Critica Sociale - XXXIII - n. 12 - 16-30 giugno 1923

''180 C:llITICA: SOCIALE ,l'associazione dei coltivatori,, specialmente de.i pie- bisogna dirlo, 110n ha mai avuto fortuna. Quando si .coli, bisogna ricorrere al . sistema .della ob.bligato- è fatto qualche cosa, si sono formate più spesso as- riètà: · . ,sociaz.ioni senza scopi economici ben. determinati e Anche dove i piccoli coltivatori hanno costituito senza organi tecnici , specifici. (1): associazioni le · forti Enti cooperativi (come pèr l'acquisto di merci quali cominciavano c·on un !=ongresso, e in quel Con- necessarie all'esercizio• dell'agricolt1fra; come per· il gresso esaurivano la. loro funzione e la loro v,ita. credito), essi trattano con questi Enti nelio stesso . Motivo dominante nelle discussioni e nella prnpà-. modo con cui tratterebbero con commetcianti privati:·· · ganda in generè: quello delle imposte. Arg(')mento de– nessun obbligo s'impongono nè sentono i soci di far, magogico, éhe trova· la sua· base_ e. il suo S\J.Ccesso i loro -acquisti presso la propria associazione; in nes- proprlo ·in quello spirito coritral1io a;la associazione, sun caso s'assoggettano a fare prenotazioni di merci che noi dovremmo combattere. «Essèrei esonerati dal- " a prezzo. scope1to ». L associazione,_ come Ente, ha le •imposte' ": ecco il des'ideratum· nÙn1ero vno· dei su di sè tutto il rischio dell'impresa e, naturalmente, piccoli coltivatori e ,in loro nome, · dei foro inter– lo deve far pagare riducendo· i vantaggi della coop,e-· preti più o, me:ao·.,in.teressati. Se- per nun pagare le razione. . . imposte ne dovessero andare di mezzo utiì1ssim1 ser- Spirito di associazione, dunque, mancante o t~op- vizi pubblici, il piçcolo coltivatore, con la sua tena-,,, po inferiore al bjsogno. Perché? Si può pensare ~he, denza verso un sistema di vita isolata, non se ne tutti· i piccoli coltivatori siano così scarsamente m- preoccuperebbe. E non pensa (e non gli si fa pensare, . telligenti da non vedere la necessità di sforzi --per p~1· paura forse di perdère i_ voti)· che nel bilancio 1;idurre i pr_ezzi della_ ter~a, ~ei c?'pitali _e~el denyo'. dell',à:zierida e nel bilancio suo personalè vi sono spe- da non capire che l'mevitab1le' ribasso net prezzi, de:1 ..•se beii~j)lu gravi e ben più inique che non sia un prodotti esporrà le piccole aziende a crisi pericolose, , qualche centinaio di lire per imposte, le (lliali vanno · :;,e non .si provvede' in tempo a ridurre· i troppo alt~ •.. a trasformarsi• ,anche a suo beneficio, in sfrade, in cos~ di produzione? . . servizi sanitari, -in scuole, in sicurezza pubblica ecc. · Secondo noi, la ragione di questo contrasto fra i Quando nel 1919 si penso çli iniziare un lavoro con- bisogni di tutta· una classe e la condotta dei singolJ, tinuato e orgallico per associare i piçcoli coltivatori, sta nel •fatto che ciascun coltivatore ha davanti a . si manifestarpno .subito, naturalmente, due _tende_µ-' sè non una, ·ma due vie per sottrarsi ai _danni, deli- ze: l'una volev·a che .i piccoli coltivatori si riunissèro vanti dalte crisi dei prezzi sul mercato. Ha la via . in itante Leghe iii resistenza( salvo a formare poi - della associazione; ma ha anche quella di ·un sem- accanto alle .Leghe e sotto il loro dominio - le Cooo- pre più'' accentuato isolamento. Ègli ·può rendere in- peri.dive; l'altra· (noi· eravamo· fra quelli) sostèneva dipendente la sua azienda da ogni. necessità di rap- che' si dovessero fare. subito i e Coòperative; ·1e. quali porti con la vita est~riore, fao()ndola servire diretta- · dovevano procurare ai soci .il beneficio immediato e' mente ai bisogni della sua famiglia. Non aver nulla continuo degli acquisti, delLe yertdite, delle assicura- da comprare, anche a ·costo di non aver nulla da zioni, ,della p·roduziòne in società, e av,rebbero potuto, veQ.(\erl;_l: si faranno degli spropositi di tecnica agra- al momento •oppo·rtunp, funzionaTe anl'.!he come or- ria, si 1,idurrà la produzione unitaria ma si cam-• · gani. di 1 :resjstepza, contro le pretese dei rroprietari perà: Il piccolo coltivatore - sapendo di aver qietro de11a,t,e,i;ra .e di qualsiasi cet9 parassit_ario. Giacchè di. sè, quando vada male, qu'esta via di ritirata la resistenza _non è per i piccoli coltiyatori una fun- accetta coiil riluttanza l'idea della associazione a, cuii zione çontinuamente 'atti,và come lp è per -i, salariati l'-uomo si a_datta quando ogni sforzo individua,le Si è ·avventizi; una· Lega di ·resisfenza fra piccoli coltiva– rivelato del 'tutto insufficiente alla bisogna. L'accetta · tori non ;àttrarrebbe perciò nessuno degli interessati, con tanto maggiore niluttanza, quanto più egli sente ·se nqn· nel caso infrèquente di una speciale e isolata · che la sua scarsa coltura e la sua scarsa esperienza agitazione di élasse, finita la _quale la Cega si svl!lo– . gli tolgono la possibilità di un efficace controllo che terebbe immediatamente. Ggli dovrebbe esercitare sulla atfività di una asso- La conçlm;ione fu che· si' discusse molto e non' si ciazione. La diffidenza, figlia dell'incoltura e della· fecero nè•le Leghe nè le Cooperati_ye,· tanto per avere– debolezza ,fa rifuggire da ogni rischio. . una nuova conferma,_r10n necessaria, del giudizio _che . Noi dobbiamo pertanto ricordare che l'isòlamento l'Italia è il .paese ..pelle accademie, infantò .çhe nel fa, del produt,tore. un essere antisociale, e dob_bia!Ilo campo ·economico ogni individuo s'arrangia ·per con- . ritrarnelo c·on ogni n_ostro sforzo, per salvare lui e to suo. · _ · · · , . noi da crisi che avrebbero conseguenze, gravissimei Dire ora c'he bisogna èambiar sistema è mettersi ·a _ Isolato, egli fa ubbidire l'agricoltura, non tanto alle · fa1·e, e a fare :çion' criterio., è troppo tardi...· ed è esigenze della tecnica agraria e del mercato, quanto troppo p't'esto. \Ma noi siamo fermi nel· pensiero ché ai bisogni della sua famiglia. E si hanno -allo.r:a le · bisogna p't·eparare per dopo i nostri programmi, 1· colture inadatte al terreno e al clima, e pertanto nostri piani e anche i nostri uomini, al fin~ di potei· poco produttivi):' grano, per esempio, dove .st.ar .~bbe- riprendere rapidamente il nostro lavoro e riguaq.a-· ro meglio il pascolo e il bosco e dove non si racco- · gnaré. il tempo perduto. _ glie che scarsissima quantità del. prodotto. E si· han- , no le economie assurde, che si traducono in riduzioni Quello. che dovremo fare per i' piccoli coltili,atori . . <li prodotto lordo ,per un valore maggiore di quello · delle economie fatte. Si hanno le consocia:z.ioni più strane fra piante che- si danneggiarn:J a vicenda. E 1le viene l'esaurìmento della ter-ra, a q.anno della genP.– razione presente e delle generazioni venture. · Con la persuasione, con l'esempio, con l'esercizio, bisogna indurre i picçoli coltivatoli a·rinunciare alla loro tendenza veTso l'isolamento, a non vedexe e. a non seguire altra via per difendere i proprii interessi che l'associazione delle loro forze, nei rapporti. con- la natura .e nei rapporti col mercatq; Quello che abbiamo fatto ... e quello che non· abbiamo · fatto per· i piccoli cortivàtori. . " fra i -dirigenti del movimento operaio la pratica' della organizzazione in· mezzo~ ai pic<!oli coltivàJori_, 1 BibliotecaGino.Bianco Riteniamo n~cessa'I'io dar vita a organismi coope-, rativi che svolgano la l~ro attività in zone di no_te– vole ampiezza:':. Provinc,ie o ,Circondari. ' , Le Coopel'.a~ive fra piccoli colti'và.ton di un Comu– rie 'ci di lJna frazi9ne di Còmune :· a) non trovano per– so:uale dirigérìté 1dorieo, perchè questo, ,se è veramen– te capace, pretende e' ha diritto· a retriblJzioni ade– guate, il cui peso· è incompatibile col bilancio di un.a . . ' (ÌJ- •Scrivi.~1) ·più,' spesf~; ~on wrl~iru;no "s.empre. P~~.;hè vi sono buoni esempi di or,ga.nizzaa;ioni fra pioooli coltiva.tori, oo– stituite con cri,tieri .e .oon,roopil teanici ,ed ooonom:ioi. Basti q.ii– citare I!!, Cassa ,O,oope.,,aCivàContadini di ReggiÒ ~Ha., che conta migliaia: di soci r.aooolti, ;m· tuflba. la. provi,ncia, e le Cwn-· tf.ne Sociali del}a zona di ,Stnadella.; che :to.nti b~eficili. ·hanno reilato e recano ai picco:li_viticu)t"1'i di quella pla.g·a, ' I '

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