè pÌù scuola dell'altra! •. Ma, ·egli insiste, se questa laicità dovesse ridursi, come di solito si riduce, alla semplice negazione o indifferenza religiosa, e: al sòstituire .a quella visione genérale e centrale, a quel çalore, a quell'anima, che sono il pregio della scuola confessionale, una cultura neutra e fo:rmali,stica, lo spezzettamento cosidetto scien• tifico, lo studio dell'uomo senza uomo, e, in somma, un in,segnamentÒ senza educazicme e. senza ·vita, un a,s. sieme dr nozioni senza raccordo ultimo nè lievito filo· sofi·co - nel che sta la critica della scuoi-a odierna e ; dal che deriva la delusione dell'ora presente - meglio mHle volte la prima forma! . Si tratta: dunque dt detllnire posit\vamente questa lai• cità d·ella sc1,1,ola,, nel senso già indicato. L'obbiezio,ne, mo:ss;i. al Gentile da qualche congressista., che il dare un contenuto positivo al pensie·ro laico significherebbe .a1<g-iog-arlo di nuovo a una opinione, a una corrente fi. Iosoflca, ,e, in fine, a un dommati-smo, .è facilmente ri– mossa. La libertà stessa diventa il contenuto della nuov·a fede; per chi ha conquistato un concettò più, alto, più vero dello ,s,pirito. Udite.:• '. « La scuola è la negazione d'ogni partito e d'oimi. setta, la negazione d'ogni Chiesa e d'ogni domma: per• chè, -l'abbiamo detto, la scuola è vita dello spirito, e lo spirito vive nella pienezz-a della sua libertà, nel pro• g}esso infaticabile deHe sue produzioni. La scuola è il tempio· della ragi-one, c"!l.enon ammette altre leggi che .quelle della s'ua natura; e si scrive da sè, essa stessa, · giorno per giotno, il suo catec_hismo ». Chi dunque obbiettasse che ancl;le questo concetto im• manentlsta dello. sviluppo autonomo dello spirito umano è fllo.sofla, e, come fllo,safla, è dommatismo, confonde• rebbe la forma col contenuto: nella forma, anche il pensiero 'fllosofico è religioso, perchè tende a un assoluto che valga in sè, come il pensie-ro religioso è fllosoll.co– in quanto pensiero é ricerca; ,nel contenuto (e quindi nel fìme educativo) il « dommatismo • fll01Sofl.éo però « è ifl• tollerante. dell'irrazionale e t_ollerant.e "'del razionale » (si difende con la ragi.one), laddove il dommatismo re• ligioso « foite dell'irraziopale, non tolle:ra, proJ)r°!o, il razionale •. n primo è pertanto umano, il secondo, anti• umcmo. ',t • I La religione, filosofia ad uso dei piccoli. Ed ecco che, giunti al paragrafo, 16 della ,Relazione. ·il Gentile, bruscamente, svoltà -strada. Ciò che s'è detto, vale per la scuola •secondaria, non per q,ue1la popolax'e. . « Un ins°egna,mento laiéo nella. seuola _popola.re· è un
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy