Critica Sociale - anno XXXIII - n.9 - 1-15 maggio 1923

I Critica Sociale RIVISTA QUJMDICINALE. DEL SOCIALISMO Nel Regno: Anno L. 24 ~ Semestre L. 12 - Àll'Èstero: Anno It. L. 28 - Semestre L. 14 Dl,REZIONI;!: Mil·ano - Portici Galleria, 23 - AMMINISTRAZIONE: Via Omenoni, 4 - Milano I • • • Anno XXXIII - N. 9 Numer-o separato Lire UNA IL Milano, 1-15 Maggio 1923 SOMMARIO. Polltlca ed Attualità. .P1-i.1noMaqg,io (CLAUDIO 'TREVE[V. Pe,· /Ja pace e l' Internaziona,l,e - Osservazio·n,i per il Congresso cli Amb1111·go' sul tema;: {f,a pace imperialista é l'lnternazio– ..aic (GIUSF.PPE EMANUEJ,E MODIGLIANI}. Studii economici e sociologici. Mazz;,.; e lllarx: III - Nazione, Patri.a, Umamità: .f): l' Ind·i– pendenza ita/1ia11a; g) la patria :e la politica internaz,ionale del proleta.riato. ' ' . Letteratura, Filosofia, Fatti 900iali. La predica wi ,ml indust·riale iJllumirw,60 ;,,i suai .colleghi! (ALES· SANDRO SCHIAVI). . '. Sguardi in giro: Le Gilde edificatrici in lniJlvilterrà; La Fe– .derazione delle « Gilde'» edificatrici tedesche (f. p.). Dalle Riviste (ANGELO TREVES). Ciò ohe .,i stampa: Il nervosismo nelle scuole ,(ADELCHI BARA– TONO) - Urbanità dell' « Om.o Salvatico » (FRANZ WEISS) - Pei· /!Italia deqli lta&iani (f. w.). -Primo Maggio .. L'au·ro,ra di questo P,rinw Magglio, palliòa e come fasciaLa a lutto, sembra romp,eI"e malage– volmente il c.r,epuscolo algido in cui a,gghiaccia la politica nostra. Non sono fiori e non sono inni giofos.i, 'non v,aste adunate' di po,po1o(estivo; non dis•corsi di ,fiamma e di spensieratezza con– fidenfo e giuliva. E' un po·' col 'cuore di esuli in . patria che racco,glimno into·rno al noi i .fedeli, e li inLratteniamo deillte grandi promesse e dei gran-ti doveiri nos,tJri. Il Manifesto del partito c;iri– chiama aU'austerità pensosa dei pr,imi Primi, Ma,g. gi e nella a.ngustia foczatarlei riti \/ledeun rito,rn-0 pio aJLe origini e ricorda .gli antichi cristiani del– le catacombe. Di ·so.lito noi diffidiamo del mis'.Ll– oism•) e più ne diJ,fi.diamodacchè ~e ne :fa tanto sprecJ nelle cerimonie ufficia'li dello .l:tato e nei diswrsi dei capi della fazione domjnante. Ma in questo Primo· Maggio il misticismo non L\ che · ~entimento compresso e idea folgorata dalla 'per– secuz.ione e fede sic..UII'a. che tanto dolore non mancipazione, la pena degli sfiruttati, accusanti il regime monopolistico della p,roduzione e l'i– niquità. della distribuzi.one tra i lavoratori e gli sf,rutt.atori oziosi, s•i era venuta attenuando col gioi9so es•erci:modella libertà del cimento, man mano che le vie ·apparivano sgombre, e, per quanto lunghe e pericofos,e,· mostravano sicure la mèta. Le piremesse liberali sembravJ.nQ non chiedere cb.e cii essere sviluppate in tutio il loro contenuto. L'antirnonopolismò liberale, svolgen– dosi ne,JJ.api,enezza della sua traietto,rià, paireva venire a morire placato e sereno nel ,soc:ialismo, , monopo.Ji.ouniversale, ev,erso,re di ogni mòno,po- 1 io pa:rtico1are in danno del diritto di tutti. E le, premesse democratiche deUe costituzioni, in– calzate storicamente ·a·dive;nt.aresempre più mor– bide e flessibili per 1rivestire p~astica.mente !le nuove congiunture ,economiche, sembTavano ce– de11èalla conquiista da parte del numero - non perchè in oo il numero recasse la santità. di un nuov;o diritto divino,' ma pe•rchè il numero si– gni'ficava « Lavoro n, « Cir~azione »,_ cc a.rmonia di intelligenza e di forza» per l'edifica.zione della nuova casa degli .uomini ,redenti. I 1avoratori e– rand' quindi ali ',opera e [a libertà J.i iirrcuoravà 'nella pugna che diventava allegra per il so:ririso ac.c,en,rtantesul labbro della Vittoria. Ora nuova fase incombe o •ritorna. Alla lotta per il suo fine naturale, la giQ.S'tizia,subentra [a lotta per ri- .conquistare le arm i pe ir la iotta. ·E' la nip,resa della lotta secolare p.er la libertà, sopra un fron– te piiù vasto e profondo che mai. La ditta.tura non si. contenta cli. ,reprimere gli attacchi attuali al privilegio, ma li vuol prevenire, con l'ado– zione e la pevfezione _d,iun tipo di Stato che, di– cendosi il sollo d,eposi-tario e ministro della pro– p•ria idea, nega ad ognuno che rwn sia suo servo l'accesso a.Ilo Stato, rinnov<1ndo il sofisma del dommatisimo ecclesiastioo, che ove è la verità, \vi,non può lasciarsi libera fa via all'e·rrore. Non è, in senso n:mp,rio, una e, reaz.'ione », la quale è sempTe una modificazione, sia pure ['egressi– va, di ciò che è, ,e quindi è realistica e può an– che, in certi periodii,-essere ben,efica; è un cc re– pristino », immaginabivo e vo1ontario, cli costru- • z.iooi arcaiche, sen.z,aaie.una a@renza con la real– tà., all'infuori di una diffusa stanchezza convul- . siva pe,r la prolungata crisi di guerra, onde al– cuni si _ spaventa·rono di 'una corsa che pareva troppo acce)arata e desiderarono riposare in u_n .ri[;'.·c più calmo, •edaltri pensarono - ,con errore ugu 1\:· e contrario, e sia purie in senso inverso a qtìcllo che ci affligge col suo trionfo - pensa– rono di pÒter saltare .a piè pari le :fasi necessa– rie dell 'evoluziÒne.rivoluzionarùa, per Greare, sn è vaho e, come p·roced.èdalile sue caus.e, produrr'd. I inesorabilmente i suoi e{fetti, .confluenli a tu~te le as,pettazionii più certe e messianiche del socia– lismo. Il nostro soff.rire ,è il segno, infa:llibile del– la nostra vita stretta nelle ·,ritorte nemiche. Allo– ra soltanto il socialismo, sarà spento quando sarù spento il dolore! E però fin d' ora p ossiamo an– nunziare il socialismo Ìlm:mort,à.le. I l mito di Pro– meteo, incatenato ,aJllo scoglio con 1 1 'avvoltoio che gli rode il cuQII'e Zeus ohe ·non trionlfa., tCJII'-· na spon ta.neoaJ.la mente, anche se questa •rifugga da classiohe. remiinisceoze. Il ,dolore ,è più .alto che mai e la sensibilità ne è ,inteHettualizzata. dalla wrnprt:ssi-0ne c;be gli iruibisce dd rovesciarsi dal- la coppa troppo pi,ena. · Nel perenne contrasto ·ura il p,rivilegio e l'e- B_iblioteca Gino Bianco

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