Critica Sociale - XXXIII - n. 8 - 16-30 aprile 1923

1L8 CRITICA SOCIALE l'lnghUterra e di qualche remota colonia inglese; 3. che soltanto il socialismo, in quanto rapprese11tante della classe contro la quale più specialmente si ac– canisce la reazione, può incarnare la forza di resi– stenza all'oppressione ·e la forza di iniziativa 1•er un ritorno alle libere istituzioni della democrazia. 11 còmpito dunque che il destino· addossa al so?iali,;1ho è veramente il più alto, il più nobile, il più ,-;ublime che possa toccare ali un'idea, ali un partito, ad un gruppo di uomini. Si tr;atta · soltanto di sapere, in– sieme, se ne sia degno, nell'attuale sua. composi– zione politica, e se ne sia consapevole. Del primo punto non intendo occuparmi; del secondo indicherò soltanto i termini generali. Pel' rappresentare l' asp: razione alla Libertà :oel mondo, il socialismo deve ,spogliarsi di tqtto quello .che di asiatico ·vi· era già nella dottrina. e che la re– cente espedenza della Russia ha reso più incomben– te. L'etica socialisla deve part:,re, come ggni ·etica, dal! 'individuo, ed i fini ·sociali (- e cioè -la 1lem·o– cratica socializzazione dei mezzi di produzione -) deve farli apparire come fini degli individui asso– ciati, ma sempre degli indivtd.ui. Una volontà estra– nea. al consenso degli individui deve essere rigettata come tirannica, .e perciò barbarica; U!)- potere estra– neo al loro consenso, anche se si dica sociialistico, è una organizzazione della violenza, tilOn uno Stato· di diritto. Una pedagogia del socialismo, che punga al primo posto le esigenze etiche aell'indhiduo, è la sola che possa salvare il mondo dalle costanti· ri– cadute nella tirannide. (5). Sarebbe un grave errore se il so<;j.alismo conside– rasse il suo· còrhpito come limitato a vincere le con– dizioni politiche, che oggi appai.ono in Italia, in- O'n– .gheria o in Russia. Come- mostr.a l'esempio della Russia, è la stessa evoluzione interna del ·gruppo clomi<nante che assicura il ritorno a condizioni norc mali di vita ·politica. Ma il problema della libertù. è più ampio: consiste in una educàzione pubblica, che elimini la possibilità, per qualsiasi gruppo so– ciale, di fare l'esperimento della dittatura i cui ri:– sultati, come mostra appunto i·es_empio della Rus-' sia, attraverso irrepa,.rabili dolori, sono seml)re ne– gativi. Ora, questa edu,cazione pubplica dPve mim– re a fare di ogni individuo il funzionmio-destinato ad assicurare ia libertà di tutti. (lti 11JU;ri indivi'dui. E solo l'individuo pu:ò far ciò. A 1·a,ggiungere ·questo risultato il socialismo deve ,compiere e.licuI).e ..ricon– ciliazioni. Chi guardi al fondo, e sopratutto alla comune de– rivazio,ne hegeliama; non trova così àssurda l'idea che Stirner abbia qualche . cosa (la -suggerire allo stei,so marxismo. Sti:rner e Marx sono morti da tan– to tempo;· j loro odii non ei toccano; ma la povertà in clii entrambi si spensero (- triste. e desolatissi– ma quella dello Stirner -) è l'indizio -che e·ssi .non ' · appartennero alle classi dominanti, nè aU'accade– mia trionfante. Humbol'dt,. Stuart Mill e ,Stirner . hanno molto da apprendere al .sociaBsmo. Non di– mentichiamoli più! Non troviamo più nella parola « anarchismo " la scusa .alla nostra incapacità di cogliere i' nessi. L'educazione socialista deve ritor– nare· all'individuo se non vuol rendersi compÙc·e _(5) « Le òut su-prème de l'humarnté eat la liòerté de~ indi• r,du., ": RENAN: Ma;rc .4. urèle, p. 588. Questa. defin,itiva. ·aen– '"111.11 dovrebbe '.'S6f"resorit~ ,:iel·cuore di tutti gli uo,µini, e· su Lutte le bandiere del soc,ahsmo. BibliotecaGino Bianco di queste _continue ricadute nella reazione, a cui da ~n secolo as! jistia.mo. Il socia.liiimo non è cosa pros– sima. Facciamo che la ripresa della sua azione nel mondo sia contradistinta da al~rettante conquiste della libertà! ARTURO LABRIOLA. -JeniHI! ·.·ve[[~ie.- e ne[H!ilà nuov · . d.~I nbstro movimento ' · Nell'atmosfera avvelenata .di questo disgraziato Pe• riodo della nos11:avita nazionale, in cui non si sa se sia più' s'pregevole la burbanza e la violenza dei dit!lrtoci o ·1a viltà qei vinti,,.dei veri° vinti della rivolta r\)c~nti>s– sima: i liberali e i dembcratiçi, ·i costitù~ionali di tutte le ti-nte, pront oggi (fatte poché eccezioni) -all'instaurato rJispotismo comi) feri aH'incombente minaccia· rivolu– zionaria; .mentre, ali'estremo opposto un . c omunismo di importazione persegue ostinatamen-te la pernicio.sa illu– sione <li battere il fasc.ismo, <1andògli.-b1ittàglià., sut. ter• -reno .econ '1e armt che son proprie d,i essoo'e ootentàndo lo stessO' suo disprezzo J}er il Pl'.irrcipio democratico; il movimento socialista rappresenta veramente; ariche, se · co'm,p,r,esso,eostacolato, l'Qni_co, i.erme vi;tale della resur– rezione di domani. Mà questa resurrezion.e non basta attenderla pa·ssiva– mente .dal .natura:le. evolv!:)11Si de.Ile cose, dagli errori, degli a,vversar!, dalla spontanea insofferenia della pub– blica opinione che un giorno dovrà pure· esplodere: b.i-sognache il Partito nostro approfitti di quest.'ora di forzato raccoglimento per acquistare la capacità· neces- . saria aq- essere, _in un futuro più o meno pro,ssimo, il fulcro della ricostruzione Italiana. E' p·ertanto indispensabile, per questo fec.ondo·lavoro di maturazione interiore cui intendiamo dedicarci, in– cominciare con l'indagare. serenamente le cause che ci · hanno condotto alla. presente situazione, in ispeclal . modo le ragioni delfa nostra -debolezza.di fronte all'of– fensiva reazionaria. Addossare senz'altro al cosi detto ' « massimalismo » d·e1dopo.guerra tutte. le responsabilità dei. nostri errori e delle no.stre deiflcenze sarehbe sem• plicistico e ine,satto: è tutta quanta la politica del Par- 1 t.ifo Soçiaiista dai suo,i primordi che bisogna riesami– nare, per riconoscerne le eventuali devìazioni. Il che non è giià faFe atto di contrizione di fronte alla traco– t1;1.nza degli av.versarl, ma apprestarci allà nostra rina– scila cç,n.più. m~tUri\ esperienza e rinvtgorita fede. *** Eceo perchè è oggi della massima attualità. un libro · dì Gaetano àalvemini che puré si èompone di articoli scritti dal 1902, al 1914 :- Tenàenze vect;/iie e necessità nuòve del movimento operaio itaiiano (1). Le <:ritiche, talvolta aspre ed aggres,sive, che .l-',Au.tore . muove all'a.z_icmesyolta in quest'ultimo .-venteqnio eia! Partito, Socialista e ,dalle o,.ganizzazioni operaie dirette clai SQClaÌisti, IlOil'. sono puramente ·-retrospettive,' ma Si 1-iallacciano stre~tamente alla ,situazione odierna, del Paese. ·e particolarmente alla sorte toccata per essa al n_ostrq P~;rtito, ,e])enella introduzione il Salvernin(spiega come parz-ial(!,oonseguenza di deviazioni -e di errori cl'le egli no n ha mai oe,ssatodi combattere. D'altro nde •il 'titolo · stess9 , d.ei libro indica come l'Autore non.si Ùmiti. ai po– lemizzare. oon.tro le "tendem:e veccbte », ma· prospetti altresl le " necessità nuove» del mov.ime.nto operaio -it.R– liarro. Anche per questa ragione il libro del Salvemini presenta un grandissimo interesse in quest'ora di gene– ràle disorientamento e di fati<:oso_ri\ssestarn.ento,.di tiitte - le posizioni ideologiche e nrogrammatiche.. . .Le degenerazioni cominciarono - seéon<Ìo il Salve– mini _:___ a verificarsi nel movimento operaio italiano, · ,si:qdac.ale è politico, da quando la conquista i;lèlle libertà di organiz_?:azione e di sciopero ne pérmise il rapido · sviluppo; ·e possono considerarsi come co)J.Segitenzèòl · un ,solo fenomeno, che l'Autore tndica sotto la deno- · (-1) Edi'to da.Ila. Bi,bl'ioteoa. d'i Studi. Socia.li dhetta &11, R,o. , dolfo MoncloHo. Bo.10trna., 19)!2 · Lioinio ..Cap.pelli ,editore, pa.g. 211, · L. 12.

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