Critica Sociale - XXXIII - n. 10 - 16-31 maggio 1923
CRITICA SOCIALB 151 mento ~tia .larga e passio-nata discussione, ri– fetiam_o qui -1a·parte._che p,ropone alcune f.iforme alla legge. vigente. Non tutte, sappiamo, incon– _treranno l'unanime approvazione dei proporzio– ·nalisti; ma appunto perciò vanno conosciute e · discusse. . . La questione è a.Il 'ordine del giorno, anche se dalla prepotente volontà dei presenti dominatori il princip·,i o della propo,rzionale dovesse t(!mpora– neamente ess.er · travolto. LA -CRITICA SOCIALE. Alcùne riforme posgibili In sostanzà. :r:iella modifica della lègge della Pro– porziònale e, in genere, del nostro diritto elettorale e parlamentare, si debbono perseguire, specialmen-_ te, le seguenti mète: attivare una migliore selezio– ne ·personale· degli eletti da parte degli elettori; tro– vare un punto di g,iusto equilibrio frà un nigoroso e disciplinato funzionamentò dei partiti e le \egit– tiine libertà degli aderenti ai partiti. stessi, affinchè - i Gomitati dir.igenti dei partiti non degenerino in ·chiuse ed a:rbitratie oligarchie, con · produzione, e diffusione dello spiritò faztoso; evitare che la massa dell'Assemblea parlamentare ne dim1nuisca 'l'agili– tà •e la rapidità di azione, e impedire che la discus– s'..one d.iventi vana accademia; promuovere un con– .trollo diretto sull'opera legislativa ùa parte dei cit- tadini. Ora, per raggiungere tutti questi obiettivi,' ap– paiono a qualcuno non inçongrue alc_une delle ri– forme seguenti. 1. - Decentramento topografico e cfeoentramento run– _:_ zloriale .. ✓ Converrebbe proc_edère, senza inçlugio,_ ad un du– plice decentI"amP.nto, ca.p~ce di sollevare il Parla– mento da funz'.oni alle quali- si è ormai rivelato, ina– datto, mediante un conveniPnte sistema di autono– mie locali e di Consigli tecnici, senza con c·ò -smi– nuire la funzione deliberativa e politica, ma facili– tandola col conferire la funzìone istruttoria e tec– 'h'.1caad organi competenti .e specializzati nelle sfere rispettive. 2. - • Riduzione del numero d~I deputati. Convérrebbe ridurre il n·umero degli attuali depu– tati. Basata organicamente sui partiti, anzichè lo.– .calisticamente sui gmppi territoriali, non c'è una rag·one effettiva per mantenere una assemblea ple– torica di 53:i deputati. Que~ta inflazione non è meno dannosa alla 'politica parlamentare, che non sia • alla economia la inflazione 'cartacea. Ridurla va– lorizzerebbe ind,ubbiamente. i deputati, . i qnalì non dovrebhero più essere - come accade talvolta - quasi dei fantocci retti colla corda da burattinai, collocati sopra le quinte. E' perfettamente logico '· che i deputati di un partito· agiscanò se condo le .di– rettive di questo: ma debbono. poterle tradur.re in attto con 11:Ilaragionevole l'.bertà di mov imento, c he non li riduca ad automi. Sfollando i ruoli, cresce- .. rebbe il numero degli uomin_i e ~inlinuirebbe quello degli automi e dei pappagalli. - 3. - Riforma della Indennità parlamenta;e, Alle. ridùzione del numero dei d·eputati può es– sere utlTmente coordinata una riforma della irrden– nità parlamentare. Non sl" vede 'perchè non debba · essere accettabile un sistema, che unisca i .vantag- . gi della indennità fissa, con quelli- del ge~tone di presenza,· per converso elim;nando i rispettivi svan– taggi. Il sistema può così · concretarsi: Si determini ' · Biar:,co .in u na cifra fissa la indennità massima dei depu– ta.ti , per, l'ipotesi, cioè, che essi esercitino diligente• mente il loro mandato: ma se ne detragga una quo– ta adeguata,· per ogni votazione da cui risultino assenti,' o da cui si astengano. La detrazione di una quota adeguata per ogni votazione dalla quale il de– putato risulti assente o astenuto è di facile esecu– zione, l'assenza essendo ,in questo sistema, di con-• st.atabilità antomatica: .ed è inoltre perfettamente giusta e logica, perchè non si tratta, come n~l siste– ma del" gettone di presenza, di assumere, quale uni– tà di misura, la semplice pr-esenza, che molte volte P- un fatto passivo- e può essere inconcludente, Ifla il voto, cioè la deliberazione, che costituisce la so– stanza della funzione legislativa. Anche concependo la ·indennità come ·retribuzione di u'n pubblico ser– vizio, essa non va logicamente corrisposta, quante volte questo ..servizio - cioè la deliberazione di fatto - riop sia, reso. Che se l'indennità si conce– pisc,i, ·come r'.fusione di spese, è evidentemente ap– prezzabile un sistema che non rifonda al deputato quello che il deputato assente non ha speso .. Nè sa– rebbero ammissibili rifusioni per spese non dirette: perchè. una volta postisi sul · terreno delle spese indirette, il deputato potrebbe farsi '.mdenniz.zare, ad esempio, l'e spese incontrate per l'uso délla luce elettrica, consumata, in ipotesi, per letture pro– fittevoli alla formazione -della sua .coltura politica. Da simile ordinamento della indennità parlamen– tare disc~nderannò anche vantaggi di secondaria importanza, ma·- non trascurabili; citiamo quello del non moltiplicarsi di votazioni ostruzionistiche e defatigatorie, ogni votazione divenendo, 'nell'e- .sposto s'stema, pel reddito ... professionale del de– putato Ul'J. exrerimentum crucis. R'cordiamo che sui concP.tti qui ec:pressi - salvo alcune d;fferenze di modalità - 'si basano la proposta Turati N. 1538 e le conclusioni della Commissione competente sul p-rogetto stesso ,pendente ancora avanti la presen- te legislatura.· · 4. '_ Altre riforme regolamentarl Sorv-ol'arno ad · altre riforme che potrebhPro in– trodnrs_i nel RP1rn-Jarnento della ·Camera. atte ad ar,cPlerarne e intPTJSifìcarne i lavori: L'i~tit.uzione, l!i~ inlro'1ott.a r1el]P,interrogR.zioni che rh;erlono ri– sposta scritt.a R.nzichè vqc.ale, apre l' àdito a prov ved;~nt' (per r.s. una deradPnza in trnnine brevis– simo) · che scemino lo stillicidio quot.irliano dell11 troppe interrogazioni da svolgersi nell'aulà, che. riferendosi· la più . parte a quisquilie personali <' •locali. ll'Onfìano l'Ordine del gi0rno delle sedute. vi 1 • inVPcchìano perrlenrlo ogni interesse e tutt.avia fan- no perd(ire un tempo prezioso ai Sottosegretari di , Stato ed allà. stessà Assemblea. La cost'tuzione dei Gruppi in Uffici, agevolando la designazione di o-– ratori ufficiali sulle questioni più importanti, do- . vrebbe permettere qualche misura che, pur rispet– tando il diritto di espressione delle varie correnti e anche del pensiero individuale dei cosidetti de– putati «selvaggi», limitasse la sconfinata logorrea e la inconcludente accademia di certe discùssioni interminabili. Non ci parrebbe illogico, stabilire che ogni ·crisi di Gabinetto - ch;udendo in qualche mo– do un ciclo parlamentare - producesse i meaesiini . effetti della chiusura di una Sessione, ciò che ser– virebbe di freno· all'intrigo dei deputati crisaiuoli. Un maggior •rigore di termini e di decadenze, ma.– gru-i riservandosi e!ìclus_;vamente giorni determi– nati delle settimane parlamentari, varrebbe ad as– s'icurare la discussione dei bilanci e dei decreti– regge, che si attardano troppo a lungo _in seno alle Comm;ssioni. Par;menti ci parrebbe logico che i decreti-legge, se possono consentirsi come provve– dimenti affatto ecc~ionali, e per ragioni d'urgenza, I_ .
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