Critica Sociale - XXXIII - n. 13 - 1-15 luglio 1923
CIUTICA IOCIALS 199 un'importanza nazionale. Dal 1" agosto 1921 al· 1° ot– tobre 1922 erano ,state appaltate, in prevalenza ai pri– vati, sopratutto agli éx proprietari (e il resto a Coope– rative e a istituzioni di Stato) soltanto 3874 imprese, con circa 67.000 operai, in gran parte piccole e medie aziende appartenenti alle industrie alimentari, alle industrie del cuoio, dei metalli e de1 legno, alle industrie chimiche e .alle tessili. L'organizzazione ihdustriale dello Stato comprende i rami principali dell'industria, raggruppati ne,J trusts; ma a 1.300.000 operai occupati nei medesimi occovre aggiungere altr_i 1.700.000 operai Impiegati nei servi!Zt del trasporti e, nelle imprese non ancora orga– nizzate in trust-s ma controllate dal Governo, di manlera che, sempre secondo Kamenev, nelle imprese di Stato lavorerebbero 3 milioni di operai,. mentre solo 70.000 circa sarebbero gli operai occupati nell'industria privatll. Tra i 458 trnsts attualmente esistenti - nazionali, di– partimentali, locali - hanno la prevalenza quelli d•ipar– timentali e locali e ne:Llamaggior parte delle industrie, accanto ad un •piccolo numero di grandi trust,s che ab: bracc~ano i distretti principaJ.i ove sono concemrate queste industrie, esi6te un gra,n. numero di piccoli trusts, spnrsi nel resto del Paese. I 62 maggiori trusts, che oc– cupano complessivamente 661.000 operai, con una media di 10.000 operali per ciascuno, costituì cono peròr secondo il bollettino della delegazione russa a Londra, la vera spina dorsale dell'organizzazione industriale russa. in quanto concent.rano gli sforzi di ci.rea un 1erzo di tutta la popoJazione industria1e ,e tendòno aò un progre-ssivo assorbimento delle imprese minori. La coalizione di tutte le imprese di una particolare industria entro cia– scui1a provincia, ,sempre ,secondo il detto bollettino, sarà perclò presto completa, come è gi:à iniziata quella inter– provinciale, 1alchè è da pTevedersi nel futuro prnssimo il concentramento della totalità delle indu,strie rnsse in una 'ottantina o in un cenrtinaio di graudi trusts, ai cruali sono da aggiungere i Sindacati industriali, costi– tuiti•, a partire dal J.922, per eliminare o attenuare la concorrenza sul mercato libero e difendere gli interessi della industria russa di fronte allo Stato. La cooperazione. Se, auche con° la nuova politi'Ca, lo Stato, .sui pure nella f orma del « capitalÌISmo di Stato •• ha sempre in ma.no la mag,gior parte dell'industria ronòamentale e dei gr andi seTvizi ·pubblici, una parte preminente nèl– l'in<lnstria, non di Stato ha pure la cooperazione, cioè \'orga.ni.izazione privata, ma sociale, dellfl produzione e· dl'gli scambi, alla quàle Lenin,· nel discorso che inau– gurava il radicale cambiamento della l)olitica econo– mica del Governo, assegnava una importanza vitale per l'avvenire della Russia. Ripristinata. con la nuova po– llticfl, l'autonomia funzionale della cooperazione nella restaurata libertà <lei commercio interno, e sottratta in gran parte all'arbitra-rio intervento dei dicastevi gover– nativi, coll'abba.ndono progressivo della coattiva orga– nizzazione del consumo da parte dello Stato, introdotta. col deoreto del 20 .marzo 1919, la cooperazione, che aveva già raggiunto un notevole sviluP'PO .prima e durante la guerra e nel primo periodo della rivoluzione, ha ripreso nuovo Impulso, dopo che ha cessato di essere un organo dello Stato ed è ritornata ad essere un movimento com– merciale e sociale indipendente (2). Le Cooperative di credito, autorizzate di ·ratto solo nel settembre 1922, ~ ridotte a 600 società in {:O'nfronto delle J.7.500 eststenti nel 1920, sono tuttora. in via di rico.struzione; maigglor sviluppo hanno avuto invece finora quelle di produzione e di cousumo, e quelle agricole. Le Cooperative di pro– duzione, attualmente più di 19.000, si calcola abbraccino. un terzo di tutti i lavoranti a domicilio; quelle di con– sumo, già 25.000 con circa 10 milion~ di soci nel 1918. seriamente compromesse dopo il 1919, e alla fine del 1922 comprendenti 3 1/2 milioni di soci in 5000 ,società, hanno in mano circa un terzo di tutto il commercio interno dei generi di prima necessità; mentre le Cooperative agricole erano gi,à.salite al 1° luglio -1922 a 17.000 con 2 1/3 milioni di famiglie. I tre gruppi della cooperazione sono, a loro volta, raggruppati in unioni dipartimentali e in unioni. n8'Zionali, delle quali particolare importanza h!l,llno come si è già detto in altro articolo - la Unione cen- (2) .Oltre al citato ,tu.dio nelle (Jueitiom . nuae, . sulla coope- razione nel 11128. ai veda. U"1 interes&a.l!;te arti~lo _d, W1s1:: The grouth o/ 1111 1'1,opeNJIÌH mo11emenl - Ruusa, m Th• Labour m1111(Jfirw, <lelle Tra.de UniQnll ingle&i, a.prile 1923. . Bianco trale delle Cooperative agricole, il Selskosoyus, e, so-• pratutto, quella delle Cooperative di consumo, il Cen– trosoyu.s, chi'f esercita, · ad un tempo, le funzioni commerciali e industriali di magazzino centrale delle Cooperative e quelle di propaganda, di tutela, <li.coor– dinamento, di propulsione di Lega naz,i.onale delle Coo– perative; ed ha parte notevole, oltrechè nel commercio interno, nel commercio di esportazione, per i privilegi che gli sono ,stati riconosciuti in questo campo·. La Banca delle Cooperative rli consumo, da parte sua, tiene i] secondo posto, dopo quella di Stato, tra gli istituti dj credito esistenti. Il Centrosoyus ha avuto parte cospicua nell'aumento non disprezzabile veri,ftcatosi nel 1922 nelle esportazioni, dopo superato il periodo, che il bollettino della delegazione russa a Londra chiama del • comu– nismo militare • (3), òurante il quale le questioni della bilancia commerciale e <lei commercio interno erano .ritenute di 6econdaria importanza. Anche in materia .di commercio estero, il Governo segue, infattj, una nuova politica, inspirata al principio di proibire l'im– portazione degli articoli che possono essere prodotti su larga ,scala in paese e, nello stesso tempo, di favorir!! in tutti i modi le esportazioni, proteggendo le industrie nascenti e incoraggiando solo l'hmportazione delle 111ac.:– chine e degli strumenti di produzione e degli 'altri ur– ticolli che non ostacolino, ma anzi agevolino, la rapida restaurazione dell'industria. e dell'agri{:oltura. Alla cooperazione, nelle sue varie forme, il Wise a1- tribuiste una ·importanza preminente nella ricostitu– zione, nell'avvenire più Q meno prossimo, del com– mercio in,terno ed estero della Russia e una influemrn di primo ordine nella educazione del popolo russo alta democrazia e alla vita economica. Per. or;i, però, la t:oo– perazione, pur avendo preso nuovo impu16o, deve ~11corn lottare con gravi djfflcortil. •finanziarie: insufficiemrn del credito, imperfetta e 11011 coordinata orgnnizzazione. concorrenza dello Stato e del commercio privato che fa sensibili progressi, diffidenza dei contadini. Le stesse Cooperative di produzione non sarebbero, in gran parte. se non pseudo-cooperative, costituite da piccoli capit;i– listi, che si mettono insieme sotto questa maschera per godere dei vantaggi e dei privilegi accordati dallo Stillo allle Cooperative. L!) stato dell'i'ndustria. Ma ar,che ·1·inòwstria di Stato, sebbene Tiorganizzc1ta secondo « criteri commerciali •• è a.ncora in condizioni molto critiche. Lo stesso Kamenev affermava fl.1,Con– gresso dei Sovieti che la produzione, in tutte le industrie prese complessivamente, è ancora appella del 25 % del– l'antegut-rra, che la produttività di certe industrie - come il carbone, il ,petrolio, sopratutto la metallurgia e Je costruzioni meccaniche - è estremamente bassn, e che si .sono intaccate considerevolmente le Ti.6orse in capitale e :Jn materie prime. E il Bogadow, da parte sua, nelle tesi da lui proposte al Congresso sulla orga– nizzazione dell'industria, pur rilevando un aumento della pi·oduzione in tutti i rami, lamentava la mancanza di materie prime e di capitale di esercizio, il difetto di netti rapporti tra lo Stato COl!Ile cliente e l'industria , produttrice, la insufficienza delle orqinazioni e la diffi– coltà òello- smer<:io, che obbligano le fabbriche a pro– durre, di regola, assai meno di quanto potrebbero, e la difettosa organizzazione tecnica ed amministrativa dei trust.s. Oltre a quaste cause si ritiene, sopratutto da parte degli operai, mà. anche dama stessa stampa uffi– ciale, che la ridotta produttività e l'alto costo della pro– duzione siano dovuti anche all'organizzazione ancor troppo burocratica dell'industria di Stato, all'eccesso det • costi negativi • e delle spese generali, alìlo sperpero delle materie prime e del combustibile, alla esuberanza nelle imprese degli elementi improduttivi, specie del percsonale amministrativo, e, iJV:lne, alla incompetenza dei dirigenti. Secondo inchieste ufficiali (4), tra il per– sonale direttivo degli organi economici centrali, dei trusts e delle imprese di Stato hanno infatti prevalenza coloro che hanno la sola istruzione elementare, in con fronto di quelli che hanno un grado superiore di istru- (3) The expan•ion o/ Rm•ia.n. trade, in Ruuia,,, lnfor111atfon, • and Reflie10, 19 ma.ggio 1 192.3. · • · (4) Si ved&no dati interessanti al_ r_igu'."rdo in 9ueation• 1-u••e•, 5 gennaio 1523; li peraonah d~ direzione delle •~pre,e i e, nello stesso bollettino del 2 febbr!IIIO : ll 1_1r,:3onal~ • ~mmt• niatraziqne e d..-elriorw:,
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