Critica Sociale - XXXIII - n. 15 - 1-15 agosto 1923

CRITICA !OCIALB In aitesa di lumi, il catechismo è fllosOlfta, astrattis• sima per il fanciullo, come per if credente che non riesca prima a vivw-la nella sua esigenza araz.ionale e spontanea. E, se. la stessa filosofia, come materia spe– ciale qi studio, non è consi:gliabile che in alcune classi di istituti secondari e su.periorJ, tarito meno sarebbe adatta l'introduzione d'un catechismo nella scuola po,. polare, in base ·a una necessità che non si sente• per· la ltì.losolfiain generale. Quanto al .mHo, di cui esem– plillca il Gentile, es,so, come mito e favola, non è filo– sofia, ma intuizione concreta di un particolare con– tenuto. Se poi religione e .fìloso.flas'intendono come indirizzo e spirito della scuola, tutte ie d·ivergenze scompaiono per incanto - ma con esse scompare il catechismo (r. la confessionalità della scuola) che ritorna alla .sua giu– sta e degna sede, la Chiesa. L'identità fra .religione e ·lflloso,fiasi ristabilisce s,;pra la sola sua base essenzialmente· pe dagogica e inversa– mente alla tesi del Gentile: non la filO:So.fia s'identifica nella religione a uso e. coru,umo· de-i piccoli, che, se vi ·si ri'uscisse da vero, non potrebbero più diventare urari,di; ma viceversa, la religione, come attivHà, va-.· !ore, conquista dello ,spfrito umano, ;rientra, nella sua bellezza, verità:, bontà,, negli altri valori umani', che per ogni insegnamento l'orientame·nto critico deve cele– brare, metter in chiara luce· e anche distinguer.e e li– mitare nel tempo e nello s'()'azio, lasciando poi alla libera elezione dell'alunno la scelta e la subordinazione. Nella storia -dell'uomo, c'è Dio. e c'è _l'umano trava– glio, c'è la legge morale e la· legge giuridica, c'è la scienza e l'arte, c'è la « natura • e la società .... Svol– gere il :Pensie-ro critico, cx.ssia,làico, vuol dire, su questi· còntenuti .e su questi valori,· educare a conoscerli, a riviverli, a superarli' scegiiendo e progredendo-. Ciò si ottiene, non per imposizione di certi ogg-eiti già dati, di certi .concetti già formulati, sian essi l'oggetto e la legge divina o ·1 •oggetto. e la legge scientifica, domma– tismo pari, ed uguale etrore metodologico. Ma, nelle ·scuole dei grandi, accompa:gnando il pensiero• umano nel suo faticoso sviluppo (metodo storioo·-critieo che vale anche per la religiom); ,si che l'uomo viva dav– vero davanti all'uomo• (e non ·se n'abbiano sol fredde spoglie di trapa5<5ati ridotte a formule). E nelle scuole· dei piccoli, il mito, sì, ma p,er ogni oggetto: il mfto, nssia l'intuizione sensibile o fantaistica, il palpitò este– tico (in .senso largo) del mondo e della vìta, l'unità del tempo e dello ,spazio nçl concreto vissuto, sia questo il m0'11umento o l'esempio- ;religioso, sia. questo 10 stru– mento o· l'opera del 'lavoro umano. Ma ancora,. se filo– sofia dev'essere, dev'esser anche riflessione, attenzione, scoperta e scelta del fanciullo, che va riispettato nella sua autonomia, sec·ondo tutta la precedente filosofia del Gentile (eccettuato un paragrafo di qu&st<t ·Relazione·, dove, tra'l(olgendo -di nuovo tutte le idee, egli nega che l'insegnante possa lasciare libertà agli alunni: a, Pro– posito d'idealismo e di autoformazione del pensiero!) Il catech_ismo in pedagogia non trovi posto, se non co'me capitolo della storia del pensiero umano-. Ìl suo posto predominante Timane dove anche il buon senso lo collocherebbe, se ragioni estranee alla pedagogia e · alla laicità della scuola e dello Stato non tornàsse:ro a disturbarlo: in seno a quella Chiesa della qu~le è· dottri11,(l,. Trapiantare . questa lfllosofla Teligiosa nella scuola ,popolare, come preparazione alla fllooofia criti- ,ca, mi sembra una contradizio:'le in termini; volerla, pensando che sia più accessibile ai fanciulli, perchè ri– duce in pillole uha eJaboratissima dottrina trascendente, mi semb11a 'un errore psicologico· e didattico. Rimane dunque che il ministro Gentile, o muti il catechismo da filosofia in mitologia estetica (e se ne va l'identità <11 religione .e lftlosofla); o ~utila ,filosofia c:ritica m dom– ro.atic~ ~-fidei~tic~. e ~~ ne va. la J\bertà dello spirito.'! l\.llELCJU BAl½'fON(). BibliotecaGino Bianco Moventi materiàli: e· spirituali ' ' nel Socialismo Il move.nte delle classi « soggeite », che noi desi,gnamo qggi colla parola « proletariato » € che, nella gestione eco– nomica de,lla società, -ebbero fin qui la funzione di stru– menti, in lotta contro le class.i; .che;detengono H poteTe poHtico e il predOIIllinio ,economico, ,si è ·venuto via via trasformando, col passar'e da1 ,gen,arico € daU'indiistinto ali-o specifico e al distinto, a mano a mano che la massa dei serv.iidiventava la classe dei proletarii e che, in que– sta, si formava -e si ,s,vi1uppava la cons!l(pevo.J,ezzadèJla propri.a funzione, d€lie p.roprie condi.zLoni ~. più innanzi, delle proprie aspirazioni, co,n una visione sempre- più. nitida del punto verso cui muove .iù, processo, di trasfor– mazi-one de1Ja società. Quel mo",'.entenon solo si è ipreciisato, ma è anche salito da una .sfera inferiore ad una sfera superiore; da quella, cioè, delle preoccupazioni e delle esigenze di carattere pur.aanente materiale, a.gli imperathvi de,llo spi-rito,· Pur re.stando i'aziori,e>del .pro1etariato, ne1 movimento per ra propria liberazione, strettamente legata alle con.di– zioni f.conomiche e alle fasi di sviluppo della .società ca– pitaHsti,ca - ciò che imprime aid eissa azione e allo. sbocco cui essa adduce un carattere Olbietti'vodt ineLuttabhlità - nondimenp essa va acquistando un nuovo slancio nella consaipevole,zza dt ,una superiore .condizione spir.iJtual€ al– la qual€ il .proletariato tende a pervenire. « L'arme della c ritica - s-criveva Carlo Marx nel· 1844 - non Tesiste ana criti.ca . •d-eJ11e armi; la forza materiale · non può essere soprafatta. che da un'altra forza materia– le: ma ·anche la teoria div~nta forza materiale, non ap– pena si iJnpadroni6ce dellifmasse ». · « Le rivoluzioni hanno bisogno,· specialmente <li un elemento passivo, di una base matert,a,le. La teoria, in uri popolo, riesce a tradursi in atto, .solo in quanto rap– presenta 1'a realizzazione dei- suoi bisogni » (1). .Orbene, fra questi bisogni si insinuano oggi esigenzé .d.hcarattere etico, 1e·quali, .se forte/mente, .sentite, possono acquistare io .stesso valore dfarumtco dei biJsOlgnimate-. riali; anzi, mentre questi si attenuano per parzia1i e gra– duali soddisfacimenti, quell€ v;i,nno tnve,ce rafforzandosi', armano a mano. che dalla fa&edella critica e della demo– lizione SÌ! .passa alla fase' che prepara la -ricostruzione e ana ricostruzione ·medesima. Cost il, movimento - pur rimaherido precipuamente· determinato- dalle co-ndizioni obie.ttive della costituzione economicà, anzichè da un a, stratto, ,generico, ·primordiale principio di giustizia, at– ti.nto a l di fu ori de,lla, wnanità, o di quella uman,ità. in cui vi< via.mo - viene sempre p'i.ùacquistando luce e forza ,piritualil. . · ·insomma, i1 senso della dignità .umana, del valo,re so– ciale de1 lavorf.), della uguaglianza morale de.gli uomin.i quali fattori utili.della produzione, come fo.Fzepropulsive del movimento proletario, non sono 'form a~ion.i ideo-lo– giche aprioristiche _-rispettoalla costituzione del:J.asocietà e alla condizione della classe Lavoratrice, ma ,risultano dalla consapevolezza, che questa. è. venuta. a;èquiistando, della sua posizione-, della sua funzione e del suo•desttno, e si aggiung'ooo ai moventi e aglil'impulst d,eterminati dai •biso,gni di sempli,c.e.caratte,re materiale. . Li.a òrustizia degli utopi'sti « Tutte le passate ideolog,ie - scriveva·Antonio ·La,brio– la - per qijanto· riflettessero il sentimento impliçito o diretto delle antitesi •sociali, ossia d-eUe -real i lotte ài tlasse, con alta CO,SCienza della giusti.zia e con prorfo-n.da devozione a un :forte ideale, :rivelano tutte però la igno- ' ranza delle -cause vere e della natura effettiva delle an- ' tit'esi, contro, le quali si levavano con atto rapido di ribellione; .spesso e'roica » (2). . Lo Stato di Platone vole-va essere il regno della _giu– stizia, perchè la natum del.J'ingiustiz'ia. è « di metterla· in una condizione di assoluta· impotenza' a· iniraoren– dere checchessia, per f litigi e le sedizioni che essa vi eccita ». n suo· comunismo . ariistocratico· mantiene la {l) lM•ARX: Per lK,, c-ri*a della filosofia del diritto tU H egel, · p. 29-30. ' ' · (2) AN'fONIO LABRIOLA: Saggi intorno. alla concezione mat'eria– /listic.aidel'fà ,1tq·ria 1 f,, fn memoria del Ma;n>f.estodti ohmuooti, 1895, 'P- 77.,.' .. ,, . ' J

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