Critica Sociale - XXXIII - n. 12 - 16-30 giugno 1923

I, C!Utt(:A 80CtALI l'anima ferma ed indomita di contro alla furia delle vicende e le vincono, resistendovi, e le disfanno entro sè stesst Le deviazioni delle due epoche s( illustrano a vicenda ed insieme commentano la decadenza politica, a cui contribuirono, con assoluta, immediata., violenta m- fluenza.. . La. maschera dell'assoluti!Smo, che altera. tutte le espressioni, della vita. pubblica, spande a Roma un si– nistro contagi0 I}ella vita civile: e nillla. è pi,ù sincero e tutto deformato, meccanico, provocato, antistorico ed antiestetico, grossolano nella. raffinatezza. e volgare nel– l'eleganza, vizioso nelle virtù e paradossale nei vizi. L'avviso cordiale, che dà Marzia1e all'amico venuto a. Roma (1), è uno di, quei rapidi e suggestivi tocchi che, assai più delle prolissità annalistiche, r.endono effica– cemente e compiutamente una situazione. Ed è un'elegia. E la rapicla elegia. di Marzfa.le non ha. valore contin– gente: chè, sciaguratamente, tutte le epoche di senilità sociale e di decadenti recrudescenze si riallacciano-, in difiusa. continuità, per gli iidenti-ci fattori. Morale presumuo,;a. e <iec1arnatoria, !ervore tumul– tuante ui mconscie passioni, cozzo di torbidi interessi, convenztona1i.smo superstizioso, paurose 1·muncie, grot– tescne seyerita., narnare licenze, anusi marnosi uei pia– ceri, pazzesche avarizie e prodigalità, sperequa.mento insano delle riccllezze: volontà ed energie, intlne, pie– gate e condizionate, a<i un;i. .presunta. ragion di, ::;tB;tO, 1denti1ìcata.·col capriccio, col vantaggio o. con assurde e tiranniche e-sigenze. Non poco, evidentemente, e per non p'oichi nè piccoli raffronti: e tuttavia Tacito, che sr compiacéva. -di affrettate concisioni, ha dovuto scrivere di più e <li peggio. Le analogie corro no, anzi tutto, fra le espressioni della vita, in<lividuale e socia.le, che -più -direttamente riflet– tono la condizione degli spi riti e ne rivelano, per il con– tenuto morale ed estetico, le contra<ldizioni, i· turba– menti , gli spasimi, gli smarrimenti, in cui si tormen– ta.no senza., fine ed a cui, volta a volta, o resistono ribell i indomabili, ritemp,rati ed ingagliarditi, o soc– combono, vi,nti ed infranti. L'arte e la letteratura. Nell'arte e nella letteratura. Ì:.a prima rende, nella barocca magmtlcenza immigrata. µ'Oriente a · Roma, negli effett1 nanali e decorativi, nell'affettazione grotte– sca· e 1'.tdi-cola,nel gigantesco e .nello, strano scambiati col grande e coll'o1•iginale, la grossolana sensualità-dello spi.rito corr otto, la pompa lussuosa e la .sfacciaita tea– traHtà, che era.no nella vita e !leL costi;ime politico del tempo. . La scena, che è specchio fedele della mora:Htà di un popolo, messe al bando le severe tragedie greche, le togate di Atl'anio e persino i vecchi intrecci plautini, che avevano trastullati io candidi ozi. e le innocenti esi– genze di tante generazioni, è dominata da. mimi e da rtessuosi ballerini• o è ingombra di strane fantasma– gorie, che traducono in scene •reali e quadri viventi~ le piacevoli finzioni dai miti ed in cui quella decrepita decadenza cercò e credette di aver trovato il filtro dell'arte. Depra.v,azioni insensate: e qualcosa ne ricor– dano~ se pur in pallido riflesso, .anche le nootre platee, nell'àmmi-ra.zione per le celebrità volgarmente JStno– niche, negbi e~tusiasmi per le pochaàes e -nelle sadioh_e voluttà per le fo.sche situazioni: del dramma grandgui– gnolesco, imbestialite di recente, in tutto nuovo costume, nei pietooi q.elir!. per i barbari e brutali riti da arena. E nella. létteratura, divenuta una moda od un me– stiere al servizio del potere politico in basse e delit– tuo3'3' compiacenze (2ì domina l'enfasi, Ja caccia. alla forma, alle piccole vittorie d'espressione, che esagerano, ·escono dal naturale, smussano ed ottundono il gus_to, trascura.no il tondo e rendono il soggetto un sempllce (1) • Se sei un uomo onestò, non potrai vivere a Roma. che per' un capriooio de lla sorte •· - Epigramma.., III, 98. (2) QuaJche rr.ra voce solt&nto si _!~va. a. denuncia~e ed aooua&re la, ver gogna . dell'ignobile serv1h&Qo. Tra le _p1u alte ed ardite, quella di un 311,tirioo, Turno (fo Mm~ tnfame~), nel tono severo di 88pra invetti"'.a· Il ~ è _la s_ohta. f11;'1&'&1a di p~,risti da st.rapa.zzo: -molt1tudme d1 m:isere'!'o!.i m&– dioor1tà, ohe, in a.Itri tempi, si aooalcherà_a~torno a Lu1g_1XIV, i.noa.rnazione del oorrotto e cortigiano sp=to franoeae, in coro d'angeli- spennati ai piedi. di' una , ialsa. divin ità, a oont?D· detei qualche po' d'oro '8 di luoe, ohe cadeva.no dalla despotica onnipotoalt&L 1anco motivo alle va.ne abilità, alle lri vole uelica.tezze ed alla. pompa arti, tìciosa del dilettantismo invadente (3). L'a poesia, intristi.ta . nello sforzo che si avverte in Lu– cano, in Per sio, in Sta zio, ,si esaurisce in labbriose riem– piture degli schemi traclizionali alle spese dei ·repertori m1toJ.ogic1,in virtuose, leziose trattazioni <11 argomeut1 leggiel"i, ornamentali, vuoti e, divenuta monopolio· di mestieranti e di arri visti, genl precoci e glorie mancate, degenera in .sì pietosi va1rngglamenti di amniziosa rino– manza i::he, ripudiata ogni dig11ità, sale la scena. e si prostitui-sce, fra il lambiccato ed il barocco, nelle vol– gari mç1niere della divulgazione istrionica, nel co-stume delle pubbli-che gare. Altl'eLLautouecuueme nella ~uberame virtuosità, 11e1.1u ~fugg10 <.lelle ramnatezze stil1st1che, per la uatw·a ue1 uwL, vl eu a,·gowenu preienll, per 1a consrntenza e ,;e– ri età del fonuo euco e letterario, per l'insufficiente con• tenuto psicologwo, l'imperfetto esa1ne ùel reale obiettivo, la trascuranza ùel naturale o verisimile, l'amore pel paradosso, per l'irrazior1ale, per l'1pernolico, la scarsa origma1ita e l'impotenza a renuere spiriti e creare !orme uuove, e la miglior letteratura ur.t1c1ale,cne oggi rappre- 6enta l'arte e 1a cultura nostra al di la dei contlm, e quella più modesta, amena e facile, che corre tra il popolo e d.à, trionfo e rinomanza. di un giorno al suo autore,_ tra gli.oziosi spassi ed i capricciosi giudizi. delle sale dorate e dei ritrovi pseuuomteUettua.11. L'una un naturalismo orgiastico ou un puro tripudio della. forma; l'altra un vano petiegolezzo, a volte conctito di porno-. g'ratla o di barocche banalità spacciate ed acquÌIState per eleganze, spirito ed umoriiSmo. E non minor onore na, a' nostn ,leggiadrL tempi, l'antica. mo<ia della vol• -garizzazione letteraria e delle <:lotte lusinghe, ripresa e tenuta viva ora, anzi che da poeti mendicanti e da · versaioli impenitent.i ed importuni, quali R·oma vedeva per le sue vie o nei bagni, inseguiti dai ,fischi e dalle imprecazioni dei cittadini o dalle sassate dei ragazzi, da dilettanti in guanti bianchi e da critici da. circolo, ingegni superficiali ed autorità empiriche ed abusive. .che passano d'a uno ad altro sa.lotto e corrono pei vari cenacoli ad esibire i, loro aborti poe-tici o contendere intorno al più recente romanzo, in allegre e disinvolte valutazioni, confuse col commento pettegolo e maligno sullo scandalo del giorno. (3) -Lo stra.no fenomeno ·del p,·eziosis,no, esteriore raffina• mento dei sentim enti e dello -stile'; interminabile e vuoto f,ra– sa.rio, :.ingombro di situa.ziiOni artificiose ed inverosimili e vana decla.ma.z1one a, compenso della vita, del movimento e dell'a– zione as.senti, ufficialmente rappresenta.ti , sotto Luigi XIV, d&!– l'in.na.t11rale, voluminoso, solistico bag aglio roma.nzesoo della Scudery, fissa ancor meglio questi ca.,a.tteri, che sono gli. atesai per ogni letter,atura promossa. ed alime ntata d al dispotismo. A den unci.are e a.d accusare la cattiva, sovra.na influenza. del qua.le , non vale men.o quella. ·maniaca re ttori.ca di poesia., che tu det ta. classica bandita. e modellata dal desp ota e che porta il triste ma.rclù~ del suo signore e sente il p_iù "iste predo– minio del!' intendimento pratico e senza. elevazione, del oa.1- colo fr eddo e della. critica. egoista, che dal dominatore eraa.o passa.ti in tutto il popolo. Il manierato, il rigido ed i,l com– posto d elle satire d1 .tloileau assoggetta.va.no oompletament.e la. poesia. alla. t11,annia. d1 quella . stessa regola. d ell'etichetta e del buon senso superficiale, che prevalevano nella vita pubWica " reale, e 'Raéine., che pur decora. i suoì eroi a.ntichi ~i sì armo– niosa grazia. ed eleganza, li maschera con I.a parrucca. ~ 1~ spa: dino e presta 1oro l sent1ment1 ed I pensieri de, cort1g1aru, nei qua.li il signore poS&a.sentire frequenti allus10ru alla sua po– tenza. e maestà. .:lenza contenuto ideale e senza gmooo dram– matico che interessi; senza pasaione potente che nobiliti; senza linguaggio profondo che esalti; senza libertà, dignità, indi– pendenza di pensiero: decenza. esterwre soltanto e ben _com– posta e lode obbligata. in un indir~zo meseh!no, h.~111tato, esclusivo. Una comoda. mora.le generica, che, 1D frasi belle e oonore, s'aooord:a. sem pre con l a immor&!~tà e coll'egoosmo in tutte le partioolari coll'tingenze: ~ però spiacque 3:l despota la musa popolare, schietta. e s~mphoe d) La Fonta.1De.. Piacque invece, fu cercato, voluto, imposto l artificio;, che, 1n br~ve .. volger di, ,tempo di -sè espresse, ferooe ironia, un.a. nuova v,t.a intellettuale ed ~a letteratura. destinate a riprendere la guerra combaittuta. da.Ila ragion e, in n ome de lla liber tà, della verità e della. scienza contro l 'idea.le rigido, ufficia.le , torm entooo del dispotismo. V~lta.ire e _M?nte squieu si _3:vvic ina.va ;no; e oon essi tutta. una schiera d1 giov&ru ed ia.rd ,ti oontravve nton, oon entwùasmo l:)jin temprato e micidiale, si a .ccogliev.a attorno a.Ile nuove idee. Si sentiva. il fremito primo della grande gesta, che l'aasolu– tismo .maturava.. Ed i rumori non si levava no solt &nto dal!~ t.err.a. dò F·rancia: in Looke, Toland, Swi(t trema.no iJprèlud1 del ça ira e della Marsiirliese.

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