Critica Sociale - anno XXXIII - n.9 - 1-15 maggio 1923
. I ..;,'_ -------------- CRITICA SOCIALE 135 ' . r· un nefa.rio s-i,stema di g-o,v,erno_ha.fatto Cl'edere. finora hemiJche ì"una dell'a:Ltra. iDo«nanderemo dunque, r,he la 'brutat,e s0i 1 1da,tesca austriaca sta ,se,nza. riitardo ritiTarn da.11 'ItaHi, e che il popolo i-talia.no · Hiiamesso nella .po– sizi,oo" di pot-er proni,ln,2;i,we la .sua volontà sovrana, . rispettando la formà .di governo, che vuole scegHere ". Libertà e P:utodecipiione dei popoli, unità e in– dipendenza d'ogni nazi,one sono esigenze univer– salis.tiche; la cui soddisfazi:one può offendere sol– tanto gli interes•si imperialistici ed !gemonici, che han bi&ogno di fond,a:r&i su·ua sop-raffaz.ionee sul– ,la divis_ione altrui. Ma q-uando .- come Eng-els pro,pugn:ava al'J!c.hene,!.i859 e nel 1860 per lt.aGer– mania con i s11.oi scritti Po e Reno e Savoia, Niz– za e Reno - una nazione terida soltanto ana con– quista· della propria unità .ed autonomia. da ogni soggezione ed intervento straniero, allo,rà ·1a con– quista parall'ela, che altre nazioni oppriesse e di– vise compiano nello stess-o senso, non intralcia, ma aiuta e consol.ida gli ·sforzi dire-tti ad analoga IllÈ'-ta. Alle pretes,e bonapa;rtistichè __ ctt una .cessione della· Savoia e di Nizza e del mantenime.nto della divisione dell'Italia in fre e poss-ibilmente quat– tro Stati, Enge.Js contrapponeva pertanto la dimo– stiraziime che la Germania non ~veiva alcun bi– sogno del Mine.io ci del Po, e la d,jchiarazione recisa: "·al mantenimento del dominio papale e del. borbonico non abbiamo parimenti al(,un in– teresse; ne abbiamo bensì alla costituzione di · un'Italia f.orte ,e unita, che poss.a 'fare una poli- tica propria,,. (90). ' Lp·scritto Po e Reno (al quale anche Marx si ri- .chiamava con pieno consenso), n~lla dimostra– zione della ,sua tesi voleva ten_ersi di p.roposìto sul freddo te:rreno del1e considerazi-oni puramente st-rate,giche per provare come queste non valesse– ro affatto a gi,:ustificare la tesi militare tedèsca della necessità dell'asservimento del Lombardo– Ve,neto ali' Austria: ,e Noi (così ,enuncia l'Ellig,els In sulél. tesi) non contestiamo per nµlla che. rin.un – c,,ia!Ildo allia linea del Mincio e dell'Açlig~. la Ger– mania rinuncia -ad una fortissima -posizione di– ft"nsiva. Ma ·contestiamo recisame.nte che quella posizione si-a necessaria.alla sicur-ezza del confine ... le-desco». (Pag. 2'•'). · Pure, sotto le fredde. e serrate ·aJ"gpmentaz"ioni di ca:ratte:re milita:re, freme· un pathos, politico, che non consente a restare 'in silenzio o in se– eo.nda linea. Ed è· il ri-conoscimento dena inelut-. tabile..forza sto-rie-adelle rivendicazioni nazionali; è- l'asprà condanna morale dell'oppr~ssionf del .. " domini-o str.arnero antinazionale )); è la giustifi– cazi-one es,pli-ci-tadell 'a:llora diffama~ e infamata azione mazzini-ana: · · « Qui €1Il/tran.o in c-ampo del!Lecon&illie.razioni poht.iiche, che · nei non voqiiamo mettere in seconda ltnea. Il ni.0~1iment-0 .n,a.zion.aJ,e i:ri Italiia. è, dopo il ·1820, uscito 1•i •nr.ri- ov-alllito e fol'tiiflcat,oda o,g,ni.s,coi:n,fttta.. Cil sono pooh' p,a~. i cui coshd,eU,i, _confini «naturali, {strate,gi-0i) coln cildOJ11) così ·strettamente .oo,i, confini della. niazionalitr, ,i che siamo in pam tempo tanto pronunciati. · Quando jn- un ta1e pae&-, r.h.e(',onta ciTca 2.5 m.Hioni di; a.bi -tanti il movimento nazionale s'è fatto vigorcJ<So, esso non può cessare floo a tanto che una delle pa:rti ,politicamente e mi~llitarmen~e p.i.ù 'irnjpO<rtanti del paese, ci.o.è a. dire qua.sii la quarta parte di .tulbtaLa popolazione, -è so,gg:etta a un doanj\n,i,o stramiJero an,ti,n,azion.aie. Siin dia! 1820,!'Au– st.ria. ;r,e,gna in J.ta: 1i:a sol•ta.nto con. la forza, col sedare ripetute- fnsurrezion.i, ~ol terrorismo, -collo stato d'asse- (OOl Stwoiai Nizza. e il Ilena, a pag. 29 della trad. ital. ·noBianco drbo. Per manrt.emere, il suo d,omùmioin ItaliJa., l'Austria è oblJHga.ta a trattare -:peggi10che da vo,lgari. de.J.i.nquem.ti i suoi avversari· politici, vale a dire ogni italia1w che si senta itaLiano. Il modo; <:on cui furono e in qualche pUJntovem,g,on.o tu~tora trallta,ti, i oondann,a,ti polnt.i.ciita– !Jiiami,• è irnaudito, nei paesi dvil,irzzat1·.Gl i-austria.ci hanno tieruta.todi infamane ii ,condannati po,li,t,ici. in Italia, trat– tando,lil .con speci,ale p 1ed.ilèzi,one a. colp.i di bas.ton,e, sia r,er strappar ·"loro confessioni,, sia per pret.esto della con– d,an.,na,Tutta l:'liindignazilonem()(!'a1esi, è scagliata oon-tro il pugnale italiano,· contro l'a&Sassinio poUtièo; ma pare si .,-•,a d.i.melllti,catoche fu il bas,to-ne. austri,a,co a ·pro– voc:.rli., I men;:zi,di, cuil l'Austria deve servirs,t pe.r man– tenere il ,suo domini-o hn Italiia, sono la prova p.iù evi– den.tu che n.on -è po•ssihile.che qu,esto ·d,o,min.i,o abhia. lun– ga durata». (Pagig. 24-25). Le considerazioni strategiche con ciò passano •de,! tutto in seconda linea: e sul primo piano ven– gono a, pors.i i diiritti dei popo.Ji, che non sono più -un',astratta asserz.ione teorica, una volta che si affermano nella realtà storica concreta come ·esigenza. :sentita ed incoerc.ibile. Poic;hè " il senti– mento nazionale italiano pulsa con tanta veemen– za n. nessuna 'naz.ione strani,em può affermare un diritto di dominio su di esso: « So .p,eil'am-Ol'e d"un.a buona po5i:z.ione mmtare _(il Reno) la Francia non deve annettersi nove milioni di Va!loP.i, di Olandesi e di Tedeschi, non abbiamo neppur noi il diritto di rus,soggettarci sei milioni.di Italiani per amor di- una -posizio.rie militare. " II· generale Heilbronner diceva che fa. Germania ha IJ.en.aJ'.r,a missione -che quella di, : eTVir da pa.rafulmin,e alle folgori che st addensano sui capo della di-nastia bonapr.trti-sta. Collo stesso diritto possc;,no dire !'(liTt~li•mi: !'-Italia ha ben altra rrìissione -che di servir •alla Ger– mania da repulsore contro- gli urti che le dà ·1a Francia, e per ringraziamento ricevere in regalo dall'AustTia .colpi di bastone ". E ciò vale anche " contro, la stupida e greUa politica .francese, che pretende d'aver il d-i?itto d'immischiar,si negli affari interni dell'Italia " e di "'non tollerare un'Italia unita e imlipenclente ". Per tutte le nazioni. può valere il prinoipio che l'EnO'els afferma per )a Gerinania nei ,rapporti con l'Italia: ,H invec,e di cercare la nostra forza nel p,os.se.ssodi terre strariie-re e nell'oppressione di una nazionalità straniera, cui ·soltanto il pregiu– dizio p~ò negare la capacità di- un ',esistenza futu– ra, noi fairemo ,meglio a ce:rc·ar,e di essere uniti ~ forti a casa nostra>>. E .per. i muta.men Li futuri dellà oarta d'Europa la norma., che egl1ip11oc;lama, è il rispetto deHe nazionalità: cc tutti i cambiamen– ti, in quanto sono duraturi, devono av-ere per sco– po di da:re sempre• più al~e grandi e vit.ali nazioni europee i loro ,reali co,rufininaturali, i ,quali sono fissati da idiomi e simpatie ... Considerazioni mi– Jirtaripossono entra:mi solo in seconda linea n (91). ' g) La patria e la polil'ìca interna:z,ionale dd proletariato. Tutti questi sviluppi, teorici e p•mtici, della dot- trina delle nazionaJità nel marxismo, possono lu– meggiare cori ass.ai maggiore evidenza qua1:to ac- • cennavo in una n-ota precedente, a p-ropos1lo del èl,isco1I"so di Engels su La festa delle nazioni nel 1845, e della funzione (ivi -attribuita ::ilproletaria– to) di superamento delle scissioni nazionali. Mazzini non esitò a SCII'ivereuna vo-lta che « la patria, sacTa in oggi, sparii•rà forse un .gil)'.'flO. quando -o,gniuomo rifletterà nella propria coscien– za la leg.ge morale ·dell'umanità n; fedele al r,on– cetto che cc la vita nazionale è lo stromento; la vita internazionale è il fine n, egli pensava, che (91) Po e Reno, pp, 27, 36, 39-40 della trad, itaL
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy