Critica Sociale - anno XXXIII - n.9 - 1-15 maggio 1923
-132 CRITICA SOCL\LR guerra e contro i suoi più immediati fatto:r_i.Ma_,pur nuovamente orientandosi verso l'internazionalismo, ie classi lavoratrici organizzate non hanno saputo dissoci.are nuovamente la propria attività da quella dei ceti dirigenti dei proprii paesi, con un taglio così profondo come quello che era nel-le affermazioni dell'anteguerra.· La progressiva i1confitta, in tutt.i i paesi, delle correnti intransigenti che facevano capo alla Terza Internazionale, dispensa da una lunga enumerazione di fatti. Ma ben può segnalarsi in modo particolare la politica del µaverno Russo .che non solo pn;dicà all'estero, ove ciò torni comodo alle sue mire, i~ solidarismo sociale e politico per il riscatto politico di determi'nati• paesi da deter– minate influenze politiche europee, ina anche di– fende, neiWinteresse della saldamente vi.costituita unità della più grande Russia, tutte le diret~ive tradizionali del regime politico abbattuto, ed asso– cia così quel tanto di capacità politica che il pro– let~ri~.to' russo ha conquistato, ad una azione poli– tica di consolidamento e di espansione, tipicamente nazionalista. Necessità della conquista de•l potere, Ecco perchè il problema della politica internazio– nale del ,proletariato, e più concretamente quello dell'atteggiamento da assumere di fronte alla man– cata pace, sarebbe prospettato in maniera netta– mente utopistica, ·se si prescindesse da tutta queste èonsiderazioni, le quali impongono di concludere essere vano ogni sforzo internazionalista del prole– tariato, se non si tiene conto dei legami insop– prirùilJili fra i destini del proletariato- dei singoli paesi e quelli dei paesi. stessi. Appare dunque pro– babile che la soluzione del problema debba cer– carsi nel ·senso opposto a quello nel quale tal.e solu– zione si è andata cercando in -passato,: non si tratta cioè di precisare in che modo e fino a che punto il proletariato dei ·singoli 'paesi possa mettersi con– tro le classi dominanti del proprio paese,, ed_in un certo senso disinteressarsi dell'attuale direzione col– lettiva di questo, ,per rimanere fedele ai dettami del-· Ja solidarietà internazionale verso il proletariato degli altri paesi; ·ma si tratta invece d,i precisare i modi e la intensità• dello sforzo con il quale il pro-. letal'iato di ogni paese deve tendere alla conqui– sta, anche solo parziale, del potere politi:co in_ casa · propria,. per indirizzare la vita del proprio' paese verso rapporti internazionali sempi·e meno inspirati •ad un gretto nazionalismo, e sempre più obbedienti inyece ad insegnamenti di un progressivo e fecondo ·.internazionalismo, ·capace di associare in 1,llla colla– borazione sempee più. concorde le diverse capaci6à e le di'verse attitudini dei varii paesi e dei vari.i ·popoli. La conquista del potere politico nel proprio paese da parte del, proletariato (anche solo parziale in un primo momento) appare· dunque come la pre– . messa necessaria di un rea,\e inizio di po.litica pro– le.taria internazionale che v-oglia raggilinge"i risul- tati duraturi. · Con qu,este consideraz~oni · non si vuol Cfllrto ne– gare ogni efficacia alla· organizzazione immediata di accordi internazionali fra i proletariati 'lei va rii paesi. Tuit'ç1,ltro. E non si vuol nemmeRo oscludere a priori che, fin d'ora, a scopo di propaganda, o per portare aiuto a determinati sforzi cçimpiuti in questo o quel paese dalle rispettive éla;;;si lav?ra- Biblio_teca Gino Bianco trici, possano giovare manifestazioni di solidarietà internazionale, intese a mettere in iscacco i Governi che pretendessero schiacciare più duramente le u:– spirazioni proletarie, o accentuare l'asservimento politico ed ·economico di questa o quella frazione nazionale del proletariato mondiale. Tutt'altro. Ma tutto ciò è agitazi'one ·e propaganda; tutto ciò è • aocide'n-te transitorio; )la di-rettiva continuativa e ricostruttiva non può essere che· quella accennata sopra. , ' In conseguenza, quando si domanda di fissare le ·ctilrettive dèll'azione proletaria internazionale, sia contro i fals-i t.rattati di pace, siu. contro la rea– zione internazionale, l>isogha avere il coraggio di dichiarare, che l'azione proletaria internazionale_ non avrà carattere di reale efficienza, e si limiterà ad avere quelli di una propaganda 'più o meno sentita, più o meno seguita, se non sarà svolta attravers_o I' esercizio del conquislato poter.e politico nei va1·ii paesi. , . Non Si alimentino illusioni in senso· contrario-. Se il regime capitalistico. ha saputo e potuto" sc~tenare la grande guel'ra, 111 quale ha steso a terra 20 mi-, lioni di uomini fra montagne di macerie; se ha sa– puto trarre dietro il ~arro di· gloria e di morte tante falangi umane adescandole ~ol miraggio dell'ultima , guerra e della guerra democratica; se I ha re:alizzato invece il più impensato riapparire della più feroce reazione; il regime cap~talistico non ha nulla da pa– ventare dal consueto divulgamento di ordini del giorno, o dalla periodica convocazione di congressi. Per esse.re più esatti, ha da impressionarsene soltan– to coi;nc dello estrinsecarsi di una attività di propa– ganda ideologica: L'azione politica vera e propria, il proletariato ,deve svol!5erla premendo direttamen– te sui congegni politici del pr9prio paese. Come appaiono m_iserevoli, qùindi, le, annose po– lemiche sul co,lfabor1;1.zionismo.o il non collaborazio-• JJ1smo con i ceti. dirigen,ti d.ei varii paesi(· Nel' qua– dro generale di quest,a necessaria conquista intensa del poter~, come solo strumento efficace della crea– zione effettiva della Internazionale futura, la colla– .borazione politica con cui, in questo o in quel paese, si. prepari o si realizzi la partecipazione a.l potere del proletar,iato, perde ogni carattere di dèdizioné e 'tl.i riJ11unc1a. ' • '-' Non importa ripetere cl:\.ela stessa Internazionale Comunista_ già' riconosce di fatto questa verità, tutte le volte che ciò le· conviene. E' più decisivo consta– tare che, in ogni paese, la reazione interna è il primo mezzo ·ctii fanno ricorso le. classi dirigenti' capitaljstiche ,quando· vogliono stroncare lo 'sforzo · inte~~a.zionaklsta dei. lavoratori. La reazione interna consaputamente· mir.a ad allontanare quanto è pos– sibile la d~P,fecata, partecipazione, del proletariato al poteré: an·che per opporsi a tutte le possilnili e- ' splicazioni ·della· politica internazionale del proleta– riato. Infatti questa ultima tende a realizzare nei rapporti internazionali •- col aisarmo, col libero scambio, con la disciplina internazionale delle ma– terie prime, e con la internazionalizzazione sempre più VB:Sta,e sempre' più profonda dei pubblici- ser– vizii ·e degli istituti economici e giuridici - le con– dizioni .più propirle, aH'irrefrenato sviluppo della. pro– duzione, e tale sviluppò è la premessa indispensa– bile del riscatto delle classi lavoratrici, perchè dimi– nuisce, da un lato, l'efficacia _anehe transitoria dei prntezionismi ..:zionali, e quindi li rende ::mperftui ' \:
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