Critica Sociale - XXXIII - n. 14 - 16-31 luglio 1923

Critica SOciale / RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO Nel. Regno: Anno L. ·24:~· Semestre· L. 12 All'Estero: Anno lt. L. 28 - Semestre L 14 DIREZIONE: Mii ano - Portici Galleria, 23 - AMMINISTRAZIONE: Via Omenoni, 4 - Milano Anr,o .>çxxm - N. 14 Il. Numero separato Lire UNA Il Milano, 16-31 Luglio· 1923 Politica ed Attualità. Come Cesarò passò .... (CLA'u·DIO TREVES). ll fascismo e lai riforma elettoraDe poUtic;,,: discorso alla Ca– me,·a, nell{J)tornata del IT,·,luglio 1923, ,discutendo:,i il disegno .ii riforma elettorale (FILIPPO TURATI): . • Più piccolo del piccolo: libe.rtà di stampa \V. S. MORETTI), Studi eoono~ioi e S'Ol1iologioi. La que;,,ione sociale in Mazzini ,e,;,,;, ,Marx, Il: Solidaris,mo e lo&ta di classe; l'educazione e l'azio-;.e innovatrice (RODOLFO MONDOLFO). . ' La politil:a del lavo1·0 in RussiJa ,(FAUSTO PAGLIARI). • ·Come Cesare passo ... ----- E Cesa;repassò-..- Non era il Leon di Sve,via quello che era st retto tra latini a<;ciari di socia~ listli, di popola.ri e di -dem.ocr-é!,tic.i. Ern. soltanto il Duce del fascismo. che, dalla lega. (senza le-giami) d~ll'oppOiSizionesembrav.a saldamente circuito e p-resso alla disfatta parlamentare,_. Ma il Duce– seppe es..se:re, oosl ,persuasivo ,di-lusjnghe, e di mi– ruaccie, che i segni dei popolari si. pi egaron o al– l'ulbimo momento, trasicinando dietro tul.ti gli al– tri ,tranne, s'intende,, i socialisti ... e Cesare passò. Coloro che assistettero alla vicenda, cui si dà pregio di iniziare una nuova era del fascìsmo - il fascismo saldamente inserito nel peggior giuoco narlamentare - sanno i mezzi e ,gfi al'– gomenti strettamente pa,rlamentaristi di cui si valse il Duc;e sdegnoso. Mentre da una parte. v anta.va che il fas,cismo n<?n ·cloveva·divèntare tr o ppo sayio, dal[ 'altra as– sicurava. che lo squadristia., quando è diventato• _assessore di un Comune, si muta tutto; apprende ciò che ,5ono le diffico.ltà cìelle cose; non credi} più di vincerle cot « violentismo· >' della -dottrina. E' un altro uomo! Pensate· po-i se· lo squadrista diventa· deputato!. .. Quante volte questo motivo abbiamo solfeggiato noi a proposito dei nostri intrattabiili intransigenti -rivohrzionari o massi– ~alisti, pur sempre invescati· cli lue elettorali– stica! Dopo il famoso Congresso, di Bologna, c;he sembrava ·annunziare l'assalto .frontale alla bor- . ghesia, noi avvertimmo subito che l'elettoralismo avrebbe vinto il massima!lismo. Facile profezia_ L'on. Mussolini ripirende la tesi e l'accomoda ai casi suoi, ma, dopo la rivoluzione ed avvertendo noi con beffarda ibE>,nevolenza. che, ,poichè nòì non abbiamo fatto la nostra rivoluzione, egli ha fatto · · ca Gino Bianco la sua. Esattissimo. Soltanlo, che quella rivoluzio– ne da f,a,renon era la nostra. !Noiabbiamo ctedu– to meno aJ lla po ssibilità della presa violenta del . potere che al.la sicura sterilità di una tale con– qui<?ta,tra la miseria ed il disordine, più che pre– capitalistico delle cose in Italia e il vasLo a-rlec– chimsmo del' nostro Paese, c;he, declamava ierì per la dittatura del p,ro,tetariato, come o,ggi pN· la dittatura sul proletélJriato. La « nostra» rivolu– zione è di masse, per le masse e c;i si ·a,rriva con la ·scuola, con la. scheda, con l'organizzazione ' economica, g,radualmente, e progressivamente., non per ·saltJidi secoli·,:non per terni secchi vìnti al ltotto della vigliaefcheria e della imbecillità del- 1:universale. La diver,sa foo'Luna della nostra e della rivolu_zi-one f a,scista può fa:r rideré di noi e dar causa vinta -alla rivoluzione fascista agli oc– chi dei filosofi salariati e dei giornalisti comperati a mazzi come lte cipolle, secondo è il leg,giadro costume del tempo. Ma chi vive un po' più in su dellia cronaca, tranquiJlamenl-e spiando i sè– gni della storia, già ved_e, l'inevitabile ritorno della: rivç>luztone fascista su se stessa per rifare il ·propriQ cammino, e restituire le ..cose come p,rima, peggio cli prima che la r·ivotuzione,fasci- ' sta Le condannasse e le trav;o-lgesse. Ecco,:·Il fa– scismo era (ed è) per suo 'istinto antidemòcra.– tico, antip<1.rlament,wree dittatorio. Nè il suo Duce lo vuole più S'avio. Ma il Puce alla prima grossa bà.ttaiglia parlamentare spiega tutti. i te– sori na.scostlidel suo parlamentarismo, e, la vince con l'a:rte consumata di un Depretis e di un Gio-· litti. il Duce stesso, tra l 'orìda,ta romantica e un intingolo olassico, di cucina parlamentare, lascia l'ondata e 1Si applica all'intingolo, come uno sq,µadrista ·che, a fa-re l'assessore, diventa un bravo Hgliuolo. Soltanto, questi esperimenti non si fanno senza imme;rgersi firio a:1collo, fino a non cavl).rsene più/ nel limo parlamentare. Anche una voll-a la rivoluzione fascista transige coli'elettoralismo e compera la Came,ra, allungando dl quailche me!je il mandato dei signori deputati ed eludendo 'le impazienze de.i 20 mila squadristi, pre.sti a rinsa– vÌJI'e,per il premio di una medaglietta. Il c,om– p:romosso è più. che mai pieno ed evidente. li fa– scismo si. parlamentarizza, il Parlawento ~i fa– scizza: scambio orribile, dove· le, buone qualità rispettive' si elidono tutte,- e tutti 51 sommano i vizi dei due sislemi : della dittaLura, eh.e:ei perde del suo teNore, del Parlamento che non s alva la sua libertà. I grandi capi° pa: rlame nta.ri . indul- 1 . gÒ'Qo,incalzano al compromesso, senza badare a sacrifizi di loro dignità e coerenzà; più il fasci-

RkJQdWJsaXNoZXIy