Critica Sociale - XXXIII - n. 8 - 16-30 aprile 1923

.~e ero, coJJJtrttdiGendo all' ~-rganic'.i nàtura dell'Ita– liano, libera, ,spontanea-e istint:vt, non.sia per fape– gnere. la soÌ·gepte: i&tessa della. sua,~p~rùcolarità é1ll.tÙ1·àl\l;io mi domàp-do se a q'tlesto risultato non . abbia. contribuito, lo stesso socialisn)Ò cori q1+ella sua. reltgi-one della -.1.egge, della rifotma praticata p.er ip- · te•rvent~ dello 'stato, della ,discipli.na .sind,aca~e.e della fedwtà al Partito: 'Pe'rchè poi nel mondo nulla. si pe-r;uc~ . è la ( virtù del e: kar~'.a: '»; come dffre~pe 1Ì.n bud:dista, doè delle inJìnite azioh.i. a noi preesistenti, di cui siamo :un, prodo>t,to orgait)i,co,. et domina ti– rannicamente. ,Il ·soçialismo,: che non hà .fatto esso il socialismo (- sebbene poi ne lasci, attuar'! ogni giorno un pezzeitp dai suoi stessi nemici, e gli stessi . fascisti si sçm messi a fare del sindacalismo e del rì:,formismo! ...::_), ha fabhric,atò poi, invece, l'abito de.I– la disciplina è il costume della s·ubordinazione ullo Stato, che giova inveèe a· ·conculcarlo. Gli altd se lo ,son posto· addosso, ed ora il socialismo, che in sostar)Za è up. po'· p§n'tito, si acèqrge che gli ,t9cca ,un . altro'. còmpito. Il sép.so della' LbèrtiÌ. 'è strettamente individuale, _anzi .individualistico. Per restituir<ri la L,ibertà, · if so.cfalismo deve ·fare il tour de forc;._ di · - rimettere l'individuo nella situazione che·· gii spetta. ***' Questo, dei· rapporti dell'individuo con la società, è stato sempre il punto debole, anzi, a dir: la verità., il punto negletto della dottrina socialista.· Lo ste_sso marxismo, per tante··ragioni, che qui sarebbe super– fluo indicare (4),~1asciò le ½ose in Ùna penoml;lra di- screta.· Appena ·qua e·-là, al ·periodo degli incuna– buli:, 'v'_è qualche luce; e tanta, ad ogni· modo,. ùa far ritenere che,·. se il. maridsmo si -fosse. svilupp;tto in questo senso, avrebbe. finito aol porre la mano sull.a verità, · &oè riconoscendo all'indiyiduo l';.llliziativa e ril sen·so del movimento storico.· i due futuri è:,olla-. bor?,tori del ~rxismo •gfon' se.ro troppo ·,prèsto a un disaccordo •con lo Stirn.er, 1-acui nobile v:ita avrebbe meritato p:ù rispetto da parte loro, P.erchè essi• non si vedessero costretti' a buttarsi nel sen-so •d 'iianìetr.al – ment~ Òpposto all'Unico. Tuttavia anche l'Engels vide che lo stirnerismo non·-era tutt.o da getta-r ;via. In una sua vecchia lettera del 1844, egli scriveva a Marx: « Ma" c'iò che c'è di vern nel principio (dello Stir– ner) noi dobbiamo accettarlo. E vero in esso è que– sto, ,che una c.i1.usa dobbiamo prima· fa:rla no-stra, renderla egoistj,aa,: per p,otern\) fare qualchè co,sa·; che-in· questo senso, ed anche a prescindere da ·even– tuali speranze materiali, per egoismo siamo comu– nisti, · per eg@ismo vogliamo essere uomini e ·non j se1:nplici· i-~dimdui. • Oyv~ro, pel' · eS1p-rimer~idive~sa- m~nte : St1rner ha rag10ne quando egli . respmge l' « uomo » ·qi Feuerbach, o almeno l'u·omo del- 1' « Essenza" del ·cristianesimo»; l'uomo di. Feuer'– baéh è deri'vato da D'..b. Feuèrbach. è venuto ci.ali'UÒ– mo a Dio; e. così l'-uomo è ancora incoronato con una teologica aureola di· ast'raziÒne. La vera via per giungere aU' « Uomo » è quella o·pposta. Noi ' (4) Il· M.asary)c (Pkilosophùch.cn.• und Soc, Grundlagen des Mtm1:iamm, Wien, p. 187 e seg.) .bensì afferma .che •· ~arx ed Engeb risolvettero il problema. (idei rapporti dell'In1iv1duo e · della-Sooiebà) nel senso che essi oppressero l'individuo.•, ma subito dopo oeeena, ohe, « per ·qua.nto ,riguarda spooialmente il materialismo. eoonomi.oo , si può ad esso oonnetterè tanto il col- lettivismo, quanto J'ìndividualismo ». Mi sembra perciò più . oneato il'1•9f!OI!?~ ch11, in verHà, su questo' problema, i due 11utori"d&I ~ hann&ondeJnri&to fra. i due estremi senza. liaearele loro OJ>inioni, ' · · 117 d0bbiamo · parti-re dall'Io, dall'individuo empirico, viv.enté;' per non rimanervi dentro 'i,mpastoi'ati, anzi :per sollevai'ci di qui ·fin'o al vero Uomo. L' «·UOJTI(i )) è sempre uno spettr'o sinchè non 'trovi la sua .base n·~ll'uomo e;:np.irico ». (B1'iefwechsel zwischen Engels, 7!-nd'Marx,, vol:. I., pag. 7). L'individuo concreto, . io, voi, lui, siamo la vE:ra matèr'.à ·e gli agenti della stoiia e della' ricerca. NeÌ1a Hcilige Familie, •Marx ed Engels ·si levavano ·contro quelle false costruzion'i che fanno délla ,, Sto– ria », della «Classe», Jella; «Nazione»; una rr.altà vivente e ·semovente. Essi SCJ'ivevaino: · « La storia non fa n-ulla; essa non possiede nessu– ·na ·meravigliosa ricchezza, essa non combatte nes– s·una lo/.ta. Anzi è. l'uomo, l'uomo· reale e vivente, ch'e fa, possiede e combatte tutto ciò: Non è pr.r ·avventura la « Storia ,, che adopera ruomo come struniento, per realizzai'e i suoi .fini - come se essa fosse una persona speciJica -, ma _essa è null'altrò · che l'attività degli uomini che perseguono i loi·o scopi 1>. (Nachlass, II. p. 195). Ma poi _.rionc'è alt-ro.· Il ·socialisrrio.·ne'lla sua lotta còntro 1' individualismo borghese· accentua Sf:mpre ,più il la:to antiindividualistioco. La s~ess,a -dottrina ne risente le conseg,uentze. H senso dell'()lrganicismo, il tr.atta:ré la Società come un essere reale, orgia.nico, / pt'evale costantem_e1!te nelle consideraz:oni del so- , cia]jsmo. Che in. questa maniera -si creasse l'am– biente entro cui· ·una- dottrina come- quella naziona– Ìistjca :.'..., la quale vede nella Nazione una ·realtà concreta, e non semplicemente, alla m;miera del Rena-n, · l~t medesimezza ct'el1asorte degli indivi:du{ -"– potesse svolgersi e iargamente prosperare, coh evi– dentis~iri:10 danno del socialismo, esso non i:ocD1;s'è'. E .fin qui tl danno no~1 era che parziale, perché. Ìh" diretto e non calcolato. Ma, quando la Società Venne . v_eramcnte concepita come un potere esterno e predo– minante, .come un essere di ragione· contrapp•~sto e superiore all'iml.ivicluo; si ritornò ad Hobbes, si ri– tornò a De Maistre, si dette u'na giustificazione pre– vent,iva di tutti quegli espedienti, ché miravano a limitare nella Società la lìbertà degli indiv;dUi. Ed il peggio fu che, là dove i socialisti, per una CI'U" delissima derisione del~a storia, g1unsero ·;nopinata– merrte al potere, ,come in Russia, Ht-appunto, vittime deJ _ giu_ochetto verbale che contrappone socialisn10 ad individualismo, essi si dett'ero a rea:l' .zza.re il Le~ viàthan che iiobl;les aveva sol't.anto -teorizz'ato; e fornirono, poi ai reazionari{ di· tutti i Paesi iÌ mo– dello di un potere assolutamente spregiudicato ed impas.sibile di fronte agli individui, negatore di ogni· libertà, subordinatore di ogni iniziativa; dando così la p,rova .ché vi era vera.niente nello sviluppo dottri– nale del socialismo ùn° lato manchevole: · l'incom– prensione -dell~ sua etica per i diritti dell'individuo; per la· sorte .della libertà umana, la· qualè o ·è li– bertà degli i~di.vidui o è una nuova derisione che - si aggiunge a quelle· che l'individuo ha semp;·e su– bite nella storia. .,.*.,. Tre cose mi sembrano certe· nel triste periodo .che noi,attraversiamo; 1. che ogni diminùzione delle li– bertà politiche e culturali, di cui dispongono' gli in– dividui nella soc.ietà, . è un 9enoso, ma evidente ri– cadere nella barbarie: 2. che il possesso e il godi– mentp delle libertà politiche e culhuali •è_.dapper– tutto fnsidiato nel mondo, ·con la so!a eccezi_orìedel-

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